6. Conclusion
2.3 Le carenze del sistema imprenditoriale di sostegno all’inserimento
L’assenza di strumenti e risorse, volti a rendere sostenibili i percorsi di inserimento lavorativo dopo la seconda accoglienza, sono stati ulteriori aspetti ostativi discussi nei precedenti capitoli. Come già esposto, gli operatori degli SPRAR si adoperano per trovare soluzioni adeguate ad individuare un impiego adatto per la persona accolta, in modo da donare un’autonomia finanziaria che la faciliterà considerevolmente, una volta conclusa la seconda accoglienza. Uno degli elementi che ostacolano l’inserimento lavorativo, è la crisi del mercato del lavoro, che coinvolge l’intera economia nazionale. La precarietà e la flessibilità, sono caratteristiche onnipresenti negli impieghi svolti dagli autoctoni, che portano alla percezione del lavoratore immigrato, come mera manovalanza da impiegare con salari minimi e con contratti temporanei. Complice di queste situazioni instabili, è la non conoscenza della lingua italiana, che porta ad una conseguente sfiducia da parte dell’eventuale datore di lavoro.
Come testimoniato dal Ministero dell’Interno e dal Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati a tal proposito, un ulteriore ostacolo, correlato alla difficoltà nell’assunzione lavorativo della persona straniera, è la crescente diffidenza nei confronti delle persone immigrate. Complici i media e la presunta corrispondenza tra sicurezza ed immigrazione, si stanno diffondendo in modo allarmante il timore ed il sospetto, nei riguardi degli stranieri. Queste circostanze minacciano gli sforzi degli operatori degli SPRAR, che ogni giorno lavorano per creare una cultura
d’accoglienza, un senso comune ed un sostegno per l’integrazione della persona migrante (Ministero dell’Interno, Servizio Centrale del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati, 2016).
Le condizioni esposte, rendono molto difficoltosa la riconquista dell’autonomia individuale intesa come un’effettiva emancipazione dal bisogno di ricevere assistenza. L’autonomia della persona, è subordinata all’indipendenza economia ed abitativa, accompagnata da un efficace inserimento sociale ed un’adeguata conoscenza del nuovo contesto. Gli aspetti ostativi esposti in questo paragrafo, rendono molto problematico il reperimento di impieghi lavorativi utili all’indipendenza finanziaria della persona accolta. Queste circostanze, portano a situazioni non trascurabili: la seconda accoglienza, concepita come un accompagnamento all’inserimento sociale, ha una scadenza entro la quale la persona o il nucleo famigliare, deve essere capace di sostenersi nell’ottica di una vita autonoma, ed uscire dallo SPRAR. Tutto ciò è molto difficile: la precarietà lavorativa si riflette inevitabilmente sulla ricerca della futura abitazione. Nuclei famigliari senza salari o monoreddito, non sono capaci di sostenere le spese di un alloggio in autonomia, soprattutto causa la crisi del “mercato della casa”, che ha portato all’aumento dei canoni di locazione (ibidem).
Queste situazioni di estrema fragilità, rappresentano le conseguenze della mancanza di un sistema imprenditoriale di sostegno all’inserimento lavorativo ed abitativo, che necessita sviluppi concreti.
In un’ottica implementativa, i contributi e le idee esposte dagli operatori del servizio di Vernico, potrebbero essere considerevoli fonti di progresso per il sistema di sostegno all’inserimento lavorativo ed abitativo.
Gli operatori del servizio hanno presentato la necessità di legami formalizzati con delle aziende disposte all’assunzione degli accolti, in modo che anche la rete imprenditoriale del territorio sia capace di farsi carico dell’inserimento di queste persone.
Grazie a degli accordi predeterminati con delle aziende interessate alle tipologie di assunzioni preposte dallo SPRAR, sarebbe possibile tutelare maggiormente la persona beneficiaria, verificare il percorso intrapreso, valutare i progressi ed una possibile futura assunzione. Stabilendo dei contatti in precedenza con le aziende disposte, si eviterebbero inoltre molte incomprensioni che sono spesso la causa del mancato successo di un
Il confronto, la verifica e la comunicazione tra le parti, sarebbero utili strumenti di valutazione per inserire la persona in un ambiente adatto, ridurre le tempistiche, ottimizzare le spese per la Fondazione ed arrivare ad un’effettiva autonomia della persona.
Un miglior meccanismo di questo tipo, avrebbe conseguenze notevoli sul sistema SPRAR. Riuscendo ad inserire una persona in tempi più brevi ed in modo efficace, si riuscirebbe ad agevolare la vita autonoma della persona, che verrebbe inserita adeguatamente nel nuovo contesto, ma soprattutto si creerebbero opportunità di accoglienza per nuovi nuclei in situazioni di disagio. In questo modo, il sistema di accoglienza avrebbe senso, realizzando un meccanismo efficace che crea indipendenza, riuscendo a mantenere le risorse e gli strumenti per aiutare successivamente altre persone in difficoltà.
3. Fattori facilitanti
Verranno di seguito esposti i fattori rilevati come agevolanti per il percorso di integrazione della persona straniera residente nella struttura SPRAR. Gli elementi favorenti la seconda accoglienza, sono molto spesso aspetti che capovolgono gli ostacoli precedentemente esposti, intervenendo per organizzare gli strumenti necessari al loro superamento.
Va innanzitutto sottolineato che l’accesso o meno allo SPRAR, è già un fattore che fa la differenza: rientrare nella rete di accoglienza incide nettamente sul percorso di integrazione. In quest’ottica quindi, risiedere in un progetto territoriale della seconda accoglienza, è già di per sé un fattore potenzialmente agevolante, anche solo per iniziare a considerare l’inizio di un percorso di inserimento sociale e l’esercizio dei diritti fondamentali (Ministero dell’Interno, Servizio Centrale del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati, 2016). Grazie allo studio di caso, è stato possibile evidenziare alcune condizioni, che possono rappresentare una base di supporto per gli interventi attivati nello SPRAR.