In questa fase di revisione degli assetti della PAC, soprattutto per quanto riguarda i meccanismi di erogazione del sostegno diretto, la parte sulle Politiche agricole e di sviluppo rurale del Rapporto 2011 viene dedicata prevalentemente ad alcune questioni di rilievo relative ai possibili effetti della nuova riforma, anche se ancora in fase di definizione. Per far questo è necessario quantificare l’attuale livello di supporto nelle aziende agricole toscane, valutare le principali modifiche proposte dalla Commissione e provare a ipotizzare alcuni scenari sia in termini di regionalizzazione dei pagamenti diretti a livello nazionale che di redistribuzione delle risorse tra le diverse tipologie aziendali in Toscana. Pertanto, una volta illustrate le caratteristiche delle aziende beneficiarie del sostegno diretto, sono presentate alcune elaborazioni con riferimento alle indicazioni che emergono dalle proposte di riforma del primo pilastro.
La finalità di tali elaborazioni è soprattutto quella di fornire un supporto conoscitivo al decisore pubblico e ai soggetti portatori di interesse, considerando che dai dati ARTEA emerge che il sostegno che riceve l’agricoltura toscana dal 1° Pilastro ammonta mediamente nel biennio 2010-2011 a oltre 180 milioni di euro l’anno – di cui 160 milioni a valere sul Pagamento unico aziendale – e che vi è una forte concentrazione dell’aiuto storico in alcune aree e realtà aziendali.
A titolo di confronto le risorse erogate in Toscana sul PSR ammontano in media nello stesso periodo a 89 milioni di euro e i fondi del Piano agricolo regionale a 25 milioni di euro. Infine, si rileva che con riferimento al 2010 il sostegno proveniente dal Pagamento unico aziendale incide per il 6% sul valore della produzione agricola regionale e per il 10% sul suo valore aggiunto.
3.1
La programmazione degli interventi regionali in agricoltura
3.1.1 La programmazione regionale 2009-2011: il Piano agricolo regionale
• La nascita del Piano agricolo regionale (PAR)
La Regione Toscana, alla fine del 2008, si è dotata di un nuovo strumento di intervento finanziario in agricoltura per definire, entro un’unica cornice normativa, tutte le politiche regionali di intervento economico destinate all’agricoltura e alla zootecnia del nostro territorio, finanziate con risorse regionali e statali.
Tale strumento è il Piano agricolo regionale (PAR) che, approvato alla fine del 2008 dal Consiglio Regionale è diventato operativo subito fin dai primi mesi del 2009 trasformando, di fatto, le modalità di intervento della Regione nei comparti dell’agricoltura, della caccia e della pesca.
Il PAR nasce sulla base di quanto disposto dalla legge regionale 1/2006 “Disciplina degli interventi regionali in materia di agricoltura e di sviluppo rurale”, che stabilisce all’articolo 2 che il PAR è il documento programmatorio unitario che realizza le politiche economiche agricole e di sviluppo rurale definite nel Programma regionale di sviluppo (PRS) e specificate nel Documento di programmazione economico finanziaria (DPEF).
Il percorso di formazione del Piano, condotto sulla base di quanto disciplinato dalla LR 49/99 “Norme in materia di programmazione” è iniziato a marzo 2008 con la redazione del Documento preliminare e si è concluso con l’approvazione della proposta finale, da parte del Consiglio regionale, il 23 dicembre 2008, con DCR 98/2008.
144
Ovviamente l’intero processo di definizione del Piano è stato condotto attraverso il confronto con tutti i soggetti interessati, con i rappresentanti delle Istituzioni (Unione delle Province italiane, Unione nazionale comuni, Comunità, Enti montani ed Associazione nazionale comuni italiani), con le rappresentanze delle parti economico-sociali e delle organizzazioni professionali, con le associazioni ambientaliste e con le rappresentanze delle pari opportunità.
Con tutti questi soggetti sono stati condotti continui confronti sia a livello politico che tecnico che hanno permesso di realizzare un documento concertato e riconosciuto da tutte le parti.
Nell’ambito della Valutazione ambientale strategica (VAS), inoltre, sono stati consultati tutti i soggetti con competenze ambientali, ossia tutti i Comuni della Regione, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Autorità di Bacino, ARSIA, ARTEA e ARPAT.
