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Milano

Nel documento Osservatorio Professione Architetto (pagine 53-73)

I numeri della provincia di Milano

187 Sono gli architetti che hanno risposto al questionario elaborato dal Cresme.

67% E’ la quota di architetti del campione che svolge attività individuale.

28% Collabora in uno studio.

7% E’ associato in uno studio professionale.

48% Lavora alle dipendenze.

108 m2 E’ la dimensione media degli studi degli architetti nella provincia di Milano.

7,5 E’ il numero medio di persone che ruotano attorno agli studi professionali (tra dipendenti, soci, collaboratori e praticanti).

87% E’ la quota di fatturato degli studi che deriva dal settore privato.

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme



Mercato e crisi economica secondo gli architetti della provincia di Milano

Quanto messo in luce nell’analisi delle risposte del campione complessivo viene confermato dai circa 200 architetti milanesi che hanno risposto al questionario. Essi indicano, anche con maggiore convinzione (il 44% rispetto al 37% del totale degli intervistati), che la fase attuale sia la “peggiore crisi” che abbiano mai vissuto, ma confermano la percezione che uno degli effetti principali della crisi sul mercato sia stato quello di una forte polarizzazione, per alcuni un impatto molto duro, per altri, invece, molto meno traumatico. In percentuale, però, sono di meno gli architetti che ritengono che la crisi abbia colpito in maniera differente i loro segmenti di mercato. Inoltre, i professionisti milanesi sembrano, in una certa misura, meno propensi a ritenere che la fase attuale rappresenti un’occasione di trasformazione e di cambiamento (il 15% rispetto al 19% del totale degli intervistati).

Tabella 43 – La crisi secondo gli Architetti della provincia di Milano (% dei rispondenti)

Totale Milano

La peggiore crisi che ho vissuto 36,6% 43,6%

Una crisi per alcuni architetti e non per altri 22,5% 22,9%

Una grande occasione di trasformazione 18,8% 15,1%

Una crisi per alcuni segmenti di mercato e non per altri 17,2% 14,7%

Una crisi passeggera 4,0% 3,7%

Totale 100,0% 100,0%

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

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L’impatto sui volumi d’affari

Per quanto riguarda i fatturati, si nota come circa un quarto degli architetti abbia perso oltre il 25% in termini di volume d’affari sia nel 2009 che nel 2010, una percentuale maggiore rispetto al totale degli intervistati. Di contro, inferiore rispetto al totale è anche la quota di coloro che dichiarano di essere cresciuti oltre il 25% (il 3% nel 2009, il 3,7% nel 2010). A Milano, d’altra parte, è maggiore la percentuale complessiva di professionisti che ha osservato una contrazione del proprio mercato (il 64% nel 2009 e il 59% nel 2010). Ma osservando gli indici sintetici di attività relativi a tutte e quattro le provincie in esame, si vede come, in realtà, l’andamento del mercato milanese non sia stato il peggiore. Ma si può anche osservare come la situazione generale sia andata peggiorando tra 2009 e 2010.

Tabella 44 – Andamento generale dell’attività nel 2009 e stime per il 2010

Oltre da -5% da 0 da 0 da +5% Oltre

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

Figura 37 – Indici sintetici sull’andamento dell’attività nelle quattro provincie (max +5, min -5)

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

Circostanza che va ricondotta proprio al fenomeno della polarizzazione del mercato: pur crescendo il numero di coloro che alla fine del 2010 aumenteranno il proprio fatturato annuo, si inasprisce la situazione di chi lo vedrà ridursi. Nel 2010, chi riduce le proprie entrate meno del 5% è in effetti solo il 26% del campione (era il 36% nel 2009), ma contemporaneamente

-0,7 -0,8

CRESME RICERCHE 2010 55 aumenta chi ne perde una quota maggiore (dal 31% nel 2009 al 39% nel 2010). D’altra parte, tra 2009 e 2010, secondo le dichiarazioni, aumenta anche la quota di coloro che misurano un giro d’affari inferiore a 30 mila euro (dal 68 al 73%) .

