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115,2 milioni di euro

Nel documento CAPITOLO 3 LA STRUTTURA OPERATIVA (pagine 90-115)

115,2 milioni di euro

2.303 Interventi

Sotto-settori (valori in milioni di euro)

39,2%

Interventi diretti di promozione e sostegno del volontariato Accantonamenti al Fondo unico nazionale per

il volontariato (d.lgs. 117/2017) Iniziative umanitarie

e filantropiche Contributi a fondazioni

e ad altri intermediari filantropici

Non classificato 3,7% 2,4%

6,4%

30,7%

32,9%

Sostegno allo sviluppo, alle condizioni di vita dei paesi poveri grant-making

4.1.2.4 Volontariato, Filantropia e Beneficenza

Come in tutte le precedenti edizioni del Rapporto, tra i settori di intervento delle Fonda-zioni presi in considerazione in questo quarto capitolo ve n’è uno atipico, in quanto la sua individuazione non si basa, come negli altri casi, sul contenuto tematico degli interventi in esso ricompresi, bensì sul profilo dei soggetti destinatari dei contributi erogati.

Si tratta del settore Volontariato, Filantropia e Beneficienza, nel quale sono classificati inter-venti che coinvolgono le organizzazioni di volontariato e altri tipi di intermediari filantropici aventi speciali finalità solidaristiche. Il rilievo del tutto particolare che queste categorie di soggetti assumono per le Fondazioni spiega la scelta di prevedere un ambito di classificazione ad essi riservato. Nel settore sono anche incluse, per affinità, le iniziative realizzate in proprio dalle Fondazioni con stringenti finalità umanitarie e filantropiche.

Per risalire alle origini dello speciale rapporto tra le Fondazioni e il mondo del volontariato si deve andare molto indietro nel tempo, all’epoca in cui le Casse di Risparmio e Banche del Mon-te, da cui ebbero origine le Fondazioni, avevano iniziato a coltivare rapporti molto stretti con le organizzazioni di volontariato locali, nell’esercizio di quella funzione “morale” (cioè dedita alla beneficienza) che era loro assegnata dalle norme del tempo unitamente a quella creditizia.

Quel legame è rimasto vivo anche dopo la trasformazione delle Casse di risparmio e nei primi anni di vita delle Fondazioni; e quando esse, con la riforma del 1998-99, sono state chiamate ad assolvere una più mirata e moderna funzione di sostegno della comunità, il rapporto con il Volontariato è stato rilanciato e approfondito.

Esso si basa oggi sull’adesione a un comune modello valoriale, ispirato ai principi di solidarietà, coesione sociale e promozione di una cittadinanza attiva e responsabile. È un ancoraggio forte che, nell’articolato sistema di relazioni delle Fondazioni con il territorio, pone il Volontariato in primo piano tra le realtà locali coinvolte nelle politiche di intervento delle Fondazioni.

Si inquadra, in questa cornice, la strategia di collaborazione e di alleanze su base nazionale che da quasi 20 anni le Fondazioni, attraverso Acri, perseguono con importanti accordi e pro-tocolli d’azione comune con le rappresentanze nazionali del Volontariato e del Terzo settore (abbracciando così anche altre espressioni organizzative tipiche di questo variegato mondo, quali l’associazionismo di promozione sociale e la cooperazione sociale). Un recente signi-ficativo esempio di questa proficua collaborazione si è avuto in occasione della riforma del Terzo settore varata dal Governo a metà del 2017, quando Fondazioni e mondo del Volonta-riato, attraverso il Forum Nazionale del Terzo Settore, con il concorso delle rappresentanze nazionali dei Centri di servizio per il volontariato (CSV) e dei Comitati di gestione dei fondi speciali per il volontariato, hanno presentato una proposta congiunta per la ridefinizione del-la disciplina dei Centri di servizio; una proposta apprezzata dal Governo e trasfusa in modo pressoché integrale nel decreto legislativo del 3 luglio 2017 n. 117, recante il Codice del Terzo settore, applicativo della legge delega del 6 giugno 2016 n. 106 che ha avviato, fra l’altro, il processo di riforma del Terzo Settore.

