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Le privatizzazioni nella Repubblica Democratica Tedesca

Nel documento Privatizzare in epoca di crisi economica (pagine 73-84)

Alla fine degli anni '80 la crisi politica ed economica dei regimi che governavano i Paesi dell'Europa Orientale era ormai conclamata; le difficoltà non potevano non riguardare anche il Paese più avanzato del blocco sottoposto all'influenza sovietica: la

Repubblica Democratica Tedesca (RDT).

Nel 1989 essa era governata da Erich Honecker, segretario generale del Partito Socialista Unificato di Germania (SED) e Presidente del Consiglio di Stato dal 1971, il quale si mostrò incapace di imprimere un cambiamento nelle politiche economiche e sociali del Paese, e per questo rimosso dalla SED medesima, il 17 ottobre, sia dalla carica di Presidente del Consiglio di Stato che da quella di segretario generale del partito: al suo posto fu nominato Egon Krenz.

Il 9 novembre 1989 cadde anche il Muro che divideva Berlino dal 1961, simbolo della divisione delle “due Germanie” e dell'Europa; il fatto contribuì ad accelerare la trasformazione del regime politico di Berlino Est.

Il 13 novembre divenne Presidente del Consiglio, carica istituzionale fino ad allora sostanzialmente marginale, Hans Modrow, segretario della SED di Dresda, il quale mantenne l'incarico per quattro mesi, fino alle elezioni libere (le prime) del 18 marzo 199032; fu Modrow a creare il soggetto pubblico incaricato,

dell'economia della Germania Orientale, la Treuhandanstalt.

La Treuhandanstalt (Istituto per l' amministrazione fiduciaria della proprietà del popolo) nacque dalla volontà del governo Modrow, l'ultimo a guida comunista, di garantire una corretta amministrazione delle Volkseigene Betriebe (imprese di proprietà del popolo); essa fu ufficialmente istituita con la legge 1 marzo 1990 e, in virtù delle aperture del nuovo esecutivo sulla proprietà privata, aveva la forma giuridica della società di capitale (compatibile con il diritto della Repubblica Federale di Germania, in vista di una possibile riunificazione tedesca) e, a sua volta, controllava una serie numerosissima di imprese di Stato, le quali erano state tramutate, con decreto governativo il 1 marzo, in S.p.A e società a responsabilità limitata33.

I tre obiettivi che il governo di Berlino Est si prefiggeva con il nuovo assetto di controllo delle imprese pubbliche erano sostanzialmente tre: garantire la proprietà dei cittadini tedesco- orientali sulla proprietà dei mezzi di produzione, avviare le società pubbliche alla produzione e allo scambio di beni e servizi sul mercato e, infine, attirare capitali esteri, cercando di limitare il più

33 W. SEIBEL, The Treuhandanstalt and the collapse of the East German economy 1989-1990, in K. H. JARAUSCH (a cura di), United Germany: Debating, Process and Prospects, New York, Berghahn Books, 2003, p. 89.

possibile l'inevitabile emorragia di posti di lavoro nelle neo costituite società.

La regolamentazione dell'Istituto d'amministrazione fiduciaria rimase stabile per un periodo di tempo alquanto breve; il 18 marzo 1990, infatti, si svolsero le prime elezioni libere della Germania Orientale, vinte dal blocco politico “Alleanza per la Germania” (CDU, DSU, Svolta Democratica), facente riferimento al Cancelliere della Germania Ovest, Helmut Kohl, e alla CDU occidentale.

Il nuovo governo, il primo che non contava sulla guida dell'ex partito egemone della SED, guidato dal leader della CDU, Lothar de Maizière, concluse importanti accordi economici con il governo di Bonn, in primis il “Trattato sull'unione monetaria, economica e sociale”, firmato il 18 maggio 1990, con il quale, a partire dal 1 luglio dello stesso anno, la Repubblica Democratica Tedesca avrebbe adottato il deutsche mark in luogo del marco della Rdt.