Figura 38 – La Polarizzazione del mercato (andamento genrerale del volume d’affari)

2009 2010

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

Tabella 45 – Classi di fatturato tra il 2006 e il 2010 nella provincia di Milano (migliaia di euro)

2006 2007 2008 2009 2010

Meno di 30 66,7% 67,5% 65,7% 68,2% 73,2%

Tra 30 e 70 22,9% 20,4% 24,5% 19,3% 17,0%

Tra 70 e 100 6,8% 8,7% 4,0% 8,5% 5,7%

Più di 100 3,7% 3,4% 5,8% 3,9% 3,9%

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

Discorso analogo per il volume d’affari annuo degli studi professionali. Infatti, il numero di architetti che dichiara un fatturato dello studio professionale tra 50 e 100 mila euro, nel 2010 è cresciuto del 4% rispetto all’anno passato (e di 9 punti percentuale rispetto al 2006).

Invece, tra 2009 e 2010, è cresciuta, anche se leggermente, la quota di studi che fatturano più di 200 mila euro.

Tabella 46 – Classi di fatturato degli studi professionali nella provincia di Milano (migliaia di euro)

2006 2007 2008 2009 2010

Tra 50 e 100 64,0% 64,2% 64,2% 69,1% 73,1%

Tra 100 e 200 20,0% 17,0% 22,6% 18,2% 13,5%

Oltre 200 16,0% 18,9% 13,2% 12,7% 13,4%

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

0%

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I settori di attività: crolla la nuova costruzione, tiene la ristrutturazione e lo scetticismo sul mercato degli ampliamenti

Osservando l’andamento dell’attività nei diversi settori, la provincia di Milano non fa eccezione per quanto riguarda il crollo del mercato della progettazione di nuove abitazioni.

Nel 2010, anche se in misura minore rispetto all’anno passato, la maggior parte degli intervistati continua ad evidenziare flessioni dell’attività (per la precisione il 62%, contro il 75% del 2009), ma rimane invariata la quota di coloro che stima un crollo di oltre il 25%

(sono circa il 40%).

Milano conferma anche sia le difficoltà del settore della nuova produzione non residenziale e delle opere pubbliche sia i segnali confortanti del mercato della riqualificazione del patrimonio residenziale esistente, che, nonostante un andamento nel 2010 ancora tendenzialmente negativo, è visto in ripresa da oltre il 42% dei professionisti. Un po’ meno incoraggianti, invece, sono le indicazioni per le ristrutturazioni nel settore non residenziale.

Anche se la quota di coloro che vedono un settore in ripresa passa dal 34% nel 2009 al 37%

nel 2010, coloro che stimano flessioni superiori al 25% passano da circa un quarto al 30%

del campione. In crescita, invece, per oltre il 64% degli architetti, è il mercato del risparmio energetico, una crescita superiore al 15% per quasi un quarto dei rispondenti.

Figura 39 – Indici sintetici sull’andamento dell’attività per i diversi segmenti (max +5, min -5)

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

Per quanto riguarda il “Piano Casa 2”, gli architetti sembrano mostrare una scarsa fiducia negli effetti della legge. Infatti, solo il 6,6% ha indicato una crescita superiore al 5% del

-2,5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0

2009 2010

CRESME RICERCHE 2010 57 volume d’affari nel 2009, quota salita a circa il 20% nel 2010, quando, però, il mercato è ritenuto ancora stabile da ben più della metà del campione (il 61%, nella finestra tra il -5 e il +5%).



La clientela

Crolla la domanda da parte di imprese di costruzioni e promotori immobiliari ed è negativo anche l’andamento del mercato pubblico, che nell’anno incorso è andato progressivamente irrigidendosi. Tendenzialmente positiva, invece, è l’attività legata alla clientela privata non residenziale e al mercato delle famiglie.

