della
mia
efiftenza. Egli cercadia v-vilire la mia Spofa.Ah!
ioavrei po-ruto perdonare ciò chemi
era per-fonale.Ma
lamia
moglie....
co-fa ha ella farro!Che
ha ella fatto alla Contelìa della Motte!
come mai un Uomo
che haun
carattere pub-blico fi fà egli lecitodiabufarne per avvelenare il cuore di una creatura innocente, e virtuofa che non è fua parte avverfa, contro la qualenon
vi è alcuna accufa, a cui eglifteflònon
può rimproverare fenon chela disgrazia di avere unito la fua for-tealla mia.Ciòcche vi è dipiù certoèche per Io lpazio di fedici Anni
da
cha io ho il piacere di elTere unito alla Contefla di Caglioflro coi legami ipiù legittimi, «Ila non ha fatto
un
palio che non polla ellèreapprovato dalla più fevera decenza, e la più fcrupolofa delicatezza, e che fe vi è in natura una
Donna
che la ca-Junnia pofla rifpettar*,quella è cer-
tamen-4
tl tinnente Fi mìa Spola. Quanto alfe prove che 6 pretendediedere in di-ritto di efigeredeliacelebrazione del noftro matrimonior io
mi
obbligo,quando
convenga, a renderle pubbli-che allorché avrò ricuperata lali-bertà, e i miei fogìi.
•
La
Conceda della Motteardifce dire cheuno
dei miei fervitori livanta di edereal
mio
ferviziodapii*di cento cinquanta anni; che qual-che volta io adèrifco diaver trecen-to anni; che mi vanto di avere af-fittito in Galilea alle nozze dr Cia-na, eche per imitare la trasforma-zione miracolofa dell’acquainvino
ho
immaginato di fare un uguale tra-sformazione dellaCollana; cheio fo~no
ora Ebreo Portogbeje, ora Greco,ora Egiziano di Aleflandria,di dove
ho
portato inEunpa
le ftregonerìe, e i Sortilegi\
che fonouno di quei fanatici aferitto alla fettadei Liberi Muratori; che
mi
vantopòflèderTar-«• di converfare coi morti;cht
adi-F
i
8*
(lo i Poveriper nulla,
ma
cheven-do
a caro prezzo l’Immortalità ai Ricchi; che la mia fodera ècompo-fla di Vifionarj di tutti i ranghi;
finalmente foliiene che
ha
fatteal-cune cattive azioni in certe Corti deli’Europa, alcune delle quali fono alla notizia della Signora Bohmcr.
, 1 miei Lettori faranno perfuali che non polio rifpondere parola per parola a quello torrente di ingiu-rie, e di aflurdità. Io l’ho già det-to; fono dato allevato
come
figliodi genitori crilliani,Non
fono mai fia-to nò Ebreo, nè Maomettano.Que-lledueReligionilafciandofopra quel-li che le hanno profiliate delle im-pronte indelebili, lì può facilmente provar® cip che avanzo, e piuttofio che lafciare fu, quello punto la
mi-nima
ombra di dubbio, mi lommet-terò, quando convenga, auna verifi-cazione; * . r • •,Io bramerei inoltre,chela
Con-tefla della Motte fi degnalìeparti
co-Sj l farizzsre i fatti di cui
mi
accufa.Dica ella purefrancamentequalefia,
il Ricco a cui
ha
venduta V Immor-talità,Abbia
la bontà di citareuna fola di quelle cattive azioni chefo-no
a notizia della Signora Bohmer.Se la Contesa della Motte con-tenta di dirmi delle ingiurie incon-cludenti, e fare, parlandodi
me
dei-le perfide reticenze, non rifponde a una disfida così formale,, io le di-chiaro ora per fempre che mi con-tenterò di fare alle fue reticenze, a tutte le fue ingiurie paliate, preferi-ti,e future una rifpofia laconica, chiara,,evi energica, rifpofia che la decenza nonmi
permette di fpiega-re,echerimettoallapenetrazione dei Lettore,La
Signora delia Àtotte raccon-ta in feguito della fuaMemoria
Y i-fioria del Magnetifmo efercitato fò-pra la fua nipote, aggiungendoviun
infinità di circoftanze contrarie alla verità, t mefcolandovi rifiorì*
dei-F
284
.... ,
la Collana con unainverifimigtianza che non ha neppure 1*accortezza di mafcherare. Elia mette nella bocca del Sig. Cardinaldi Robant,Signore di alta nafcita. Accademico,-
Uomo
di Corte, dellefralicosìviliche
l’ul-timo dei Lacchè arroterebbediaver proferito. Sopra una Tavola fono accumulati gli oggetti i più propri a eccitare il terrore.Spade incrocia-te, Naftri di diverlì colori,Crocidi
differenti ordini, un Pugnale, euna Caraffa di acqua eftremamentechia*r ra, e per colmo di orrore quello te-tro fpettacolo 'viene illuminato da una infinità di candele.