Dal punto di vista operativo, la cooperazione tra le Fondazioni e il Volontariato si sviluppa essenzialmente lungo due direttrici: la prima, è dettata dall’obbligo di legge che pone a carico delle Fondazioni il finanziamento dei Centri di servizio per il volontariato; l’altra, si innesta nell’ambito dell’ordinaria attività erogativa delle Fondazioni, con la concessione di contributi alle organizzazioni di volontariato per il sostegno economico di progetti e programmi delle stesse a favore della comunità.

Per quanto riguarda il finanziamento dei Centri di servizio per il volontariato si deve ricor-dare che l’intera disciplina di settore è stata modificata nel corso del 2017 con l’entrata in vigore del richiamato decreto legislativo n. 117. Nel rinviare al Capitolo 5 per una disamina dettagliata della nuova disciplina, serve qui ricordare che, pur in presenza di una profonda riconfigurazione del precedente impianto del sistema (che vede i precedenti fondi speciali re-gionali sostituiti da un Fondo unico nazionale), permane anche nel nuovo quadro normativo l’obbligo delle Fondazioni di destinare ai Centri di servizio una quota (il tradizionale “quindi-cesimo”) del loro risultato di gestione35.

Così come accadeva in passato nei Coge (Comitati di gestione dei fondi speciali per il volon-tariato), anche nei nuovi organismi di indirizzo e controllo del sistema (l’ONC – Organismo Nazionale di Controllo e i suoi uffici territoriali, gli OTC – Organismi Territoriali di Con-trollo) le Fondazioni esprimono la maggioranza dei componenti36, disponendo pertanto di un pregnante potere di influenza nell’azione di governo del sistema, coerente con la funzione di sostegno finanziario posta a loro carico dalla legge. Va peraltro evidenziato che, sino ad oggi, le Fondazioni hanno esercitato questo potere con moderazione e senso di responsabilità, ri-cercando sempre la più ampia condivisione nelle principali decisioni da prendere.

Nella nuova declinazione introdotta con la riforma, la missione dei Centri di servizio è quella di promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari in tutti gli Enti di terzo settore, e non più soltanto nell’ambito delle organizzazioni di volontariato (come previsto dalla vec-chia normativa). Si allarga perciò il bacino di utenza dei Centri e con esso il perimetro dei beneficiari potenziali di questa speciale linea di contribuzione delle Fondazioni, che offre loro la possibilità di usufruire di molti servizi a titolo gratuito, rafforzandosi sul piano strutturale e migliorando qualitativamente e quantitativamente la propria attività istituzionale.

La gamma dei servizi offerti dai Centri è assai ampia: formazione dei volontari, promo-zione del volontariato sul territorio (con particolare attenpromo-zione ai giovani), consulenza

am-35 L’art. 62, comma 3 del Codice del Terzo settore stabilisce che ogni Fondazione deve destinare al FUN (Fondo unico nazionale) “… una quota non inferiore al quindicesimo del risultato della differenza tra l’avanzo dell’esercizio meno l’ac-cantonamento a copertura dei disavanzi pregressi, alla riserva obbligatoria e l’importo minimo da destinare ai settori rilevanti …”. Per completezza si deve evidenziare che il Codice del Terzo settore prevede da un lato, in determinate circostanze, un potenziale aggravio dell’onere delle Fondazioni, contemplando un obbligo di contribuzione integrativa quando il quindicesimo non sia sufficiente a finan-ziare il fabbisogno determinato dall’Organismo Nazionale di Controllo; dall’altro lato, in una sostanziale logica di compensazione, l’onere economico delle Fondazioni è alleviato dalla concessione di un credito d’imposta per un valore, a regime, di 10 milioni di euro.

36 Nell’ONC le Fondazioni designano 7 componenti su un totale di 13; negli OTC composti da 7 membri le designazioni delle Fondazioni sono 4, e negli OTC di 13 componenti la designazione delle Fob riguarda 7 dei componenti.

ministrativa e tecnica, supporto nell’attività di progettazione, servizi informativi e logistici, comunicazione esterna, ecc.

