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Livelli di soddisfazione per livello di pratica delle attività fisiche e sportive

Capitolo Sesto Leggere e interpretare il benessere soggettivo

Grafico 1 Livelli di soddisfazione per livello di pratica delle attività fisiche e sportive

L’analisi conferma una relazione positiva tra attività svolte e livello di soddisfazione. Quest’ultima presenta distribuzioni di risposta differenti a seconda del tipo di attività considerata e della classe di età dei rispondenti. Tuttavia la percentuale di non soddisfatti o poco soddisfatti per la vita è sempre più alta tra i non partecipi che tra i partecipi.

Nessuna attività Attività occasionale Sport saltuario Sport assiduo Totale Rispondenti 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 33,99 28,24 23,6 20,31 27,8 45,27 52 54,81 59,43 51,6 9-10 7-8 5-6 3-4 da 0 a 2 Percentuale di rispondenti L iv e llo d i p ra tica sp o rt iva

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Oltre la pratica sportiva, sono state considerate le attività culturali e di intrattenimento, la visita alle oasi naturalistiche, la lettura di libri, la lettura di quotidiani, l’ascolto della radio e anche della TV. In alcuni casi, come per la visione della TV si esamina anche il tempo trascorso durante la giornata e si scopre che una visione media della TV (due ore al giorno) sembra associata ad un maggiore livello di soddisfazione rispetto a una non visione assoluta.

Una maggiore soddisfazione viene espressa se si frequentano amici o se si dispone di reti di relazioni fuori dal contesto strettamente famigliare, lo stesso vale per la partecipazione ad attività religiose politiche, sociali e di volontariato.

Malgrado i livelli di partecipazione siano in generale piuttosto modesti, possiamo dire che alcune attività producono una distribuzione più orientata alla soddisfazione di altre. Sembrano quindi maggiormente legate alla soddisfazione le attività prestate a titolo gratuito; la partecipazione a cortei, comizi e dibattiti non sembra invece avere la stessa intensità di relazione con la soddisfazione. Simili considerazioni valgono in relazione ai soggetti beneficiari: le più rilevanti sono le attività prestate per enti di volontariato ed al secondo posto quelle svolte per il sindacato.

Le risposte che riguardano le condizioni materiali di vita, rilevate mediante questionario famigliare, sono state esaminate in relazione alla soddisfazione dei singoli componenti la famiglia. Nelle famiglie che dichiarano la presenza di condizioni di disagio nel quartiere in cui abitano, le risposte dei componenti delineano un andamento di minore soddisfazione, anche se gli scostamenti dall’andamento generale non sono molto marcati. I disagi che maggiormente mostrano una relazione positiva con l’insoddisfazione per la vita riguardano aspetti nell’area che potremmo definire della mobilità (pavimentazione delle strade, disponibilità di mezzi pubblici, difficoltà di parcheggio, traffico). Anche il possesso di beni da parte della famiglia ha una relazione con la soddisfazione per la vita espressa dai componenti, ma questo non vale nella stessa misura per tutti i beni considerati. Gli elementi per i quali la differenza si mostra più evidente sono il possesso di computer, di un modem e/o di un accesso a internet da casa. Si può quindi pensare che la funzione comunicativa costituisca il contributo di questi beni alla soddisfazione.

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Per molti dei beni viene anche rilevata la quantità posseduta da ciascuna famiglia. Si osserva ad esempio che se la famiglia possiede un numero di libri più alto i componenti si orientano di più verso valori elevati di soddisfazione, anche con evidenza maggiore rispetto alla relazione con le abitudini alla lettura dichiarate da ciascun rispondente. Probabilmente questa associazione non deriva tanto dal possesso dell’oggetto libro quanto da un contesto familiare che dimostra di apprezzare o favorire la lettura.

Per alcuni beni il confronto è stato fatto non con il numero assoluto detenuto in ciascuna famiglia ma con il numero rapportato al numero dei componenti; in particolare per il possesso di automobili, viene considerato il numero di componenti maggiorenni. Per ciò che concerne i mezzi di trasporto la soddisfazione i singoli componenti si dichiarano soddisfatti in misura maggiore nelle famiglie con una o più biciclette per componente; per il possesso dell’automobile i rispondenti appartenenti a famiglie che non posseggono questo mezzo sono più orientati verso l’insoddisfazione. L’analisi si è limitata a riscontrare alcune relazioni tra tipi di consumo e soddisfazione, nella consapevolezza che i dati disponibili non si prestavano alla verifica di ipotesi complesse. I risultati dell’analisi esplorativa suggeriscono un approfondimento mediante studi mirati. In questo caso si dovrebbe disporre di una classificazione dei consumi più puntuale. La scelta di trattare la variabile soddisfazione per la vita come variabile ordinale e non quantitativa continua risulta opportuna ed efficace nel mettere in luce le differenze di distribuzione delle risposte da parte di diversi sottoinsiemi di rispondenti.