Dopo
quello flrano apparecchio io faccio giurare alla Contelfa della Motte di confer-vare il fegreto; poi ordino al Prin-cipe di andare a cercare una gran-de fcatola bianca. Noi l’apriamo, e il Principe dà la commiflkmealla Contelfa della Motte di vendere, c far vendere per mezzo di fuo mari-to una certa quantità di diamanti.Fin qui lafua Memoria.
*5 Bifogna che la Contefla della Motte abbia perduto il cervello,
o
che abbia una granfiducia nella cre-dulità dei Tuoi Giudici per fperara di poter cavarfi di ogni impegno fpacciando fìmili afTurdità. Iohogià refo conto nella mia confeflione di tutto ciò che è feguito edell’onefto motivo chemi
avevaportatoa com-piacere il Sig. Cardinale in una fi-milcommedia.
11 Signor Principe di Lujfemburgo, e il Signor diCarbonie
-res potranno atteftare la verità di quanto efpongo. Seguitiamo la
Me-moria.„ Ilprimo o i due di Agofto il Sig. Cardinale tnojìrò allaSignora del-la Motte una Lettera che piegòfopra, efittoper non lafiiarle leggerefi non che quello che eracontenuto nel mez-zo.
La
Signora della Motte lejj'e(ciò meritaattenzione.) Ioinvioper mez-zo delia piccola ContefTa e in feguito un numero di cifre che la Signore dille Motte non potò ktn
di-Z6
Jlingaere: quindi «Ilaleffè: per trtn-quiJJizzare quelli difgraziati mi di-fpiacerebbe che«flì fodero in pena.
A
quejìa lettura il Sig. Cardinal di Robanoej
clama:Mi
avrebbeella in-gannato!.....
la piccoia Contef-fa!ma
ciò è impedibile: Io conofco Troppo la Signoradi Caglio-dro „Non
vipuò ejjèr qui alcuno e-quìvoco con la Contejfa della Motte che erapreferite a cuiavrebbedetto„Mi
avrefte voi ingannato? „Sempre dellefavole,mai ne pro-ve,nè verifìmiglianza; cofapretende provare la Conteflà della Motte con una tale finezza?
A
chi laletterae-ra indirizzata? Ella non parla dell’
Indirizzo.
Da
chi era fcritta?Dallainia Spola? Io ho già detto che el-la non sa ferivere.
Da me?
Ionon
ferivo mai in francefe, eaffaidiraro in italiano. Dal Sig. Cardinal diRah*w?
Perchè avrebbeegli letto al-la Confeffa della Motte una parta dellaLettera, e le avrebbegalofa-x8?
mente nafcofto il redo? Perchè que-llaefclam azione leggendotre,o quat-tro parole di una Letterafcritta da
lui medelìmo? Qual’è quell’inganno di cui fofpetta la miaSpola? Perchè parlando di lei la nomina ora con familiarità la piccola Contejj’a
,
ora con rifpetto, la Signora di Caglio
-JlroìCiò che rifulta dalla
Memoria
della Conceda della Motteèche per farmituttiidifpi aceripolìibiliha cer-cato di implicare la mia Spofa in un affare di cuinon ha mai avutola
minima
cognizione.La
Contelìa della Motte termi-na così la fua lunga Diatriba.Bifognachefappiaquejlo Perfonag-gio che fe da lungo tempoiTribunali non condannavo più a delle pene ca-pitali ilSortilegiopropriamente detto,
glifteffiTribunalifi fono rifireati del-le Cenfure allorchéilSortilegio è ac-compagnato da maleficj, dafurti, da truffe, e Soprattutto allorché fi
molti-/
n
ca eoafagli allievi,-9 nelleScuole er.