I Centri operanti attualmente nel panorama nazionale sono 6537, presenti sul territorio con 389 sportelli, tra sedi centrali e punti operativi, in cui prestano la propria collaborazione 843 addetti con impegno orario diversificato. Secondo le stime di CSVnet, la rete dei Centri di servizio, i servizi erogati complessivamente ogni anno sono 220.000 e i fruitori più di 42.000.

Dalla creazione del sistema dei Centri ad oggi le Fondazioni hanno complessivamente desti-nato ai fondi speciali per il Volontariato oltre 1,3 miliardi di euro, con una media per anno di circa 48 milioni di euro38.

Sino al 2005 il trasferimento ai Centri di servizio dei fondi accantonati dalle Fondazioni è av-venuto sulla base degli “automatismi” previsti dalla normativa vigente39: le risorse impegnate annualmente in bilancio da ciascuna Fondazione venivano rese disponibili per l’utilizzo da parte dei Centri, su istruzioni emesse dai Comitati di gestione40, dopo un periodo di “accu-mulo” di due anni (periodo obbligato di latenza a cui si aggiungeva ordinariamente almeno un altro anno per gli adempimenti necessari alla materiale erogazione dei fondi). Inoltre, la distribuzione dei fondi tra le diverse regioni avveniva in mancanza di specifiche strategie di regolazione. Ciò aveva prodotto nel tempo, come conseguenza, uno squilibrio nella riparti-zione dei fondi a livello nazionale (soprattutto a svantaggio delle regioni meridionali) e un andamento “instabile” (cioè soggetto a forti variazioni di anno in anno) dei flussi di risorse a disposizione dei Centri.

Sul finire del 2005, anche per attenuare tali elementi di criticità, furono concordate, nell’am-bito del primo degli accordi nazionali tra Acri e le rappresentanze del Volontariato (di cui si è fatto cenno in precedenza), significative innovazioni nel meccanismo di assegnazione dei fondi. Fu prevista, in particolare, una definizione concertata tra le parti dei plafond annuali da garantire su base nazionale e regionale, con impegni tempo per tempo assunti dalle Fondazio-ni a versare contributi aggiuntivi nei casi di accantonamenti di legge insufficienti41.

Il nuovo schema adottato su base pattizia si è rivelato particolarmente vantaggioso per i Centri di servizio e per il Volontariato quando, negli anni immediatamente successivi alla sottoscrizione degli accordi, si è registrato un drastico calo degli accantonamenti di legge

del-37 Nel 2017 si è completata la ristrutturazione della rete dei CSV della Lombardia, che ha portato alla fusione tra alcuni di essi e alla conseguente riduzione del numero da 12 a 6.

38 Si giunge a tali importi sommando gli accantonamenti annuali di legge e i contributi aggiuntivi erogati dalle Fondazioni nel corso degli anni in base ad accordi sottoscritti in sede nazionale.

39 Si fa riferimento all’art. 15 della Legge n. 266 del 1991 e al relativo Decreto ministeriale di attuazione, il D.M.

8.10.1997, abrogati nel 2017 con l’introduzione del nuovo Codice del Terzo Settore (d.lgs. 117/2017).

40 I Comitati di gestione hanno avuto la funzione, nel quadro normativo in vigore sino al 2016, di amministrare i fondi speciali regionali a cui le Fondazioni dovevano attribuire gli importi accantonati. In questa veste essi eser-citavano il controllo sulla programmazione e rendicontazione dell’attività dei Centri di servizio, impartendo, ad esito di detti controlli, istruzioni alle Fondazioni per i versamenti da effettuare ai Centri.

41 È interessante notare che questo “approccio” al tema del finanziamento dei Centri di servizio, convenuto pat-tiziamente tra le parti con gli accordi in argomento, è stato sostanzialmente recepito dalla nuova normativa di settore (d.lgs 117/17) che contempla infatti, in casi espressamente previsti, l’integrazione del “quindicesimo” di legge accantonato dalle Fondazioni con contributi aggiuntivi a carico delle stesse.

le Fondazioni (strettamente proporzionali ai risultati di gestione), e le suddette contribuzioni integrative si sono rivelate essenziali per la tenuta economica del sistema.

