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LO SCENARIO ECONOMICO: LA SITUAZIONE IN ATTO

Nel documento Diamo forma al futuro (pagine 32-35)

1. IL QUADRO STRATEGICO GENERALE E GLI STRUMENTI

2.1 LO SCENARIO ECONOMICO: LA SITUAZIONE IN ATTO

Prima di procedere con la parte dedicata al posizionamento del Piemonte e alle linee di indirizzo per il periodo 2021-2027 è opportuno introdurre un sintetico quadro della situazione economica in atto.

L’evoluzione dello scenario internazionale nel 2021 è ancora dominato dagli effetti della pandemia che comportano generalizzate misure di contenimentocon ricadute negative sulla crescita economica.

A livello mondiale il rimbalzo dell’economia cinese nel 2021 (PIL +8,8%) può fingere parzialmente da traino per la ripresa globale, sulla quale pesano tuttavia le difficoltà dell’Europa e degli Stati Uniti. Molto variegato il quadro di ripresa per i Paesi emergenti, positivo per l’area asiatica e critico per Africa e Sud America.

Alla scala della Eurozona, secondo le previsioni economiche dell'autunno 2020, l'economia subirà una contrazione del 7,8 % nel 2020, seguita da una crescita del 4,2 % nel 2021 e del 3 % nel 2022. Si prevede che nel 2022 sia il prodotto della zona euro che quello dell'UE non tornino ai livelli precedenti alla pandemia. Il tasso di disoccupazione nella zona euro aumenterà dal 7,5 % del 2019 all'8,3 % nel 2020 e al 9,4% nel 2021, per poi calare all'8,9 % nel 2022. La pandemia ha avuto impatti economici molto diversi nei paesi dell'UE, e anche le prospettive di ripresa divergono notevolmente; un recupero più completo e rapido avverrà in Germania, più lento e parziale per Italia e Spagna.

In Italia, secondo le più recenti previsioni diramate da Prometeia, nel 2020 il PIL calerà del 9,1%, Inoltre è stata rivista al ribasso la stima per il 2021 a +4,8% (da +6,2% previsto a settembre), a causa della recrudescenza della diffusione del virus e delle difficoltà di implementazione immediata del Next Generation EU. Il recupero dei livelli del 2019 per le principali variabili economiche non dovrebbe avvenire prima del 2023.

Tutte le componenti della domanda aggregata sono in contrazione; potrebbero costituire un’eccezione i consumi pubblici. I consumi delle famiglie sono calanti in linea con la dinamica del PIL, mentre gli investimenti fissi lordi subirebbero una riduzione ben più accentuata. Per le esportazioni è prevista una diminuzione di quasi il 13%, al di sopra del calo subito dalle importazioni, con un contributo negativo da parte dell’estero alla crescita dell’economia nazionale.

La contrazione dell’attività economica e le misure adottate per il contenimento della pandemia hanno avuto ricadute negative rilevanti sul mercato del lavoro, solo in parte mitigate dalle misure volte a preservare i livelli occupazionali; paradossalmente il significativo aumento di persone che fuoriescono dal mercato del lavoro verso condizioni di inattività, attutisce gli effetti in termini di tasso di disoccupazione. Il percorso di ripresa appare difficile e lungo: si assisterà ad un progressivo aumento della disoccupazione e ad una riduzione del numero di occupati e di inattivi, evidenziando le cicatrici prodotte dalla crisi ed aumentando di conseguenza le diseguaglianze sociali.

L’emergenza del Covid-19 colpisce gravemente il Piemonte. Oltre alle implicazioni per la salute dei Piemontesi e allo sforzo straordinario richiesto alle nostre strutture di assistenza, al sistema sanitario e alla Protezione Civile, questa emergenza ha avuto un immediato impatto anche sul sistema economico e produttivo e lascerà strascichi duraturi in tutti i settori economici e sociali.

In Piemonte la dinamica dell'economia sembra destinata a subire, nell’anno in corso, un andamento più negativo rispetto alla media nazionale, in conseguenza della crisi sanitaria: si stima che il PIL possa subire nel 2020 una caduta attorno al 10,1%. Si prevede infatti una rilevante contrazione del prodotto nell'industria manifatturiera e nel settore delle costruzioni, i comparti più colpiti a seguito del blocco produttivo e della riduzione della domanda soprattutto nella componente estera (si stima una contrazione dell’export regionale in termini reali del 20% circa) e una diminuzione, meno intensa ma comunque rilevante, nell'ambito dei servizi, che si confrontano con una caduta dei consumi delle famiglie di circa il 12%.