Il PAR nasce con la finalità di superare, o almeno contrastare, alcune difficoltà intrinseche del settore agricolo che, negli anni passati, riducevano di fatto l’incisività dell’azione regionale sul comparto, anche a causa di iter burocratici complessi, di rigidità della destinazione delle risorse economiche, di tempi talvolta incompatibili con emergenze ed imprevisti. In particolare era necessario intervenire per:
- individuare gli scenari di riferimento, le opportunità ed i punti di forza del comparto agricolo per identificare le leve strategiche su cui agire per contrastare le criticità e le aree di debolezza (anche a seguito della Conferenza regionale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale svoltasi a Firenze il 14/15 dicembre 2006);
- definire una cornice comune di intervento con obiettivi generali e specifici basati sulle effettive necessità dell’agricoltura e con una programmazione omogenea e coerente fra le varie misure;
- proseguire interventi pregressi considerati prioritari ed introdurre nuovi strumenti di azione;
- adeguare gli interventi (nuovi e vecchi) alla normativa comunitaria sugli aiuti di Stato;
- definire sinergie fra i comparti dell’agricoltura, della caccia, della pesca marittima e della pesca nelle acque interne. Questi comparti, infatti, erano precedentemente gestiti con Piani e Programmi distinti e non integrati;
- rafforzare e integrare le azioni del PSR (Programma di sviluppo rurale), del FEP (Fondo europeo pesca) e del PFR (Piano forestale regionale);
- monitorare i risultati per intervenire rapidamente sulle politiche del settore anche per far fronte ad eventuali emergenze;
- omogeneizzare e semplificare le procedure amministrative attuative.
In conseguenza di ciò tutti gli interventi finanziari in agricoltura, disposti da norme regionali ed attuati con risorse regionali e nazionali, sono confluiti nel PAR.
A partire dal 1 gennaio 2009, pertanto, il PAR è diventato l’unico strumento di riferimento per il finanziamento degli interventi in agricoltura (intesa nel senso più ampio del termine, dato che oltre ad aziende agricole e zootecniche il Piano è rivolto anche alla caccia e alla pesca) e al suo interno si ritrovano, oltre a nuovi interventi, anche:
- i singoli provvedimenti di spesa (come ad esempio la L.r. 26/04 sullo smaltimento delle carcasse, la L.r. 26/05 sulla difesa dagli animali predatori, la L.r. 1/98 sul miglioramento genetico degli animali da produzione);
- il Piano dei servizi di sviluppo agricolo;
- il Piano apistico regionale;
- il Piano zootecnico regionale (PZR);
- il Piano faunistico venatorio;
- il Piano regionale per la pesca nelle acque interne;
- il Piano della pesca marittima e dell’acquacoltura.
Il Piano aveva una validità triennale (dal 2008 al 2010); come tutti i Piani Regionali attuativi
145 del Piano regionale di sviluppo 2006-2010, in scadenza al 31/12/2010, con legge regionale 29 dicembre 2010, n. 65 “Legge finanziaria per l’anno 2011” (Titolo V, Capo II, art. 104) è stato prorogato al 31 dicembre 2011.
• Gli obiettivi del Piano
Gli obiettivi generali principali che dovevano essere perseguiti dal PAR erano due, in linea con quanto definito dal programma di Governo e dal Programma regionale di sviluppo della passata Legislatura (sotto la Presidenza della Giunta di Claudio Martini) e furono così definiti:
- Miglioramento della competitività del sistema agricolo e agroalimentare mediante l’ammodernamento, l’innovazione e le politiche per le filiere e le infrastrutture focalizzato ad agire sulle strutture/dotazioni delle aziende da una parte e sulle politiche di accompagnamento all’innovazione dall’altra, attraverso investimenti materiali nelle aziende e nelle infrastrutture, investimenti specifici per l’innovazione anche attraverso progetti pilota ma anche sostegno alle attività di integrazione di filiera come gli aiuti alla filiera corta ed altre forme di incentivo per l’aggregazione delle fasi della filiera.
- Valorizzazione degli usi sostenibili del territorio rurale e conservazione della biodiversità attraverso la promozione della conduzione delle aziende con metodo biologico o integrato, il mantenimento della biodiversità genetica vegetale ed animale, il sostegno alle politiche di qualità delle produzioni, una particolare attenzione alla salute ed al benessere degli animali, l’utilizzo di fonti energetiche alternative a quelle tradizionali.
