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Malattie Infettive ad eziologia batterica ricercate nel muflone

CONSIDERAZIONE NELLO STUDIO

6. Malattie Infettive ad eziologia batterica ricercate nel muflone

6.1. Brucellosi

Il principale agente responsabile della brucellosi ovi-caprina è B. melitensis, di cui sono state identificate tre biovarianti, tutte presenti sul territorio nazionale, con assoluta prevalenza della biovariante 2.

Le peculiarità riguardanti l‟infezione degli ovini, e quindi del muflone, da parte di B.melitensis sono le seguenti : l‟eliminazione di germi con le secrezioni utero-vaginali, successiva ad un aborto o ad un parto infettante, dura circa due mesi, quindi meno che nella capra le cui secrezioni genitali possono restare infettanti fino a tre mesi; in effetti gli ovini manifestano rispetto alla capra una maggiore resistenza a quest‟infezione, per cui più raramente presentano aborto e tendono ad autosterilizzarsi nell‟arco di alcuni mesi. Le femmine infettate nella vita prenatale e nate sane vanno incontro ad autosterilizzazione spontanea e non si ha riattivazione dell‟infezione latente in corso della prima gravidanza, fenomeno che invece non si può escludere nella capra, e che si verifica nel bovino e nel suino. I meccanismi patogenetici sono analoghi a quelli descritti per B.suis, tipici di tutte le specie di brucelle, con l‟unica precisazione che l‟infezione per via aerogena si stabilisce con più frequenza rispetto a quanto accada per altre brucelle. Le manifestazioni cliniche e anatomopatologiche sono simili a quelle da B.suis precedentemente descritte; nell‟ovino sono più

67 frequenti fenomeni di orchiepididimite e di localizzazioni a carico delle ghiandole annesse all‟apparato genitale maschile.

Segnalazioni di brucellosi nel muflone

Esami sierologici eseguiti occasionalmente su mufloni abbattuti o catturati in Toscana ed in Piemonte, alla fine degli anni 1980, hanno dato risultati negativi per brucellosi (1). Brucella abortus fu segnalata nel muflone in Francia (2). Un‟indagine condotta nell‟area centro-meridionale della Spagna dal luglio 2002 al gennaio 2006 su 101 mufloni rilevò sieronegatività di tutti i campioni nei confronti di Brucella spp. (3) Data la somiglianza fra muflone e pecora, la recettività all'infezione brucellare di queste due specie potrebbe essere molto simile. Il muflone è una specie selvatica in espansione sul territorio nazionale e nelle zone di alpeggio sono frequenti contatti fra ovini e mufloni. L'attività di vigilanza sui greggi ovicaprini ha anche lo scopo di preservare dall'infezione brucellare le popolazioni di mufloni.

1- TOLARI F. Principali malattie infettive soggette ad eradicazione comuni ad animali domestici e selvatici. Atti 13° Convegno APIV 21-33 (1995)

2- GENNERO S. (2006) IZS del Piemonte Liguria e Valle d‟Aosta, presentazione PDF 23 giugno 2006

3- LOPEZ-OLVERA J.R. (2009) Serological survey of selected infectious diseases in mouflon (Ovis aries musimon) from south-central Spain; European Journal of Wildlife Research, vol.55, num.1, February 2009

6.2. Leptospirosi

Nel genere Leptospira vengono riconosciute due specie, L. biflexa, che comprende stipiti saprofiti di leptospire “acquicole”, non patogene, e L. interrogans, che comprende le leptospire patogene per uomo ed animali, suddivise in 218 sierovarianti, sulla base di piccole differenze antigeniche. Le leptospire hanno una modesta resistenza nell‟ambiente esterno, condizionata dalle condizioni di temperatura (sopportano bene le basse temperature), umidità e composizione del terreno, per cui nelle urine acide muoiono nell‟arco di poche ore, mentre sopravvivono più a lungo, fino a 3-