Circa la metà degli architetti ha infatti sperimentato riduzioni superiori al 15% per quanto riguarda le commissioni da parte di imprese di costruzioni, e nonostante nel 2010 si intravveda qualche segnale distensivo, il 20% continua ad indicare rispetto all’anno passato flessioni dei volumi d’affari ancora superiori al 25% (era il 33% nel 2009). Stesso dicasi per il mercato della promozione immobiliare, in calo del 25% secondo il 18% (38% nel 2009) dei professionisti rispondenti. Per quanto riguarda il mercato pubblico, se nel 2009 coloro che hanno indicato contrazioni delle risorse a disposizione superiori al 15% erano il 26%, nel 2010 sono diventati il 34%. Per circa il 45% dei rispondenti, cresce invece il mercato privato non residenziale, sia nel 2009 che nel 2010, quando il 15% ha indicato di percepire addirittura una crescita superiore al 25%.

Figura 40 – Indici sintetici sull’andamento dell’attività per tipologia della clientela (max +5, min -5)

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

Migliora anche il mercato legato alla clientela familiare: il 20% degli architetti ha indicato, per il 2010, una crescita superiore al 25% rispetto al 2009 e un altro 23% tra il 5 e il 25%,

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indicazioni più positive anche rispetto a quanto dichiarato per il 2009. Invece, per quanto riguarda le commesse da parte di altri studi professionali, dopo un 2009 praticamente stabile, è proprio nel 2010 che il settore si mostra decisamente in crescita.



Tempi medi di pagamento e insolvenze

Il problema del ritardo dei pagamenti da parte della clientela e il problema delle insolvenze non risparmia i professionisti milanesi: se nel 2008 solo il 10,5% del campione affermava che l’insoluto superava il 20% del volume d’affari; nel 2010 il peso delle insolvenze ha superato il 22% dei fatturati.

Figura 41 – La crescita dell’insoluto nella provincia di Milano (in % sul fatturato)

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

Contemporaneamente, i tempi medi di pagamento degli enti pubblici sono passati, tra 2006 e 2010, da 86 a 150 giorni; quelli delle imprese da 60 giorni a 96; delle famiglie da 36 a 50 giorni, degli altri professioni da 34 a 50.

Tabella 47 – Tempi medi di pagamento da parte della clientela per la provincia di Milano

2006 2007 2008 2009 2010*

Enti pubblici 86,3 121,9 95,5 114,3 150,0

Imprese 59,9 53,3 78,2 88,9 96,1

Famiglie 35,7 48,2 55 55,8 50,9

Altri Professionisti 34 34,4 48,5 58,4 50,4

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme (* previsione)

Va osservato come, tra le quattro provincie oggetto di analisi, Milano sia quella che nel 2010 ha mostrato una maggiore fluidità dei pagamenti da parte delle famiglie e di altri

CRESME RICERCHE 2010 59 professionisti. Ciò non toglie che, a fronte di un mercato privato più virtuoso, i tempi medi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione si mantengano tra i più elevati.

Tabella 48 – Tempi medi di pagamento a confronto

Treviso Como Milano Bari

2010 var. ‘10/’06 2010 var. ‘10/’06 2010 var. ‘10/’06 2010 var. ‘10/’06

Enti pubblici 111,9 -8,9 170,6 95,6 150,0 63,7 120,7 -12,3

Imprese 144,1 77,6 142,4 75,8 96,1 36,2 79,5 19,6

Famiglie 117,7 59,3 89,8 40,6 50,9 15,2 74,5 29,2

Altri Prof. 104,2 53,9 66,8 30,5 50,4 16,4 59,1 24,6

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme (* previsione)



I debiti e il contenimento delle spese

Per quanto riguarda la situazione finanziaria. Il 56% del campione dichiara di non avere debiti. Per gli altri, negli ultimi due anni la situazione è andata significativamente peggiorando. I debiti con i fornitori sono cresciuti, rispetto all’anno prima, per il 20% degli architetti nel 2009 e cresceranno per il 32% nel 2010. Discorso analogo per quanto riguarda Banche e Finanziarie, con una crescita dell’indebitamento che nel 2010 sembra aver coinvolto quasi la metà dei professionisti con posizioni aperte. Ma contemporaneamente la capacità di ottenere prestiti bancari continua a ridursi sia nel 2009 che nel 2010, come afferma un terzo dei rispondenti.