A cascata, sulla base dei due obiettivi generali, sono stati definiti undici obiettivi specifici:
1.1 “Promuovere le innovazioni, le sperimentazioni, i progetti pilota, la ricerca e il loro trasferimento”.
1.2 “Sviluppare le filiere regionali”.
1.3 “Migliorare e ammodernare le strutture e le infrastrutture aziendali e interaziendali”.
1.4 “Difendere le colture e gli allevamenti dalle avversità”.
1.5 “Promuovere i servizi alle imprese, le attività di consulenza aziendale, divulgazione, informazione ed animazione”.
1.6 “Semplificazione amministrativa e informatizzazione”.
2.1 “Promuovere le innovazioni, le sperimentazioni, i progetti pilota, la ricerca e il loro trasferimento”.
2.2 “Promuovere e valorizzare le tecniche ecologicamente compatibili e le produzioni OGM free.
2.3 “Migliorare, gestire e conservare il patrimonio genetico e la biodiversità vegetale e animale.
2.4 “Valorizzare e tutelare i prodotti e le attività produttive toscane”.
2.5 “Contribuire all’attenuazione dei cambiamenti climatici e dei loro effetti”.
Le misure di intervento individuate dal Piano, intese come linee programmatiche approvate dal Consiglio Regionale e definite in linea con gli obiettivi descritti, sono state quaranta ed hanno interessato trasversalmente tutti i comparti della agricoltura. Molte sono risultate le opportunità per gli operatori del settore: da interventi mirati alle singole aziende a sostegni per la realizzazione di infrastrutture, ai servizi per le aziende, al finanziamento della ricerca e alla promozione dei prodotti e delle attività agroselvicolturali. Ai due obiettivi generali si è affiancato un “terzo obiettivo”, quello di rispondere in tempi rapidi alle emergenze e agli imprevisti, per cui si sono sviluppate, nel corso dei tre anni di vigenza del piano, ulteriori misure di intervento.
• L’attuazione annuale del Piano
Successivamente alla approvazione da parte del Consiglio il PAR è stato attuato con documenti annuali approvati dalla Giunta Regionale (DGR 437/09, DGR 290/2010 e DGR 532/2011); con tali documenti molte misure di intervento sono state dettagliate e suddivise in più azioni,
146
ampliando ulteriormente il ventaglio delle opportunità. Nel complesso sono state messe in campo ottanta tipologie di intervento differenziate.
Nel corso dei tre anni le delibere di attuazione sono state strutturate in modo uniforme approvando i seguenti quattro allegati:
- Allegato A: procedure generali di attuazione;
- Allegato B: ripartizione delle risorse del PAR fra le misure;
- Allegato C: schede di misura e azione;
- Allegato D: interventi urgenti e imprevisti.
Il documento di attuazione è stato strutturato in modo tale da permettere nel tempo l’attivazione di nuove misure, l’eventuale modifica di quelle già avviate e, soprattutto, la rimodulazione delle risorse fra le linee di intervento, in modo più semplice e rapido rispetto a quanto possibile nella precedente programmazione. Il Piano, in più occasioni, ha infatti dimostrato una buona elasticità e la capacità di rispondere velocemente alle necessità via via emergenti. Tale possibilità è derivata, inoltre, da quanto stabilito dal legislatore che ha previsto, nell’ambito della legge 1/06 la necessità di accantonare specifiche risorse finanziarie per eventuali emergenze e dalla autorizzazione, da parte del Consiglio alla Giunta, di avviare misure urgenti ed impreviste nel corso dell’anno.
Per questo motivo nel corso dei tre anni la Giunta ha più volte modificato il documento attuativo.
La semplificazione amministrativa e l’informatizzazione hanno rappresentato uno degli obiettivi specifici del Piano; al fine di conseguire tale obiettivo la gestione finanziaria è stata affidata esclusivamente ad ARTEA e pertanto le modalità di richiesta dei contributi, dei premi e degli indennizzi hanno seguito iter semplificati e standardizzati, realizzati attraverso la piena operatività del sistema informativo dell’Agenzia. ARTEA oltre a diventare il “portafoglio”
dell’agricoltura regionale a cui è stato demandato il compito di liquidare gli importi ai beneficiari, è diventato l’elemento cardine su cui ha ruotato il funzionamento del PAR.
