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Capitolo II. Caratteristiche fonologiche e lessicali della LIS

2.2. Parametri fonologici manuali

2.2.1. Le configurazioni

La configurazione si riferisce alla forma che la mano assume quando un segnante compone un determinato segno. La LIS (Volterra, 2004) ne conta 56 possibili, escluse le forme allofoniche20, cioè quelle

modificate per economicità del segno. La maggior parte delle configurazioni manuali sono motivate dalle cosiddette “metafore visive”21 perché la forma di queste risulta indubbiamente iconica (ne

è un esempio palpabile il caso del segno DORMIRE22).

In questo paragrafo, ci limiteremo ad illustrarne solo alcune (per approfondimenti si rimanda a Volterra, 2004 e Bertone, 2001).

Le configurazioni non marcate sono prodotte con grande frequenza, più di frequente nei segni a due mani asimmetrici, e sono A, B, C, G,

20 In fonologia, per forme allofoniche o varianti combinatorie, si intendono diverse realizzazioni

degli stessi foni, nel caso della LIS dei “cheremi”, che non hanno un carattere distintivo.

21 Per metafore visive si intende la relazione tra simbolo e rappresentazione concreta, quel

concetto semantico che è dipeso dal segno (Radutzky, 1987-1997).

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O e 5. Queste sono anche le configurazioni più semplici dal punto di vista articolatorio e per questo acquisite per prime dai bambini che imparano una lingua dei segni (Volterra, 2004: 52).

La configurazione B23 ha una forma non marcata, viene prodotta,

infatti, con la mano aperta e tutte le dita distese e per questo viene frequentemente utilizzata per la mano non dominante. Un esempio lampante potrebbe essere il caso di: LEGGE24 (Bertone, 2011).

Le configurazioni curve25 possono dare l’idea di afferramento, oppure

essere utilizzate per l’iconicità visiva dei parametri. Un esempio per tale configurazione, potrebbe essere il segno CUPOLA26 (Bertone,

2011).

La configurazione G27 è scelta principalmente per le deissi28, si pensi

al segno OCCHIO29 o ai pronomi personali.

A proposito di configurazioni manuali, verrà di seguito proposto un esempio per capire la differenza fra configurazioni che potrebbero apparentemente risultare le stesse. Si pensi alla coppia minima30, in

LIS, dei segni UCCELLO31, segnato con la configurazione L per il

becco piccolo e OCA32 che sfrutta la configurazione 3 per il becco

grande; oppure alla configurazione H, adatta per indicare il pennello per dipingere e B, per indicare quello da imbianchino (Bertone, 2011: 23, 24).

23 Si rimanda a Radutzky, 1992.

24 Tale segno si effettua con mano non dominante a configurazione B e mano dominante a

configurazione L (https://media.spreadthesign.com/video/mp4/17/157090.mp4).

25 Radutzky, ibidem,1992.

26 Si rimanda a https://media.spreadthesign.com/video/mp4/17/497348.mp4. 27 Si rimanda a Radutzky, 1992.

28 Riferimenti diretti alla situazione spazio-temporale.

29 Si rimanda al link https://media.spreadthesign.com/video/mp4/17/192084.mp4.

30 Per coppia minima, in lingua vocale, si intende la coppia di due parole identiche, eccetto che

per un fono/fonema, che veicolano significati diversi (pollo/bollo).

31 Si rimanda al link https://media.spreadthesign.com/video/mp4/17/506835.mp4. 32 Si rimanda https://media.spreadthesign.com/video/mp4/17/453069.mp4.

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Specularmente a come accade nelle lingue vocali, anche nelle lingue dei segni, esistono quelli che si definiscono allofoni, ovvero diverse realizzazioni dello stesso fonema.33

In italiano, per allofono si intende la differenza fonologica nella pronuncia della stessa lettera, come il caso della pronuncia delle fricative alveolari in [‘se:ra], sorda e [‘zba:λλo], sonora.

In lingua dei segni, si potrebbe traslare la stessa situazione. Le forme allofone in LIS (dette più correttamente allochere34) dipendono da

fenomeni coarticolatori e dal contesto fonologico (Bertone, 2011). Ad esempio, in LIS, lo stesso segno effettuato con configurazioni rilassate, rigide o con una posizione del palmo diversa non produce diversi significati (Bertone, 2011). A seguire, verrà proposto un esempio di allofoni in LIS: è il caso della configurazione B con il pollice esteso che si trova nel segno SOMARO, mentre l’allofono con il pollice piegato verso l’interno che si trova in CANE35 (segno che

richiede il contatto tra il lato radiale della configurazione e una parte del corpo).

A questo punto, necessario introdurre le varianti libere: è il caso in cui si ha la possibilità di pronunciare un fonema in due modi differenti, senza, tuttavia, variare il significato della parola in questione. In italiano, nella coppia minima [‘ca:za] e [‘ca:sa]36, le

due fricative rispettivamente sonora e sorda, non sono fonemi distintivi di significato.

Analogamente, si potrebbe proporre lo stesso esempio in LIS: il segno CASA37 può essere effettuato con configurazione B e con

33 Allochere sta per stessi cheremi, ovvero i fonemi riferiti alle lingue dei segni. 35 Si rimanda al link https://media.spreadthesign.com/video/mp4/17/178673.mp4. 36 Variante diffusa nelle zone meridionali e in Sicilia.

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configurazione 5, ma la diversa realizzazione del parametro non varia il significato del segno.

Dunque, come una parola può essere articolata in maniera differente da parlante a parlante, un segno può essere articolato differentemente da segnante a segnante (questa si chiama variazione a livello fonetico). Nelle lingue dei segni, lo stesso segno può avere diverse realizzazioni: diverse realizzazioni per lo stesso fonema usate in alternanza libera sono dette “varianti libere”. Inoltre, la realizzazione di un determinato segno – o di una determinata parola – può variare anche in due diverse produzioni dello stesso utente (Twilhaar, van den Bogaerde, 2016).

Per quanto riguarda la configurazione, è interessante aggiungere che anche classificatori e lettere iniziali della parola equivalente in italiano possono in qualche modo essere influenti per la realizzazione di un segno, vedi il caso dei giorni della settimana38 (Bertone, 2011; vedi

anche paragrafo 4.4.3. di questo elaborato per ulteriori approfondimenti).

In sintesi, considerando che i fonemi sono in numero limitato (si tratta del cosiddetto inventario fonologico), è la realizzazione concreta dei fonemi che può variare per diverse ragioni, quali il contesto fonologico, la provenienza e altri fenomeni. Dunque, nonostante esista una forma fonologica di base, le stesse forme fonetiche possono essere varie e numerose.

38 Nei segni per i giorni della settimana, i segni inizializzati sono particolarmente diffusi

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