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La metodologia per la risposta agli indicatori relativi al Criterio VI.1.A – 1 “L’erosione del suolo è stata ridotta” – del Questionario Valutativo

Comune.

Caso di studio: Piano di Sviluppo Rurale della regione Emilia Romagna

Il primo Quesito VI.1.A del Questionario Valutativo Comune, inerente la salvaguardia della qualità

del suolo, scaturisce dalla consapevolezza che l’attività agricola, se da un lato costituisce un fattore di difesa della terra da altri usi che ne riducono il valore ambientale (uso a scopo abitativo o industriale, trasporti ecc.), può determinare effetti nocivi sulla qualità del suolo, di natura fisica (erosione, desertificazione, saturazione e compattamento), chimica (acidificazione, salinizzazione, contaminazione da pesticidi e metalli pesanti), biologica (alterazioni nell’equilibrio tra microrganismi e nei contenuti di humus).

Le cause principali sono i metodi di produzione insostenibili su terreni in pendenza, il compattamento dovuto all’uso di macchinari pesanti, la mancata protezione dei terreni durante la stagione piovosa, l’eliminazione degli elementi di separazione tra i campi e agli argini dei fiumi, il ricorso alla monocoltura ecc., il cui impatto negativo varia ovviamente in funzione delle specifiche caratteristiche morfologiche, pedologiche e climatiche dei diversi ambienti.

Nella regione Emilia Romagna, come ricordato nello stesso PSR, tali problematiche assumono una importanza spesso rilevante e differenziata tra le diverse aree.

Nell’area montana in particolare, data anche la prevalente composizione arenacea-argillosa dei substrati, sono diffusi i fenomeni di dissesto idrogeologico (essi interessano quasi il 4% della superficie totale, ponendo l’ER tra le regioni più colpite a livello nazionale).

Con l’esclusione delle aree di fondovalle a morfologia sub-pianeggiante, nelle quali sono presenti suoli profondi di buona fertilità che non presentano limitazioni d’uso, le restanti aree appenniniche sono caratterizzate invece da suoli con notevoli limitazioni, tali da ridurre la scelta delle colture e da rendere necessarie speciali pratiche colturali. Tali suoli risultano possedere in generale potenzialità molto scarsa. In particolare i suoli generati da substrati argillosi risultano utilizzabile pressoché esclusivamente come seminativo; dove le superfici presentano pendenze superiori al 20% sono peraltro utilizzabili solo come prati permanenti e pascoli ovvero per l’impianto o il mantenimento del bosco ceduo.

I terreni derivanti dall’evoluzione di substrati arenaci e marnosi, ubicati in aree di media ed alta montagna, appaiono infine utilizzabili o come seminativo o come prato pascolo; in corrispondenza di aree maggiormente acclivi essi ospitano la maggior parte delle superfici boscate presenti sull’Appennino.

Anche le fasce altimetriche comprese tra i 200 e gli 800 m, corrispondenti alla zona omogenea di collina, in cui gli affioramenti di formazioni argillose sono più frequenti, appaiono essere fortemente interessate dai fenomeni di dissesto idrogeologico, in particolare dove vi è il seminativo. In queste aree, in cui è diffusa ed estesa la presenza di litotipi rappresentati dal complesso delle argille scagliose, di età geologica incerta, costituito da argille che hanno assunto un elevato grado di caoticità e subito un’intensa degradazione, i suoli sono poco profondi, a tessitura fine, con scarsa disponibilità di ossigeno, bassa permeabilità e substrato litologico posto a profondità minima.

L’innesco dei fenomeni erosivi e di dissesto idrogeologico nelle zone a maggior rischio può essere favorito dall’uso non corretto del suolo, dalla mancanza di adeguate pratiche di difesa e di copertura del suolo, dalle lavorazioni più aggressive, dalla mancata manutenzione delle sistemazioni idraulico- agrarie e forestali, in conseguenza spesso della tendenza all’abbandono di tali aree da parte della popolazione.

Di conseguenza, il criterio V.1.A – 1 del primo quesito del QVC “L’erosione del suolo è stata ridotta” ha un peso notevole nell’ambito della valutazione degli impatti sul suolo delle Misure Agroambientali previste dal Piano Regionale di Sviluppo Rurale.

A tale scopo questa parte dello studio è dedicata ad individuare ed applicare una metodologia semplice, speditiva e ripetibile ma al tempo stesso utile, al fine di dare una risposta al quesito comunitario in merito al criterio di “riduzione dell’erosione”, la quale possa descrivere, almeno in parte, i risultati che il Piano ha ottenuto con l’Agroambiente nella attuale fase di programmazione e fornire dei suggerimenti per il nuovo periodo 2007-2013.

Nella tabella seguente è riportato il criterio relativo alla stima della riduzione dell’erosione e gli indicatori ad esso afferenti, vengono indicate anche le azioni agroambientali aventi un effetto sul controllo della perdita di suolo. Nell’ultima colonna (quantificazione degli indicatori) sono anticipati i risultati ottenuti con la seguente metodologia.

Tabella 6.1 : Gli indicatori del QVC relativi alla riduzione dell’erosione del suolo

Criteri Azioni/

Interventi Indicatori Quantificazione degli indicatori

VI.1.A-1.1 Superficie agricola oggetto di impegno per prevenire/ridurre l’erosione idrica del suolo per scorrimento superficiale (*)

36.844 ettari VI.1.A-1. L’erosione del

suolo è stata ridotta 1,2,3,4,5,6,8,9,10

VI.1.A-1.a (agg.) (riduzione del) “rischio

erosivo” - 178.735 Mg a-1(**)

(*) Le superfici delle Azioni 3, 4 e 5 non vengono conteggiate nei totali in quanto sono sempre in combinazione con le Azioni 1 o 2 (**): Megagrammi (tonnellate) per ettaro per anno

Innanzitutto si è pensato di effettuare lo studio nelle zone di collina e montagna del territorio emiliano-romagnolo laddove cioè le pendenze elevate influiscono maggiormente sull’asportazione di suolo.

Le principali fonti informative utilizzate sono costituite dalle Banche dati regionali contenenti le informazioni relative alle superfici oggetto di impegni agroambientali e dai seguenti strati vettoriali messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna:

- il quadro di unione dei fogli di mappa catastali;

- la "Carta dell'erosione attuale dei suoli" della RER elaborata dal Servizio Geologico sismico e dei suoli della RER con la collaborazione di IRPI-CNR di Firenze;

- la carta dell’uso del suolo al 25.000

La carta dell’erosione, relativa per l’appunto al solo territorio collinare e montano della regione, è composta dai seguenti file:

merge4567.dbf merge4567.sbx merge4567.sbn merge4567.shp merge4567.shx Erosione.dbf legend_erosione.avl

I file con nome merge4567.XXX appartengono allo shapefile merge4567, che contiene esclusivamente le informazioni geografiche relative al reticolo di lato 100m in cui è stato allo scopo suddiviso il territorio regionale. La tabella merge4567.dbf contiene i seguenti campi: