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S Mi mandi, via via, le bozze: ma che in tipografia le leggano e correggano una prima volta!

Lettera autografa, una facciata su foglio non rigato; data e indirizzo autografi in calce; inchiostro nero. Con busta strappata in corrispondenza del francobollo. Indirizzo: «Signor Giuseppe Raimondi/«La Ronda»/88 Piazza Venezia/Roma (18)». Manca il mittente.

495 Per la Francia vi sono due interventi: E. Cecchi, Confédération entre les intellectuelles de France et d’Italie, in «La

Ronda», n. V, 1919, pp.78-79 e E. Cecchi, L’inferno bolscevico di Roberto Vaucher, in «La Ronda», n. V, 1919, pp. 79- 80.

496 Cfr. supra, nota 487.

497 I nomi di Franchi e Baldini non compaiono nel n. V della «Ronda».

498 Alla fine fu Cecchi e non Saffi a pubblicare la recensione all’opera di Barbusse ma nel n. VIII: E. Cecchi, Chi

siamo… e L’Enfer di H. Barbusse, in «La Ronda», n. VIII, 1919, pp. 73-74. Nel n. V, Saffi pubblicò la recensione A. E.

84 I Via S. Stefano, 15 Bologna, 4 nov 1925 Caro Cecchi,

mi fa piacere scriverle, dopo quattro o cinque anni che non la vedo, per ringraziarla dell’art.499 pubblicato nel «Secolo»500 di sabato scorso. Da esso immagino che nei detti anni lei s’è interessato di quello che io facevo, e se n’è ricordato benevolmente, più di quanto meritassi. Cosicché pure avvertendo alcuni dei veri difetti contenuti nel mio Baudelaire501, ha voluto riconoscervi pregi che

finora, dico la verità, io solo m’azzardavo di sperare, e quelle intenzioni che mi diedero la voglia di scriverlo, ma che, a scrittura finita, mi parevano piuttosto mancante. Basta, è riuscito quello che è. È un libretto che, di necessità, risente delle infelici condizioni in cui mi capita di mettermi al lavoro. Sono lavori che potrebbero forse avere qualche importanza se, vicende famigliari o contingenze pratiche, non m’impedissero spesso di condurle a quel grado di finitezza che vorrei e sogno. - Le dò quindi ragione per quello che può sembrar di esserci d’affatturato nell’intonazione. Le dò ragione anche per il resto, ma proprio col Suarès502 io non c’entro. - Insomma, col tempo ho la fiducia di fare qualcosa di meglio: e, per esempio, meglio credo che siano uno scritto su Cardarelli503 che uscirà ora nel «Convegno»504 e soprattutto una descrizione dell’Emilia505 che ho dato a Somaré506. Ci terrò anche che lei veda un artic.507 su Croce508 critico letterario, in cui m’è parso d’aver chiaramente spiegata la situazione mia, e direi nostra, pensando ad altri giovani della mia generazione, davanti all’opera di Croce. Entro l’anno prossimo, se i miei progetti giungono a compimento, ho in animo di raccogliere un libro di queste diverse cose, descrizioni di paesi, ritratti letterari, alcuni dialoghi, ecc. dai quali potrà forse finalmente uscire una immagine del mio carattere. - Ma per ora ho già parlato abbastanza di me stesso.

Il discorso potrà continuare, se lei avrà la bontà di venirmi a trovare quando passa da Bologna. Ricordi che a casa mia troverà quadri di Morandi509, di Rosai510 e di Carrà, sole cose per le quali può valere la pena di prendersi simile disturbo!

Ma prima di concludere questa lettera devo chiederle un favore: di informarmi come e dove posso procurarmi i suoi articoli su Valéry511 e Ungaretti512 usciti circa due anni or sono nella

499 E. Cecchi, Alla ricerca della gioventù, in «Il Secolo», 31 ottobre 1925. Cfr. supra, nota 148. 500 Cfr. supra, nota 147.

501 G. Raimondi, Notizia su Baudelaire, cit. Cfr. supra, nota 146. 502 André Suarès. Cfr. supra, nota 167.

503 G. Raimondi, Recensione a V. Cardarelli, Favole e Memorie, in «Il Convegno», cit. Cfr. supra, nota 172. 504 «Il Convegno». Cfr. supra, nota 174.