6.2 Eu-SILC 2013 – Il modulo sul benessere soggettivo

La seconda sperimentazione che presentiamo è quella sui dati della European Union Statistics on Income and Living Conditions (Eu-SILC). Anche Eu-SILC è un’indagine campionaria condotta dall’Istat nel quadro delle statistiche armonizzate a livello europeo.2 Essa è attiva dal 2004 ed è strutturata in una componente longitudinale ed una trasversale. Periodicamente vengono adottati dei moduli che approfondiscono tematiche di particolare rilievo. Il modulo ad-hoc 2013 rileva la

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percezione del benessere soggettivo. Esso si compone di 22 quesiti, sulla soddisfazione generale, sulla soddisfazione per specifici aspetti della vita, comprese le relazioni interpersonali, sul senso della vita, sugli stati emotivi, compresa la felicità, sulla fiducia, sulla sicurezza fisica, sulla disponibilità di qualcuno con cui parlare e sulla disponibilità di qualcuno su cui contare.

Il campione è composto dalle famiglie. Le unità di rilevazione sono le famiglie e i componenti della famiglia di età superiore ai 16 anni.

Per il modulo benessere del 2013 non sono state ammesse risposte proxy.3 Per tale motivo il numero dei rispondenti ai quesiti sul benessere è in ogni paese inferiore al numero dei soggetti per i quali sono rilevate informazioni personali. Nel caso italiano il 33% dei questionari individuali non registrano risposte sul benessere. Una percentuale molto elevata che vede l’Italia al quarto posto su 33 Paesi per il tasso di mancata risposta.

La Commissione europea nel rapporto di valutazione del conseguimento degli obiettivi del modulo sul benessere (Eurostat 2013) esamina anche la distribuzione dei non rispondenti per caratteristiche socioeconomiche.4 In Italia la mancata risposta riguarda di più gli uomini che le donne ed è particolarmente elevata per i giovani al di sotto dei 25 anni (circa il 75%). I disoccupati, diversamente da quanto avviene in altri paesi, presentano un tasso di non risposta più elevato (41,2%) rispetto alla media, mentre i pensionati un tasso molto più basso (18,9%).

Eurostat ha pubblicato nel 2015 e nel 2016 due rapporti di analisi dei dati in riferimento al modulo Benessere soggettivo di Eu-SILC. Il primo esamina i vari elementi del benessere soggettivo in relazione ad alcuni fenomeni socio economici, in un confronto tra aggregati nazionali.5 La valutazione per la vita è stata assemblata in tre fasce: bassa, se inferiore a 6, media se compresa tra 6 e 8 e alta se superiore ad 8.6

3 La risposta proxy è quella data da un componente della famiglia al posto di un altro componente

assente al momento dell’intervista

4 http://ec.europa.eu/eurostat/documents/1012329/1012401/2013+Module+assessment.pdf 5http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Quality_of_life_in_Europe_-

_facts_and_views_-_overall_life_satisfaction

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In Italia è risultato un livello di soddisfazione per la vita nel complesso leggermente inferiore a quello medio europeo, con un’ampia fascia di rispondenti che attribuisce una valutazione di soddisfazione media alla propria vita. La soddisfazione per la vita viene analizzata per fasce di età, tipo di famiglia, status lavorativo, reddito, livello di istruzione, ed altre variabili rilevanti.

Se la relazione tra il livello espresso nella valutazione consapevole e ponderata della propria vita (dimensione cognitiva) e le condizioni socio economiche, acclarata in letteratura, trova comunemente riscontro nelle rilevazioni, quale valore aggiunto apportano dal punto di vista informativo le domande sul senso della vita e sugli stati emotivi?

Il senso della vita viene esaminato (anch’esso accorpato in tre livelli) in relazione al sesso e alla classe di età, per poi porlo a confronto con la soddisfazione per la vita nel complesso. La considerazione del senso della vita segue abbastanza l’andamento della soddisfazione per la vita, ma con valori leggermente più elevati. La relazione tra le due variabili sul piano cartesiano, è quasi lineare. Il fatto che i due indicatori si basino entrambi su una domanda unica con 11 modalità di risposta numeriche (0-10) e che entrambe le risposte siano state accorpate nell’analisi in sole tre classi potrebbe aver influito sulla omogeneità della distribuzione. Per capire se esse siano sovrapponibili di fatto, occorre effettuare un esame sui micro-dati.