68 6 settimane, se l‟urina è diluita in acqua piovana o sparsa su un terreno imbevuto di pioggia. La scarsissima resistenza delle leptospire nell‟ambiente esterno, comporta che la loro persistenza sia affidata ad ospiti vertebrati, che fungono da ospiti di mantenimento. negli ospiti di mantenimento, l‟infezione si presenta in forma endemica, caratterizzata da alta recettività dell‟ospite (dose minima infettante è bassa), scarso potere patogeno e e leptospiruria prolungata, con capacità dell‟ospite di diffondere leptospire nell‟ambiente con possibilità di trasmissione intraspecifica dell‟infezione. Il contagio può estendersi anche ad ospiti accidentali, appartenenti ad altre specie animali, nei quali, , l‟infezione non ha carattere endemico bensì sporadico, ed è caratterizzata da bassa recettività dell‟ospite, elevata patogenicità e leptospiruria di breve durata.

Il contagio può essere diretto, cioè per contatto di un animale sano con uno infetto, o, più spesso, indiretto, cioè per contatto di un animale sano con leptospire vive e virulente presenti nell‟ambiente. La principale via di penetrazione delle leptospire è quella delle mucose, del cavo orofaringeo mucosa nasale, oculocongiuntivale e genitale. Una possibile via di penetrazione delle leptospire è anche identificabile nelle soluzioni di continuo cutanee, soprattutto là dove la cute è più sottile Qualunque sia la sede di penetrazione delle leptospire, queste guadagnano rapidamente il torrente sanguigno, e in questa fase di leptospiremia, che dura dai 5 ai 10 giorni, iniziano già a moltiplicarsi attivamente. La progressiva diminuzione delle leptospire nel sangue, fino alla loro totale scomparsa, consegue alla reazione immunitaria umorale, che emerge dopo 6-7 giorni dal contagio. Con la fine della fase setticemica inizia la fase delle localizzazioni, a carico di tutti i parenchimi dell‟organismo, ma prevalentemente di fegato e reni La fase leptospiremica negli ospiti di mantenimento può decorrere in forma subclinica o essere accompagnata da da ipertermia, anoressia,

69 abbattimento. La fase delle localizzazioni, invece, scatena una sintomatologia riconducibile essenzialmente al danno epatorenale. L‟eventualità che l‟infezione decorra in forma paucisintomatica o subclinica è frequente nell‟ospite di mantenimento, il quale risente solo a distanza di tempo del danno parenchimale epatorenale conseguente alla localizzazione cronica delle leptospire in questi organi.

Negli ovini l‟infezione decorre molto frequentemente in forma asintomatica o paucisontomatica accompagnata eventualmente da turbe della funzione riproduttiva. La localizzazione delle leptospire a livello renale, determina leptospiruria di durata variabile a seconda della sierovariante coinvolta. La sierovariante hardjo è quella più frequentemente riscontrata negli ovini.

Leptospire

Segnalazioni di leptospirosi nel muflone

L‟infezione fu segnalata nel muflone nella Repubblica Ceca, con prevalenza del 2,5%, in un‟indagine condotta tra il 1987 e il 1989 (1). La ricerca svolta tra il ‟95 e il 2006 in Croazia sull‟incidenza della leptospirosi ha dimostrato la sieronegatività di tutti i 28 campioni di mufloni testati (2). Un‟indagine effettuata nell‟Est della Slovacchia su 37

70 mufloni rilevò sieropositività nel 10,7% dei campioni testati e l‟unica sierovariante presente era Leptospira grippotyphosa (3).

1- TREML F., NESNALOVA E. (1993) Occurrence of Leptospira antibodies in the blood of game animals; Vet. Med. (Praha) 1993; 38(2):123-7

2- SLAVICA A. ET AL. (2008) Incidence of leptospiral antibodies in different game species over a 10-year period (1996-2005) in Croatia; European Journal of Wildlife Research, vol.54, num.2, May 2008

3- TRAVNICEK M. ET AL. (1999) Presence of antibodies to some zoonoses in mouflons (Ovis musimon Pall.) and fallow deer (Dama dama L.) in eastern Slovakia; Veterinarni Medicina 44, 1999, 215-219

7. Malattie Infettive ad eziologia virale