505 G. Raimondi, Emilia, in «L’esame», cit. Cfr. supra, nota 175. 506 Enrico Somaré. Cfr. supra, nota 177.

507 G. Raimondi, Croce critico letterario, in «Il Baretti», cit. Cfr. supra, nota 178. 508 Benedetto Croce. Cfr. supra, nota 180.

509 Giorgio Morandi. Cfr. supra, nota 62. 510 Ottone Rosai. Cfr. supra, nota 106. 511 Paul Valéry. Cfr. supra, nota 154. 512 Giuseppe Ungaretti. Cfr. supra, nota 65.

85

«Tribuna»513. È certamente una seccatura per lei, ma proprio sarei interessato ad averli. (Badi che

mi riferisco agli articoli della «Tribuna», non a quelli della «Stampa»514 o del «Secolo»515. E su Valéry mi pare che n’uscirono due).

Per intanto, stia bene e mi creda il

Suo aff.mo Giuseppe Raimondi

Lettera autografa, due facciate su fogli non rigati. Data e indirizzo autografi in alto. Inchiostro nero. Senza busta.

513 Gli articoli su Valéry e Ungaretti che appaiono sulla «Tribuna» sono i seguenti: E. Cecchi, «Charmes» di Paul

Valery, in «La Tribuna», 23 settembre 1922, recensione a P. Valéry, Charmes ou poèmes, Paris, Nouvelle Reveu

Francaise, 1922; E. Cecchi, Il porto sepolto, in «La Tribuna», 25 luglio 1923, recensione a G. Ungaretti, Il porto

sepolto, La Spezia, Stamperia Apuana, 1923; E. Cecchi, «Valery» di Thimbaudet, in «La Tribuna», 2 novembre 1923,

recensione a A. Thimbaudet, Paul Valéry, Paris, «Cahiers Verts», Librerie Grasset, 1923.

514 Gli articoli sulla «Stampa» sono i seguenti E. Cecchi, Paul Valéry, in «La Stampa», 25 aprile 1924 e E. Cecchi,

Conversazione con Paul Valéry, in «La Stampa», 4 marzo 1925.

86 11

Caro Raimondi,

grazie, in gran ritardo, della sua lettera cortese. Ebbi piacere che il mio cenno non le dispiacesse, con più spazio, e in altro luogo avrei potuto far meglio; ma vidi che lei accettò almeno l’intenzione. È difficile io venga a Bologna; ma, in caso, non mancherei di cercarla; ho troppo vivo il ricordo di alcune buone ore passate insieme. Mi mandi quel ch’Ella fa; il Baudelaire me lo dovetti far prestare!

Ecco le date dei miei articoli che lei cerca: non saprei mandarglieli, perché ne ho una copia sola. Della “conversazione” sulla «Stampa» il Valéry fu molto contento, e mi scrisse una lettera singolare. Tante cose affettuose, e auguri di buon lavoro dal suo

Emilio Cecchi 11 Corso d’Italia, Roma

24 Nov. 1925

«Tribuna» Il Porto Sepolto, 29 luglio 1923 Paul Valéry, 23 settem. 1922 «Stampa» Paul Valéry, 25 Aprile 1924

Convers. con P.V., 10 Marzo 1925516

Lettera autografa, una facciata su foglio non rigato piegato a metà; data e indirizzo autografi in calce; inchiostro nero. Con busta. Timbro postale di partenza: Roma Ferrovia 25-11-1925. Timbro d’arrivo: Bologna Centro 26-11-1925. Indirizzo: «Signor Giuseppe Raimondi/15 via S. Stefano/Bologna». Manca il mittente.