Il quesito sul senso della vita nelle intenzioni dichiarate da Eurostat, avrebbe dovuto coprire la dimensione eudaimonica del benessere, inclusi senso dello scopo e autonomia. Lo strumento non è evidentemente sufficiente per rilevare questi aspetti e andrebbe supportato da altri indicatori.

Per quanto riguarda lo stato emotivo, in questo rapporto Eurostat (2015) viene presa in esame la sensazione di felicità e messa in relazione con la classe di età, la struttura della famiglia, lo status lavorativo, ma anche con la soddisfazione e il senso della vita.

Il senso di felicità è tuttavia soltanto uno dei cinque elementi di stato emotivo rilevati in questa indagine. Inoltre, i quesiti sono relativi allo stato emotivo delle ultime settimane, si tratta di un orizzonte di riferimento completamente diverso rispetto alla soddisfazione e al senso della vita, che vengono rilevati nel complesso.

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Gli stati emotivi7 rilevati corrispondono a quelli individuati nella batteria di domande sulla salute mentale del questionario sullo stato di salute (SF-36).

Questa batteria di domande si basa su quesiti che hanno una struttura molto diversa rispetto a quelli sulla soddisfazione e il senso della vita. In primo luogo ai rispondenti si chiede di riflettere non su uno stato emotivo, bensì sulla frequenza dell’esperienza emotiva;8 la scelta è quindi articolata su cinque risposte ordinate e non su 11 numeri. In secondo luogo si delimita un arco temporale relativamente lungo ma non generico.

Eurostat (2013) inoltre esamina le correlazioni tra i quesiti del modulo benessere, riscontrando che i cinque quesiti sullo stato d’animo sono tutti correlati, ma in misura diversa tra loro. Essere felice è l’unico item che abbia associazioni più forti con elementi esterni al gruppo dei cinque stati emotivi rispetto a quelle che ha con gli elementi interni. Per tale motivo riteniamo che esso non dovrebbe essere considerato rappresentativo dell’intero gruppo.

Nel presente lavoro sono stati presi pertanto in esame i cinque stati emotivi congiuntamentre. Si sono confrontati diversi metodi per sintetizzarli in un’unica misura, partendo dai micro-dati, e tenendo conto del carattere ordinale di queste variabili. Le procedure, le argomentazioni e i risultati verranno illustrati nei paragrafi successivi.

L’Analytical report on subjective well-being (Eurostat 2016), infine, si concentra sulla qualità della vita e sulla soddisfazione per la vita. Nel report si confrontano tre modelli di regressione multivariata ponendo in ipotesi che la soddisfazione sia una variabile dipendente da un insieme di fattori. I modelli di regressione sono via via più complessi. Nel terzo modello viene aggiunto tra le determinanti della soddisfazione il benessere mentale. Questo indica che lo stato mentale viene considerato in questo modello un fattore che precede il benessere soggettivo e non una delle sue componenti. Lo stato mentale viene calcolato utilizzando i cinque stati emotivi rilevati come “affects” e assegnando un punteggio medio tra le risposte ai cinque quesiti e riportando il valore in una scala da 0 a 100.

7 Molto agitato/a; Così giù di morale che niente avrebbe potuto tirarla su; Calmo/a e sereno/a;

Scoraggiato/a e triste; Felice

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Le analisi pubblicate da Eurostat non considerano la concorrenza delle tre dimensioni nell’esprimere il livello di benessere soggettivo, come invece era suggerito dalle linee guida OCSE. Nel presente lavoro l’analisi dei dati si rivolgerà invece proprio a questo obiettivo, mettendo in luce potenzialità e limiti di elaborazioni su micro dati per grandi collettività di rispondenti. La condizione emotiva viene quindi considerata come una caratteristica del benessere soggettivo e si ricercano soluzioni alternative alle metodologie di sintesi aggregative e compensative delle tre dimensioni principali del benessere.

6.3 Analisi dei dati Eu-SILC per l’Italia

Nell’indagine Eu-SILC condotta in Italia nel 2013 il campione è costituto da 38.039 rispondenti, dei quali il 52,5% donne, il 10,4% di età tra i 16 e i 25 anni, l’11,9% di età superiore ai 75 anni, il 26,9 % dipendenti a tempo pieno, il 7,9% disoccupati, il 7,2% persone in formazione.

Poiché per il modulo benessere non sono ammesse risposte proxy i rispondenti al quesito sulla soddisfazione per la vita nel complesso sono 25.432, dei quali il 54,1% donne, il 4,3% tra i 16 e i 25 anni, il 14% di età superiore ai 75 anni, il 26,4% dipendenti a tempo pieno, il 7,0% disoccupati e il 2,7% in formazione.

La grande perdita di risposte è tra i giovani, soprattutto in formazione. Gli occupati, pur a tempo pieno, sono rappresentati in misura molto simile alla quota presente nell’intero campione.