Ma la riduzione del fatturato impone ai professionisti di intervenire sulle spese: nel 2010 quasi il 70% degli architetti milanesi si è adoperato per ridurre i costi della propria attività (contro il 65% che lo aveva fatto nel 2009). E lo fa, in gran parte, riducendo gli investimenti in attrezzature, e i costi vivi di gestione. Anche in questo caso, quasi nessuno dichiara l’intenzione di ridurre le spese per i dipendenti.

Tabella 49 – Interventi per la riduzione delle spese nella provincia di Milano

2009 2010*

Lavoro dipendente 4,2% 3,0%

Collaboratori 10,2% 9,0%

Compensi a terzi 9,9% 11,0%

Sede (cambio di studio, riduzione m2, ecc.) 7,5% 8,5%

Investimenti

- Attrezzature (Hardware, software, strumenti, ecc.) 23,2% 21,9%

- Promozione 6,9% 8,2%

Costi vivi di gestione (acquisti beni e servizi: carta, cancelleria, ecc.) 24,1% 25,5%

Formazione 11,4% 9,0%

Altro 2,4% 3,8%

Totale 100% 100%

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme (* previsione)

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Gli investimenti

Tuttavia, sono circa il 74% i professionisti milanesi intervistati che continuano ad investire, nel 2010 molto più che nel 2009, e lo fanno soprattutto in conoscenza specifica (il 57% di chi investe), in relazioni (il 52%), ma anche in promozione (34%) e, anche se meno, in tecnologia (24%).

Tabella 50 – Gli investimenti degli architetti nella provincia di Milano

2009 2010*

Non investe 47,1% 25,7%

Investe 52,9% 74,3%

Tecnologia 20,3% 23,5%

Promozione 17,1% 33,7%

Know How (sapere) 35,3% 51,9%

Relazioni 28,3% 57,2%

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme (*previsione)



Le ore di attività

E intanto le ore dedicate all’attività professionale aumentano: nel 2010 quasi cinque ore di lavoro in più rispetto al 2006 (da 49,8 a 54,5). Ma ad essere cresciute sono le ore dedicate all’aggiornamento (4 ore) e alla ricerca del lavoro (3,9 ore in più), mentre il tempo di lavoro vero e proprio è diminuito di oltre tre ore settimanali.

Figura 42 – Andamento delle ore dedicate all’attività professionale nella provincia di Milano (2006=100)

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme 0

20 40 60 80 100 120 140 160 180 200

2006 2007 2008 2009 2010

Dedicate ai lavori acquisiti

Dedicate alla ricerca del lavoro (concorsi, ricerca clienti,ecc,) Dedicate all’aggiornamento (tecnico, normativo, culturale, ecc.)

CRESME RICERCHE 2010 61



Criticità

Come per la maggioranza degli architetti intervistati, anche nel milanese, il ribasso delle tariffe e degli stipendi rappresenta la problematica più stringente (4,5 punti assegnati su un massimo di 5), seguita dalla questione degli eccessivi adempimenti burocratici (4,1). Poi, in ordine: scarsa considerazione del proprio ruolo; la concorrenza, specialmente di ingegneri e geometri (la cui presenza sul mercato di riferimento degli architetti milanesi è valutata in crescita dal 68% degli intervistati) e di società di Ingegneria; mentre cresce anche la presenza sul mercato degli stessi architetti (così come ritenuto dal 70% del campione milanese).

Vi è poi da considerare il calo della domanda pubblica, senza dimenticare la questione della tutela del territorio e delle inefficaci politiche di settore. Problematiche che vengono poste anche prima dell’ “isteresi” nei pagamenti da parte della committenza.