Fondamentale è stata la realizzazione di uno specifico portale all’interno del Sistema Informativo della Agenzia per la gestione informatizzata degli ordini di pagamento da parte della Regione e degli Enti delegati.
• Le risorse finanziarie del Piano
Nei primi due anni di vigenza il PAR ha avuto una dotazione finanziaria adeguata alle necessità, disponendo, nel suo complesso, di oltre 46 milioni di euro/anno che hanno permesso di attivare tutte le misure necessarie per rispondere agli obiettivi generali e specifici nonché per mettere in campo azioni in grado di contrastare la crisi economica generale. Nell’anno 2011 invece (i dati sono ancora provvisori ed il documento attuativo del Piano è stato recentemente modificato con DGR 976/2011 per incrementarne la dotazione finanziaria) a causa sia di tagli che delle necessità imposte dal rispetto del patto di stabilità, le risorse sono scese a circa 35 milioni di euro.
Tale riduzione ha determinato la necessità, da parte della Giunta, di attivare le misure in base ad un ordine di priorità e di urgenza.
Nel corso dei tre anni la Giunta ha ripartito le risorse del Piano fra tutte le misure. Le misure del PAR sono complessivamente 51 a loro volta suddivise in 80 azioni complessive; 25 misure (complessivamente 46 azioni) rispondono all’obiettivo generale 1 e 15 misure (complessivamente 22 azioni) rispondono all’obiettivo generale 2. Altre 11 misure (12 azioni) rappresentano interventi posti in campo dalla Giunta regionale quali interventi urgenti ed imprevisti, così come definiti dalla legge regionale 1/06 istitutiva del Piano.
147
Tabella 3.1
PAR 2009-2011: RISORSE STANZIATE
2009 2010 2011
Obiettivo 1 - Miglioramento della competitività del sistema agricolo e agroalimentare mediante
l’ammodernamento, l’innovazione e le politiche per le filiere e le infrastrutture 31.641.987 29.171.400 22.016.244 Obiettivo 2 - Valorizzazione degli usi sostenibili del territorio rurale e conservazione della biodiversità 4.733.848 5.421.981 1.321.294 Obiettivo 3 - Interventi urgenti ed imprevisti 1.266.960 1.810.000 2.670.000
TOP UP Piano di Sviluppo Rurale - - 500.000
Piano della Comunicazione 364.000 250.000 65.400
Piano Pesca marittima e acquacoltura – corrente 493.907 493.907 295.764 Piano Pesca marittima e acquacoltura – investimento 922.212 922.212 1.844.212
Piano pesca acque interne 439.196 1.620.000 714.393
Piano faunistico venatorio 5.794.800 5.750.900 5.309.606
Risorse destinate al monitoraggio e alla valutazione del Piano 200.000 - -Risorse disponibili per interventi urgenti ed imprevisti – correnti - 37.843 -Risorse disponibili per interventi urgenti ed imprevisti - investimenti - 37.843 -Fondo di rotazione per anticipazione dei finanziamenti dovuti da AGEA 1.000.000 1.000.000 -Risorse destinate all'assistenza tecnica a supporto dell'operatività sistema informativo 80.000 - 237.500
TOTALE RISORSE PAR 46.936.911 46.516.087 34.974.413
Analizzando le risorse stanziate per comparto, si osserva che: il 52,5% è destinato all’agricoltura, il 19,2% al settore faunistico venatorio, il 6,2% alla pesca marittima e in acque interne e il restante 22,1% a interventi trasversali e di comunicazione.
Tabella 3.2
PAR 2009-2011: RISORSE STANZIATE PER COMPARTO
Comparto 2009 2010 2011 Totale
2009-2011 % Settore Agricoltura 27.612.521 20.962.086 18.824.092 67.398.698 52,5 Settore Faunistico venatorio 8.426.000 9.163.881 7.028.900 24.618.781 19,2 Settore Pesca marittima e delle acque interne 1.855.316 3.236.120 2.854.370 7.945.805 6,2 Interventi trasversali, progetti ex ARSIA ed IZS, assistenza tecnica, fondo rotazione
ARTEA, finanziamento CAA 8.679.074 12.904.000 6.201.652 27.784.726 21,6 Interventi di comunicazione istituzionale nelle materie dello sviluppo rurale 364.000 250.000 65.400 679.400 0,5
TOTALE 46.936.911 46.516.087 34.974.413 128.427.410 100,0
A seguito dell’approvazione da parte della Giunta del documento di attuazione annuale, gli uffici tecnici regionali erano autorizzati a predisporre tutti gli atti amministrativi necessari a rendere operative le singole misure ed azioni per cui era stata approvata la scheda di misura ed era stata assegnata una specifica dotazione finanziaria.