Nella Fig. 4.4. è rappresentato l’andamento delle assegnazioni di fondi ai Centri di servizio (e ai Comitati gestione preposti al loro controllo) a partire dal 2007, anno in cui il meccanismo di finanziamento previsto dall’accordo nazionale del 2005 ha iniziato a produrre concreta-mente i propri effetti sui programmi di attività dei Centri42. È da precisare che con riferimen-to ai contributi integrativi erogati nel 2017 è stariferimen-to riconosciuriferimen-to alle Fondazioni un crediriferimen-to d’imposta di 10 milioni di euro.

Fig. 4.4 - Fondi destinati al sistema dei Centri di servizio per il volontariato (2007-2017)

(valori in milioni di euro)

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Quota finanziata con accantonamenti

obbligatori di legge Totale fondi messi a disposizione dei Centri di servizo e dei Coge

71,8 82,2 92,0 55,3 52,9 42,2 23,8 33,5 31,5 45,0 29,3

87,8 102,3 120,0 85,2 51,3 49,0 45,6 40,9 40,9 45,0 41,5

Nel positivo bilancio economico di questa lunga stagione di collaborazione (in totale 138,5 milioni di contributi aggiuntivi ai Centri di servizio negli 11 anni di efficacia degli accordi nazionali) vanno inoltre ricompresi i contributi stanziati per finanziare bandi speciali rivolti alle organizzazioni di volontariato, emessi tra il 2007 e il 2009 per un plafond totale di 50

42 Gli accantonamenti e i contributi integrativi di competenza del 2005 sono stati infatti quantificati e certificati nel 2006 (con l’approvazione dei bilanci 2005 da parte delle Fondazioni) e in quell’anno indicati ai Centri di servizio quale base per la programmazione dell’attività del 2017.

milioni di euro, e soprattutto la costituzione della Fondazione con il Sud43.

Il richiamo alla Fondazione con il Sud introduce alle altre linee di intervento delle Fondazioni analizzate in questo paragrafo, tutte rivolte, come già evidenziato, al sostegno di attività di carattere umanitario e filantropico.

In primo luogo, quelle rivolte alle fondazioni di comunità: istituzioni introdotte in Italia pro-prio dalle Fondazioni di origine bancaria, sulla scia di esperienze di successo realizzatesi so-prattutto negli Stati Uniti.

Le fondazioni di comunità sono organizzazioni strettamente legate al territorio in cui sono nate, dove operano per il soddisfacimento di bisogni comunitari con risorse provenienti in parte da una fondazione “promotrice” (in questo caso la Fondazione di origine bancaria che ha dato impulso alla nascita della fondazione di comunità) e in parte da donazioni raccolte direttamente tra i cittadini, le imprese e le istituzioni del territorio.

Il modello delle fondazioni comunitarie si è andato diffondendo gradualmente, estendendosi prima, ad opera della Fondazione Cariplo, in tutte le province della Lombardia (e, in Piemon-te, a Novara e Verbania), successivamente in Veneto, dove la Fondazione di Venezia ha costi-tuito due fondazioni di questo tipo, e in Piemonte, ad opera della Compagnia di San Paolo, con cinque ulteriori esperienze. Le ultime realizzazioni in ordine di tempo si sono avute nel meridione dove, su impulso della Fondazione con il Sud, sono nate cinque nuove fondazioni di comunità a Napoli, Salerno, Messina e in Val di Noto.

In altra forma, l’azione delle Fondazioni nel campo delle iniziative filantropiche e umanitarie trova espressione attraverso la creazione o il sostegno di altri enti filantropici territoriali, ovvero con erogazioni dirette a favore di specifiche iniziative territoriali volte a dare risposta a situazioni di emergenza (es. calamità naturali), casi di estrema povertà, sussidio a famiglie in difficoltà, ecc.

