Con l’avvento di soluzioni software e lo sviluppo di piattaforme per la RSI, anche le associazioni di categoria hanno elaborato nuove linee guida per definire i requisiti e le condizioni che è opportuno rispettare quando si lavora a distanza. Già nel 2000, AIIC aveva pubblicato un documento intitolato Notes on videoconferencing, aggiornato nel
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2015, che si riferiva alle videoconferenze con impianti tradizionali e che includeva importanti informazioni per interpreti e organizzatori sullo svolgimento di incarichi a distanza (AIIC, 2000b). Innanzitutto, in questo documento l’associazione spiega la differenza tra videoconferencing, in cui interpreti e partecipanti si trovano tutti in luoghi diversi, e remote conferencing, in cui gli interpreti si trovano in una sede diversa rispetto a oratori e partecipanti. Si sottolinea poi l’importanza di un’ottima qualità dell’audio. In particolare, deve essere possibile riprodurre tutte le frequenze comprese tra i 125 e i 12500 Hz. Gli interpreti devono inoltre utilizzare cuffie di alta qualità e non devono lavorare a distanza per più di tre ore al giorno. In passato, era difficile trovare tecnologie tali da consentire un’ottima qualità sia dell’audio, che delle immagini. Era quindi necessario cercare di ottenere il miglior equilibrio possibile tra le due. Infine, si evidenzia la necessità di fornire agli interpreti informazioni relative alla durata dell’evento, al numero di oratori e al fatto che ci sia o meno un dibattito affinché possano prepararsi adeguatamente all’evento. Nel 2002, AIIC ha pubblicato una checklist più precisa con le domande che gli interpreti devono porre nel momento in cui viene offerto loro un incarico a distanza (AIIC, 2002). Il documento è stato aggiornato nel 2015. In caso di conferenze trasmesse sul web, è opportuno innanzitutto capire se tutti i partecipanti saranno connessi online o se si tratta di un evento ibrido, in cui solo parte degli oratori non è presente in sala. Occorrerà anche stabilire se l’interprete lavorerà dalla sede dell’evento o da un altro luogo. Se l’evento prevede la possibilità per i partecipanti di interagire tra loro, occorrerà stabilire in che modo andrà gestita l’interazione da parte degli interpreti. È inoltre fondamentale conoscere la durata dell’evento e sapere in che modo verranno trasmessi audio e immagini. Prima di accettare l’incarico, l’interprete dovrebbe chiedere se è prevista assistenza tecnica durante l’evento e se la conferenza sarà accessibile a chiunque voglia seguirla o solo a un numero limitato di partecipanti che hanno ricevuto una password. L’interprete può inoltre chiedere agli oratori di avere, se possibile, il testo scritto del discorso e può domandare agli organizzatori per quanto tempo la videoconferenza resterà visibile online e se si deciderà di fornire anche la versione scritta dell’interpretazione.
Basandosi sugli standard ISO precedentemente descritti (§ 2.3), nel 2019 AIIC ha pubblicato le Linee Guida per l’Interpretazione a Distanza, affinando così le sue raccomandazioni per la RSI. Questo documento non si limita solamente a stabilire i requisiti tecnici richiesti dall’interpretazione simultanea a distanza, ma si concentra
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anche su altri aspetti, quali ad esempio l’importanza di una postazione ergonomica e la tutela dei dati personali (AIIC, 2019a). In particolare, AIIC specifica che negli eventi con interpretazione simultanea a distanza gli interpreti devono sempre poter contare sull’assistenza di un tecnico presente nella sede in cui si trovano le cabine. L’associazione affronta poi un’altra criticità legata all’interpretazione a distanza, ovvero il problema della responsabilità. Al fine di tutelare l’interprete, è essenziale stabilire chi debba assumersi la responsabilità per eventuali problemi tecnici che potrebbero verificarsi durante lo svolgimento dell’evento. Nella modalità a distanza, l’interprete è tenuto a utilizzare una tecnologia adeguata, non solo per quanto riguarda cuffie e microfono; dovrebbe anche utilizzare un cavo ethernet per ridurre la probabilità di problemi di connessione nel caso in cui si lavori da casa. Nelle linee guida, AIIC si concentra su questo aspetto e sottolinea l’importanza per gli interpreti di richiedere ai gestori delle piattaforme di interpretazione a distanza di essere esonerati da ogni responsabilità per problemi tecnici legati alla trasmissione di suono e immagini durante l’evento. La consolle deve inoltre essere in linea con i requisiti stabiliti dagli standard ISO 20109 ed essere accessibile a tutti, compresi anziani e disabili. Oltre a richiedere un’elevata qualità audio-video, si sottolinea come cuffie e microfoni di interpreti e oratori debbano riprodurre correttamente le frequenze comprese tra 125 Hz e 15000 Hz e che in caso di qualità video scadente è possibile che l’interpretazione venga interrotta finché la qualità dell’immagine non si sia stabilizzata. La cabina dovrebbe idealmente disporre di più schermi, di cui uno che inquadri l’oratore e gli altri che permettano all’interprete di vedere i materiali che l’oratore potrebbe mostrare al pubblico o gli interventi da parte di altri soggetti. Infine, agli interpreti dovrebbe essere fornito un “briefing tecnico” per imparare a utilizzare la piattaforma di interpretazione a distanza e si sconsiglia loro di lavorare dalla propria sede.
