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METODO E STRUTTURA DELLA RICERCA

Nel documento Jacques Simon: pensiero e paesaggi (pagine 31-35)

Il metodo di ricerca applicato, di tipo qualitativo, permette di leggere le opere realizzate da Jacques Simon attraverso la visione, personale e cri- tica, e gli strumenti che lo studio della disciplina paesaggistica fornisce. La ricerca si articolata in una prima fase di studio delle fonti edite di Jac- ques Simon e quello di fonti edite di altri autori su Jacques Simon, succes- sivamente vengono realizzate alcune interviste a personalità dell'ambito culturale francese ed europeo che hanno collaborato con il paesaggista e nella fase finale si svolge la ricerca applicata su opere realizzate da Jac- ques Simon in Francia, attraverso lo studio degli elaborati progettuali ed osservazioni dirette sul campo.

Nel corpo della tesi si sceglie di riportare alcune citazioni letterali di Si- mon perché queste permettono di tracciare in maniera più completa il la- voro del paesaggista ed il suo pensiero; consentono, inoltre, un maggiore rigore scientifico rispetto alla complessità, la visione sistemica e transca- lare di alcuni temi specifici affrontati da Simon nei suoi scritti.

Si sceglie, inoltre, di mantenere in lingua originale la terminologia speci- fica di alcune tematiche progettuali perchè la traduzione in lingua italia- na potrebbe creare fraintendimenti, per questo motivo tali termini ven- gono riportati in corsivo e tra apici singoli.

Lo studio e la sistematizzazione del corpo iconografico prodotto da Ja- cques Simon è stato parte integrante del lavoro di ricerca. Per questo motivo e poiché si ritiene fondamentale per una buona comunicazione dell’opera del paesaggista, oltre che per la notevole importanza riscon- trata nella divulgazione di una enorme quantità di materiali grafici poco accessibili (schizzi, disegni planimetrici e prospettici, fotografie), questo elaborato di restituzione del lavoro svolto è costituito in maniera sostan- ziale da immagini prodotte da Simon e selezionate in maniera critica. La tesi si compone, inoltre, d’interviste sottoposte ad un gruppo di inter- locutori, scelti con il fine di ricostruire, attraverso la narrazione di espe- Copertina di «Aménagements des

espaces libres. Les gens vivent la ville, n°7»

di Jacques Simon. Foto di Nicoletta Cristiani (2017). La diversa natura dei numeri della collana, sia in termini di contenuti che di rappre- sentazione grafica rende lo studio delle opere più interessante, agevolando la di- mensione critica del lettore. Le considera- zioni, mai banali, di Simon trovano spazio in Les gens vivent la ville, dando voce, sotto forma di fumetto, ai cittadini che popolano i paesaggi urbani. Le immagini delle città hanno sembianze reali in alcuni casi, men- tre in altri vengono manipolate dall’autore.

Interno di «Aménagement des espaces

libres. Les gens vivent la ville, n°7»

di Jacques Simon. Foto di Nicoletta Cristiani (2017). 'Les gens vivent la ville' è un fascicolo stra- vagante e dalla struttura particolare, com- posto da pagine senza rilegatura. Queste possono, quindi, assumere l'ordine che il lettore preferisce, fornendo la possibilità di giocare con loro come fossere le tessere del Domino.

rienze vissute, l'approccio artistico, progettuale e didattico di Simon. Il metodo utilizzato è quello dell'intervista semi-strutturata, composta da un primo set di domande uguali per tutti gli interlocutori, attraverso le quali si mettono in evidenza temi comuni e successivamente si procede ad una triangolazione dei discorsi trattati, in modo tale da costruire un quadro comparativo sui temi selezionati. Le interviste si compongono, inoltre, di altre domande diversificate per ogni intervistato e rivolte a temi specifici che si intende approfondire con ognuno di essi.

La ricerca applicata5 si articola attraverso la selezione di progetti realiz-

zati da Jacques Simon in Francia, lo studio di scritti ed elaborati proget- tuali di ognuno di essi, l'osservazione diretta in situ e l'elaborazione di un reportage di viaggio e di schede di studio. Le schede sono composte da un'introduzione sul tema, sul progetto specifico e l'indicazione di dati progettuali.

I primi capitoli di questa tesi attraversano in maniera trasversale il pen- siero e l’opera teorica di Jacques Simon, indagando i vari aspetti che compongono questo personaggio. La sua figura poliedrica è stata para- gonata ad un mosaico composto da diverse tessere, ognuna delle quali rappresenta una delle caratteristiche che compongono l’opera di Simon nella sua totalità. Per effettuare un’analisi approfondita delle tematiche affrontate e di conseguenza delle diverse attività che ha svolto nel corso della sua vita professionale, è stato necessario effettuare una scompo- sizione che corrisponde alla scansione dei primi tre capitoli. Il metodo utilizzato è paragonabile alle analisi che si effettuano sui paesaggi, ope- rando la scomposizione in layer analitici e successivamente la sovrappo- sizione per giungere poi ad una sintesi6.