Le tipologie di intervento comprese nel settore si completano infine con le iniziative di soli-darietà rivolte verso l’estero. È da osservare che in questo campo l’espansione delle attività è limitata oggettivamente da alcuni fattori sistematici, primi tra tutti i vincoli statutari che talora precludono espressamente alle Fondazioni di impegnarsi in questa direzione. Non da meno, le azioni proiettate al di fuori della comunità di riferimento sono disincentivate dal tra-dizionale radicamento territoriale delle Fondazioni, che le induce a concentrarsi sui problemi locali, tanto più in periodi di crisi come quelli sperimentati negli ultimi anni.

Ciò nonostante, l’impegno complessivo delle Fondazioni nel comparto internazionale è co-munque ragguardevole, grazie soprattutto agli interventi delle Fondazioni di maggiori dimen-sioni. Esse infatti, in virtù di un orizzonte strategico più allargato e disponendo di strutture più robuste e specializzate in quest’ambito, hanno superato le ritrosie sopra descritte acquisendo una consuetudine di impegno anche nel campo della cooperazione internazionale e dell’aiuto alle popolazioni dei paesi poveri. Un interessante esempio di questa proiezione

internaziona-43 La Fondazione con il Sud è un soggetto filantropico, originale e innovativo nel panorama nazionale, governato pariteticamente dalle Fondazioni e dal Volontariato e Terzo settore, a cui è stato affidato il compito di realizzare un articolato programma di interventi nel Meridione per il rafforzamento delle infrastrutture sociali. Per maggiori informazioni sulla Fondazione con il Sud si rinvia al paragrafo 4.1.6 in questo Capitolo.

le è costituito dal filone progettuale sviluppatosi sulla scorta dell’iniziativa “Fondazioni4Afri-ca” promossa e realizzata da quattro tra le maggiori Fondazioni italiane (Cariplo, Compagnia di San Paolo, Monte dei Paschi di Siena, Cariparma), e proseguito con una iniziativa in Burkina Faso promossa dalla Commissione per la Cooperazione internazionale di Acri (con il coinvolgimento di 28 Fondazioni)44.

Dopo questa rassegna generale sulle principali linee di intervento del settore, l’analisi prose-gue ora con un esame più dettagliato dei dati relativi all’attività svolta nel 2017.

Come già evidenziato in apertura del Capitolo le risorse complessivamente erogate dalle Fondazioni nel settore Volontariato, Filantropia e Beneficienza ammontano a 115,2 milioni di euro per un totale di 2.303 iniziative, l’11,7% degli importi totali e l’11,6% del numero di iniziative (Tab. 4.2). Si tratta di volumi di assoluto rilievo, sebbene in flessione rispetto all’an-no precedente (-7,7% degli importi e -6,5% del numero di iniziative), che collocaall’an-no il settore al quarto posto nella graduatoria per importo totale erogato.

Nella speciale graduatoria dei sotto-settori, cioè delle principali linee di intervento del set-tore codificate in questa ricerca, al primo posto si posizionano gli Accantonamenti al Fondo unico nazionale per il volontariato (d.lgs. 117/2017)45, in crescita di due posizioni rispetto al 2016 (Tab. 4.7). Essi presentano un notevole aumento sia in valore assoluto (39,2 milioni di euro contro i 23,7 milioni del 2016, il 65% in più), sia per incidenza nel settore (da 19% a 34%). L’incremento è strettamente correlato con i postivi risultati gestionali conseguiti dalle Fondazioni nel 2017 (da cui il quindicesimo dipende direttamente per effetto di un preciso algoritmo), per il cui esame si rinvia al Capitolo 2.

Al secondo posto i Contributi a fondazioni grant making e altri intermediari filantropici, con 32,9 milioni di euro per 270 interventi (rispettivamente il 28,5% e l’11,7% del settore). Con la decisa flessione degli importi rispetto all’anno passato (-44,1%) il comparto si riallinea agli andamenti degli anni precedenti, che nel 2016 erano stati spinti prepotentemente verso l’alto (si era passati da 35,2 milioni di euro nel 2015 a 58,8 milioni di euro nel 2016) dall’imputa-zione di un intervento straordinario di una Fondadall’imputa-zione che aveva in quell’esercizio costituito l’ingente dotazione patrimoniale di una sua fondazione strumentale.