516 Cfr. supra, note 513, 514.

87 12

Caro Raimondi,

grazie della sua. Avevo già letto il pezzo su Poe517: interessante almeno come ricordo a chi non

ricorda. Lei sa che io sempre creduto che Poe sia una faccenda piuttosto grossa; non ho mai abbandonato questo autore, e proprio la sua lettera mi ha trovato con l’ediz. completa in 17 voll. dell’Univ. Di Virginia, sul tavolo: vi pesco dentro cose nuove, ineditissime e insospettate. Ebbi il Galileo518; preso in un monte di fatiche, ancor non l’ho letto; ma sarà fra breve. Di mio è uscito ora la Pitt. Ital. dell’Ottocento519: 100 pagg. fitte di testo e 200 di illustr. mi dispiace non potergliene

mandare copia… per la semplice ragione che dovrei comprarla. Si faccia vedere quando viene a Roma; e mi creda suo

aff. Emilio Cecchi 11 Corso d’Italia, Roma

9.V.1926

Cartolina postale autografa; data e indirizzo autografi in calce; inchiostro nero. Timbro postale di partenza: Roma Centro 7-06-1926. Indirizzo: «Giuseppe Raimondi/15 via Santo Stefano/Bologna».

517 G. Raimondi, Rievocazioni letterarie. Idea di Poe, in «La fiera letteraria», II, 23, 6 giugno 1926, p. 5. 518 G. Raimondi, Galileo, ovvero dell’aria, cit. Cfr. supra, nota 192.

88 13

11 Corso d’Italia, Roma 23 giugno 1927 Caro Raimondi,

ho avuto la sua lettera, e la ringrazio delle sue buone parole sul mio libro. Aspetto «L’Italiano»520; dispiacente di sentire le ragioni del ritardo. Faccia i miei saluti al Longanesi521, che spero si sia completamente ristabilito. Vorrei davvero mandar presto qualche cosa all’«Italiano»: ma son guai; sono in ritardo con un sacco di impegni; è difficile mi esca qualche cosa di buono: in ogni modo, farò tutto il possibile. Su «Vita Artistica»522 si pubblica regolarmente, da alcuni numeri, una buona réclame dello «Italiano»: si deve soltanto al disordine della casa editrice «La Voce», se la rivista non vien loro spedita regolarmente. Cose tremende; scrivere una rivista, anche se la si fa tutta in due, come io e Longhi523 facciamo per «Vita Artistica», è il meno; tutta la forza, i crucci, etc. vanno perduti a correggere disguidi, negligenze, torpori amministrativi: lei si rammenta la storia della «Ronda», che morì di questi stupidi mali! Ebbi il Galileo; e vidi nel «Convegno» la sua Giornata a Pontecchio524, molto efficace e suggestiva; e aspetto i nuovi scritti che ella mi annuncia. È difficile che io venga a Bologna, ma se lei viene a Roma, salga a casa mia. Mia moglie si unisce a me, nel mandarle i migliori saluti. Mi creda sempre il suo vecchio e affez/mo

Emilio Cecchi

Lettera dattiloscritta, una facciata su carta non rigata; data e indirizzo in alto. Firma autografa. Con busta. Timbro postale di partenza: Roma Ferrovia 23-06-1927. Timbro d’arrivo: Bologna Centro 24-06-1927. Indirizzo: «Sig. Giuseppe Raimondi/presso «l’Italiano»/20 via dei Pini/Bologna». Manca il mittente.

520 Cfr. supra, nota 16.

521 Leo Longanesi. Cfr. supra, nota 15. 522 Cfr. supra, nota 229.

523 Roberto Longhi. Cfr. supra, nota 17.

89 14

11 Corso d’Italia, Roma 7.VII.1927 Caro Raimondi,

ho avuto poco fa «l’Italiano». Per l’amor d’Iddio! Sono rimasto di stucco! Lei ha scritto troppo bene di me525; ha inventato un sacco di belle cose. E poiché la gente troverà che sono vere, se la rifaranno con me e con lei. Ringrazi Longanesi, che spero si sia rimesso. Cardarelli mi scrive da Venezia. Io sto tutta l’estate qui a Roma; i miei sono andati, ma io ho da fare e sto qui. Grazie di nuovo; se viene a Roma, si faccia vivo. Saluti gli amici; e si ricordi del suo riconoscente ed aff.mo

Emilio Cecchi

Cartolina postale autografa; data e indirizzo autografi in alto; inchiostro nero. Timbro postale di partenza: Roma Ferrovia 7-07-1927. Timbro d’arrivo: Bologna Centro 8-07-1927. Indirizzo: «Sig. G. Raimondi/presso «l’Italiano»/20 via dei Pini/Bologna».