Dall’analisi delle risorse assegnate annualmente dagli uffici regionali e/o dagli Enti Delegati, sulla base della rendicontazione complessiva trasmessa annualmente da ARTEA al Settore competente per il coordinamento del Piano (Settore Programmazione Agricola-Forestale), è possibile individuare lo stato di avanzamento finanziario del Piano stesso e l’effettiva rispondenza del Piano alle esigenze della collettività.
Tale analisi, che ovviamente non può ancora essere condotta per l’anno corrente in quanto gli iter amministrativi di concessione degli aiuti alle aziende sono tuttora in corso, è riassunta nella seguente tabella:
148
Tabella 3.3
RAPPORTO TRA RISORSE ASSEGNATE E STANZIATE Valori %
Provenienza risorse Assegnazione Anno 2009 Assegnazione Anno 2010
Regionali 95,23 97,04
Statali 7,67 36,20
TOTALE 72,58 77,20
Le risorse statali rappresentano fondi trasferiti dallo Stato una tantum essenzialmente per eventi specifici (eventi calamitosi ed epizoozie) di cui si sono generalmente conclusi gli iter amministrativi già in anni passati e che pertanto rappresentano avanzi di amministrazione (anche di più annualità pregresse) di cui deve essere valutata la possibile destinazione, tenuto conto della normativa di riferimento per cui sono stati trasferiti dallo Stato. Come si vede dalla tabella, dopo un primo anno di sostanziale inutilizzo di tali risorse (anno che ha però permesso di attivare tutte le procedure necessarie all’impiego di tali fondi), già dal 2010 il cumulo si è ridotto, con un trend in incremento anche per il 2011. La percentuale di assegnazione delle risorse regionali al beneficiario finale è invece molto elevata, segnale di un buon funzionamento del sistema che ha permesso di migliorare la performance della erogazione di finanziamenti ad aziende e di trasferimenti agli Enti. Il miglioramento della performance è attribuito anche al ricorso ad ARTEA quale organismo pagatore del Piano che, di fatto, ha reso la gestione finanziaria più flessibile e maggiormente rispondente alle esigenze via via emergenti.
3.1.2 La nuova programmazione regionale 2012-2015: il Piano regionale agricolo forestale Con l’avvento della nuova programmazione regionale, che si attuerà a partire dal 1 gennaio 2012, la pianificazione finanziaria e normativa inerente il comparto agricolo e forestale regionale è completamente riorganizzata e razionalizzata in un unico nuovo strumento: il Piano regionale agricolo forestale (PRAF).
Nel corso della precedente legislatura la Giunta regionale aveva intrapreso un primo percorso di semplificazione delle procedure amministrative e di ottimizzazione delle risorse finanziarie che si conclude a fine 2011 con la riunificazione di tutti gli strumenti di intervento del comparto in un unico Piano regionale integrato e coordinato con gli strumenti finanziari europei (PSR e FEP).
Il PRAF si viene così a definire quale unico strumento di intervento finanziario e di regolamentazione per la molteplicità dei settori del comparto agricolo e forestale; un unico documento che discende direttamente dal Programma regionale di sviluppo, a disposizione degli operatori dei vari comparti che contiene tutte le indicazioni e le azioni specifiche messe in campo dall’Amministrazione e che riassume in sé gli interventi precedentemente disposti dal PAR, dal Piano per la pesca marittima e per l’acquacoltura, dal Piano per la pesca nelle acque interne, dal Piano faunistico-venatorio e dal Programma forestale regionale (PFR).
• L’integrazione del PRAF con le politiche strategiche del PRS
Gli indirizzi strategici del PRAF sono declinati sui principi ispiratori del PRS e sono orientati ad agevolare l’aumento di competitività dei sistemi produttivi regionali attraverso la crescita delle imprese e la loro attrazione in filiere, in armonia con la tutela e la valorizzazione delle risorse territoriali e ambientali. Ulteriori indirizzi strategici sono volti alla coesione territoriale in particolare in riferimento a quei territori che scontano elementi di marginalità. Il PRAF si inserisce inoltre nell’indirizzo strategico trasversale di potenziamento degli strumenti di
149 semplificazione e di sburocratizzazione nei rapporti tra PA e cittadini/imprese.