Gli effetti occupazionali, in termini di unità di lavoro - che riflettono l’effettiva riduzione nel volume del lavoro al netto delle misure temporanee di sostegno all’occupazione - risultano molto consistenti, in particolar modo nell’edilizia e nel comparto manifatturiero, mentre nei servizi la caduta nella fase acuta dell’emergenza sembra aver dato qualche segnale di attenuazione. Il tasso di disoccupazione risale al 8,3%. Le previsioni indicano non meno di un triennio per poter recuperare il terreno perduto.

Tabella 9. L’economia del Piemonte, previsioni e confronto con il passato 2000-2007

2008-2014

2015-2017 2018 2019 2020 2021-2023

Pil 1,0 -1,8 1,8 1,4 0,5 -10,1 3,9

Consumi famiglie 0,9 -0,9 1,8 0,7 0,1 -11,6 3,6

Consumi collettivi 1,9 -0,7 0,5 0,6 -0,5 -0,6 0,6

Investimenti fissi lordi 0,3 -3,2 4,1 2,1 2,8 -13,7 8,6

Esportazioni 1,6 0,8 3,7 -1,4 -4,0 -18,7 7,7

Valore aggiunto

Agricoltura -0,5 1,6 -1,3 2,3 -1,3 -2,7 2,0

Industria in senso stretto 0,0 -2,7 4,1 2,2 -0,9 -14,7 6,2

Industria costruzioni 2,3 -6,0 0,2 4,2 2,3 -12,4 7,2

Servizi 1,5 -1,0 1,2 1,1 0,6 -8,7 2,9

Totale 1,1 -1,6 1,8 1,5 0,2 -10,2 3,9

Unità di lavoro

Agricoltura 1,4 -0,9 0,6 0,8 -2,9 -5,2 -1,2

Industria in senso stretto -1,4 -3,2 0,4 1,6 -1,1 -12,7 3,2

Industria costruzioni 1,7 -1,9 -0,8 2,3 -1,8 -15,7 1,7

Servizi 1,8 -0,2 0,8 0,0 -0,6 -9,4 2,9

Totale 1,0 -1,0 0,6 0,5 -0,9 -10,3 2,7

Tasso di disoccupazione* 5,5 8,3 9,6 8,2 7,6 8,3 8,3

* media di periodo

Fonte: elaborazioni IRES Piemonte su dati Istat e Prometeia

Non tutti i settori sono danneggiati allo stesso modo. Anche per il protrarsi della pandemia, i consumi per ricreazione e cultura, ristorazione e beni e servizi vari sono fra i più colpiti (circa un terzo del totale). Fra questi molti consumi, come nel caso della ristorazione e della ricettività, non sono recuperabili nella fase di ripresa. A seguire, vestiario e calzature, trasporti (circa un quinto del totale): il caso dei servizi di trasporto replica la situazione del gruppo precedente, con perdite di fatturato non recuperabili. Mobili, elettrodomestici e manutenzione della casa, per la parte dei beni durevoli, si aggiungono per un ulteriore 6% del totale. La caduta dei beni durevoli è stata rilevante nella fase di lockdown, mentre è incerto un effetto rimbalzo alla ripresa, a causa della più debole dinamica del reddito disponibile e del presumibile aumento del risparmio precauzionale da parte delle famiglie in una situazione di incertezza. Si può quindi calcolare che ben oltre la metà della spesa per consumi sia fortemente interessata da una compressione nella fase dell’emergenza e con difficili prospettive di ripresa nel medio termine.

All’interno dell’industria manifatturiera, per la quale si prospetta una ripresa inizialmente più intensa quando si attenueranno le condizioni pandemiche, e modesta negli anni successivi, il comparto agroalimentare ha avuto una tenuta migliore; il settore delle costruzioni presenta una dinamica simile ma più costante nel triennio, comunque beneficiando di una fase moderatamente espansiva; nell’insieme del composito comparto dei servizi (anch’esso particolarmente colpito nel periodo dell’emergenza), si prevede una crescita del valore aggiunto molto contenuta, sulla quale pesano le incognite nel medio periodo dei settori più colpiti dalla crisi: trasporti, attività di somministrazione e turismo.

In prospettiva, l’iniezione di risorse sul territorio nazionale del NGEU e successivamente l’avvio della programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali europei potrebbe sostenere una ripresa anche nel territorio regionale degli investimenti fissi lordi e una attivazione sostenuta della produzione di beni strumentali, produzione che vede la nostra regione in buona posizione, con effetti positivi sulla produzione e la domanda interna.

2.2 LO SVILUPPO SOSTENIBILE: IL POSIZIONAMENTO DEL PIEMONTE

Nel documento Diamo forma al futuro (pagine 32-35)