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Lo scopo e l’applicazione del modello d’impairment

Capitolo 3: La nuova metodologia d’impairment

3.1 Lo scopo e l’applicazione del modello d’impairment

La costruzione del nuovo modello d’impairment contenuto nell’IFRS 969, richiese un

certo impegno da parte dello IASB, per la complessità della metodologia, ma soprattutto per l’approccio innovativo che essa portava nella gestione delle svalutazioni delle attività finanziarie. Con l’avvento della crisi nel 2008, il vecchio modello d’impairment contenuto nello IAS 39 fu aspramente criticato dalle autorità regolatrici in materia contabile e dal G20. L’oggetto della discussione era il ritardo con cui venivano rilevate le perdite a bilancio nello IAS 39. Il vecchio standard, infatti, prevedeva un modello d’impairment basato sul concetto di incurred loss, cioè erano rilevate le perdite sostenute, ovvero al manifestarsi di un evento specifico che le causava, il così detto

trigger event, “l’evento grilletto”, che costituiva il momento in cui si valutavano le

perdite sulle attività in esso coinvolte. Questo portava ad uno sfasamento temporale tra il deterioramento del merito di credito della controparte e l’imputazione dei costi relativi alle perdite provocate dall’aumento del rischio creditizio della controparte. Come si è detto nel primo capitolo della tesi, all’elaborazione del nuovo modello d’impairment era dedicata la fase n°2 del progetto di creazione dell’IFRS 9. L’International Accounting Standard Board, iniziò nel 2009 il processo di revisione dell’modello d’impairment dello IAS 39, con la pubblicazione del primo exposure draft, riguardante la costruzione della nuova metodologia. L’ exposure draft è un documento ufficiale emanato dallo IASB, nel quale vengono elencate le novità e spiegate le caratteristiche e le linee guida della disciplina dei nuovi IFRS, in corso di elaborazione. Nel testo del documento erano presenti gli elementi cardine del nuovo modello d’impairment, ovvero il basarsi sulle perdite attese per la svalutazione delle attività, l’utilizzo di un orizzonte temporale pari all’intera durata dello strumento finanziario per il calcolo delle perdite e dei relativi accantonamenti e una maggiore collaborazione con la funzione di risk management per favorire l’allineamento degli obbietti di gestione del rischio insito negli strumenti finanziari con il loro trattamento contabile. Nel 2013, quando il progetto era ancora in fase di lavorazione lo IASB pubblicò un secondo exposure draft, nel quale erano rivisti

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alcune tematiche secondarie del primo documento e la disciplina era stata razionalizzata tenendo conto dei risultati concreti raggiunti nella costruzione della nuova metodologia. La seconda fase del progetto di creazione dell’IFRS 9, si concluse nel 2014 con la pubblicazione della nuova disciplina di riferimento per il processo di svalutazione degli strumenti finanziari, l’impairment. L’obbiettivo del nuovo modello d’impairment è stabilire un processo di svalutazione delle attività finanziarie che individui il prima possibile le diminuzioni di valore sugli strumenti finanziari detenuti, rilevi prontamente le perdite e determini in modo preciso gli accantonamenti da predisporre per fronteggiarle. A tal proposito si prende in considerazione la perdita attesa expected loss, derivante da un incremento significativo del rischio di credito, la diminuzione del valore delle esposizioni viene calcolata sull’intera durata della vita residua delle esposizioni. Le attività finanziarie che sono sottoposte a questo procedimento per la loro svalutazione sono quelle classificate al costo ammortizzato (AC) e quelle al fair value rilevato nelle componenti del conto economico complessivo (FVTOCI)70. Gli strumenti finanziari

classificati al fair value rilevato nel conto economico (FVTPL) sono esclusi dalla metodologia di impairment, in quanto le eventuali perdite di valore sono incorporate nel calcolo del loro fair value e imputate direttamente nel conto economico dell’entità, senza procedere al calcolo delle svalutazioni. Come già ampiamente spiegato nel capitolo 2 le attività rilevate al costo ammortizzato seguono un modello di business hold

to collect, con lo scopo di tenerle in portafoglio fino a scadenza per incassare i flussi di

cassa contrattuali e la loro redditività si concretizza nell’incasso di flussi finanziari composti unicamente da capitale e interessi. Le attività finanziarie al FVTOCI, sono tutte le esposizioni che superano l’SPPI test, ma sono detenute oltre che per incassare i flussi di cassa previsti dal contratto e anche per incassare quelli derivanti dalla loro vendita,

hold to collect and sell. La descrizione delle caratteristiche fondamentali delle attività

contenute nelle due categorie, a cui si applica questa metodologia, permette di comprendere la grande importanza che il modello d’impaiment rivestirà nel settore bancario. La quasi totalità dei crediti presenti nei bilanci delle banche si possono inserire

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in queste due categorie e pertanto verranno sicuramente sottoposte a questo processo di svalutazione. Nel caso dell’Italia si può dire che il core business della maggior parte degli istituti di bancari operanti nel nostro paese, riguarda l’erogazione creditizia a famiglie e imprese. Per questo motivo la gestione dei crediti da parte delle banche sarà fortemente influenzata dall’applicazione dell’impairment, che in pratica rivoluzionerà le azioni di monitoraggio e le modalità di calcolo delle svalutazioni sulle esposizioni creditizie in capo alle banche. In questo capitolo logicamente si ritiene opportuno descrivere la metodologia d’impairment facendo riferimento soprattutto alla sua applicazione in ambito bancario. L’IFRS 9 prevede un modello generale che si applica alle attività finanziarie AC e FVTOCI e altri due modelli alternativi. Il modello semplificato per crediti commerciali con una componente finanziaria non significativa, così come definiti ai sensi dell’IFRS 15 e dei crediti derivanti dai contratti di leasing e il modello di svalutazione per i crediti già deteriorati al momento dell’acquisto o della loro origine. In questo capitolo si tratterà principalmente il modello generale per la sua complessità e perché di fatto è quello più usato in ambito operativo dalle banche. Per quanto riguarda la tipologia delle attività finanziarie sottoposte all’impairment, i paragrafi successivi si focalizzano sui crediti finanziari derivanti da erogazioni di finanziamenti.

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