• Non ci sono risultati.

85 Questa mancata condanna di Pechino riguardo ad Hamas, va però

considerata in un contesto più ampio in cui la Cina prevede il suo coinvolgimento sempre più attivo nel processo di pace in Medio

Oriente; è cioè da inserirsi negli specifici interessi esteri cinesi, il tentativo di riuscire a mantenere saldi i rapporti con tutti gli agenti in gioco nel conflitto israelo-palestinese, compresa Hamas, per poter meglio svolgere in futuro il ruolo di ambasciatore del processo di pace che invece le altre potenze non hanno finora potuto ottenere. In effetti anche nel 2007 la Cina ha confermato il suo supporto alla causa palestinese e anzi è sembrata più decisamente coinvolta e determinata ad esercitare un ruolo influente e positivo nel processo di pace. La Cina confermò infatti la sua posizione in favore del dialogo politico delle parti coinvolte e il principio della “land for peace”.130 E‟ proprio in base a queste affermazioni

che il Ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi, ha formulato una sua proposta di pace in 5 punti, che è stata presentata ad Annapolis, durante la conferenza di pace per il Medio Oriente il 27 Novembre 2007:

“Primo, rispettare la storia, prendere in considerazione l‟uno le preoccupazioni dell‟altro e seguire la direzione delle negoziazioni pacifiche. Israele gode dell‟indipendenza da quasi 60 anni ormai, ma l‟aspirazione del popolo palestinese di fondare un proprio stato non è ancora divenuta realtà. Riguardo ai cambiamenti fondamentali nella situazione del Medio Oriente, tutti le parti coinvolte dovrebbero

affrontare la realtà e fare coraggiosamente un passo avanti. Dare il via alle negoziazioni sul problema dello status finale, risolvere i problemi dei confini, dei rifugiati e dell‟acqua e stabilire uno stato

palestinese indipendente, non solo rispettando gli interessi

fondamentali dei palestinesi e degli israeliani, ma anche segnando un progresso storico nella coesistenza pacifica della nazione araba e ebrea. Secondo, abbandonare la violenza, rimuovere le interferenze e credere fermamente nelle negoziazioni pacifiche. E‟ impossibile costruire una pace duratura con l‟utilizzo della forza. Solo la pazienza, il dialogo e se necessario le concessioni, possono portare la pace. Le parti

coinvolte dovrebbero sottostare ai loro doveri, dimostrare coraggio e saggezza e prendere misure per costruire fiducia reciproca. La Cina spera che la Palestina raggiunga la riconciliazione interna. Solo con la solidarietà nazionale il popolo palestinese potrà godere della vera pace.

130 E’ un termine interpretativo della Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, al quale ci si

riferisce nei dialoghi di pace per meglio esprimere i due principi alla base della Risoluzione e cioè: il ritiro delle forze israeliane entro i confini del 1967 (“land”) e la cessazione da parte di entrambe le parti, di tutte le attività belligeranti nei territori interessati (“peace”).

86

Terzo, portare avanti il processo di pace in una maniera completa e bilanciata e creare un‟atmosfera favorevole ai dialoghi di pace. La questione palestinese interagisce con altre questioni in Medio Oriente. I dialoghi di pace tra Siria ed Israele e tra Libano e Israele

dovrebbero ricominciare in una data appropriata così da poter portare avanti anche i dialoghi tra Palestina ed Israele. Nel frattempo gli altri problemi nella regione dovrebbero essere affrontati con cautela nella prospettiva di portare avanti la pace e la stabilità nel Medio Oriente per poter creare un giusto ambiente per i dialoghi di pace. Quarto, promuovere lo sviluppo, rafforzare la cooperazione e consolidare le basi dei dialoghi di pace. Le parti coinvolte e la comunità

internazionale dovrebbero facilitare gli scambi economici e commerciali nella regione e far sì che Israele e Palestina beneficino veramente della pace. La Cina si appella alla comunità internazionale affinché si aumenti l‟assistenza umanitaria e allo sviluppo della Palestina e accoglie favorevolmente i piani regionali di cooperazione economica suggeriti dalle parti. Una Palestina indipendente e prospera diventerà una forze stabile per la sicurezza regionale.

Quinto, ottenere consenso, aumentare i contributi e rafforzare gli impegni per i dialoghi di pace. La comunità internazionale dovrebbe incrementare la cooperazione e sviluppare un effettivo meccanismo di promozione della pace, bilanciato e partecipato, che monitori ed esegua per poter provvedere delle garanzie per la pace. La Cina accoglie tutti gli sforzi che possano contribuire al processo di pace.”131

La Cina insomma sembra aver chiaro in mente quali atteggiamenti siano indispensabili per il raggiungimento della pace in Medio Oriente e ciò è anche una dimostrazione pratica della maturità che Pechino è riuscita a raggiungere in questi anni in materia

internazionale: optando infatti per un approccio realistico e bilanciato nell‟affrontare le questioni salienti, in particolare quelle concernenti il Medio Oriente e la Palestina, Pechino sembra avere le carte giuste per accrescere il suo ruolo nel processo di pace israelo-palestinese.132

Al contrario delle altre potenze che dopo l‟elezione di Hamas al Consiglio Legislativo, guardarono con maggior cautela alla questione palestinese, la Cina sembrò anzi trovare nuovo impulso nelle sue relazioni con i palestinesi. Pechino infatti trattò le sue relazioni

131

Yang Jiechi, Speech at the Middle East peace conference in Annapolis, US, November 27, 2007.

132

“杨洁篪说中国重视中东问题安纳波利斯会议”, “Yang Jiechi shuo Zhongguo zhongshi Zhongdong wenti Annaboli huiyi”, (Yang Jiechi afferma che la Cina ripone grande importanza sulla conferenza di pace del Medio Oriente ad Annapolis), 新华网 Xinhuanet, 2007 年 11 月 28 日.

87

Documenti correlati