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Le forme letterarie sul quadrato dell’enunciazione

Capitolo 4. I modelli semiotici

4.6 Le forme letterarie sul quadrato dell’enunciazione

Facendo riferimento a quanto esposto nel paragrafo 4.2, è possibile proiettare i diversi stili degli autori del corpus in analisi sul quadrato dell’enunciazione di Floch. Tale operazione risulta particolarmente utile in quanto consente di modulare e porre in relazione, evidenziano differenze e complementarietà, le quattro diverse procedure narrative adottate nei romanzi in analisi:

Scrittura Referenziale Scrittura Mitica

Don DeLillo Aldo Nove

Scrittura Sostanziale Scrittura obliqua

Philip Roth Martin Amis

REFERENZIALE - Dimensione oggettiva, Don DeLillo: una scrittura preposta a rendere la parola del mondo, a testimoniare un certo tipo di vita a mostrare ai lettori la realtà di tale o talaltra condizione umana. Un racconto che si fa specchio, testimonianza, elaborato resoconto personale

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dell’autore di una condizione esistenziale reale, vera. Una prosa che seppur densa ed elaborata declina la pura esibizione di se stessa per dare rilievo e valore all’informazione, alla scena, agli avvenimenti.

MITICA – Dimensione soggettiva, Aldo Nove: uno stile letterario che assume tutte le forme dell’immaginario collettivo, miti mediatici, stereotipi pubblicitari. La scrittura traduce la dimensione passionale e soggettiva sia dell’autore, sia della collettività, dello scenario sociale. Miti, rituali e valori condivisi sono presi in causa e sviscerati ed il narratore è protagonista o fortemente coinvolto a livello emotivo.

SOSTANZIALE – Dimensione estetica, Philip Roth: la scrittura in se stessa è fonte di valore. Dominano le descrizioni, la profusione dei dettagli, il soffermarsi su particolari, sensazioni, odori, sensorialità lungamente raccontate. Particolare attenzione al corpo ed alle sue caratteristiche. L’autore si diletta nel piacere del raccontare, in lavorate descrizioni, a volte ridondanti.

OBLIQUA – Dimensione partecipativa, ruolo attivo del lettore, Martin Amis: romanzo del paradosso, predilige lo spostamento, il doppio senso, il gioco di parole, provoca, chiama in causa con ironia la competenza presupposta del lettore, la mette alla prova, la stuzzica. Gioca con il linguaggio narrativo, fa del suo mezzo d’espressione uno strumento d’ironia, a volte di comicità e ludica provocazione. Rimodula continuamente il contratto tra il romanzo ed il suo destinatario implicito, ossia tra l’enunciato e l’enunciatario, ne cambia sovente regole, ritmi e percorsi. Il suo obiettivo e la sua peculiarità distintiva è il ricercare, nell’intero arco narrativo, la completa complicità ed il feedback esaustivo del lettore.

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