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Il Libro Verde: "Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese" presentato dalla Commissione Europea nel 200136, si propone di lanciare un

ampio dibattito sui modi dei quali l'EU potrebbe promuovere la responsabilità sociale delle imprese a livello sia europeo che internazionale, e in particolare sul come sfruttare al meglio le esperienze esistenti, incoraggiando lo sviluppo di prassi innovative, migliorando la trasparenza e rafforzando l'affidabilità della valutazione e della convalida delle varie iniziative realizzate in Europa. L'approccio adottato dalla Commissione è basato sulla stretta collaborazione tra le parti sociali, politiche ed economiche, nell'ambito delle quali tutti gli stakeholders hanno un ruolo attivo da svolgere: si tratta della creazione di un vero e proprio terreno di scambio di vedute ed esperienze dei diversi attori comunitari coinvolti. Esso si rivolge non solo all'attività delle imprese multinazionali, ma anche alle piccole e medie imprese europee. Il merito principale di questo documento è quello di fornire una definizione di responsabilità sociale d'impresa, in grado di ricomprendere le diverse concezioni che sino alla sua pubblicazione si erano succedute a livello europeo ed internazionale. Vale la pena, ripetere che per responsabilità sociale d'impresa la Commissione Europea intende l'integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. Quindi, le imprese che intendono adottare una condotta socialmente

36 COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE, Libro Verde, Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese, COM (2001), def del 18/7/2001.

responsabile si sforzano di elevare le norme collegate allo sviluppo sociale, alla tutela dell'ambiente e al rispetto dei diritti fondamentali, adottando un sistema di governo aperto, in grado di conciliare gli interessi delle varie parti interessate nell'ambito di un approccio globale della qualità e dello sviluppo sostenibile. Essere socialmente responsabili significa quindi, secondo la Commissione, non solo soddisfare pienamente gli obblighi giuridici in vigore, ma andare al di là, investendo di più nel capitale umano, nell'ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate, accrescendo in tal modo anche la propria competitività. La Commissione peraltro non dimentica che la responsabilità delle imprese è quella di generare profitti, ma insiste sul fatto che queste possono al tempo stesso contribuire al perseguimento di obiettivi sociali e alla tutela dell'ambiente.

Il Libro Verde inoltre, rileva poi la frammentarietà ed insufficienza delle normative nazionali sulla responsabilità sociale di impresa e richiede che il complesso di principi enunciati nel documento non sia concepito come mero sostituto della regolamentazione nazionale e comunitaria esistente in materia di attività di impresa, ma sia invece considerato come un suo elemento integrativo.

Il Libro Verde, richiama espressamente le Linee Guida dell'OCSE (denominandole principi), destinate alle imprese multinazionali, la Dichiarazione Tripartita dell'OIL ed il Global Compact delle Nazioni Unite.

La Commissione rileva, infatti, che anche se queste iniziative non sono giuridicamente vincolanti, esse sono sostenute, nel caso dei Principi direttivi dell'OCSE, dalla volontà degli Stati aderenti di promuovere l'effettiva osservanza di tali principi

da parte delle imprese. Questo obiettivo, si intende raggiungere, muovendosi lungo due direttrici:

• da una parte si mira a realizzare un quadro globale europeo destinato a favorire la qualità e convergenza delle procedure osservate nel settore della responsabilità sociale delle imprese;

• dall'altro, si intende sostenere "le buone prassi" e provocare un'ampia discussione, recependo le posizioni sulla responsabilità sociale delle imprese, a livello nazionale, europeo ed internazionale.

Il documento in questione, delinea in due distinti capitoli, le iniziative che un'impresa socialmente responsabile dovrebbe assumere in una dimensione sia interna che esterna.

In quella interna, e quindi nell'ambito dell'impresa, vengono in rilievo i temi relativi alla gestione delle risorse umane, della salute e sicurezza nel lavoro, delle ristrutturazioni e della gestione degli effetti delle attività delle imprese multinazionali sull'ambiente e sulle risorse umane.

In tema di gestione delle risorse umane, si suggerisce una serie di misure che comprendono la responsabilizzazione del personale, un migliore equilibrio tra lavoro, famiglia e tempo libero, una maggiore diversità delle risorse umane, l'applicazione del principio di uguaglianza per quanto riguarda le retribuzioni e le prospettive di carriera delle donne37,

l'istruzione e la formazione permanente, un miglioramento del circuito d'informazione e la formazione permanente, un miglioramento del circuito d'informazione nell'impresa, la

37 Il principio di eguaglianza che discende dalla Corte di Giustizia dal concetto generale di equità, trova la sua espressione in via generale nel divieto di discriminazione fondato sulla nazionalità sancito dall'art. 12 del Trattato CE. Tale principio trova riaffermazione in varie disposizioni del Trattato al fine di garantire la parità di trattamento tra cittadini degli Stati membri nel godimento della libertà del mercato. L'art 119 del Trattato CE, al primo comma stabilisce che "ciascun Stato membro assicura l'applicazione del principio di parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore".

partecipazione agli utili e le formule di azionariato dei dipendenti, nonché la presa di considerazione delle capacità d'inserimento professionale e della sicurezza sul posto di lavoro. Si sottolinea come le prassi adottate per il reclutamento dovrebbero favorire pratiche non discriminatorie e dunque facilitare l'assunzione di persone provenienti da minoranze etniche, anziani, donne e disoccupati di lunga durata e persone sfavorite sul mercato del lavoro. Per quanto riguarda la formazione, le imprese sono invitate ad instaurare un ambiente propizio all'istruzione e alla formazione permanente ed a definire i bisogni di formazione, mediante una stretta collaborazione con i responsabili di tali attività.

La dimensione esterna della responsabilità sociale d'impresa, prevista nel Libro Verde, riguarda il comportamento nei confronti delle comunità locali, dei fornitori e dei consumatori, la tutela dei diritti dell'uomo, i rischi ambientali a livello planetario. In questa sezione, sancisce, la natura transnazionale ed ultracomunitaria della responsabilità sociale delle imprese multinazionali. La Commissione nota infatti che in un mondo caratterizzato da investimenti multinazionali e da catene produttive globali, la responsabilità sociale delle imprese deve anche superare le frontiere europee. Infatti la rapidità della mondializzazione ha incoraggiato un dibattito sul ruolo e lo sviluppo di un sistema di governo a livello planetario: si può considerare che l'elaborazione di prassi volontarie nel settore della responsabilità sociale delle imprese possa arrecare un importante contributo.