Il governo de Maizière decise di intervenire anche sulla regolamentazione originaria della Treuhandanstalt, facendo approvare il 17 giugno dalla Volkskammer (parlamento monocamerale tedesco-orientale) la “Legge sulla privatizzazione e

riorganizzazione del patrimonio di proprietà del popolo”, la quale, a differenza della legge del marzo precedente, eliminava qualsiasi vincolo alla privatizzabilità totale dei beni e delle aziende pubbliche34.

La seconda legge sulla Treuhandanstalt entrò in vigore in concomitanza con il Trattato sull'unione monetaria, economica e sociale; essa consisteva in 23 articoli (24 considerando le disposizioni transitorie e finali), il primo dei quali si apriva con la perentoria affermazione “i beni di proprietà del popolo devono essere privatizzati” (art. 1 comma1), seguendo, al comma 2, la diretta responsabilità del Consiglio dei Ministri per il riassetto e la privatizzazione dei beni statali, con la vigilanza della Volkskammer.

L'art. 2 della legge ribadiva la natura di ente retto dal diritto pubblico della Treuhandanstalt (comma 1), fissando le finalità dell'ente nel “(...) promuovere l'adeguamento strutturale dell'economia alle esigenze del mercato (…)” (art. 2 comma 2), e prevedendo la possibilità per l'Istituto, in attesa dei primi ricavi derivanti dalle cessioni delle società da privatizzare, di emettere obbligazioni per finanziare le proprie attività (art. 2 comma 7).

Erano previsti, inoltre, un Consiglio d'amministrazione della

Treuhandanstalt formato dal Presidente e da 4 consiglieri, nominati

e revocati dal Consiglio dei Ministri (art. 3 comma 2) e un Consiglio che vigilava sulle attività dell'Istituto, con la possibilità di emettere pareri e revocarne i vertici (art. 4 comma 1); gli articoli dal 7 al 23 riguardavano la costituzione, il funzionamento e la destinazione delle imprese pubbliche da trasformarsi in

Gesellschaft mit beschrankter Haftung (società a responsabilità

limitata) e Aktiengesellschaft (società per azioni), come già previsto dal decreto del 1 marzo 1990 (art. 7 comma 3), sotto il controllo di società fiduciarie per azioni, fondate dall'Istituto, a cui venivano conferite le imprese da privatizzare (art. 7).

Le società fiduciarie per azioni avevano, inoltre, l'obbligo di fare rapporto alla Treuhandanstalt sullo stato di avanzamento delle privatizzazioni ( art. 8 comma 2).

A partire dal 1 luglio 1990 la grande holding pubblica si trovò a gestire un patrimonio immenso; primo presidente della stessa divenne Reiner Maria Gohlke, già manager IBM e presidente della società ferroviaria della Germania Ovest, che però in agosto lasciò l'incarico, subito sostituito da Detlev Rohwedder, membro della

SPD, il quale definì il suo lavoro seguendo tre premesse: privatizzazioni rapide, ristrutturazioni complete e liquidazioni da effettuare con cautela.

Le linee guida appena descritte si basavano sulla convinzione che soltanto gli investitori privati fossero in possesso delle necessarie competenze negli affari, nelle procedure legali, e che potessero garantire sicuri accessi al mercato e procurarsi i fondi d'investimento necessari per le ristrutturazioni aziendali; la privatizzazione, pertanto, doveva essere considerata non una mera opzione, ma una assoluta priorità.

La Treuhandanstalt poteva amministrare e cedere un patrimonio, valutato dal suo presidente in 600 mld di DM, composto da 8500 kombinate (grandi imprese di Stato della RDT), con 45.000 siti produttivi e 4 milioni di dipendenti (costituenti ¼ dell'intera popolazione della Germania Est), 22.000 fra farmacie, alberghi, ristoranti, librerie e negozi, e 25 milioni di mq fra immobili, superfici agricole e forestali35.

