L’intero aggregato ha una impronta a terra di circa 3650 mq. Il complesso si è sviluppato nei secoli in direzione Nord-Sud.
La ricostruzione storica del Prof. Giovanni Carbonara individua lo sviluppo del monastero intorno ad primo chiostro, il cui primo nucleo risale al XIII° secolo e occorreranno circa due secoli perché avvenisse il suo completamento.
Tra il XV e XVI secolo è’ stato creato un secondo chiostro parallelo al primo sul versante del torrente Tessino.
Il chiostro era disposto su due lati, su cui si affacciava il refettorio costruito in aderenza del muro di cinta del monastero (oggi via delle Murelle).
Dalla seconda metà del XVIII secolo a quella del XIX il complesso si è arricchito della Chiesa neoclassica dei SS. Stefano e Tomasso, di nuove pertinenza ma soprattutto la realizzazione dell’affaccio principale e la ristrutturazione di ampie zone e realizzazione di porticati.
Con il passaggio della proprietà al Regio Esercito nel 1863, l’impianto originario si è andato a modificare secondo le esigenze dei nuovi proprietari: l’aula della chiesa viene adibita a palestra e costruzione di un nuovo corpo di fabbrica lungo via dell’Anfiteatro.
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Nel 1934 il grande corretto viene ristrutturato per realizzare un sacrario ai caduti della prima guerra mondiale. Attualmente la chiesa è stata restaurata e attualmente ospita l’auditorium.
I. La prima unita minima di intervento è l’aggregato di edifici che si raccolgono intorno alla l’Ex chiesa dei SS. Stefano e Tommaso e al “corettone “. Con la realizzazione del sacrario, probabilmente venne saturato lo spazio della chiostrina interna, che separava la costruenda chiesa a quella che doveva essere la vecchia aula della chiesa del monastero del XIII secolo. Furono realizzate delle scale di accesso al porticato del secondo chiostro. In questo spazio di saturazione si è individuato il punto di connessione strutturale tra il complesso ex-chiesa e la parte rimanente dell’aggregato, che doveva essere lo spazio di pertinenza delle monache.
Questa prima unità strutturale ha una superficie coperta di circa 960 mq.
II. Procedendo da Nord a Sud, è stata individuata la seconda unità minima di intervento: l’aula della chiesa del monastero, la pertinenza delle monache e la grande cucina.
L’edificio, parallelo all’alveo del Torrente Tessino, divide i due chiostri. L’impianto originario risale al XIII°, probabilmente ampliato e modificato nei due secoli successivi, con l’ampliamento del portico aggettante sul chiostro. Alla fine del XIX secolo, il secondo piano è stato fortemente rimaneggiato.
Ha una consistenza di circa 600 mq. Le dimensioni dell’edificio sono: il lato parallelo a via delle Murelle è di 43 m, mentre la profondità è di 14 m . I porticati che si affacciano sui i due chiostri hanno larghezza simile di circa 3 m. Si sviluppa su tre livelli e l’altezza in gronda è di 15.25 m.
I punti di interconnessione con l’aggregato complessivo risultano essere:
• con la prima unità minima di intervento il solaio del vano i saturazione, già descritto;
• con l’edificio ortogonale posto a nord, ove è posto l’ingresso al complesso, tramite il campanile, che è una unità strutturale a sé stante sia per l’altezza che le dimensioni murarie e i materiali utilizzati e il portico. Quest’ultimo da una attenta lettura risulta delle planimetrie e dello sviluppo dell’aggregato risulta essere in parte demolito per la realizzazione di un ulteriore piano in elevazione dell’edificio adiacente, probabilmente risalente al XV secolo. Tale aspetto è evidenziato dall’orditura delle strutture in copertura: l’ultima capriata del vano che ospita l’affresco è posta, come direzione, in contiguità con l’asse longitudinale delle colonne del portico, mentre la copertura della parte rimanente (quella che sarebbe stata occupata dl portico) ha una struttura che riprende per dimensioni e pendenza quella adiacente a copertura del portico;
• dal versante dell’anfiteatro interseca completamente l’edificio ortogonale.
III. La terza unità minima di intervento è quella individuata dall ‘Amministrazione Comunale e oggetto di finanziamento da parte della Regione Umbria per la riparazione dei danni e miglioramento sismico.