Figura 43 – Scala delle criticità nella professione secondo gli architetti della provincia di Milano intervistati (max=5)

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme



I profili della concorrenza

Chiaramente, lo sviluppo della crisi e il ridimensionamento della domanda tende ad accrescere la concorrenza, soprattutto, come indicato dagli architetti, da parte di altre figure professionali di area tecnica: come ingegneri, geometri e periti, ma anche agronomi, Mancanza di autonomia nella gestione delle risorse Mancanza di autonomia nell'organizzazione del lavoro Mancanza di spazi adeguati Formazione e aggiornamento delle conoscenze scientifiche, …

Carenze nelle progettazione nel coordinamento e … Costi eccessivi di attrezzature e investimenti

Domanda privata Difficile accesso al credito ed eccessivi costi finanziari Scarsa sensibilità da parte delle amministrazioni locali Ritardi nei pagamenti da parte dei committenti Tutela del territorio e politiche settoriali Domanda pubblica Concorrenza eccessiva Scarsa considerazione Eccessivi adempimenti burocratici Tariffe al ribasso, stipendi troppo bassi

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Figura 44 – I profili della concorrenza (max=5)

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme



Continua la crisi dell’edilizia e le nuove prospettive

Circa il 60% degli architetti della provincia di Milano ritiene che la domanda privata di edilizia residenziale sia destinata a calare ancora in uno scenario di medio-lungo periodo. Stesso discorso per quanto riguarda la domanda di nuove costruzioni non residenziali. Crescerà solo il mercato della riqualificazione, soprattutto nel settore residenziale, come indicato da più della metà dei professionisti.

Figura 45 – Lo scenario decennale del mercato nella provincia di Milano (max +5, min -5)

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme

2,6 Società commerciali (sia produttori che … Immobiliari e imprese edili e impiantistiche

Società di ingegneria

CRESME RICERCHE 2010 63 La maggioranza degli architetti ritiene, inoltre, che in uno scenario decennale calerà anche la domanda di opere pubbliche. Vi sarà più spazio negli ambiti dei nuovi mercati del Partenariato e del Facility Management, e cresceranno le prospettive nell’ambito dei processi innovativi nelle tecnologie edilizie, nei materiali, nell’informatizzazione della progettazione e, soprattutto, nella domanda di Energy Techonology.



Il mercato delle costruzioni nella provincia di Milano

I dati elaborati dal sistema informativo del Cresme sugli investimenti in costruzioni, confermano le indicazioni fornite dai professionisti sull’andamento del mercato provinciale.

La crisi nel settore delle costruzioni infatti continua. Gli investimenti hanno cominciato a contrarsi dal 2007, quando il valore complessivo della produzione edilizia in Provincia si era contratto del 4,1%. L’anno appena passato si è poi caratterizzato per flessioni ancora più vistose (-8,1% di risorse impiegate), mentre nel 2010, le stime del Cresme indicano come il mercato mostri dei primi segnali positivi, in grado però solo di rallentarne il ridimensionamento. Segnali positivi che arrivano però, a conferma delle indicazioni degli architetti, solo dal mercato della riqualificazione, specialmente nel settore residenziale.

Figura 46 – Le Costruzioni nella provincia di Milano nel 2010 (milioni di euro)

Fonte: elaborazione e stime Cresme/SI

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Tabella 51 – Valore della produzione delle costruzioni

2005 2006 2007 2008 2009 2010

Valori assoluti mln di euro correnti

Provincia di Milano 13.964 14.876 14.767 15.407 14.517 14.755

Lombardia 33.515 35.284 35.409 35.507 31.630 31.780

Italia 183.677 191.738 198.615 196.993 181.425 175.853

Variazioni % reali (prezzi costanti)

Provincia di Milano 3,0 -4,1 0,6 -8,1 -1,0

Fonte: elaborazione e stime Cresme/SI

Non rallenta invece la crisi nel mercato delle nuove opere. Nel 2009 gli investimenti in nuove costruzioni residenziali sono crollati del 7,7% e alla fine dell’anno in corso la flessione si stima sarà ancora più accentuata (-16,4%). Ma altrettanto critica appare la situazione sia del mercato di nuove opere non residenziali sia per quanto riguarda le infrastrutture. Basti

Qualche segnale positivo, solo per il segmento pubblico, si avrà però nel 2010, quando gli investimenti in nuove opere cresceranno dell’1,2%, mentre quelli per lavori di manutenzione straordinaria del 2,7%.

