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La metodologia dell’approccio Geostatistico Bayesiano Quasi-Lineare Il codice utilizzato per la stima della conducibilità idraulica è il BgaPEST (Fienen

d’espansione del Torrente Baganza

3.7 BgaPEST

3.7.1 La metodologia dell’approccio Geostatistico Bayesiano Quasi-Lineare Il codice utilizzato per la stima della conducibilità idraulica è il BgaPEST (Fienen

et al., 2013), un software gratuito per la soluzione di problemi inversi fortemente parametrizzati, sviluppato sulla base dei protocolli del software PEST (Doherty, 2010). La metodologia inversa è in grado di stimare il campo di conducibilità idraulica combinando le osservazioni sullo stato del sistema (i livelli piezometrici nei pozzi) e le informazioni a-priori sulla struttura dei parametri incogniti, caratterizzate da funzioni geostatistiche, ovvero tramite uno specifico modello di covarianza. Le informazioni a priori, dal punto di vista geostatistico, impongono un certo grado di continuità e di uniformità al campo dei parametri incogniti e hanno lo scopo di regolarizzare la soluzione. La procedura inversa richiede il calcolo della sensitività di ciascuna osservazione a ciascuno dei parametri stimati;

questa è stata valutata in maniera efficiente tramite il codice in avanti MODFLOW_2005_Adjoint (Clemo, 2007) facendo ricorso ad una formulazione agli stati aggiunti.

Visto l’esiguo numero di osservazioni in confronto al numero di celle attive, si è deciso di ridurre il numero di parametri da stimare accorpando le celle e riducendo il numero di parametri e conseguentemente semplificare il processo di stima. Il teorema di Bayes, alla base dell’approccio geostatistico, espresso in funzione di variabili casuali e loro funzioni di densità di probabilità (pdf), afferma:

) (

) ( )

| ) (

|

( y

s s y y

s p

p

pp (1)

dove s e y sono rispettivamente le incognite (quantità incerte) e le osservazioni (grandezze misurate).

Nell’ eq. 1, p(s|y) è la pdf condizionata di s noto y (a posteriori) valutata come il prodotto della pdf di verosomiglianza p(y|s) di y per un dato stato di s e la pdf a priori di s, p(s) normalizzati rispetto alla pdf totale p(y); tale per cui la somma delle probabilità a posteriori sia 1. I termini a priori e a posteriori sono riferite alle misure.

La probabilità a priori rappresenta la conoscenza circa le incognite a priori, che è nota, prima che ogni dato osservato sia stato considerato; tuttavia, in problemi di interpolazione ed inversi è ragionevole dedurre la struttura di s, rappresentata dalla pdf a priori, dai dati. Ci si riferisce, in questo caso, ad un metodo "empirico di Bayes".

Un approccio “computazionalmente” conveniente e popolare è quello di adottare una pdf a priori gaussiana e una funzione di verosimiglianza gaussiana in modo che anche la pdf a posteriori è anche essa gaussiana.

Considerando la seguente relazione:

 

= +

y h s r (2)

L’eq. 2 lega il vettore dei dati (le osservazioni di carico) al vettore delle incognite (i parametri) s npar1; h s

 

nobs1 rappresenta il modello in avanti che, per un dato s, fornisce i valori nello stesso luogo e istante dei dati osservati (nobs e npar sono il numero delle osservazioni e dei parametri rispettivamente). Gli errori nel modello concettuale, quelli dovuti alla soluzione numerica del modello e quelli casuali di misura, sono considerati tramite il vettore di errore epistemico r npar1. Le incertezze epistemiche sono assunte come un processo casuale con media nulla e matrice di covarianza R nobsnobs in cui s e r sono scorrelati.

Il vettore s delle incognite a priori è assunto con una distribuzione random multi-Gaussiana con mediaE

 

s X e covarianzaE

sX



sX

TQss, dove il simbolo E indica il valore atteso,X nparp è una matrice nota (funzione di base), β

 

p1 è un vettore dei coefficienti di deriva (drift coefficients) e Qss è la matrice di covarianza. La matrice X associa ogni valore del vettore s al corrispondente valore medio selezionato dal vettore β (in questo modo si può riferire a zone con differente media o parametri di diverso tipo) un trend dell’informazione conosciuta a priori riguardo s può anche essere espresso dalla stessa matrice.

Assumendo βincognita a priori uniforme su tutto lo spazio, s e β sono entrambe stimate e la pdf a priori multi-Gaussiana vale:

   

T -1ss

 

, exp -1

p s    2 sXQ sX  (3) Nel caso in cui la relazione tra i parametri e le osservazioni fosse lineare, h(s) può essere sostituito con Hs dove la matrice H

nobsnpar

è indipendente da s e la funzione di verosomiglianza dell’errore può essere scritta come:

obs 1 n

y

 

exp -1

 

T -1

 

p y s   2 yHs R yHs  (4) applicando il teorema di Bayes la pdf multi-Gaussiana a posteriori diventa:

 

exp -12

  

T ss-1

  

-

T -1

  

p s y   s X  Q s X  yHs R yHs  (5) Le probabilità a posteriori di s e βsono quelle che massimizzano la probabilità dell’eq 5; per semplicità si minimizza il suo logaritmo negativo. La funzione obiettivo assume la seguente forma:

 

T ss1

   

T 1

 

 s XQ sX  yHs R yHs (6) Dopo qualche manipolazione algebrica dei valori a posteriori (miglior stima) e , che minimizzano l’ eq. 6, si può ottenere risolvendo il seguente sistema di equazioni:

T

ˆ ss

ˆXQ H

s (7)

T ss

T T 0 ˆ

    

    

 

   

HQ H R HX y

X H0

 (8)

Il sistema dell’eq. 8 è anche noto come sistema ordinario di cokriging usualmente derivato cercando la migliore stima lineare.

Nei problemi inversi i processi di stima, anche se non lineari, possono essere risolti per successive linearizzazioni con una procedura iterativa (metodi quasi-lineari).

Per problemi debolmente non lineari, h (s) può essere successivamente linearizzata ad una soluzione skseguendo l’approccio geostatistico quasi lineare (Kitanidis, 1995). Ad ogni iterazione k assumendo che l’effettivo sia prossimo a sk, nel processo di linearizzazione, si approssima:

)

~( ) )

(s h(sk Hs sk

h    (9)

ˆ

dove la matrice di sensitività ~[ ]

par

obs n

n

H deve essere valutata ad ogni linearizzazione come:

 

sk

k

s s

~ h



H .

La soluzione può essere ottenuta risolvendo nello stesso modo dell’eq. 8 il sistema lineare:

(10)

La nuova stima di s in modo analogo all’eq. 7 è:

(11) Si parte quindi da una stima di ske si migliora il risultato ad ogni iterazione. La procedura viene ripetuta iterativamente. Con questo approccio le iterazioni vengono arrestate quando il miglioramento nella funzione obiettivo è trascurabile.

Quando il processo iterativo è giunto a convergenza, può essere calcolata la covarianza a posteriori.

In accordo con Fienen et al. (2008), in questo lavoro è adottata un'approssimazione del modello per la funzione geostatistica di covarianza esponenziale dei parametri a priori:

( ) 2exp d

R d  l  (12) dove 2 è la varianza, d è la distanza tra i nodi e l è la lunghezza di scala.

Assumendo che l sia costante e sufficientemente grande (10 volte (d) massimo) e impiegando la relazione 2 l, il modello di covarianza a priori secondo l’eq. 12 può essere riscritto come:

( ) exp d R d l

  l

   (13)

Il modello di covarianza sopra descritto è un modello valido per un singolo parametro  il quale deve essere stimato. In accordo con il modello ogni termine della matrice di covarianza nella funzione di densità di probabilità sarà:

exp ,

,

i j ss

Q i jldl

  

  (14) Inoltre, in questo lavoro, la distribuzione dell’errore si presume essere indipendente e identicamente distribuita (e non correlata) con la varianza; in questo caso, la matrice di covarianza R assume la forma:

I

R2 (15) dove I è la matrice identità.

Le funzioni di covarianza (Qss e R) sono definite mediante due parametri strutturali: il parametro di covarianza a priori  (eq. 14) e la varianza dell’errore epistemico2R (eq.15).

Nella derivazione dell'approccio geostatistico i parametri strutturali sono considerati noti ma la scelta dei parametri corretti è fondamentale per raggiungere una buona soluzione del problema. La stima dei parametri strutturali può essere basata sull’esame dei residui: la differenza tra l’osservato e lo stimato; in questo lavoro sono stimati analizzando i residui ortonormali come proposto da Kitanidis, 1997. Il vettore ortonormale dei residui è il vettore dei residui normalizzati

nobs p 1

   dal vettore degli errori standard

nobs  p 1

. L’ i-esimo valore residuo δi è la differenza tra l’i-esimo valore osservato e l’i-esimo valore stimato usando solo le prime i-esime misure.

In accordo con Kitanidis (1997) quando i parametri corretti vengono utilizzati, i residui εi sono indipendenti e identicamente distribuiti con distribuzione gaussiana, media nulla e varianza pari a 1. Per questa ragione, se i parametri non sono noti, la corretta selezione dei parametri è tale per cui:

2 2

1

1 1

nobs

i

obs i p

Q n p

 

 

(16) Dal momento che devono essere stimati due parametri è necessario un altro vincolo: è ragionevole selezionare i valori dei parametri che determinano un piccolo errore di stima, cioè i residui δidevono essere il più piccolo possibile. Un buon accordo tra il modello e il dato è descritto da:

 

2

2

1

exp 1 nobs ln

i

obs i p

cR Q

n p

 

  

 

  

 (17) Riassumendo, i parametri strutturali corretti sono i due che minimizzano l’ eq. 17 con il vincolo dell’ eq. 16.