90 15

Caro Raimondi,

grazie del Giordani526, che lessi subito; la edizione è degna dello scritto; che mi pare il più

bell’elogio. Auguro al suo libretto la migliore fortuna. Vi ho ritrovato tutte le sue qualità, ed altre, se possibile, di ancor maggiore politezza e sottigliezza. Se viene a Roma, dia una capatina in Corso Italia: sono secoli che non ci vediamo, e ci troveremo chi sa come mutati. Mi creda con i saluti più affettuosi

suo vecchio Emilio Cecchi 11 Corso d’Italia, Roma

28 febbraio 1928

Cartolina postale autografa; data e indirizzo autografi in calce; inchiostro nero. Timbro postale di partenza: Roma Centro 01-03-1928. Indirizzo: «Sig. Giuseppe Raimondi/24 via S. Stefano/Bologna».

91 16

Roma, lì 28 giugno 1928 Caro Raimondi,

scusi il ritardo a risponderle; ma son stato un po’ fuori Roma; e un po’ ingombrato di faccende. Avevo avuto notizia, o meglio: sentore, del suo dissidio con Longanesi: il mondo letterario è pieno di cotesti spiacevoli incidenti, che poi non impediscono a nessuno di fare il suo lavoro e la sua strada; e che si eviterebbero facilmente, a metterci soltanto un po’ di buona volontà. Vedrà che prima o poi il contrasto cadrà da sé stesso; e se a me capiterà di prestarmi per farlo cessare, sia certo che lo farò; tanto son sincero che non ha vere ragioni d’essere.

Ho avuto in questi giorni Testa o Croce527, non l’ho ancora letto; ma ci ho rivisto dentro pagine di cui mi ricordavo con molta simpatia. Ho letto invece la prefazioncina di Bacchelli, assai garbata e ariosa. Veggo che lei lavora; che è quel che conta. Io spero di pubblicare in autunno il Nero e Bianco528, e un libro529 su Pietro Lorenzetti530, per il quale ho raccolto un materiale illustrativo in gran parte nuovo. Con Longhi si fa questa rivista: «Pinacotheca»531, che sarà una «Vita Artistica» molto migliorata. Qualche articolo al «Corriere» e alla «Fiera»532; parecchie letture e lavoro che non

si vede: ecco tutto. Non badi all’indirizzo di questa carta; il mio è sempre: 11 Corso d’Italia. Stia allegro e lavori. E si abbia i migliori saluti del suo affez/mo

Emilio Cecchi

Lettera dattiloscritta, una facciata su carta intestata «Pinacotheca/Studi di storia dell’arte/diretti da Roberto Longhi ed Emilio Cecchi/Redazione e Amministrazione/Roma (37) – 15, via Antonio Borio – Roma (37)»; datata. Firma autografa. Con busta. Timbro postale di partenza: Roma Ferrovia 30-06-1928. Timbro d’arrivo: Bologna Centro 01-07-1928. Indirizzo: «Sig. Giuseppe Raimondi/24 via S. Stefano/Bologna». Manca il mittente.

527 G. Raimondi, Testa o croce, cit. Cfr. supra, nota 208.

528 L’unica opera che risponde a questo titolo è un articolo del 1929: E. Cecchi, Bianco e nero, in «Italia Letteraria», 7

aprile 1929, recensione a O. Vergani, Io, povero negro, Milano Treves, 1929.

529 E. Cecchi, Pietro Lorenzetti, cit. Cfr. supra, nota 233.

530 Pietro Lorenzetti (1280?-1348?), pittore. Tra i maggiori rappresentanti della scuola senese. Fu il fratello maggiore di

un altro importante artista del Trecento: Ambrogio Lorenzetti.

531 Cfr. supra, nota 229.

532 «La fiera letteraria», rivista letteraria fondata a Milano nel 1925 da Umberto Fracchia. Nel 1928 la redazione si

92 17

Caro Raimondi,

mia moglie mi ha passato la sua cartolina. Ebbi il Magalotti533 e lo lessi subito. Scusi se non le

scrissi. Ma con la malattia e la morte di mia madre, sono stato a lungo a Firenze, e sono tornato solo oggi. Mi limito a mandarle per oggi un cenno di riscontro e di saluto.

aff. Emilio Cecchi 17.III.1928534

Cartolina postale autografa; datata; inchiostro nero. Timbro postale di partenza: Roma Ferrovia 18- 03-1929. Indirizzo: «Sig. Giuseppe Raimondi/24 via S. Stefano/Bologna».

