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1 2 – Materiali e Metodi

La ricerca è stata condotta in serra presso i campi sperimentali del Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie (San Piero a Grado, Pisa). La serra utilizzata presenta una struttura in ferro-PVC con pavimento in cemento, nella quale trovano posto bancali, anch’essi in cemento, di dimensioni pari a 1 x 6 x 0.25 m, riempiti con terreno a granulometria prevalentemente sabbiosa.

La prova, svoltasi dal mese di marzo al mese di luglio, non ha previsto né il riscaldamento della serra né la supplementazione della luce naturale con lampade. L’irrigazione era a goccia, automatizzata.

Le specie alofite usate sono state scelte tra quelle che possono avere un impiego alimentare come ortive minori, in modo da trarre un duplice vantaggio dal loro utilizzo. Le specie adottate erano Salsola soda L., Portulaca oleracea L. e Atriplex hortensis L. Come specie ortiva è stato utilizzato il pomodoro (Solanum lycopersicum L.): tale scelta è stata dettata dall’importanza economica della specie, nonché dalla sua buona resistenza alla salinità, caratteristica che lo pone tra le orticole più tolleranti. Si è optato per la cultivar da tavola “Jama”, adatta all’ambiente protetto.

Sono state eseguite, come detto nell’introduzione, due subprove contemporaneamente:

A – Terreno non salino (valore medio di EC dell’estratto saturo = 3 dS/m; concentrazione

di Na scambiabile = 210 ppm) e acqua di irrigazione salina (acqua piovana + 0,7 g/l di concime 20/20/20 + 3 g/l di NaCl, per una EC complessiva pari a 5,8 dS/m)

B – Terreno salino (valore medio di EC dell’estratto saturo = 5,35 dS/m; concentrazione di

Na scambiabile = 650 ppm) e acqua di irrigazione non salina (acqua piovana + 0,7 g/l di concime 20/20/20, per una EC complessiva pari a 0,84 dS/m).

In entrambe le prove, le tesi messe a confronto sono state le seguenti: - Pomodoro da solo in condizioni non saline (Controllo)

- Pomodoro da solo in c.s.*

- Pomodoro + Salsola (75 g/m2 di seme) in c.s. - Pomodoro + Portulaca (10 g/m2 di seme) in c.s. - Pomodoro + Atriplex (4 g/m2di seme) in c.s.

Ogni tesi era costituita da un bancale; lo schema sperimentale era a blocco randomizzato con due ripetizioni.

Nella prima decade di marzo è stata effettuata la semina di Salsola soda L. e di Atriplex

hortensis L. Si è trattato di una semina piuttosto precoce rispetto al trapianto del pomodoro,

per permettere uno sviluppo equilibrato con quest’ultimo. I primi semi hanno iniziato a germinare dopo 2 settimane, in prevalenza nei bancali a terreno non salino

Il 18/3 sono state trapiantate le piantine di pomodoro, alla distanza di 35 cm l’una dall’altra sulla fila e di 50 cm tra le due file, per un totale di 32 piante per bancale, corrispondente ad un investimento ad ettaro di circa 38000 piante.

Due settimane dopo il trapianto del pomodoro è stata effettuata la semina di Portulaca

oleracea L.

Il 07/04/03 è iniziata l’irrigazione secondo il programma sopracitato: il bancale del pomodoro da solo in condizioni non saline è sempre stato irrigato con acqua non salina, i bancali della prima prova con acqua salina e quelli della seconda con acqua dolce.

La raccolta è iniziata il 5 giugno ed è terminata il 3 luglio. Essa veniva effettuata al momento dell’invaiatura dei frutti.

Per ogni tesi la produzione è stata divisa in commerciale e scarto, e i dati parziali di peso e numero dei frutti sono stati registrati per ogni raccolta. Per ogni trattamento è stato poi selezionato un campione di bacche, destinate alle analisi della qualità (vedi sotto).

A metà del periodo di raccolta, per ogni tesi è stato prelevato un campione della parte epigea di due piante. Di ogni pianta è stato misurato il peso fresco degli steli e delle foglie e, in seguito all’essiccazione in stufa a 70°C fino a peso costante, il peso secco. I campioni essiccati sono stati macinati per effettuare su di essi le analisi chimiche. Per ogni alofita è stato prelevato un campione del quale si è misurato il peso fresco e quello secco, dopo di che si sono effettuate le analisi chimiche sul macinato per quanto riguarda Na, Cl, N, P, K, Ca.

Analisi della qualità delle bacche

Un campione di bacche proveniente da ogni bancale è stato sottoposto ad analisi della qualità.

La prima misura ha riguardato la consistenza delle bacche, valutata tramite penetrometro, dopodiché esse sono state omogeneizzate.

Per ogni campione si è quindi misurato la percentuale in sostanza secca (% s.s.), mettendo 100g di frullato in stufa a 70°C fino a peso costante.

Ciò che rimaneva del frullato è stato passato con filtri rapidi, e del filtrato ottenuto si è misurato il pH, l’acidità titolabile e il residuo ottico (°Brix).

Metodi di analisi chimica dei macroelementi nella sostanza secca dei tessuti

Dei campioni di fusti e foglie seccati e macinati, relativi a due piante per ogni bancale, sono stati analizzati Na, Cl, N, P, K, Ca.

Per l’N si è usato il metodo Kjeldahl: 250 mg di ogni campione sono stati digeriti con 6 ml di acido fosfosolforico e una pastiglia di selenio (catalizzatore) a 370 °C per 20’. I campioni digeriti sono stati poi distillati tramite Kjeltec System e infine titolati con HCl 0,1 N.

Per la misura di P, K e Na i campioni sono stati sottoposti a digestione nitroperclorica. 200 mg di campione sono stati digeriti con 5 ml di acido nitrico e 2 ml di acido perclorico, a 150 °C per 1h 15’. Successivamente i campioni sono stati raffreddati e portati a 100 ml con H2O

distillata.

Per la misura del P sono stati prelevati 8 ml di ogni campione, ad essi si è aggiunto 1 ml di soluzione di Iconogeno e 2 ml di soluzione di molibdato di ammonio, dopodiché sono stati portati a 25 ml con H2O distillata, agitati e analizzati allo spettrofotometro a 640 nm (metodo

Morgan).

Per le analisi di Na e K è sta eseguita la diluizione 1:12,5 di 2 ml di campione (2 ml di campione a 25 ml con H2O distillata) e successiva lettura allo spettrofotometro con appositi

filtri.

L’analisi del Cl è stata condotta secondo il metodo Zall et al., (1956). Si è estratto il Cl con acqua calda (60-70 °C) da 200 mg di campione secco macinato, diluito con H2O distillata

fino a 200 ml e filtrato. In seguito, a 1,5 ml di filtrato per campione si sono aggiunti 2 ml di soluzione di tiocianato di mercurio, 5 ml di soluzione di ferroammonio e 10 ml di soluzione di acetato di Na (concentrazioni indicate nel protocollo). Il volume è stato portato a 25 ml con H2O distillata, e i campioni letti allo spettrofotometro per una lunghezza d’onda pari a λ

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