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MENTE, SVILUPPO E SOCIETÀ

Tendenze e problemi di psicologia dello sviluppo

Collana diretta da Gabriele Di Stefano n. 1 a cura di G. Butterworth INFANZIA ED EPISTEMOLOGIA

Una valutazione della teoria di Piaget ed. ital. a cura di L. D'Odorico e F. Franco

n. 2

a cura di Sara Meadows

PENSIERO E SVILUPPO

Differenti approcci allo sviluppo cognitivo

ed. ital. a cura di V. Girotto e V. Indirli

± EDIZIONI UNICOPLI

cioè la capacità di provare pena o piacere, è il prerequisito per avere interessi, "una condizione che deve essere soddisfatta prima di poter par-lare di interessi in un modo che ab-bia senso". Se un essere soffre, non esiste giustificazione morale per ri-fiutarsi di prendere in considerazio-ne tale sofferenza. La sensibilità rap-presenta dunque per Singer l'unico confine plausibile per delineare l'a-rea del nostro dovere di preoccupar-ci degli interessi altrui, e il prinpreoccupar-cipio di eguaglianza va così precisato: qua-lunque sia la natura dell'essere, i suoi interessi devono essere valutati quanto gli analoghi interessi di ogni

nella razionalità, nel linguaggio o nell'autonomia. Quale è allora per noi la vera discriminante? Evidente-mente, l'appartenenza alla specie umana. Ma questo, conclude Singer, "è specismo, puro e semplice, ed è tanto indifendibile quanto il più lampante razzismo".

La sfida che Animai Liberation lancia alla morale corrente non è sol-tanto teorica. Per Singer parlare di specismo significa parlare di situa-zioni concrete: della sperimentazio-ne di laboratorio, per esempio, o del-l'allevamento industriale degli ani-mali per scopi alimentari. Animai Liberation dedica ampio spazio alla descrizione di queste pratiche. At-tingendo i suoi dati direttamente

solo mediante gli usuali processi po-litici: l'efficacia di un discorso rifor-matore viene piuttosto subordinata al radicale mutamento delle abitudi-ni individuali che la revisione dell'e-tica tradizionale impone. D i qui l'importanza che Singer attribuisce all'individuazione e all'eliminazione delle forme che lo specismo assume nella nostra vita: importanza ben esemplificata dal lungo capitolo sul vegetarianesimo, nel quale alle argo-mentazioni teoriche a sostegno del rifiuto della carne si intreccia l'anali-si degli effetti pratici di tale rifiuto.

E stato scritto che Animai Libera-tion ha la peculiarità di essere il pri-mo libro di filosofia pri-morale che for-nisca ricette per ì'hummus e l'£gg

E stato scritto che Animai Libera-tion ha la peculiarità di essere il pri-mo libro di filosofia pri-morale che for-nisca ricette per ì'hummus e l'£gg

Psicoanalisi

90 anni

di Mauro Mancia

SILVIA VEGETTI FINZI, Storia

della psicoanalisi. Autori opere

teorie 1895-1985, Mondadori,

M i l a n o 1 9 8 6 , p p . 4 3 2 , L i t . 20.000.

La Storia della Psicoanalisi viene affrontata da Silvia Vegetti come sto-ria delle idee e dei concetti che fon-dano la psicoanalisi. Essa viene infat-ti definita nel suo versante tecnico come un procedimento per curare la mente ma, nel suo versante epistemi-co, viene riconosciuta come metodo di conoscenza della mente. L'autrice si pone il problema se la psicoanalisi sia storicizzabile o meno in quanto fondata sul concetto di inconscio che per definizione è fuori del tem-po. Ma poiché l'inconscio è essen-zialmente legato ad una esperienza relazionale (e in questo senso la Ve-getti si pone decisamente tra i post-freudiani) essa acquisisce una dimen-sione storica. Chiarito questo punto, viene affrontato il tema della nascita della psicoanalisi p a r t e n d o dal "romanzo familiare" di Freud e inse-rendo la sua "malattia creativa" nel contesto scientifico neurologico e psichiatrico della Germania di fine Ottocento. Anna O. costituisce, co-me caso clinico, la linea di partenza da cui si muove un nuovo modo di concepire la mente: una psicoanalisi come nuova antropologia.

L'isteria e il linguaggio del sinto-mo sono i luoghi dell'incontro tra Freud e Breuer e dell'inizio di un sodalizio fondamentale, anche se ambiguo, che durerà pressapoco fi-no al 1896, epoca in cui si assisterà ad un passaggio dell'identificazione di Freud da Breuer, che rappresentava la sicurezza di un metodo scientifico di stampo positivista codificato, a Fliess che rappresentava un modo di pensare la mente certo più rischioso, ma promettente e avventuroso. E a Wilhelm Fliess che Freud scriverà la famosa lettera del 21 settembre 1897 in cui abbandonerà la teoria della se-duzione per dare un nuovo spazio alla fantasia e al desiderio e per intro-durre, nei labirinti della mente, la peste dell'Edipo e la teoria della ri-mozione.

Il vero momento in cui il pensare di Freud subisce una decisa virata è il Progetto del 1895. La storia e la vi-cenda di questo manoscritto abban-donato nella mani di Fliess e pubbli-cato postumo nel 1951 sono troppo note per essere discusse qui. Basta sottolineare, come fa Silvia Vegetti, che l'interesse del Progetto non è so-lo storico ma contiene in embrione i concetti fondanti della metapsicolo-gia freudiana con un linguaggio me-taforico che ritorna puntualmente nel VII capitolo della Interpretazione dei sogni.

L'Edipo e la sua risoluzione intro-ducono il tema della sessualità che viene per la prima volta affrontata con metodo scientifico. Un ampio spazio viene dato in questa Storia della psicoanalisi alla teoria della ses-sualità femminile elaborata da don-ne. Le vicissitudini dell'Edipo sono descritte seguendo il pensiero di H. Deutsch, K. H o r n e y e M. Klein. Queste tre analiste vengono presen-tate come i pilastri di un nuovo mo-do, dopo Freud, di concepire il mon-do della bambina e il suo sviluppo sessuale. La sessualità femminile vie-ne liberata dalla strettoia riduttiva in cui l'aveva messa Freud con l'invidia del pene e viene affrontata in modo più articolato. Con la Klein essa ver-rà a rappresentare un modello rela-zionale dove il rapporto con la ma-dre quale primo oggetto d'amore sa-rà determinante.

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