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Capitolo 3 - Sorgenti LED a luce bianca

3.2 Generazione di luce bianca per fotoluminescenza

3.2.1 Luce bianca generata da un LED blu e fosforo

Figura 3.9

Lo spettro di assorbimento e di emissione di un fosforo è mostrato in figura 3.10. : la banda di assorbimento e la banda di emissione sono a bassa energia. La banda di emissione è piuttosto ampia, rendendo questo particolare fosforo adatto all’emissione di luce bianca.

Figura 3.10 :

spettro di assorbimento e di emissione di un fosforo.

I punti di cromaticità del fosforo YAG drogato con cerio sono mostrati in figura 3.11. La regione più scura mostra le cromaticità che possono essere ottenute utilizzando un LED blu, ad esempio un LED GaInN/GaN, e un fosforo YAG.

Figura 3.11

La maggior parte degli emettitori a luce bianca utilizzano un LED di un colore che emette con una lunghezza d'onda corta, generalmente blu, e un fosforo, solitamente giallo. Parte della luce emessa dal LED blu viene assorbita nel materiale convertitore e poi riemessa come luce con una lunghezza d'onda maggiore. Tale processo è mostrato in figura 3.9.

I fosfori sono costituiti da un materiale inorganico drogato con un elemento otticamente attivo. I più comuni materiali sono granati e hanno la formula chimica A3B5O12 dove A e B sono elementi chimici e O è l’ossigeno. Tra i molti granati, il granato di alluminio di ittrio (YAG), Y3Al5O12, è un fosforo di colore giallo particolarmente comune. Il drogante otticamente attivo è costituito di terre rare, come il cerio (Ce) utilizzato nei fosfori YAG.

La struttura in sezione trasversale di una lampada a LED bianco è mostrata in figura 3.12 (a). La figura mostra il chip di un LED emettente nel blu e il fosforo YAG depositato sopra di esso.

Il fosforo è fatto sotto forma di resina epossidica e viene depositato sopra il chip in modo che riempia la depressione a forma di tazza nel quale si trova il chip, come mostrato in figura 3.12 (b).

Figura 3.12 : Struttura di una lampada a LED bianco costituita da un LED GaInN a luce blu e un fosforo.

Come indicato nella figura, una frazione della luce blu viene assorbita dal fosforo e riemessa come luce a lunghezza d’onda più lunga, nel range verde-rosso con un picco nel giallo, come si vede nello spettro di emissione riportato in figura 3.13 : tale spettro consiste in una luminescenza blu dovuta al semiconduttore di cui è costituito il chip e di una fosforescenza a lunghezza d’onda più lunga, dovuta al fosforo.

A causa della scarsa componente rossa e verde, l’indice CRI è minore di 80.

Figura 3.13 : Spettro di emissione della luce bianca ottenuta da un LED blu e fosforo giallo

La posizione di tale luce bianca nel diagramma di cromaticità è mostrata in figura 3.14. Tale posizione suggerisce che il colore di emissione è bianco con una tinta bluastra.

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L´occhio umano è straordinariamente sensibile da poter percepire piccole variazioni della lunghezza d´onda del chip, che possono essere causate dallo spessore del fosforo, dalla sua concentrazione e dalla sua composizione. Anche le più piccole variazioni di uno di questi parametri porta sostanziali differenze di colore e temperatura di colore. Di conseguenza, lo spettro del LED bianco può variare ottimizzando l’efficienza luminosa e l’indice di resa cromatica.

Nel processo di produzione, purtroppo, non è possibile riprodurre con precisione LED dotati di temperatura di colore identiche. Per ovviare a tale problema, si utilizza un processo chiamato binning, mediante il quale i LED sono suddivisi in gruppi con temperature di colore simili.

Il livello di precisione richiesto dev’essere in funzione del tipo di applicazione: tali differenze, infatti, vengono percepite su fasci stretti, mentre su applicazioni con fasci ampi (illuminazione di ambienti, stanze, ecc.. ) le differenze sono molto meno evidenti.

Figura 3.15 : Aree di binning per le diverse tonalità di bianco

Per migliorare la resa cromatica, si può aggiungere un ulteriore fosforo di colore rosso che, eccitato da una luce blu con lunghezza d’onda di 460 nm, fa si che l’emissione abbia una lunghezza d'onda di picco di 655 nm. In questo modo l'emissione risulta spostata nella gamma del rosso e il picco di emissione nel blu viene ridotto, come mostrato nella figura 3.16. Si ottiene così uno spettro più omogeneo con meno discontinuità, di conseguenza si avrà un indice CRI molto elevato. LED basati su questa tecnologia vengono detti High CRI LED.

Si può così variare la tonalità cromatica della luce bianca dosando il colorante al fosforo. Lo svantaggio di aggiungere fosfori rossi è una ridotta efficienza luminosa dovuta allo Stokes shift. Così, sebbene la resa cromatica sia migliore, questo avviene a scapito dell’efficienza luminosa.

Un approccio che combina LED rossi e blu con l’uso di un fosforo giallo è la soluzione ottimale per i LED a luce calda con un CRI che può arrivare fino a 90, come è mostrato in tabella 3.3.

Bianco freddo Bianco caldo Bianco caldo Tecnologia Chip blu + fosforo

giallo

Chip blu + fosforo rosso e giallo

Chip blu + chip rosso + fosforo giallo CCT 5700 K 2700 K 2700 K CRI 70 82 90 Efficienza relativa 100% 65% 98% Tabella 3.3

Tale tecnica basata sull’uso di un LED blu e di un fosforo, pur mostrando un’incredibile semplicità, presenta notevoli difetti dovuti principalmente all’impiego della sostanza fosforescente: primo fra tutti, il rivestimento aggiuntivo causa un aumento della temperatura interna al componente facendone diminuire la vita. Inoltre esso è causa sia della diminuzione dell’intensità della luce emessa, incontrando essa un maggiore ostacolo nell’uscire dal led, sia, degradando, del lento e progressivo peggioramento della tonalità della stessa. Infatti con il tempo il materiale utilizzato tende ad usurarsi cominciando quindi a far passare una luce che verterà sempre più verso il blu.

Nonostante questi grandi difetti è la tecnica più utilizzata perché molto più pratica, meno costosa permettendo anche di risparmiare spazio utilizzando un solo led al posto di tre.

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