CAPITOLO 4. Commento traduttologico
4.4 Lettore modello
Quando un autore scrive un testo <<deve sforzarsi di immaginare per approssimazione a cosa è simile il proprio lettore tipo per regolarsi di conseguenza sul grado di implicitezza/esplicitezza del proprio messaggio, sul suo grado di didascalicità>>50. Questo destinatario immaginario del testo è definito “lettore implicito, lettore modello” o anche “modello di lettore” poiché rappresenta un’astrazione che si prefigura l’autore nell’attuazione della propria strategia narrativa.
Una componente fondamentale e distintiva di qualsiasi testo è rappresentata dal “non detto” culturale, ovvero da ciò che l’autore dà per scontato in funzione del proprio lettore modello. Come afferma Umberto Eco:
Un testo si distingue […] da altri tipi di espressione per una sua maggiore complessità. E motivo principale della sua complessità è proprio il fatto che esso è intessuto di non-detto. “Non-detto” significa non manifestato in superficie, a livello di espressione: ma è appunto questo non detto che deve venir attualizzato a livello di attualizzazione del contenuto. E a questo proposito un testo, più decisamente che un altro messaggio, richiede movimenti cooperativi attivi e coscienti da parte del lettore. 51
Un testo rappresenta quindi <<una catena di artifici espressivi che debbono essere attualizzati dal destinatario>>52 ed è intessuto di “spazi bianchi” che il lettore modello ha il compito di riempire. In particolare Umberto Eco nel suo libro intitolato Lector in fabula
50 Bruno Osimo, Propedeutica della traduzione : corso introduttivo con tabelle sinottiche, cit., p. 90.
51 Umberto Eco, Lector in fabula : la cooperazione interpretativa nei testi narrativi, Bompiani Editori,
Milano, 1979, p. 51.
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spiega le due ragioni per cui l’autore lascia nel testo questi interstizi. A tal proposito egli asserisce:
Anzitutto perché un testo è un meccanismo pigro (o economico) che vive sul plusvalore di senso introdottovi dal destinatario, e solo in casi di estrema pignoleria, estrema preoccupazione didascalica o estrema repressività il testo si complica di ridondanze e specificazioni ulteriori […]. E in secondo luogo perché, via via che passa dalla funzione didascalica a quella estetica, un testo vuole lasciare al lettore l’iniziativa interpretativa, anche se di solito desidera essere interpretato con un margine sufficiente di univocità. Un testo vuole che qualcuno lo aiuti a funzionare.53
Come un autore che quando scrive un testo prevede un lettore modello <<capace di cooperare all’attualizzazione testuale come egli […] e di muoversi interpretativamente così come egli si è mosso generativamente>>54, allo stesso modo il traduttore, autore del nuovo testo, deve impostare la traduzione immaginandosi il tipo di lettore che usufruirà del testo da lui creato. Per questo motivo un elemento importante per l’elaborazione di una strategia traduttiva consiste proprio nell’individuazione di un pubblico di riferimento al quale indirizzare la traduzione. Le scelte del traduttore relative al registro linguistico, allo stile, al lessico utilizzato vengono fatte tutte in funzione del lettore modello per evitare di creare un testo incomprensibile. Il traduttore anche quando decide se creare una nota esplicativa o se essere più o meno ermetico, lo fa sulla base del lettore modello che si è prefissato.
Come lettore modello del prototesto è stata individuata una persona comune di sesso femminile appartenente ad un ceto sociale medio, contemporanea di Su Xuelin e residente in Cina nella provincia dell’Anhui. La scelta di associare il lettore modello ad una persona di medio ceto sociale è scaturita dalla motivazione che i saggi, essendo stati inizialmente pubblicati su riviste ed essendo caratterizzati da un linguaggio ricco di espressioni dialettali, risultano accessibili al lettore implicito designato; l’idea di collegare il lettore modello ad
53 Ivi, p. 52. 54 Ivi, p. 55.
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una donna è invece scaturita da una considerazione personale che la stessa Su Xuelin riporta nel saggio Casa:
[…] 反正有孩子的主妇听了就会点头会意的。 (p. 51)55
In ogni caso, quando le casalinghe che hanno i bambini sentiranno ciò, annuiranno in segno di approvazione. (p. 55)
La lettrice modello del prototesto, essendo contemporanea della scrittrice, è anch’ella testimone diretta degli eventi storici, sociali, politici e culturali susseguitosi nella Cina del XX secolo. La lettrice, conoscendo i tipici usi e costumi della società cinese, in qualità di casalinga può meglio comprendere il significato di tutte quelle privazioni imposte alle donne vissute in epoca confuciana. Da buona casalinga, può calarsi nella vita di quelle umili donne alle quali era consentito solo servire il marito ed essere a disposizione della propria famiglia senza avere alcun diritto né in campo educativo né in ambito sociale. Il lettore modello del metatesto è invece una donna non cinese, di origini italiane, di ceto sociale medio-alto e residente in Italia. Tale lettrice, non avendo necessariamente una conoscenza diretta della Cina, ha una buona conoscenza del territorio e della cultura cinese. È una persona che ha acquisito conoscenze relative alla Cina servendosi di libri, di riviste e di video postati online. È desiderosa di ampliare le proprie conoscenze storiche e culturali prima di effettuare un viaggio turistico nel territorio cinese. La lettrice modello, collocata in una dimensione spazio-temporale diversa rispetto a quella di Su Xuelin, è solita frequentare circoli accademici e poiché ama partecipare a convegni di genere letterario, conosce il pensiero di molti scrittori cinesi, antichi e moderni, fra cui quello di Su Xuelin. È appassionata del folklore in generale, in particolare di quello cinese e si auspica di trovare tra le sue letture notizie più dettagliate relative agli usi e ai costumi tipici della Cina antica e di quella moderna.
55 I numeri tra parentesi dopo le citazioni si riferiscono all’edizione consultata: Su Xuelin 苏雪林, Fusheng
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