• Non ci sono risultati.

RUINS

4.3 Lo spazio architettonico come ritmo musicale di sequenze

inafferrabili leggi delle risonanze. Ognuno dei termini ha una tal congiunzione con gli altri che difficilmente in quell’atto vivido, instabile, oscillante, mai identico, che è la visione di un’architettura, è possibile quietarsi su uno solo di essi e quello solamente percorrere.”3

Si nota come , a partire del nuovo secolo, la poetica di Moretti, benché sia estesa e raffinata, dà una svolta al concetto della spazialità, rispetto agli stilemi del passato.

Basta pensare che l’architetto fece delle simulazioni per constatare l’affidabilità della sua teoria.

Egli ideò un simulatore che controllava percezioni comportamentali e psicologiche degli osservatori all’interno degli spazi .

In aggiunta a ciò,Moretti costruisce una serie di modelli in gesso,che attraverso le qualità elencate,interpretano le stereotomie interne degli spazi architettonici e ne individuano le sequenze nelle differenze.

In questo senso perciò,la spazialità architettonica è intesa come meccanismo della stratificazione temporale.

I suoi interessanti studi e riflessioni sulla Villa dell’Imperatore, seppur dopo trent’anni di carriera, hanno sicuramente portato notevoli spunti di ricerca nell’architettura del dopoguerra e a comprendere una sintassi logica che definisce l’impianto formale della

villa adrianea.

Postmoderno.

Nel periodo postmoderno, già dal 1952,Villa Adriana viene vista come paradigma.

In seguito al successo della villa-icona, queste nuove ideologie, lontane da quelle del Settecento, analizzano il concetto di villa-idea, per alcuni ancora idillica, perché mossi dalla volontà di riconquistare la qualità della dimensione privata dell’abitare. Il Postmoderno fa da sfondo al concetto della villa-icona, affiancandola ancora una volta alla villa-idea, tra l’altro concetto recuperato e ri-analizzato dagli architetti contemporanei.

3 _ http://www.arcduecitta.it/2015/12/studio-di-spazio-n-7-l-moretti-strutture-e-sequenze-di-spazi/.

62 63

Tra i quali tornano utili i ragionamenti di Tadao Ando, James Stirling e Alberto Campo Baeza, sostenitori di come il Teatro Marittimo di Villa Adriana rappresentasse oramai un’icona di tutti i tempi.

Il Teatro Marittimo è senz’altro un’icona del Novecento,e non solo.

Questa architettura di ineffabile bellezza, infrange la prassi, la tradizione progettuale fatta di ordine e ortogonalità.

Il recinto circolare di terra-acqua, che contraddistingue il più bel teatro di Villa dell’Imperatore Adriano, aprirà nuovi orizzonti dando spazio a forme pure più morbide e meno rigide.

Alberto Campo Baeza 2009, Centro Diurno per Benet-ton, schizzo compositivo.

fonte : https://www.campobaeza.

com/daycare-center-benneton/

‘‘Una scatola aperta sul cielo Abbiamo costruito una scatola quadrata composta da 9 qua-drati più piccoli. Il quadrato centrale emerge per prendere luce dall’altezza del vestibolo.

Le classi sono sistemate nei quadrati intorno. Questa strut-tura è inscritta in un più largo recinto circolare costituito da un doppio muro curvo. Aperti verso il cielo, si formano quat-tro cortili, che suggeriscono i quattro elementi: aria, terra, fuoco e acqua. Lo spazio tra i muri perimetrali funziona come luogo “segreto” per i bambini.’’

fonte : https://www.area-arch.it/

benetton-kindergarten/com

Alberto Campo Baeza 2009, Centro Diurno per Benetton, Ponzano,Veneto I Geometria e proporzioni.

Marginalis Landscape

Progetto di un giardino concluso tra il Grande Vestibolo e l'Antinoeion di Villa Adriana

63

64 65

Villa Adriana è sicuramente il complesso architettonico meglio riuscito nella storia. E’ una città insediata all’interno di un’altra città.

E’ bellezza effimera, è classe, è memoria, è la migliore articolazione che un pensiero umano potesse mai sviluppare.

Villa Adriana è…tante cose. Forse troppe,anche più di quello che noi stessi immaginiamo.

Realizzata in ben lunghi quindici anni, scanditi in tre fasi costruttive, dal 121 al 137 d.C.1,occupa un’area di ben 300 ettari; certamente ispirata alla Domus Aurea di Nerone, la grandiosa reggia romana quasi completamente distrutta dopo la morte del vituperato imperatore.

Ma perché Adriano decise di allontanarsi da Roma, all’epoca già caotica, per costruire la sua lussuosa villa imperiale in un terreno come quello di Tivoli?

Le risposte potrebbero essere molteplici, ma Adriano era affascinato da questa cittadina a trenta km lontano dalla grande Urbe. Forse, è stato uno dei primi ad aver compreso come Tivoli,in verità,sia sempre stata la città dell’acqua,e non solo.

«Costruire signiica collaborare con la terra, imprimere il segno dell’uomo su un paesaggio che resterà modiicato per sempre; [signiica, inoltre]

contribuire a quella lenta trasformazione che è la vita stessa delle città. […] Ho ricostruito molto [..] e ricostruire signiica collaborare con il tempo nel suo aspetto di passato, coglierne lo spirito o modiicarlo, protenderlo, quasi, verso un più lungo avvenire; signiica scoprire sotto le pietre il segreto delle sorgenti. La nostra vita è breve: parliamo

continuamente dei secoli che han preceduto il

1_ B. MARZUOLI, F. MOLLO,a cura di ,XIX secoli a Villa Adriana, Speciale ‘Ananke 84, Altralinea edizioni,Il dialogo tra architettura e archeologia, pag.93,agosto 2018.

Zoom out Il contesto

Panoramica generale.

https://www.iltravertino.com/le-cave.html

66 67

nostro o di quelli che lo seguiranno, come se ci fossero totalmente estranei; li sioravo, tuttavia, nei miei giochi di pietra: le mura che faccio puntellare sono ancora calde del contatto di corpi scomparsi;

mani che non esistono ancora carezzeranno i fusti

di queste colonne»2 (Yourcenar, Memorie di Adriano)

Con queste parole di Adriano,la scrittrice vuol far capire che l’Imperatore non lascia nulla per scontato, anzi egli si impegna a ‘collaborare con la terra ’ per riportare in luce aspetti e valori che hanno segnato il passato; per far ciò alla base deve esserci una buona conoscenza del sito che si è plasmato negli anni.

Documenti correlati