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3.8 L A CORRETTEZZA DELLA TRADUZIONE : CONFRONTO DEI BRANI PRINCIPALI

3.8.1 Questa o quella per me pari sono

Testo originale

Questa o quella per me pari sono a quant’altre d’intorno mi vedo; del mio core l’impero non cedo meglio ad una che ad altra beltà. La costoro avvenenza è qual dono di che il fato ne infiora la vita; s’oggi questa mi torna gradita, forse un’altra doman lo sarà.

La costanza, tiranna del core, detestiamo qual morbo crudele, sol chi vuole si serbi fedele; non v’ha amor, se non v’è libertà. De’ mariti il geloso furore, degli amanti le smanie derido; anco d’Argo i cent’occhi disfido se mi punge una qualche beltà.

Qui sopra è riportato il testo originale della ballata del Duca, durante il primo atto. Gli spettatori possano capire subito il carattere del Duca, un donnaiolo che crede tutte le donne siano uguali e che al massimo ognuna mostri una sua particolare caratteristica avvenente. Con questa ballata, il Duca esprime ciò che si aspetta dalla vita, ovvero continuare a corteggiare «questa o quell’altra». Da questi versi deriva dunque il tono della traduzione. Traduzione dell’autrice 我身边的每个女士, 对我来说都是一样的, 我不会偏心哪一位 当然也不会动真心。 她们的美貌是命运的馈赠, 让这生活充满芬芳。 今天这位美人让我心乱神迷, 明天或许又会是另一个占我心房。 坚贞是统治心灵的暴君, 就像瘟疫一样令人憎恶。 只有那些想要坚守的人才会忠诚; 对我来说没有自由,爱就不复存在。 我嘲笑那些丈夫们的妒火, 我嘲笑那些情人们的焦躁; 如果是那些位美人怂恿我, 我甚至可以向百眼巨人提出决斗。

Traduzione di Zhou Feng

这位小姐或那一位年轻太太 在我看来,都一样地可爱, 对于她们,我从不偏爱, 但也不会以真心相待。 上帝将这么多美人恩赐于我, 使我生活里开满了花朵; 所谓忠诚,不过爱情的暴君, 像疾病真教我痛恨。 让傻瓜去保持那忠贞; 没有自由,那就没有爱情。 不顾丈夫们嫉妒的怒火, 不管情人们怎样受折磨,

Qui sopra appaiono le due versioni in cinese messe confronto, la prima tradotta dall’autrice e la seconda da Zhou Feng. Ciò che si nota subito è che dal punto di vista della rima, la versione tradotta da Zhou è molto orecchiabile ed è più corta rispetto la versione dell’autrice. Ma si può vedere concretamente che il traduttore ha scelto di dare maggiore importanza alla cantabilità rispetto al contenuto. Qui sotto vengono riportati tre passaggi che distinguono la traduzione dell’autrice da quella di Zhou:

Questa o quella per me pari sono a quant’altre d’intorno mi vedo;

这位小姐或那一位年轻太太 在我看来,都一样地可爱

我身边的每个女士, 对我来说都是一样的, versione di Zhou versione dell’autrice

Zhou ha deciso di utilizzare «questa signorina o quella giovane signora (这位小姐 或那一位年轻太太)» come la traduzione di «questa o quella», e nel frattempo ha aggiunto l’aggettivo kěài 可爱 (carino) nella sua traduzione, che non è però presente nel testo originale. Nella traduzione dell’autrice, invece, viene utilizzata měigè nǚshì 每个女士 (ogni signora) come possibile traduzione di «questa o quella», per evitare di usare zhège 这个 (questo) e nàge 那个 (quello), che secondo l’autrice sono troppo generici e quindi si allontanano molto da una traduzione più letteraria.

Il secondo esempio è il seguente:

La costoro avvenenza è qual dono di che il fato ne infiora la vita;

上帝将这么多美人恩赐于我, 使我生活里开满花朵;

这美貌是命运的馈赠, 让她们的生活充满芬芳。 versione di Zhou versione dell’autrice

originale, «la costoro avvenenza», che è a sua volta divenuto l’oggetto diretto nella frase, reso come méirén 美人, ovvero la bella donna (o le belle donne). La traduzione di Zhou assume quindi il seguente significato: tutte queste beltà sono un dono che Dio mi ha fatto (Duca) e che mi hanno infiorato la vita. In realtà, come l’autrice ha analizzato nella sezione precedente, Piave non ha parlato né di Dio né di dono al Duca nel testo originale, ma ha parlato, invece, del fato, ovvero mìngyùn 命运 in cinese, e «la avvenenza» è semplicemente un dono regalato dal destino alle donne per «infiorarne la vita». Zhou dunque ha optato per una traduzione libera, che l’autrice ha ritenuto inappropriata per un testo letterario di questo tipo.

Il terzo esempio è:

anco d’Argo i cent’occhi disfido se mi punge una qualche beltà.

我可没法抵挡爱情的诱惑, 假如美人向我送秋波。

如果是位美人怂恿我, 我甚至可以向百眼巨人提出决斗。 versione di Zhou versione dell’autrice

In questo caso si nota come Zhou opti per una traduzione comunicativa, ovvero riproduce solo il senso dei versi originali, modificandone però la maggior parte del testo per renderlo più facilmente comprensibile ad un lettore cinese. Ciò porta ad esempio ad omettere totalmente la figura di Argo, un mostro dai cento occhi della mitologia greca, che Piave aveva inserito nell’originale. Davanti allo sguardo di una bella donna, il Duca non può resistere alla tentazione dell’amore; traduzione che secondo l’autrice perde totalmente la carica emotiva che vuole trasmettere l’originale. L’autrice ha invece preferito una traduzione più fedele: «Argo i cent’occhi» è stato tradotto come bǎiyǎn

jùrén 百眼巨人 (gigante con cent’occhi) che è ormai la traduzione canonica in cinese

di questo essere mitologico. L’autrice ha però interpretato il verbo «punge» come stimolare, e di conseguenza ha utilizzato il verbo sǒngyǒng 怂恿.

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