533 G. Raimondi, Magalotti, cit. Cfr. supra, nota 245.

534 Cecchi fa un errore di datazione. L’anno è il 1929, oltre al timbro infatti, è provato dall’uscita del Magalotti, il 10

93 II

Bologna, 15 via S. Stefano 21.1.1942 Caro Cecchi,

mi dicono che lei ha scritto un articolo535 sull’epistolario di Giacinto Cestoni536 ad Antonio Vallisnieri537. Come potrei fare ad averlo? Poiché l’argomento mi interessa. Ogni anno, i bellissimi geli bolognesi di gennaio mi riportano davanti al caminetto con qualche vecchio seicentista o naturalista, che si lasciano leggere assai volentieri in questa stagione! - Da quanti anni non ci si vede? E lei non capita mai da queste parti? Perché io, a Roma, è difficile. Seguo sempre il suo lavoro: i suoi libri, la rivista. E adesso mi dicono di una collezione di monografie d’arte che lei dirige538. Mi rallegro sicuramente di questa sua attività, caro Cecchi, e la prego di credermi con i migliori saluti il suo aff.mo

Giuseppe Raimondi A Emilio Cecchi

Corso d’Italia, 11, Roma

Lettera autografa, una facciata su foglio di carta non rigata di colore verde; indirizzo e data in alto. Inchiostro nero. Senza busta.

535 E. Cecchi, L’amico dei camaleonti, in «Corriere della Sera», 25 febbraio 1941, recensione a G. Cestoni, Epistolario

ad Antonio Vallisnieri, parte I, Roma, Reale Accademia d’Italia, 1940.

536 Giacinto Cestoni (1637-1718), speziale. Il suo nome è legato alla scoperta dell’acaro della scabbia.

537 Antonio Vallisnieri (1661-1730), medico e naturalista. Fu autore di molte ricerche su argomenti di biologia e lasciò

un importante catalogo di piante.

94 18

Caro Raimondi,

grazie del gentile ricordo. L’articolo sul Cestoni: L’amico dei camaleonti, uscì sul «Corriere», 25 febbraio 1941539; ma riguardava solo il primo volume dell’epistolario. Non ho copie da mandarle, come avrei voluto fare volentieri. Circa la piccola collezione di monografie, se ne faccia dire qualche cosa da Francesco Arcangeli540, che ha fatto un eccellente volumetto su Tarsie541. Se le viene in mente un soggetto, dopo che Arcangeli l’avrà informata, mi scriva e proponga: sarei ben lieto. Non contemporanei. Anche Longhi potrebbe darle qualche suggerimento. Di nuovo, grazie delle sue e saluti

aff.mo Emilio Cecchi 24 gennaio 1942, xx

Roma

Cartolina postale autografa; datata; inchiostro nero. Timbro postale di partenza: Roma Ferrovia 25- 01-1942. Indirizzo: «Giuseppe Raimondi/15 via S. Stefano/Bologna».

539 Cfr. supra , nota 535.

540 Francesco Arcangeli. Cfr. supra, nota 292.

95 III

Bologna, 15 VIA S. STEFANO 12 Giugno ‘42 Carissimo Cecchi,

le chiedo scusa di non essermi più fatto vivo con lei, nei pochissimi giorni della mia permanenza a Roma: ma tra vecchi amici, nuovi amici, e pittori, e librerie, in tempo mi volò via.

Perché le avevo promesso di riparlare della monografia per la sua collezione: mentre le confesso che io sono al punto di incertezza di prima; e cioè non so quale nome farle, come possibile candidato alla sua elezione; essendomi anche accorto che gli altri collaboratori si sono attaccati ad argomenti piuttosto assai importanti, e tali da mettere in imbarazzo uno come me!

Lei fece il nome di Parmigianino; che mi parve un poco troppo impegnativo; e se mi azzardassi a fare quello di Lelio Orsi542, piuttosto? Ma sono certo che non andrà.

