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Il periodo neonatale, in particolare i primi 28 giorni di vita, caratterizza un’epoca fortemente vulnerabile durante la quale si ritiene vengano completati molti degli adattamenti fisiologici per la vita extrauterina [4]. La sua importanza è documentata dagli alti tassi di morbilità e mortalità, secondo cui negli Stati Uniti, oltre i 2/3 delle morti del primo anno di vita avvengono nei primi 28 giorni di vita. Il passaggio dalla vita intrauterina a quella extrauterina comporta una serie di cambiamenti a livello biochimico e fisiologico. La perdita della dipendenza dalla circolazione materna attraverso la placenta impone la necessità di attivare la funzione polmonare allo scopo di scambiare ossigeno e anidride carbonica, la funzione gastrointestinale per l’assorbimento del cibo, la funzione renale per l’escrezione dei cataboliti e il mantenimento dell’omeostasi chimica, la funzione epatica per la neutralizzazione e l’escrezione delle sostanze tossiche e la funzione del sistema immunitario per la difesa contro le infezioni. Molti dei problemi del neonato derivano dall’interferenza o mancanza di questi processi di adattamento. Le condizioni di emergenza più comuni e della massima importanza per il neonato in sala parto sono l’incapacità di dare inizio alla respirazione e di mantenere un’attività respiratoria adeguata, condizione patologica che prende il nome di insufficienza respiratoria neonatale. In generale, le patologie respiratorie del neonato sono molteplici e varie, rappresentano uno dei problemi sanitari più complessi e sono tra le maggiori cause di mortalità precoce.

1.4.1 Insufficienza respiratoria neonatale

L’insufficienza respiratoria è l’incapacità del sistema respiratorio di adempiere alla funzione di scambio gassoso ed è caratterizzata dalla caduta dei livelli di ossigeno nel sangue arterioso (ipossiemia, PaO2 < 60 mmHg), che può associarsi all’aumento dei valori di anidride carbonica (ipercapnia, PaCO2 > 45 mmHg). Questa sindrome costituisce il quadro clinico più comune in epoca neonatale ed ha manifestazioni eterogenee perché molteplici sono le patologie che si presentano nel neonato con i sintomi di distress respiratorio, ma soprattutto perché la fisiopatologia del distress varia in base all’età gestazionale e al livello di maturazione del sistema respiratorio [6]. In particolare, nel neonato a termine l’insufficienza respiratoria è causata da affezioni polmonari o extrapolmonari che alterano il fisiologico processo di adattamento neonatale, mentre nel neonato pretermine la causa principale deriva dall’immaturità delle componenti del sistema

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respiratorio. Le turbe respiratorie del neonato possono essere classificate in due gruppi generali:

 Insufficienza nervosa centrale, ovvero l’insufficienza del centro respiratorio, che causa una ventilazione inadeguata.

 Insufficienza respiratoria periferica, in cui si ha uno scambio gassoso insufficiente a causa di alterazioni nei processi di distribuzione o diffusione.

Le patologie che provocano la condizione di insufficienza respiratoria nel neonato sono quindi di natura diversa (meccanica, nervosa, vascolare, metabolica) come riportato di seguito:

 Malattie dell’apparato respiratorio che determinano alterazioni della meccanica

respiratoria o degli scambi alveolo-capillari:

 Sindrome da distress respiratorio neonatale.  Tachipnea transitoria.

 Sindromi di air leak (PIE, pneuomotorace, pneumomediastino).  Ipertensione polmonare persistente.

Sindrome d’aspirazione meconiale.  Polmoniti congenite.

 Ernia diaframmatica ed ipoplasia polmonare.  Malformazioni congenite del sistema respiratorio.  Emorragia polmonare.

 Chilotorace.

 Displasia toracica asfissiante.

 Malattie del sistema nervoso centrale e periferico con compromissione dei

meccanismi di controllo dell’attività respiratoria:

 Anossia alla nascita.  Convulsioni.

 Emorragia endocranica.  Sindrome di Ondine.  Paralisi del nervo frenico.  Danno del midollo spinale.  Sindrome di Werdnig-Hoffman.

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 Malattie dell’apparato cardiocircolatorio con riduzione della perfusione tissutale:  Ipovolemia.

 Scompenso cardiaco.  Cardiopatie congenite.  Shock.

 Anemia-emoglobinopatie.

 Squilibri metabolici o infezioni che interferiscono con la respirazione cellulare:  Ipoglicemia.

 Anomali elettrolitiche.  Ipo-ipertermia.

 Acidosi.  Sepsi.

Il neonato affetto da insufficienza respiratoria è un soggetto altamente a rischio e pertanto ha bisogno di un attento monitoraggio delle funzioni vitali, mediante il ricovero in Terapia Intensiva, in cui saranno messi in atto tutti gli interventi di rianimazione e assistenza ventilatoria necessari.

1.4.1.1 Sindrome da distress respiratorio neonatale

Di seguito sarà brevemente descritta la sindrome da distress respiratorio, che è la patologia respiratoria più comune nel neonato [7] e la cui conseguenza principale è la riduzione di compliance polmonare, aspetto fondamentale che caratterizza il principio di funzionamento del simulatore polmonare neonatale sviluppato nel presente lavoro di tesi. La causa principale di questa sindrome è il deficit di surfattante e gli aspetti fisiopatologici sono la riduzione della compliance polmonare, la perdita della capacità funzionale residua e l’alterazione del rapporto ventilazione/perfusione (Figura 1.13). L’incidenza è molto alta, circa l’1% nei neonati e circa il 10% nei nati pretermine, e diminuisce all’aumentare dell’età gestazionale. La mancata o alterata produzione di surfattante causa il collasso alveolare (atelettasia) con conseguente espulsione di aria e danneggiamento dell’epitelio alveolare e dell’endotelio vascolare, determinando quindi sintomi quali ipossia, cianosi e

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Figura 1.0.13: Volumi e capacità polmonari nel caso (a) di un neonato sano e nel caso (b) di un neonato affetto da distress respiratorio.

Un’alta percentuale di neonati che presenteranno più tardi una sindrome da distress respiratorio ha avuto dei periodi di asfissia prima o immediatamente dopo la nascita. Di conseguenza il pH del sangue si riduce rapidamente e la PaCO2 sale nel neonato, provocando insieme all’ipossia, un effetto vasocostrittore sulle arteriole polmonari, così da ridurre nettamente lo scambio gassoso alla barriera alveolo-capillare. Il neonato cerca di superare la difficoltà respiratoria aumentando la frequenza e la profondità degli atti respiratori, che di solito aumentano fino 60 o più al minuto entro due ore dopo la nascita. Il trattamento più comune per questo tipo di patologia prevede la somministrazione di surfattante esogeno e l’impiego della ventilazione meccanica, stabilendo di solito un graduale miglioramento dal terzo giorno di terapia.

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Capitolo 2

Assistenza ventilatoria e simulatori polmonari

neonatali