Così la Coateffa della
Mone
moflra difpiacere di non effer più in -quei tempi felici in coi un ac-culadi fertikgjo
mi
avrebbe condot-toall’ultimofupplizio.Così la Con-terà deila Adotta mi rapprelentaco-me un uomo
che formadegli allie-vi in ffregoneria, e dà loro delle le-sioni di furto,o
di truffa* Quali fono dunque gii uomini abbaftanza vili per venire ad afcokare le le-zioni di un tal raaeflro!La
Gontef-fa della Motte noia potrà certamen-te trovargli nellamia
fociett. Ionon
credo dover qui citar le perfo-ne che cni hanno fattoV
onore di frequentar la miacala;ma
poflb di-recon verità che non ve ne è uno Coloche 1’uomo
il più delicatononfi foflèffimatoonoratodi conofcere.
io fono però perfuafò che la
Con
teda della Adattemi
ha fatto tutto il male potàbile, non già pet odiocontro dime
*ma
beasi coU*luca, di giuftificarfi. Qualunque fi*
fiata la Tua intenzione, io le perdo-no ben volentieri le lacrime amar#
che ini ha fatto fpargere iti fett#
meli di prigionìa«
Non
penfi già che ciò fia una generofità affettata-Dallacarcere, in cuiellami ha fir.a-fcinato, invocherò in fuo favore la clemenza delle Leggi4 e fe , allor-chéla mia innocenza,e quella del-la naia fpofa faranno riconofciute,
il più giufto dei Re crede dovere qualche rindennizzamento a
«no
firaniero infelice che fi era rifugia-to in Francia falla fede delia fua Parola Reale, dell*Ofpitalità, e del diritto delle gentij la fola foddisfa-zione che io dimanderò, farà clit Sua Maeftà voglia accordare ali#
mie preghiere la grazia, e la liber-tà della difgraziata Conterà della
Motte. ; ,
Quella, grazia fe io V ottengo,
*on può offender la giuftizia. Per quanto colpevoli poffaeffer# la
Co*-po
fetta della Motte
:
ella è abbattanza punita.
Ah
11 può credere allamia
dolorofa efperienza! non ri è forfè alcun delieto che fei meli di Batti-glia non pollano efpiare.Voi avere letto.Giudici,e Cit-tadini. Tale è 1*
uomo
che fi fece conofcere a Strasburgo, a Bordeaux, a Lione, a Parigi fotto ilnome
di Conte di Cagl'tojìro. Io hofcrittociò che deve badarealla legge, allaGiu-flizia; ciò che deve ballare a ogni altra fentimento fuori che a quello di una vana curiofità.
Direte voi che ciò nonè abba-ftanza? Infilzerete voi ancora per co-nofcere più particolarmente, la Pa-tria, il
nome,
i motivi, le entrate di quello Incognito?Che
viimporta, o Francefi*La
mia Patria èpervoiil primo luogo del voftro Impero,
do
Ve io mi fiono fotto pollo con ri-fpetto alle vottre leggi; ilmio nome
• quello che ho fatto onorare fra voi; il mio motivo è Dio; le mit
9i entrate fono un ferrerò.
Ou
andòn-er follevare l’infermo, o per nutrireastiindigente iodimanderò diedere
am-meilò o nei vodri Corpi di Medici-na, o nelle voftre focietà di bene-ficenza, allora voi mi interroghere-te.Ma
fare innome
di Dio tuttoil bene che io poflbfare,è un dirit-to che non efige nè
nome,
nè pa-tria, nè prove, nè cauzioni.Francefi! Se non liete altroeh*
curiofì, leggete pure quei Libelli do-ve la malizia, e la leggerezzali fo-no compiaciute a verfare fopraf >1-7/iico degli Uomini tutto l’obbrobrio,
« il ridicolo. 1
Volete voi al contrario effer buoni, e giudi?
Non
interrogate,ma
afcoltate, ed amate quello che ri-fpeteò fempre i Rè, perchè eili fono nelle mani di Dio; i Governi per-chè egli gli protegge, la Religioni perchè egli cosìvuole;laLegge per-chè ne è il fuppJemento,- gli
Uomi-ni in line perchè sono
tomi
lui ifuoi figli.
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9*
Torno
a ripeterlo, non inter-rogate, ina afcoltate, e amate quel-lo che è venuto fra voi per far del bene, che fi lafciò attaccarecon pa-zienza, e li difefe con moderazione.Sottoscritto. Il Conte di Caglioflro
.
M. Titon
de Villobrun, Relatore.Jd. Thilorier, Avvocato.
Bbàzon
. Procuratore.93
SUPPLICA
Al
Parlamento di Parigi indirizzata dal Conte diC
aglio(Irò li 24. Ftb-brajo 1785. chepuò fervire di Sup-plemento alla Memoriadifiributtali18. del medejimo mefc
.