Nel 1991 le condizioni economiche della Germania Orientale (riunificatasi con quella occidentale il 3 ottobre 1990)

35 O. G. SIEMENS, Mandate and activities of Treuhandanstalt and TOB, in L. ANSELMI (a cura di), Privatizzazioni: come e perchè, Rimini, Maggioli, 1995, pp. 158-159.

peggiorarono; la causa principale del tracollo dell'industria tedesco-orientale fu in primis l'unione monetaria, in vigore dal luglio del '90, la quale aveva comportato una forte rivalutazione monetaria del marco della RDT (il cambio fra DM e “marco orientale” era in un rapporto 1:1 relativamente a salari, prezzi e pensioni, mentre era di 1:2 relativamente ai risparmi oltre una soglia variabile a seconda dell'età di chi chiedeva il cambio), con conseguente perdita di competitività dei beni della ex RDT nei territori di produzione, nell'ex Germania Ovest e, soprattutto, nel disciolto blocco sovietico, storico mercato di sbocco di tali merci36.

Il prodotto interno lordo della Germania Orientale segnò un crollo del 44% rispetto al 1989, mentre la produzione industriale, sempre rispetto a tale punto di riferimento temporale, crollò del 67%, con punte del 70% nel settore della meccanica, del 75% in quello dell'elettronica e del 86% nella meccanica di precisione37.

Il 1 aprile '91 il presidente della Treuhandanstalt Rohwedder venne assassinato dal gruppo terroristico RAF; il suo posto venne preso dalla direttrice delle filiali territoriali della THA, la cristiano- democratica Birgit Breuel, la quale decise di continuare l'opera del

36 W. SEIBEL, The Treuhandanstalt and the collapse of the East German economy 1989-1990,

suo predecessore.

Durante la sua presidenza non mancarono casi controversi come la liquidazione della ormai ex compagnia di bandiera,

Interflug, per la quale fu decisa la soppressione in luogo della

vendita nonostante le condizioni finanziare della società non fossero disastrose, con la cessione dei diritti di partenza e di atterraggio nell'aeroporto di Schonefeld (ex Berlino Est) alla compagnia di bandiera tedesco-occidentale Lufthansa.

L'opera della Treuhandanstalt terminò ufficialmente il 31 dicembre 1994; quasi tutte le imprese (eccetto quelle valutate come irrecuperabili al mercato) erano state cedute divenendo in moltissimi casi filiali di società tedesco-occidentali, acquistate ad un prezzo relativamente contenuto, spesso con forti sovvenzionamenti dell'Istituto (soprattutto in riferimento alle imprese di maggiori dimensioni); a titolo di esempio possono essere ricordati i cantieri Warnow, ceduti nell'ottobre 1992 per la cifra di 63,13 mln di DM alla Kvaerner Deutschland (filiale tedesco- occidentale della multinazionale norvegese) con una dote di 1,528 mld per il risanamento della società; il produttore di azoto

Skw Trostberg nel 1993, con una sovvenzione di 953 mln di DM38.

Alla fine del 1994, con la grandissima maggioranza degli ex

kombinate e delle banche ormai privatizzate o liquidate, fu deciso lo

scioglimento dell'Istituto di amministrazione fiduciaria; dal punto di vista strettamente economico l'operazione di dismissione si rivelò assai deludente; un patrimonio stimato nel 1990 dal presidente Rohwedder in 600 mld di DM, aveva comportato un ricavo di soli 73 mld dei quali, alla fine del 1994, ne erano stati incassati solo 37.

Il costo della Treuhandanstalt risultò, invece, elevatissimo; al momento della sua chiusura si evidenziò un deficit pari a 256 mld, dei quali 154 consistenti in spese di risanamento e liquidazione, 44 utilizzati per le bonifiche ambientali e 101 necessari per la copertura dei “vecchi debiti” delle società ormai privatizzate con la disciolta RDT39.

La chiusura dell'Istituto non comportò la fine del processo di privatizzazione; l'opera, cominciata nel luglio del '90, continuò con due agenzie: la Società Fiduciaria Immobiliare ( Treuhandanstalt

Liegenschaftsgesellschaft), scorporata dalla Treuhandanstalt nel '91,

incaricata della privatizzazione del patrimonio immobiliare, e con

l'Istituto Federale per compiti speciali connessi all'unificazione (Bundesanstalt fur vereinigungsbedingte Sonderaufgaben), creato il 1 gennaio 1995 proprio al posto della Treuhandanstalt.

Capitolo 3

CRISI DEL DEBITO SOVRANO E PRIVATIZZAZIONI

Nel documento Privatizzare in epoca di crisi economica (pagine 73-84)