Allo stesso modo, nel 2019, l’Institute of Translation and Interpreting (ITI) ha pubblicato un position statement26 in cui specifica che la modalità a distanza non deve essere considerata come sostituto dell’interpretazione presenziale, ma come un’alternativa da utilizzare esclusivamente nel caso in cui non sia possibile ricorrere alla forma in presenza. Inoltre, l’ITI riconosce l’importanza della collaborazione tra le associazioni di categoria e le piattaforme per RSI allo scopo di rendere gli interpreti più consapevoli del potenziale e dei rischi legati alla nuova modalità. Occorre poi
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sottolineare che molti degli standard e delle raccomandazioni precedentemente citati consigliano agli interpreti di lavorare in cabina anche per lo svolgimento di incarichi a distanza. Nel corso della pandemia si è tuttavia configurato uno scenario particolare in quanto, a causa del divieto di assembramento e delle misure imposte dai vari paesi, gli interpreti sono stati costretti in molte circostanze a lavorare da casa. Considerato l’aumento dell’utilizzo di RSI, le associazioni di categoria hanno pubblicato delle linee guida volte a tutelare gli interpreti e a chiarire le condizioni che devono essere rispettate dai clienti. Come specificato da Assointerpreti nelle “Raccomandazioni RSI”27 pubblicate a maggio 2020, l’interpretazione simultanea a distanza può essere offerta in tre diverse modalità, ovvero videoconferenza, in remoto tramite hub (un luogo in cui l’interprete può usufruire di cabina e schermi) e in remoto tramite piattaforme IDP (Interpreting Delivery Platforms). In particolare, gli hub sono utilizzati dai sistemi dedicati di RSI che prevedono che la responsabilità ricada tutta sulla società che fornisce il servizio, mentre le piattaforme IDP possono essere abbinate a un hub, ma in questo caso parte della responsabilità ricade sul cliente e sull’interprete stesso. In merito alle caratteristiche delle piattaforme IDP, l’associazione riprende la norma ISO PAS 24019 e ribadisce che la piattaforma deve assicurare sincronia audio-video (45 ms/125 ms) e un tempo di latenza non superiore a 500 ms, sia tra relatore e interprete, che tra interprete e ascoltatore. Inoltre, Assointerpreti sottolinea l’importanza per l’interprete di specificare, qualora dovesse ricorrere alla RSI, che tale soluzione è emergenziale e provvisoria in modo tale da scongiurare il pericolo che questa alternativa possa trasformarsi in futuro nella modalità di interpretazione di riferimento per il mercato. Allo stesso modo AIIC (2020a) si premura di sottolineare come l’interpretazione simultanea da casa debba essere offerta solo in contesti in cui non esistono altre alternative. Sia AIIC che Assointerpreti esortano poi gli interpreti ad accettare solo incarichi per i quali viene garantito il rispetto delle norme ISO e assicurata la trasmissione di input video sincronizzato con l’audio. Un altro aspetto affrontato nelle linee guida riguarda la tutela dei dati personali. AIIC (2020b)28 suggerisce, nel caso in cui l’interprete utilizzi il suo computer per scaricare il software della piattaforma IDP, di creare un altro account utente per evitare l’accesso di terzi ai dati del proprio PC. Su questo tema insistono particolarmente anche AIIC Deutschland e l’associazione di
27https://www.assointerpreti.it/wp-content/uploads/2020/06/Raccomandazioni-RSI_maggio-2020.pdf
consultato: 27/10/2020
28 AIIC, (2020b), https://aiic.ch/wp-content/uploads/2020/05/aiic-ch-reference-guide-to-rsi.pdf
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categoria tedesca degli interpreti di conferenza VKD (Verband der Konferenzdolmetscher). Le due associazioni hanno elaborato una checklist29 al fine di aiutare interpreti, clienti e organizzatori a capire su quali aspetti occorre soffermarsi prima di accettare un incarico a distanza o pianificare un evento online. Il documento non è vincolante e sottolinea l’importanza di prendere dimestichezza con il sistema utilizzato e di determinare eventuali responsabilità prima che l’evento abbia luogo. Ad agosto 2020, la VDK ha inoltre pubblicato delle linee guida30 per l’interpretazione a distanza. Anche in questo caso si evidenzia la necessità di chiarire su chi ricada la responsabilità in caso di problemi tecnici, di connessione o relativi alla piattaforma. L’associazione tedesca consiglia inoltre agli interpreti di lavorare da hub, in quanto questi rappresentano la miglior soluzione in termini di tutela dei dati e consentono agli interpreti di lavorare in cabina con assistenza tecnica in loco. L’associazione richiama poi l’attenzione sulle piattaforme commerciali che offrono interpreti “certificati”, riferendosi a interpreti dotati di autocertificazioni o certificazioni relative all’utilizzo di una piattaforma che non devono essere confuse con titoli di studio o con l’appartenenza a un’associazione di categoria. Infine, nelle raccomandazioni di maggio 2020, Assointerpreti indica un limite massimo di 4/5 ore lavorative al giorno per due interpreti considerato l’elevato carico cognitivo e il maggiore affaticamento dovuti a questa modalità.