• Non ci sono risultati.

3 ALLA SCOPERTA DEI MONGOLI

3.1 I resoconti dei viaggi

3.1.1 Il Milione, Marco Polo

Insediamenti. I Mongoli abitano in pianura, in luoghi caldi con pascoli floridi per i loro animali e d'estate invece dimorano in luoghi freschi, montagne o vallate ricchi di acque, boschi e pascoli. Uno dei motivi per i quali questo popolo sceglie luoghi precisi è che in queste zone non ci sono né mosche né tafano che possano molestare i loro animali.61

Abitazioni. Vivono in case di legno coperte di feltro e rotonde, che portano con sé sopra a carri ovunque vadano: esse infatti sono dotate di paletti di legno che permettono il trasporto. Inoltre hanno anche delle carrette di legno con due ruote, con cui portano le loro donne, i figli e tutti i beni necessari.62

Alimentazione. Gli uomini sono dediti alla caccia, alle battaglie e allevano falconi e astori, infatti questo popolo vive di carne di cavallo, di cane e di altri animali e beve latte di giumenta che prepara in modo che sembri vino bianco e lo chiama chemis. Le donne invece si occupano di qualsiasi cosa riguardi la famiglia, la casa e i figli: esse hanno un carattere mite, sono fedeli ai mariti e molto attive e, anche se vivono dieci o venti donne in una casa, tra loro regna sempre la pace.63

Matrimonio. Ciascuno può sposare quante donne desidera e gli uomini danno alla madre della sposa una dote, mentre la donna non dà nulla all'uomo; la prima moglie è sempre considerata superiore alle successive. Se il padre muore poi, il figlio maggiore può sposare le mogli del padre esclusa sua madre, e può prendersi anche la moglie del

61 Il Milione, cap. LXIX 62 Ibidem

fratello se rimane vedova.64

Religione. Esiste un dio al quale ogni giorno bruciano incenso chiedendo salute fisica e buon intelletto; poi venerano un altro dio, Natigai, il quale è un dio terreno che custodisce i loro figli, i loro armenti e i loro raccolti. Di quest'ultimo dio ciascuno possiede un simulacro che conserva nella propria abitazione, il quale viene affiancato ad un altro simulacro di una moglie e di figli. Posizionano la moglie a sinistra e i figli davanti al dio e lo adorano. Al momento del pasto, con un pezzo di carne grassa ungono la bocca del dio, della moglie e dei figli di lui, poi spargono del brodo fuori dalla porta per offrirlo agli altri spiriti. Infine, dopo questo rito cominciano a mangiare.65

Vesti. I ricchi vestono sontuosi abiti d'oro e di seta, pellicce di ermellino, di zibellino, di vaio e di volpe e i loro accessori sono minuziosamente lavorati e hanno grande valore.66

Armi. Utilizzano archi, spade, mazze e sono arcieri eccellenti. Possiedono armature di cuoio di bufalo e di altro cuoio bollito, le quali sono impenetrabili.67

Carattere. Sono uomini fortissimi in battaglia e si espongono a qualsiasi pericolo con coraggio. Fra tutti i soldati del mondo sono quelli che sopportano meglio la fatica. Obbediscono ai loro capi e possono restare anche tutta la notte con le armi in spalla. Quello dei mongoli è l'esercito più resistente al mondo.68

Esercito. Marco Polo introduce la spiegazione con un esempio: se un comandante tartaro scende in guerra con centomila (un tuc) uomini a cavallo, egli nomina un capo

64 Ibidem

65 Il Milione, cap. LXX 66 Ibidem

ogni diecimila (un tomano) uomini, poi un altro ogni mille, ogni cento e ogni dieci cavalieri. All'interno di questo esercito poi, sussiste una gerarchia, in modo tale che ogni comandante abbia a sua volta un capo. Quando le truppe sono in marcia per una guerra, si fanno precedere da un corpo di duecento esploratori e altrettanti ve ne sono ai lati e alla retroguardia. Se il viaggio è molto lungo non portano con sé nulla per riposare e vivono di latte di giumenta in quanto ciascuno di loro porta diciotto cavalli fra cui anche qualche cavalla; il latte che bevono lo conservano in un paio di borracce, mentre la carne di cui si nutrono viene cotta in una piccola pentola. Questi cavalieri sopportano così tanto la fatica che riescono a cavalcare anche per dieci giornate intere, senza mangiare e nutrendosi solo del sangue di qualche cavallo. Conservano anche del latte secco e duro dentro una fiasca di cuoio con un po' d'acqua e col galoppo dei cavalli il latte si scioglie sbattendo nella fiasca, poi lo bevono in sostituzione del pasto.69

Tattica in guerra. Quando combattono non si mischiano mai completamente con il nemico, ma gli cavalcano intorno e, senza vergogna di farsi credere in fuga, si spostano di qua e di là velocemente. I loro cavalli sono molto ben addestrati e si muovono rapidamente; combattono con molta foga faccia a faccia col nemico e, quando sembrano essere in piena fuga, si voltano improvvisamente e con i loro archi scagliano frecce uccidendo nemici e cavalli.70

Giustizia. Marco Polo descrive il sistema giudiziario portando alcuni esempi. Se un uomo ha compiuto un piccolo furto per il quale la pena di morte è eccessiva, allora è condannato a sette o diciassette, ventisette o trentasette bastonate (il numero cresce di dieci in dieci fino a centosette, a seconda del valore del furto). Se invece qualcuno ruba un cavallo o qualcos'altro che merita la pena di morte, viene "tagliato a pezzi" a colpi di spada. Soltanto chi, avendo rubato, può pagare e dare nove volte il valore dell'oggetto rubato evita la pena di morte.71

69 Ibidem 70 Ibidem

Documenti correlati