Insomma io direi, se crede, che Lei mi mandasse un piccolo elenco di titoli che La interessano: io vedrò se in mezzo ce ne sarà qualche adatto alle mie possibilità. Va bene?

Stia bene, caro Cecchi, e faccia i miei saluti alla signora Leonetta. Si abbia una stretta di mano dal

suo aff.mo Gius. Raimondi

Lettera dattiloscritta, una facciata su foglio non rigato. Indirizzo e data in alto. Firma autografa, inchiostro nero. Senza busta.

542 Lelio Orsi. Cfr. supra, nota 294.

96 19

Caro Raimondi,

Lelio Orsi non può andare: un editore che non abbia un pubblico di sottoscrittori “specializzati”, come fa ad azzardarsi a una spesa così forte? Ci pensi con comodo, non abbia furia; e mi faccia nuove proposte. Grazie intanto del Taccuino543, ora ricevuto, e in parte letto, o riletto, con molto piacere. È venuto un ben grazioso volumetto. Congratulazioni, e mi creda sempre aff.mo

Emilio Cecchi 11 corso d’Italia, Roma 10 luglio 1942, xx Ho avuto due libri del Tobino544, ma non so dove ringraziarlo.

Cartolina postale autografa; data e indirizzo autografi in calce; inchiostro nero. Timbro postale di partenza: Roma Ferrovia 11-07-1942. Indirizzo: «Giuseppe Raimondi/15 via S. Stefano/Bologna».

543 G. Raimondi, Giornale ossia Taccuino (1925-1930), cit. Cfr. supra, nota 295.

544 Mario Tobino (1910-1991), scrittore e poeta. Accanto alla sua professione di medico, fu primario dell’Ospedale

psichiatrico di Maggiano (Lucca), coltivò l’interesse per la letteratura pubblicando diversi romanzi e e racconti. I due libri a cui fa riferimento Cecchi sono, molto probabilmente M. Tobino, Veleno e Amore, Firenze, Edizioni di Rivoluzione, 1942 e M. Tobino, Il figlio del farmacista, Milano, Edizioni di Corrente, 1942.

97 20

Caro Raimondi,

ebbi l’altro giorno Anni di Bologna545, e lo lessi subito: è una delle sue cose più belle e piene; e

mi rinnovò l’impressione vivissima che mi aveva fatto, pochi giorni fa, la sua lettera bolognese sulla «Fiera». Le sono molto grato di avermi mandato il suo volume. Vorrei scrivergliene a lungo: perché mi ha fermato in una infinità di luoghi, immagini, ecc: ma so come vanno queste cose, che con l’idea di aspettare il momento opportuno per scrivere a lungo, passano i giorni e le settimane, eppoi non si scrive né a lungo né in breve. Così le mando senz’altro questo ringraziamento e saluto, sperando che l’indirizzo vada bene. Non si dimentichi della «Fiera» che per ora, purtroppo, mi pare un po’ fiacchetta. E mi creda, con gran desiderio che capiti presto di rivederci, suo aff.mo

Emilio Cecchi Roma, 15 maggio 1946

Cartolina postale autografa; datata; inchiostro nero. Timbro postale di partenza: Roma Ferrovia 22- 05-1946. Indirizzo: «Sig. Giuseppe Raimondi/15 via S. Stefano/Bologna». Mittente «Spedisce:/Emilio Cecchi/11 Corso d’Italia/Roma».

98 IV

Via Santo Stefano, 15 Bologna, 18 maggio ‘46 Caro Cecchi,

avrà ricevuto, spero, un mio libretto546. Uno di quelli miei soliti libretti, “mezzo clandestini”, come li chiamò una volta l’amico Cardarelli. Se ha la pazienza di leggerlo, vi troverà cose piuttosto vecchie insieme a qualche pagina più recente. Ma il libro doveva uscire tre anni fa, per Maccari547, ed era una specie di piccola antologia, da offrire agli amici, più che ai lettori delle Giovani Generazioni, che hanno altre curiosità. Esce «Immagine»548 in ritardo. Ma anche questa è una delle mie particolarità. Lo accetti in ogni modo com’è, e in sincero ricordo della nostra vecchia amicizia.

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