Il Programma regionale di sviluppo 2011-2015 assume come obiettivo generale e prioritario il rilancio dello sviluppo economico della regione, attraverso la crescita di tutti i comparti del sistema produttivo, come condizione per aggiornare e ridefinire il modello di coesione sociale che caratterizza la Toscana. In questa prospettiva, dieci principi ispiratori hanno guidato l’elaborazione del Programma; il PRAF si inserisce all’interno dei seguenti quattro:
- aumentare la produttività, favorire il “fare impresa”, creare lavoro qualificato e ridurre la precarietà;
- promuovere uno sviluppo sostenibile e rinnovabile;
- realizzare una visione territoriale integrata;
- realizzare un’amministrazione pubblica focalizzata sui risultati, trasparente e responsabile nei confronti dei cittadini e delle imprese, e che incoraggi l’impegno e premi il merito.
Il PRAF è definito nell’ambito dei nove specifici indirizzi di legislatura approvati dal Consiglio regionale:
- sviluppo della competitività delle imprese del mondo agricolo, forestale e agroalimentare;
- riorganizzazione dei comparti produttivi finalizzata all’integrazione di filiera tra produttori primari e trasformatori/distributori dei prodotti agroalimentari o forestali;
- rafforzamento delle opportunità occupazionali e di reddito nelle aree rurali;
- promozione dei sistemi produttivi, sia agricoli che forestali, a minore impatto;
- sostegno e promozione delle produzioni florovivaistiche e del sistema dei servizi connessi alla produzione del verde;
- tutela e mantenimento della risorsa forestale pubblica e privata e della sua multifunzionalità;
- conservazione e miglioramento del patrimonio faunistico venatorio, ittico delle acque interne e delle aree marine;
- difesa delle zone e delle popolazioni di montagna dalle calamità naturali e recupero delle superfici colpite da frane e smottamenti;
- semplificazione del sistema di controlli.
Il PRAF ha ovviamente molti elementi di integrazione strategica trasversale con le altre politiche regionali contenute nel PRS 2011-2015, di cui è una componente sinergica.
• Gli obiettivi generali del Piano e le raccomandazioni del Consiglio regionale
In conseguenza dell’ampiezza e della complessità del Piano gli obiettivi generali sono molteplici, ma possono essere ricondotti a tre principali, in linea con gli indirizzi di legislatura approvati nel Programma regionale di sviluppo. Tali obiettivi, che saranno perseguiti nel corso dell’intera legislatura sono:
1. miglioramento della competitività del sistema agricolo, forestale, agroalimentare e del settore ittico mediante l’ammodernamento, l’innovazione e le politiche per le filiere e le infrastrutture;
2. valorizzazione degli usi sostenibili del territorio rurale e conservazione della biodiversità;
3. valorizzazione del patrimonio agricolo forestale regionale.
Ai sensi dell’articolo 48 “Concertazione o confronto” dello Statuto regionale e dell’articolo 10 della L.r. 11 agosto 1999, n. 49, ed in riferimento al Programma regionale di sviluppo 2011-2015 approvato dal Consiglio regionale con Risoluzione 29 giugno 2011, n. 49, la Giunta regionale ha approvato l’informativa preliminare del Piano regionale agricolo forestale (2012-2015) con propria Decisione 7 luglio 2011, n. 7 e l’ha trasmessa al Consiglio; a tale trasmissione ha fatto seguito la comunicazione dell’Assessore all’Agricoltura (Gianni
Ai sensi dell’articolo 48 “Concertazione o confronto” dello Statuto regionale e dell’articolo 10 della L.r. 11 agosto 1999, n. 49, ed in riferimento al Programma regionale di sviluppo 2011-2015 approvato dal Consiglio regionale con Risoluzione 29 giugno 2011, n. 49, la Giunta regionale ha approvato l’informativa preliminare del Piano regionale agricolo forestale (2012-2015) con propria Decisione 7 luglio 2011, n. 7 e l’ha trasmessa al Consiglio; a tale trasmissione ha fatto seguito la comunicazione dell’Assessore all’Agricoltura (Gianni