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CAPITOLO 3: Analisi traduttologica

3.4 Macrostrategia traduttiva

La macrostrategia traduttiva è la somma delle scelte che il traduttore compie per accostarsi alla traduzione del prototesto, così da stabilire una strategia procedurale per produrre un metatesto coerente e rispondente alle esigenze dei destinatari nella cultura d‘arrivo e alla nuova situazione comunicativa in cui esso verrà inserito. La strategia di traduzione, dunque, è un insieme di decisioni che dipendono da tre variabili principali, le prime due di natura (inter)testuale e la terza di tipo extratestuale: la tipologia testuale del prototesto, il modello redazionale nella lingua e nella cultura d‘arrivo e l‘uso della traduzione.55

Il traduttore, a questo punto, si trova davanti a un bivio dovendo scegliere tra la strada di una traduzione volta alla conservazione delle strutture morfosintattiche, dello stile e del lessico della lingua di partenza e la strada di una traduzione tesa al riadattamento di alcuni aspetti morfosintattici, stilistici e lessicali alla lingua e alla cultura d‘arrivo. Tuttavia nel caso dei testi specialistici come quelli qui analizzati, la scelta del traduttore è quasi imposta dai vincoli della specifica situazione traduttiva, la quale è determinata dal sistema di valori e/o di idee condivisi dalla comunità di cui fanno parte i destinatari della traduzione; infatti, ad esempio nei contesti specialistici i termini hanno un significato molto più preciso rispetto al significato delle parole negli ambiti non specialistici, dove il significato si stabilisce in relazione al contesto specifico di occorrenza.56

Le due tendenze contrapposte nell‘approccio traduttivo a un testo, illustrate poc‘anzi, sono state esaminate e discusse da diversi esperti di translation studies come

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http://www.tecnichenuove.com/chi-siamo.html (ultima consultazione 17/8/2014)

55

Federica Scarpa, op.cit., p.115.

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54

il ricercatore israeliano Gideon Toury che indaga le categorie di adeguatezza e accettabilità. Il criterio di adeguatezza si pone come obiettivo l‘integrità del prototesto, conservandone stile ed elementi propri della cultura di partenza; il criterio di accettabilità, invece, ha come obiettivo l‘accessibilità e la fruibilità del metatesto che deve adattarsi alle convenzioni linguistiche e stilistiche della cultura ricevente.57 Bisogna comunque tenere presente che la scelta del traduttore di adottare uno o l‘altro criterio è dettata in gran parte dal genere testuale.

Altri studiosi si sono dedicati allo studio di tali approcci dicotomici impiegati nelle macrostrategie traduttive; Nord, ad esempio, distingue tra traduzione documentaria e strumentale: la prima tipologia tende a preservare gli intendimenti dell‘autore, i realia e le caratteristiche culturospecifiche del prototesto, producendo così nel lettore un effetto straniante; la seconda tipologia mira ad assicurare la funzionalità d‘uso del metatesto nella cultura d‘arrivo oscurando i legami con la cultura di partenza del testo che al lettore non appare come una traduzione, bensì come un testo autonomo nato nella cultura d‘arrivo con una funzione specifica.58

Il teorico americano della traduzione Lawrence Venuti, sulla base della distinzione elaborata da Schleiermacher già nel 1813, individua due tipologie di strategie traduttive: estraniante e addomesticante. La prima vòlta alla preservazione dei realia propri della cultura di partenza che, quindi, non vengono eliminati o adattati alla cultura d‘arrivo, bensì manifestati, richiedendo al lettore un maggiore sforzo interpretativo teso alla comprensione dell‘altrui; la seconda implica un adeguamento delle convenzioni stilistiche, culturali e linguistiche alla cultura ricevente livellando tutti gli elementi estranei per facilitare l‘accesso del lettore al testo tradotto. Venuti manifesta la sua propensione a una strategia traduttiva estraniante, che metta in luce gli elementi culturali e linguistici marginali ed estranei, imputando alla cosiddetta «strategia della scorrevolezza» la causa dell‘invisibilità del traduttore contemporaneo, il quale tende a elaborare un metatesto immediatamente fruibile al lettore in cui le differenze tra le due culture sono cancellate.59 Tale atteggiamento, tuttavia, non è da

57

Bruno Osimo, Manuale del traduttore, Milano, Hoepli, 2008, pp. 58-59.

58

Christiane Nord, Text Analysis in Translation: Theory, Methodology, and Didactic Application of a Model for a

Translation-oriented Text Analysis (transl. from German by c. Nordand P. Sparrow), Amsterdam/Atlanta, Rodopi,

1991, pp. 70-71.

59

Sandro Paolucci, ―Strategia Estraniante e Strategia Addomesticante Nella Traduzione Dei Testi Giuridici‖, Slovenia, Università di Ljubljana, pp. 73-74. http://www.revije.ff.unilj.si/linguistica/article/download/634/2249 (ultima consultazione 18/8/2014)

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condannare totalmente in quanto si rivela particolarmente congeniale per la traduzione di testi tecnico-specialistici, in cui gli elementi culturospecifici del prototesto possono essere sacrificati a favore di una maggiore funzionalità pratica del testo nella cultura d‘arrivo. Il traduttore settoriale non si concentra sulla fedele riproduzione della forma del prototesto, ma si pone come obiettivo primario la trasmissione di tutte le informazioni contenute nel prototesto e il loro adattamento alle convenzioni e norme redazionali della cultura e lingua ricevente.60

L‘approccio familiarizzante delle traduzioni specialistiche si concretizza in alcuni accorgimenti sul testo come l‘adeguamento di elementi linguistici e lessicali funzionali alla cultura d‘arrivo (traduzione di nomi propri di aziende e prodotti, conversione di misure e numeri); l‘adattamento formale e stilistico del testo alla funzione, ai destinatari e alle convenzioni redazionali della cultura ricevente; l‘eliminazione delle ripetizioni di termini e la loro sostituzione con iperonimi e sinonimi per garantire l‘armonia formale e stilistica del testo.

Si è applicata una macrostrategia di tipo familiarizzante ai testi qui tradotti al fine di veicolare al meglio il contenuto informativo agli utenti d‘arrivo, tuttavia in alcuni passaggi, soprattutto nel caso del testo 1, si è deciso di conservare i riferimenti socio- culturali della lingua di partenza poiché fondamentali per la trasmissione di un messaggio chiaro, esaustivo, coerente e facilmente recepibile dai destinatari. Il residuo traduttivo nei metatesti è stato limitato il più possibile attraverso l‘utilizzo di strategie di riduzione, espansione o semplificazione per evitare il ricorso a note, artifici metatestuali che tendono a distrarre il lettore dal discorso.

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