In realtà sono due unità minime di intervento connesse ortogonalmente, ogni singola unità è
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costituita da da più unità strutturali. La prima unità minima di intervento è costituita da quattro unità strutturali
• la prima di dimensioni 7.70 x 15.00 che si sviluppa su tre piani con altezza in gronda pari a 12.72 m, che si affaccia sul primo chiostro, probabilmente la sua costruzione con successiva elevazione è databile tra il XV° e XVI° secolo e dove si rilevano le trasformazioni tipo-morfologiche e d’uso più rilevanti effettuate nel periodo militare;
• la seconda parallela alla prima ha dimensioni 3x25,4, terminava con un’appendice demolita alla fine del XIX secolo. Originariamente doveva costituire l’ingresso al monastero ed è caratterizzata da una copertura voltata a botte e l’epoca di costruzione è posta tra XV° e XVI°;
• la terza parallela ma posta in contiguità con la seconda unità strutturale e l’attuale portico di ingresso ed databile fine XVIII° secolo, caratterizzata al piano primo da un sistema voltato a crociera, ha dimensioni 3x17.00;
• la quarta unità è il prolungamento delle precedenti, costruita probabilmente in due fasi successive nel periodo di proprietà dei militari, ha dimensioni 4x12 m;
La seconda unità minima di intervento è posta ortogonalmente alla prima, ha dimensioni 24x 12.70 su due livelli con altezza all’intradosso pari a 10.95 m., con una superficie a terra complessiva di circa 500 mq. Risulta fortemente rimaneggiata: sono state ridefinite tutte le aperture nelle facciate sia quelle che si affacciano sul porticato sia quelle sul versante di via dell’Anfiteatro, dove venne realizzato l’accesso principale
L’introduzione del nuovo accesso ha comportato la realizzazione di una scala, che permettesse i collegamenti in verticale: da quota +1.96 piano del piazzale a quota +000 piano terra dell’edificio e a quota +5.10 del primo piano.
La realizzazione della scala ha comportato la demolizione di un arco a tutto sesto del piano terra con l’introduzione di una nuova muratura portante.
Gli edifici oggetto di intervento, analogamente a quanto risulta per l'intero complesso, hanno murature realizzate in pietrame o miste a mattoni, orizzontamenti in struttura lignea, ad eccezione di un quantitativo minimo in latero-cemento ed in parte voltati, mentre le coperture sono costituite da strutture portanti lignee, con pianellato e sovrastante manto di coppi. L’immobile si trova in uno stato di danneggiamento diffuso e crolli diffusi di coperture e solai intermedi.La connessione con la successiva unità minima di intervento è un muro in comune per i soli due piani.
IV. Il quarto corpo è l’edificio a chiusura del primo chiostro ed è costituito due unità strutturali di pari altezza in gronda (10.20 m) e si sviluppano su due piani. Le due unità strutturali costruite in contiguità sono diversi come età e tecnologia di costruzione.
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• La prima unità di circa 305 mq risale alla seconda metà del XV secolo, tuttavia è ipotizzabile che vi fosse in epoche precedenti delle pertinenze;
• la seconda è di epoca più recente e oggetto di rifacimenti e rimaneggiamenti, ne sono testimonianza i rifacimenti degli orizzontamenti ed ha una consistenza di circa 350 mq. Il portico posteriore è stato completamente rimaneggiato nel XV° secolo;
I punti di connessione con la seconda unità minima di intervento è un’arco che sostiene una mezza volta a crociera, mentre con la terza unità minima di intervento hanno in comune il muro da cielo a terra.
Il solai della prima unità strutturale ha il primo piano a volte.
V. Da questa unità minima di intervento si stacca un corpo fino alle colonne dell’Anfiteatro Romano, con un corpo di esiguo di circa 114 mq, con una profondità di 5,50 e lunghezza di 20 m circa. Si sviluppa su due piani. L’edificio si è sviluppato intorno ad una torre colombaia presente nel XIII°
saldandosi con la precedente unità di intervento e con le vestigia dell’Anfiteatro Romano Il primo piano è posto a m.450 mentre il solaio in copertura in legno a 10.50 m.
La connessione con l’unità minima di intervento 4 è un muro di limitate dimensioni che in pratica al piano terra tampona una parte di porticato, testimoniando che il periodo di costruzione è successivo a quello delle costruzioni limitrofe.
VI. Per ultima vi è l’unità che chiude il secondo chiostro e si sviluppa lungo il muro di confine di via delle Murelle, anche questa unita minima di intervento è costituita da due unità strutturali distinte sia per epoca di esecuzione sia per tipologia costruttiva. Complessivamente ha un impronta a terra di circa 600 mq.
• La prima unità strutturale è prospicente sul secondo chiostro, con funzione di refettorio venne edificata tra XV° e XVI° secolo. Con l’edificazione epoca della Chiesa dei SS Stefano e Tommaso, con molta probabilità venne ristrutturato sia il portico che le coperture
E’ stata fortemente rimaneggiata nel periodo militare compreso il muro in falso costruito sulla volta policentrica, muro in falso che sorregge la copertura in capriate lignee a quota+ 14.80 m.
• Il nucleo originale della seconda unità strutturale era ad un piano, probabilmente adibito a pertinenza del monastero nel periodo compreso tra XV° e XVI° secolo. Con l’Avvento dei militari, l’edificio è stato completamente ricostruito adibendo a piano terra a magazzini, mentre il primo pano ad alloggi per militari.
Alla presente relazione sono allegate planimetrie esplicative.
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