CRESME RICERCHE 2010 65



La nuova produzione

D’altra parte, per quanto riguarda l’anno in corso, le ultime stime del Cresme sulla nuova produzione edilizia indicano, nella provincia di Milano, un calo nel settore residenziale del 16% in termini di nuove abitazioni ultimate, ovvero una riduzione del 16,7% in termini di nuove volumetrie. E’ nel 2010, quindi, che il crollo della nuova produzione si è fatto drammatico, e le previsioni per il 2011 non sono certo positive. Il calo dell’attività dovrebbe acuirsi ed arrivare a fine anno ad un -18% di abitazioni e ad un -16% di nuove volumetrie.

Tabella 53 – La nuova produzione residenziale nella provincia di Milano (numero di abitazioni e migliaia di metri cubi)

2006 2007 2008 2009 2010 2011

Valori Assoluti

Nuove abitazioni 18.040 20.185 20.281 20.784 17.418 14.232

Volumetrie 7.267 8.497 9.138 8.988 7.487 6.295

Var.%

Nuove abitazioni 11,9% 0,5% 2,5% -16,2% -18,3%

Volumetrie 16,9% 7,5% -1,6% -16,7% -15,9%

Fonte: elaborazione e stime Cresme/SI

Tabella 54 – La nuova produzione non residenziale nella provincia di Milano (numero di fabbricati e migliaia di metri cubi)

2006 2007 2008 2009 2010 2011

Valori Assoluti

Fabbricati 378 358 432 397 368 305

Volumetrie 10.003 6.354 7.887 7.375 6.920 5.886

Var.%

Fabbricati -5,2% 20,7% -8,1% -7,5% -16,9%

Volumetrie -36,5% 24,1% -6,5% -6,2% -15,0%

Fonte: elaborazione e stime Cresme/SI

Nel non residenziale, confermato dall’andamento degli investimenti, quella registrata nel 2007 è stata una flessione che arrivava dopo un anno di sviluppo eccezionale (+38% di nuove volumetrie solo nel 2006). Ma dopo la ripresa del mercato nel 2008, gli ultimi anni si sono caratterizzati per decise flessioni, flessioni che sembrano veramente strutturali. In particolare, per via del calo di nuove volumetrie nel settore industriale (-21%), non compensate dalla nuova produzione di fabbricati ad uso commerciale (praticamente raddoppiati in volume rispetto al 2009), il 2010 si chiuderà con un calo del 6,2% (7,5% in termini numerici). E nel 2011, secondo le previsioni, le cose andranno ancora peggio, con la riduzione dell’attività di nuova costruzione che riguarderà, oltre al comparto industriale ed agricolo, anche quello commerciale (-26% di nuovi volumi).

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L’invenduto secondo gli architetti

Ma la flessione del mercato della nuova produzione si accompagna alla crescita dell’invenduto. Secondo gli architetti intervistati, alla fine di quest’anno, la quota di invenduto nel settore residenziale supererà il 42% dello stock complessivo, più del doppio di quanto si registrava nel 2006. Nel non residenziale le indicazioni più negative arrivano per fabbricati ad uso ufficio (quasi il 49% di invenduto nel 2010), mentre nel comparto industriale e in quello commerciale la percentuale si aggirerà intorno al 41-42%.

