2.1. Contesto dello stage
Durante i tre mesi di stage ci è stato assegnato, a me e alla mia compagna di corso, un programma da seguire dall’associazione Pro Senegal:
- Quattro settimane al “poste de santé 1”, Mboro: 19.09.16 - 14.10.16 - Quattro settimane al “poste de santé 2”, Mboro: 17.10.16 - 11.11.16
- Due settimane alla “Clinique Khalifa Ababacar Sy (de Mme Faye)”, Mboro: 14.11.16 - 27.11.16
- Due settimane all’Ospedale Aboul Aziz Sy Dabakh, Tivaouane: 28.11.16 - 09.12.16 Inoltre abbiamo allungato lo stage all’Ospedale di Tivaouane fino al 14.12.16 e dopo abbiamo ancora lavorato al “poste de santé 2” fino al 23.12.16.
Inoltre a febbraio ho lavorato per una settimana al “poste de santé” di Mbodiene, dal 6 al 10 febbraio 2017.
Durante lo stage nei vari “postes de santé” il mio primo obiettivo era di osservare come si svolgevano le medicazioni e studiare i materiali che erano in utilizzo.
Il mio lavoro al “poste de santé 1” era maggiormente nella sala medicazioni, perché non c’era personale e tutti gli studenti dovevano gestire le medicazioni.
Se non eravamo nella sala medicazioni agivamo nella sala d’attesa a misurare pressioni e temperature. In caso di pazienti che arrivavano per un’urgenza, dovevamo aiutare nel trasporto, nella prese dei parametri e nella diagnosi.
Nel “poste de santé 2” abbiamo suddiviso lo stage in due settimane in maternità e due settimane in medicina, però se vi erano medicazioni e lavoravamo in maternità ci chiamavano e se vi erano parti ma lavoravamo in medicina ci chiamavamo, in ogni caso i due reparti erano comunicanti.
Al “poste de santé” di Mbodiene, ho lavorato solo una settimana e i due infermieri svolgevano sia medicazioni che visite mediche nella stessa sala visto la poca affluenza di pazienti, quindi seguivo tutte e due tranquillamente.
I personaggi che ruotavano attorno al lavoro nei vari “postes de santé” erano collaboratrici senza formazione (matrone e non), studenti in formazione, infermieri, assistenti, levatrici e assistenti sociali.
Per il mio lavoro e la redazione del poster dovevo avere l’approvazione dell’infermiere capo del dispensario, le tappe che seguivo erano le seguenti:
1. Osservare e annotare tutte le pratiche di medicazione che vedevo nei vari “postes de santé”, documentando con foto.
2. Per ogni medicazione osservata mi consultavo con il mio direttore di Tesi Andrea Cavicchioli per avere consigli e per capire come poter migliorare la situazione.
3. Parlare della possibilità di redigere un poster all’ICP e chiedere il suo consenso per svilupparlo.
4. Redazione del poster con approvazione del mio direttore di Tesi e in seguito presentarlo all’ICP, insieme si decideva come modificare il poster per meglio aderire ai bisogni del “poste de santé” in questione.
5. Presentazione del poster finale e approvazione da parte dell’ICP e dal direttore di Tesi.
6. Stampare e appendere Poster nel “poste de santé”.
Il mio Lavoro di Tesi rientra nel tipo di “studio di casi”: in pratica ho svolto un’analisi di una pratica infermieristica, ovvero la cura delle lesioni cutanee, tramite la documentazione delle medicazioni, l’analisi specifica delle pratiche e tramite la verifica seguendo la letteratura. In questo modo ho potuto studiare e comprendere le tecniche di cura delle lesioni in un contesto tropicale, come nella regione di Thiès, ciò mi ha permesso inoltre di proporre delle migliorie ai vari “postes de santé”.
2.2. Metodologia di raccolta dati
Qui di seguito spiegherò come ho raccolto le foto, video e le sostanze mistiche durante il mio soggiorno in Senegal.
2.2.1. Documentazione con foto e video
Le foto e i video sono stati ripresi con il mio telefono portatile: un LG G4, ho preferito usare il telefono portatile piuttosto che la mia macchina fotografica semi-professionale (Nikon D900) per vari motivi: principalmente per la discrezione e la comodità.
Il primo motivo era quello della discrezione, spesso i pazienti erano restii a farsi fotografare e quindi se mi presentavo con un telefono accettavano di più invece che una grande macchina fotografica costosa, a loro punto di vista.
Un altro motivo era quello della comodità: era impensabile lavorare tutta il giorno con la macchina fotografica appresso, visto che per sicurezza non potevo lasciarla in nessun luogo. Per evitare furti avrei dovuta portarla sempre con me in ogni consultazione e risultava davvero infattibile.
Infine volevo evitare possibili furti, perché come detto prima sarebbe stato impossibile garantire sorveglianza alla macchina fotografica per tutta la durata del turno.
Ogni volta che scattavo la foto chiedevo al diretto interessato in francese o in wolof se mi dava il permesso di farlo, anche nel caso di bambini chiedevo sempre ai loro genitori se potevo scattare una fotografia.
Dopo aver scattato la fotografia mostravo al diretto interessato la foto per mostrare che avevo inquadrato solo la sua lesione e non altre parti del corpo.
Spesso se i pazienti erano donne non potevo fotografare parti del corpo come cosce, schiena, petto e addome perché erano ritenute zone troppo intime, questo valeva anche per le zone intime dell’uomo.
Ai pazienti spiegavo, quando era possibile, che stavo svolgendo un Lavoro di Tesi sulle medicazioni in Senegal e che la loro foto mi aiutava nel mio lavoro.
Non ho mai pagato per fare una fotografia, ma mi è stato chiesto molto raramente una remunerazione.
2.3.2. Documentazione delle sostanze mistiche
conoscevo persone, mi sono affidata a persone locali che conoscevano il luogo e i propri Marabout e guaritori.
Gli incontri solitamente si svolgevano con una visita personale del mio stato di salute e poi in seguito mi proponevamo rimedi o io chiedevo dei rimedi per ferite specifiche che avevo documentato.