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Il lungo cammino verso l’Accordo di cooperazione del 1988

Nel documento Il Golfo e l'Unione europea (pagine 40-43)

UN BREVE BILANCIO DEGLI ULTIMI VENTICINQUE ANNI (1981-2006)

3. Il lungo cammino verso l’Accordo di cooperazione del 1988

Dal 1982 alla firma dell’Accordo di cooperazione nel 1988, il quadro economico degli stati del Golfo cambiò enormemente. Il crollo nei prez-zi di petrolio nel 1982 e ancora di più nel 1985, dimezzò le entrate. Le spese dei governi venivano ad essere ridotte. I governi furono costretti ad utilizzare le riserve estere per finanziare i propri deficit. Tutti gli stati del Golfo testimoniavano una dolorosa transizione da un surplus ad un deficit nella bilancia dei pagamenti e nei bilanci dei rispettivi governi. In altre parole, era un periodo di sofferenza dopo anni di guadagno.

I paesi del Ccg hanno registrato nel 1985 un deficit delle partite correnti di circa 4,3 miliardi di dollari, un improvviso declino rispetto ai più di 66,5

miliardi di dollari di surplus del 1981. Le importazioni totali dalla Ce sono diminuite del 23% tra il 1983 e il 1985. L’Arabia Saudita, di gran lunga il maggiore mercato di consumo della regione, registrava una diminuzione del 40% nelle importazioni dai suoi maggiori partner commerciali4. Nondimeno, alla fine del 1985, questo autore stimava ad un totale di 300 miliardi di dollari5, le riserve ufficiali investite all’estero, delle quali circa il 40% era investito in Europa, in depositi bancari, in riserve indu-striali ed in beni immobili.

Quando, all’inizio degli anni ’80, viene proposto il dialogo tra Ce e stati del Golfo, questi ultimi erano al massimo della loro potenza economica. Il ministro degli Esteri tedesco, Genscher, fu il primo a sostenere, ad un incontro a Bruxelles il 15 gennaio 1980, l’idea di aprire un dialogo con gli stati del Golfo. Il 5 febbraio 1980 il Consiglio Europeo dei Ministri appro-vò la proposta tedesca e chiese alla Commissione di interpellare i sei stati del Golfo e l’Iraq sulle “possibilità di dar seguito all’iniziativa comunitaria”.

Dopo una serie di colloqui esplorativi negli stati del Golfo da parte dei rappresentanti della Commissione, il Consiglio Europeo decise nel set-tembre 1980 di interrompere il dialogo. I francesi si dimostravano restii in quanto ritenevano che esistesse già una struttura per dialogare – il Dialogo euro-Arabo - e non c’era quindi bisogno di un duplicato6; ugualmente, all’interno dei singoli stati del Golfo, in particolare in Iraq, Kuwait ed Arabia Saudita, si pensava che il dialogo Ce-Golfo fosse gui-dato dal petrolio e non derivasse da una visione strategica complessiva, che racchiudesse cioè questioni di medio e lungo termine, come la dimensione economica e politica. Gli stati del Golfo confermavano che avrebbero preferito sviluppare le loro relazioni all’interno del Dialogo euro-Arabo.

L’iniziativa del dialogo Ce-Golfo venne così accantonata per un po’ di tempo. Ma subito dopo la creazione del Ccg il Consiglio Europeo deci-se, nel settembre 1981, di iniziare i primi colloqui con il Segretariato del Ccg per esaminare la prospettiva di cooperazione. Sono così iniziati scambi di visite tra Bishara, Segretario generale del Ccg, che visitò il quartier generale europeo nel giugno 1982, e i rappresentanti europei, che si recarono in Arabia Saudita nel marzo 1983. I colloqui esplorativi

4Per una analisi economica delle economie del Golfo negli anni ’80, vedi Azzam, Henry, The Gulf Economies in Transition, Macmillan, London, 1988.

5Khader, Bichara Arab’ Money in the West, rapporto non pubblicato per il Segretariato della Lega Araba, Tunisi, 1986. Secretariat of the Arab League :Arab Money in the West , Tunis, 1986.

6Haifaa, Jawad, euro-Arab relations :a study in collective diplomacy , Ithaca press, Reading, p.185.

furono seguiti da una serie di altri incontri aventi lo scopo di sondare le possibilità di negoziazioni formali per un accordo di cooperazione tra le due regioni.

Il primo incontro, a livello ministeriale, ha avuto luogo il 14 ottobre 1985 a Lussemburgo. Nel comunicato congiunto la Ce e i rappresentan-ti del Golfo affermavano la loro volontà di procedere con il dialogo, con il quale si intendeva “completare” il Dialogo euro-Arabo e non “sostituir-si ad esso”, ed esaminavano la portata dell’accordo proposto.

In questa fase, il Parlamento europeo chiese al deputato Costanzo di preparare un rapporto sulle relazioni tra Ce e Golfo e lo discusse il 19 ed il 20 febbraio 1987. Il Parlamento adottò una risoluzione sulle rela-zioni economiche e commerciali tra Ce e Ccg. Fu un momento piutto-sto difficile perché la questione delle esportazioni petrolchimiche aveva inquinato l’atmosfera bloccando il dibattito.

Con il via libera del Parlamento, il 23 giugno 1987 ebbe luogo un secon-do incontro ministeriale a Bruxelles. Il 15 giugno dell’anno successivo fu firmato l’Accordo di cooperazione dal presidente del Consiglio europeo, Genscher, e dal Commissario Cheysson, per parte europea, e da Sua Altezza il principe Abdul Aziz Saud Al Faysal (ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita) e Abdallah Bishara, Segretario generale del Ccg.

L’accordo ha dato vita ad una relazione contrattuale tra la Ce e paesi del Ccg. In esso venivano affrontate una molteplicità di materie: coopera-zione economica, agricoltura e pesca, industria, energia, scienza, tecno-logia, investimenti, ambiente e commercio. Tuttavia l’accordo non ha risolto la maggiore questione, il cuore della disputa in tutti i contatti Ce-Ccg, e cioè quella delle esportazioni petrolchimiche7.

La motivazione che ha indotto gli stati del Golfo ad abbandonare le loro riserve riguardanti un accordo specifico con la Ce rimane una questio-ne dibattuta. Penso che gli stati del Golfo intuirono che la drammatica caduta dei prezzi del petrolio ed il rallentamento delle proprie econo-mie aveva offerto loro nuovi incentivi per raggiungere un accordo “da regione a regione” con l’Europa, e che essendo il Ccg una più piccola unità rispetto alla Lega Araba, era più propenso a dimostrare coerenza e ad accrescere il suo potere di negoziazione. Sfortunatamente, l’invasio-ne del Kuwait, il catastrofico seguito della sua liberaziol’invasio-ne ed il secondo crollo nei prezzi del petrolio del 1998, hanno eroso la capacità del Ccg a negoziare da una posizione di forza.

7Vedi Khader, Bichara, L’Europe et les pays arabes du Golfe : des partenaires distants, Quorum-Publisud-Paris, 1994.

4. Le relazioni tra Ue e Golfo 1988-1995: i primi comunicati del

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