Per i quesiti sullo stato emotivo si registrano inoltre ulteriori mancate risposte.9 Considerato il tasso di mancata risposta e la prevalenza di persone in formazione tra i giovani, così come la prevalenza di pensionati tra le persone con 66 anni e più, si è scelto di effettuare le analisi sui rispondenti di età compresa tra 26 e 65 anni divisi in quattro fasce di età di ampiezza uguale. I dati analizzati riguardano quindi 15.354 rispondenti.

È stato calcolato il coefficiente di correlazione lineare delle varie dimensioni del benessere soggettivo, applicando il test non parametrico Tau-b di Kendall,

9 La composizione per caratteristiche socio-demografiche salienti dell’insieme dei rispondenti al

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trattandosi di variabili categoriali ordinali. Dei 22 quesiti presenti nel modulo due non sono stati considerati nella tavola di correlazione, come del resto era avvenuto anche nelle analisi di Eurostat, poiché si trattava di quesiti a risposta dicotomica. Per gli altri quesiti si sono rese necessarie alcune trasformazioni sulle risposte: i “ No” e “Non so” sono stati trattati come missing; ove necessario, le risposte sono state ricodificate in modo che alla modalità che indicava una condizione più positiva venisse associato il numero più alto.10

Nell’analisi esplorativa è stata adottata come sintesi dello stato emotivo la media aritmetica tra i cinque valori relativi alla frequenza con la quale i rispondenti hanno provato ciascuna delle cinque emozioni. Nelle parti che seguiremo verranno illustrati modelli di sintesi più complessi che richiamano a ipotesi di non compensabilità tra le dimensioni.

Il valore medio ottenuto è stato riportato come unica variabile sintetica (SEmed5) distribuita su cinque livelli. Anche la soddisfazione per la vita e il senso della vita sono stati riportate a cinque livelli, seguendo lo stesso criterio adottato per l’analisi dei dati AVQ.11 Le variabili sono state esaminate in relazione allo status lavorativo, al titolo di studio, alla classe di età e al sesso.

La Tavola 1 mostra i coefficienti di correlazione (Tau-b di Kendall) tra le variabili di benessere soggettivo considerate per rappresentare le tre dimensioni, inclusa la variabile sintetica di stato emotivo ottenuta calcolando la media aritmetica dei valori di ordinamento.

10 La tavola delle correlazioni è pubblicata in Appendice 3 11 1=da 0 a 2; 2=3-4; 3=5-6; 4=7-8; 5=9-10

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Tavola 1 – Correlazione tra le tre dimensioni del benessere soggettivo

Le correlazioni sono significative, p.value=0,01

La correlazione tra le cinque variabili dello stato emotivo, non è molto alta, tranne che tra giù e triste (0,63) e tra sereno e felice (0,62). Considerata la variabile ottenuta calcolando la media aritmetica dei livelli di stato emotivo la correlazione tra questa (SEmed5) e le cinque variabili di origine è più elevata (tra 0,64 e 0,73). Molto bassi sono i valori di correlazione delle singole variabili di stato emotivo, e della stessa variabile sintetica, con le variabili Senso della vita e Soddisfazione (nella distribuzione a cinque livelli), mentre la correlazione tra queste ultime è pari a 0,49.

Per osservare i livelli di benessere soggettivo in relazione alla condizione nella professione (occupati, disoccupati, pensionati, ...) è stata utilizzata la variabile status lavorativo corrispondente allo status definito dal rispondente, non corretto da altri parametri convenzionali che attestano lo status “oggettivo” degli individui.

Dai dati risulta infatti che non ci sia una rilevante differenza tra chi afferma un determinato status lavorativo (o non lavorativo) e lo status definito con

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l’introduzione di altri parametri (disponibilità a lavorare, aver lavorato almeno un’ora, ecc.). La motivazione principale per la quale si è scelto di adottare questa variabile, tuttavia, risiede nel fatto che si ritiene che lo stato auto-attribuito sia più significativo nel definire una relazione con il livello di benessere percepito. È bene precisare che la variabile status lavorativo è categoriale, non ordinale, anche se ad un estremo sono posti i lavoratori dipendenti a tempo pieno e all’altro gli inattivi, ma ogni ipotesi di ordinamento delle condizioni andrebbe accuratamente argomentata.12 Nel Grafico 2 osserviamo per ogni modalità di status lavorativo il valore medio assunto da ciascuna delle tre dimensioni di benessere soggettivo, questo confronto è stato effettuato sui dati aggregati per status lavorativo. I risultati confermano quanto risulta nei rapporti Eurostat, aggiungendo ulteriore informazione poiché prendono in considerazione contemporaneamente le tre dimensioni del benessere.