Tabella 55 – Andamento dell’invenduto nella provincia di Milano secondo gli architetti intervistati (in % dello stock complessivo)

2006 2007 2008 2009 2010*

Edilizia residenziale 19,1% 20,2% 24,6% 37,6% 42,4%

Uffici 20,6% 22,0% 27,3% 42,4% 48,8%

Commerciale 18,7% 18,0% 25,3% 35,5% 41,7%

Industriale (capannoni) 20,1% 20,5% 28,9% 37,4% 41,2%

Fonte: Osservatorio Professione Architetto CNAPPC-Cresme (* previsione)



Le opere pubbliche

In base all’Osservatorio Cresme Europa Servizi, nel 2009, il mercato dei bandi di gara per la realizzazione delle opere pubbliche nella provincia di Milano è consistito in 786 opere per

Gennaio-Ottobre 2010 649 4.094,9 6,3

Fonte: CRESME Europa Servizi

Il dato relativo al 2007 comprende il primo lotto della Pedemontana Lombarda ( 1° lotto Tangenziale di Como+

1° lotto Tangenziale di Varese e Tratta A8-A9 del C ollegamento autostradale Dalmine - Como - Varese - Valico del Gaggiolo e opere connesse), opera dell'importo complessivo a base di gara di 781 milioni di eurodi euro, che coinvolge anche le province di Bergamo, Monza e Brianza, Como e Varese)

Il dato relativo al 2010 comprende il secondo lotto della Pedemontana Lombarda (tratte B1, B2, C, D e opere di compensazione del collegamento autostradale Dalmine - Como - Varese - Valico del Gaggiolo e opere connesse), opera dell'importo complessivo a base di gara di 2,3 miliardi di euro, che coinvolge anche le province di Bergamo, Monza e Brianza, Como e Varese

CRESME RICERCHE 2010 67 Osservando l’andamento storico del mercato delle opere pubbliche è immediato trovare conferma delle indicazioni degli architetti, i quali, come visto, hanno manifestato particolare preoccupazione in merito al calo della domanda pubblica. Appare infatti evidente come negli ultimi anni si sia avuto un forte ridimensionamento in termini di opportunità (numero di gare bandite), mentre in termini di importo il 2007 e il 2010 si segnalano per lo stanziamento dei fondi da parte dell’ANAS per l’avvio e il completamento della Pedemontana Lombarda.

Escludendo quest’opera, l’ammontare complessivo nel 2010 sarebbe di poco più di 1.660 milioni di euro, quindi al più in linea con l’anno passato.

Chiaramente la maggioranza delle gare fa riferimento ad amministrazioni locali, tra l’80 e il 90% sia in termini numerici che in termini di importo. Si tratta per lo più di amministrazioni Comunali, le quali hanno bandito più della metà delle gare nel 2010, per un importo complessivo di circa 400 milioni di euro. D’altra parte, lo scorso anno la forte contrazione numerica di tutto il mercato provinciale ha risentito proprio della contrazione dal numero di gare di competenza territoriale, in particolare comunale e provinciale.

Tabella 57 – Bandi di gara per committente (importi in milioni di euro)

2008 2009 2010*

Numero Importo Numero Importo Numero Importo

Amministrazioni centrali 13 47,7 19 138,6 15 132,9

Amministrazioni locali 1.081 2.606,1 690 1.488,9 570 1.446,4

Comuni 674 467,6 426 409,4 349 407,2

Fonte: CRESME Europa Servizi (*Gennaio-Ottobre)

 Nuovi mercati

Ma ciò che sta caratterizzando la recente evoluzione del mercato delle opere pubbliche riguarda proprio le procedure innovative per realizzarle, i cosiddetti nuovi mercati, che si contrappongono alle procedure tradizionali, fatte di sola esecuzione. D’altra parte, si tratta di

Ma ciò che sta caratterizzando la recente evoluzione del mercato delle opere pubbliche riguarda proprio le procedure innovative per realizzarle, i cosiddetti nuovi mercati, che si contrappongono alle procedure tradizionali, fatte di sola esecuzione. D’altra parte, si tratta di

Nel documento Osservatorio Professione Architetto (pagine 53-73)

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