Si sceglie di iniziare la trattazione della tesi dalla componente del lavoro di Simon legata alle opere effimere, perché questa rappresenta l’attività d’inizio della sua sperimentazione artistica sul paesaggio e allo stesso

5. Da Enciclopedia Treccani: “La ricerca applicata è quella ricerca originale svolta per ampliare le conoscenze, ma anche e principalmente allo scopo di una pratica e specifica applicazione. Lo sviluppo spe- rimentale consiste in un’attività destinata a completare, sviluppare o perfezionare materiali, prodotti e processi produttivi, sistemi e servizi, attraverso l’applicazione e l’utilizzazione dei risultati della ricerca e dell’esperienza pratica”. Per questo mo- tivo si considera la selezione, lo studio e l’osservazione diretta dei progetti di Simon come quella parte di ricerca che fornirà considerazioni critiche specifiche sulle so- luzioni progettuali offerte da Simon. 6. “La sovrapposizione dei layer risponde a un duplice imperativo: della comples- sità e della casualità. Complessità perché sovrapponendo le funzioni si ottengono ambienti stimolanti e non monotemati- ci. Casualità perché la sovrapposizione dei layer, avvenendo con ampi margini di arbitrarietà, introduce l’imprevisto”. in PRESTINENZA PUGLISI, L. (2001) Silen-

ziose avanguardie. Una storia dell’architet- tura. 1976-2001, Testo & Immagine, Torino. 7. Prima opera effimera realizzata da Simon in Québec nel 1955 e ultima realizzata per il festival dei giardini di Chaumont-sur-Lo- ire nel 2007.

tempo un’attività svolta durante l’intera vita, dal 1955 al 20077, e perché

essa ha nutrito profondamente ognune delle altre. Inoltre, poiché spes- so si riscontra, nei saggi e negli articoli studiati, una propensione a ri- tenere Jacques Simon il precursore della Land Art e considerare la sua attività artistica scollegata dalle altre, oltre a considerarla la più impor- tante rispetto a quella divulgativa e progettuale, si scegli di chiarire sin dall’inizio il significato che queste opere effimere assumono nel lavoro di Simon, ben diverse da puri esercizi estetici a favore di una sperimenta- zione analitica del paesaggio esistente e delle sue possibili vocazioni di trasformazione. La ricerca mette in evidenza l’esistenza di temi trasver- sali a tutti gli ambiti d’intervento del progettista che sono rappresentati dagli strumenti utilizzati da Simon, in particolare la fotografia e il disegno nelle loro diverse forme.

Dopo i primi tre capitoli che analizzano i tre aspetti, individuati come ca- ratteristici del lavoro di Simon su fronti diversi, questi stessi ambiti ven- gono ampliati e analizzati, nel quarto capitolo, attraverso le interviste e il racconto di esperienze di altri personaggi che hanno avuto l’occasione e la fortuna di conoscere e lavorare con Jacques Simon. Tali interviste hanno un duplice obiettivo: verificare quanto studiato in precedenza, sof- fermando l’attenzione su temi specifici, e aggiungere una componente più umana ed intima, che può essere fornita solo da chi ha conosciuto direttamente il paesaggista.

In sintesi, la prima parte della tesi si sofferma in particolare sul pensie- ro del paesaggista, analizzando quanto sopra descritto, mentre l’ultima parte è incentrata sui paesaggi trasformati da Jacques Simon. Il quinto e ultimo capitolo entra, perciò, nel merito dei progetti di trasformazione che sono stati realizzati in Francia. Questo ha l’obiettivo di leggere, attra- verso il progetto, l’intera opera del paesaggista alla luce di tutto ciò che da lui è stato ‘teorizzato’8.

Secondo John Dixon Hunt (2012), gli architetti del paesaggio lavorano 8. Il termine viene indicato tra virgolette

per non si può parlare di teorie quando si fa riferimento al pensiero di Simon.

spesso all'interno di comunità dove coesistono due diverse esigenze, una legata alla concretezza, attitudine che è possibile equiparare alla at- tività di fare 'prosa', l'altra connessa alla creazione di nuove immaginarie realtà, attitudine che invece è attribuibile alla 'poesia'.

Prendendo spunto da questa affermazione, all'interno della lettura cri- tica dei progetti, saranno analizzati quali sono gli elementi, che rispon- dendo ad esigenze pratiche, possono essere quindi considerati come 'prosa' e quelli che invece fanno parte della 'poesia' di Simon.

L’intento di quest’ultima parte è di verificare in che modo vengono appli- cate alcune indicazioni progettuali che si ritrovano negli scritti di Simon; valutare quali sono gli elementi di carattere progettuale che fanno parte di questi interventi e in quali progetti è possibile ritrovarli.

Dai paesaggi di Jacques Simon presi in esame, che costituiscono cam- pioni dell’opera del paesaggista, emergono forme di approccio al lavoro che acquistano un carattere ricorrente e che la tesi cerca di restituire in forma critica e sistematica. Esse sono riferibili alla memoria dei luoghi e strettamente legate all'identità culturale, all'arte come chiave di ricerca di nuove forme e dimensioni del progetto, alla natura come esperienza diretta e reale, alla conoscenza delle scienze forestali e alle esigenze so- ciali delle comunità e all'attitudine di realizzare, attraverso un progetto, un luogo poetico. L'attività professionale, teorica e pratica, di Simon vie- ne presa in esame come caso di studio esemplare per la comprensione di un panorama più ampio. L'approccio progettuale di Simon non rientra in un quadro di preferenze stilistiche o formali, né la tesi ha come unico intento quello di soffermarsi sul talento individuale del progettista, al contrario, esprime la necessità di conoscenze specifiche ma, allo stes- so tempo multiforme ed olistiche e di una notevole sensibilità per temi che spaziano dal sociale, all'artistico, al botanico, che concorrono allo sviluppo del percorso progettuale e che identificano il ruolo del paesag- gista nella dimensione urbana e peri-urbana.

Nel documento Jacques Simon: pensiero e paesaggi (pagine 31-35)

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