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3.1. L'indagine empirica

3.1.1. Il questionario

3.1.1.1. Lo strumento, una panoramica

L'indagine con il questionario prevede un gruppo, più o meno ampio, di soggetti a cui somministrarlo. Tali soggetti possono essere l'intero universo su cui si intende fare la ricerca, in questo caso si parlerà di censimento, o una selezione di soggetti apparte- nenti allo stesso, in questo caso si parlerà di campionamento.

Il campionamento prevede, naturalmente, che in prima analisi si definiscano iconfini e le caratteristiche dell'universo di riferimento e successivamente l'individuazione di un suo sottoinsieme rappresentativo, ovvero riproducente, nella maniera più accurata possibile, le stesse caratteristiche dell'universo. I metodi di campionamento possono essere di natura probabilistica o non-probabilistica a seconda che l'inclusione di un soggetto nell'indagine sia affidata ad una procedura di estrazione casuale oppure fat- ta attraverso un metodo soggettivo, sottostante a scelte ragionate del ricercatore. La raccolta delle informazioni presso i soggetti individuati può avvenire attraverso un questionario auto-compilato o somministrato da un intervistatore e la scelta dell'uno o

dell'altro dipende naturalmente dagli obiettivi della ricerca ma anche dall'ampiezza del campione, dalle risorse e dal budget disponibile etc.

In generale, comunque, un questionario auto-compilato ha il vantaggio di richiedere poche risorse sia economiche che umane, tuttavia può andare incontro ad un basso tasso di compilazione o a compilazioni incomplete e può portare ad una distorsione del campione dovuta la fatto che, spesso, chi compila spontaneamente un questiona- rio è un soggetto sensibile/attento alla tematica o desideroso di esprimere la propria opinione (in positivo o in negativo) e potrebbe quindi non rappresentare la totalità dell'universo.

Viceversa, un questionario somministrato tramite intervista richiede del personale de- dicato e risulta quindi più oneroso in termini di risorse umane, economiche e tempo- rali e potrebbe incorrere, in misura ancora superiore, nel rischio - comunque presen- te - di risposte falsate dal timore, da parte dell'intervistato, del giudizio dell'intervista- tore, a causa del quale tende a dare le risposte che ritiene essere corrette o accetta- bili invece che esprimere la sua reale opinione.

In entrambi i casi, ruolo importante ha anche la presentazione/introduzione del que- stionario che serve a presentare la ricerca e comunicarne l'utilità all'intervistato per cui è buona norma creare un incipit ad hoc o una lettera di presentazione, a seconda delle modalità di distribuzione.

Sia la scelta dell'universo che della successiva indagine tramite censimento o cam- pionamento, sia le modalità di distribuzione e compilazione dipendono principalmen- te dagli obiettivi della ricerca, dagli strumenti e dalle risorse a disposizione e presen- tano tutti delle criticità più o meno forti che devono essere comunque oggetto di at- tenzione.

Tutt'altro che secondari, in tal senso, risultano essere anche il numero, l'ordine e la formulazione delle domande, per le quali è essenziale avere chiari gli obiettivi della ricerca e le informazioni che si desidera raccogliere.

Il questionario in generale non deve essere troppo lungo per evitare un basso tasso di risposta o un alto numero di risposte incomplete dovute al troppo tempo necessa- rio per la compilazione o, ancora, un calo di attenzione nella compilazione con con- seguenti risposte vaghe, superficiali o fenomeni di response-set.

É anche utile ricorrere per lo più a risposte chiuse che riducono il tempo e lo sforzo di compilazione e sono potenzialmente più facili da trattare in fase di elaborazione. Per quanto riguarda l'ordine delle domande non vi è una regola precisa, ma in linea di massima è preferibile porre le domande più semplici e immediate all'inizio per in- trodurre al questionario in maniera graduale, mentre le domande delicate, imbaraz- zanti o potenzialmente scomode andrebbero messe alla fine anche se, nel caso di questionari molto lunghi, a volte si suggerisce di fare il contrario, con le domande più agevoli alla fine, per sopperire al calo di concentrazione durante la compilazione (Ca- selli, 2005).

L'ordine in cui le domande vengono poste deve avere possibilmente una logica o un andamento tematico in modo da evitare all'interlocutore di saltare da un argomento all'altro senza soluzione di continuità; è inoltre importante chiedere subito le informa- zioni di cui si ha bisogno ed evitare domande non strettamente necessarie che appe- santiscono eccessivamente il questionario.

Nella formulazione è necessario fare attenzione ad evitare domande doppie (Negli ultimi 12 mesi, quante volte è andato in biblioteca e al museo?), ambigue/imprecise o con tecnicismi (Come valuta i servizi aggiuntivi dell'albergo?) che potrebbero non es- sere chiari a tutti, fornendo, se non si possono evitare, la spiegazione o la specifica (servizi aggiuntivi: deposito bagagli, servizio lavanderia etc.); e le domande che, per loro formulazione, possono influenzare la risposta.

Per le domande potenzialmente imbarazzanti o compromettenti, come ad esempio quelle sul reddito, è preferibile inserire degli intervalli piuttosto che chiedere il dato preciso.

É necessario prestare attenzione anche alla modalità di risposta delle domande che si pongono in relazione alla tipologia di informazione e possono essere aperte o chiu- se. Queste ultime sono in genere preferite perché, oltre ad agevolare la compilazio- ne, risultano di più facile elaborazione, hanno però il limite di essere standardizzate e costringere l'intervistato a rispondere secondo risposte prefissate e risultano quindi poco idonee a cogliere le sfumature. Le domande chiuse devono prevedere risposte che coprono tutte le possibilità di risposta o prevedere l'opzione “altro” con possibilità di specificare.

Le domande aperte possono essere utili quando non si conoscono a priori le possibili risposte o ci si trova di fronte a concetti complessi, permettono un maggiore detta- glio, esaustività o creatività ma allo stesso tempo espongono a informazioni superfi- ciali od inutili, sono molto più difficili da codificare e richiedono un impegno maggiore da parte dell'intervistato e possono avere quindi una percentuale di rifiuto più alta.