Al terzo posto in graduatoria, in crescita rispetto al 2016 (+17,3% degli importi), seguono gli Interventi diretti di promozione e sostegno del Volontariato, a cui sono destinati 30,7 milioni di euro (26,6% del settore) e 1.385 iniziative (60,1%). Si conferma, pertanto, la buona propensio-ne delle Fondazioni a utilizzare, parallelamente alla modalità “mediata” di sostegno al volonta-riato costituita dagli accantonamenti a favore dei Centri di servizio, anche forme di intervento più diretto a supporto di progettualità specifiche proposte dalle organizzazioni del territorio.

44 Per ulteriori informazioni sul progetto si veda il paragrafo 4.1.6 sulle Partnership di sistema.

45 Per la precisione si deve osservare che l’accantonamento obbligatorio al volontariato delle Fondazioni è stato disciplinato sino a tutto il 2016 dalla L. 266/91, che prevedeva la destinazione degli importi a fondi speciali per il volontariato istituiti in ogni regione. Dal 2017, con l’introduzione del nuovo Codice del Terzo settore (d.lgs.

117/2017), le somme accantonate vanno invece ad alimentare un Fondo unico nazionale (FUN). L’intitolazione del sotto-settore è pertanto stata aggiornata, a partire da questo Rapporto, adeguandola alla nuova disciplina.

A cospicua distanza dagli ambiti di intervento sin qui esaminati si trovano, al quinto posto in graduatoria, le Iniziative umanitarie e filantropiche, in diminuzione rispetto alla passata rilevazione (-26,2% degli importi), che assorbono 6,4 milioni di euro per 420 iniziative (5,6%

degli importi del settore e 18,2% del numero di interventi). Merita una segnalazione, tra gli interventi censiti nel comparto, il contributo destinato dalle Fondazioni al “Fondo nazionale iniziative comuni”46 costituito presso Acri.

Chiudono la graduatoria, anch’esse in regresso rispetto al 2016 (-6,6% degli importi), le inizia-tive in ambito internazionale rivolte al Sostegno allo sviluppo e alle condizioni di vita dei paesi poveri, che ricevono contributi per 3,7 milioni di euro (il 3,2% del totale di settore) e 93 progetti.

Prima di concludere questa parte di analisi dedicata alla relazione tra le Fondazioni e il mon-do del volontariato, è utile svolgere qualche ulteriore osservazione, corredata da dati, per comporre un quadro più completo di questo articolato rapporto.

Com’è noto le attività di volontariato si svolgono in campi molto diversificati (dal sociale allo sport, dalla cultura alla tutela ambientale e ai diritti di cittadinanza, ecc.) e in questo senso possono essere riferite a una molteplicità di settori, intesi nell’accezione tematico-disciplinare utilizzata nel presente Rapporto. Sebbene il sistema di rilevazione utilizzato da Acri preve-da l’apposito settore Volontariato, Filantropia e Beneficienza per la classificazione di queste attività (mutuando la denominazione di uno dei “settori ammessi” previsti dalla normativa vigente), non è preclusa alle Fondazioni la possibilità di censire i propri interventi scegliendo di classificarli in qualche altro ambito tematico così da metterne in risalto la caratterizzazione di contenuto più che quella di metodo. Ne consegue che per comporre un quadro esaustivo delle iniziative promosse dalle Fondazioni a sostegno del Volontariato occorre estendere la ricerca a tutti gli altri settori, selezionando al loro interno le iniziative per le quali sono state indicate le

Com’è noto le attività di volontariato si svolgono in campi molto diversificati (dal sociale allo sport, dalla cultura alla tutela ambientale e ai diritti di cittadinanza, ecc.) e in questo senso possono essere riferite a una molteplicità di settori, intesi nell’accezione tematico-disciplinare utilizzata nel presente Rapporto. Sebbene il sistema di rilevazione utilizzato da Acri preve-da l’apposito settore Volontariato, Filantropia e Beneficienza per la classificazione di queste attività (mutuando la denominazione di uno dei “settori ammessi” previsti dalla normativa vigente), non è preclusa alle Fondazioni la possibilità di censire i propri interventi scegliendo di classificarli in qualche altro ambito tematico così da metterne in risalto la caratterizzazione di contenuto più che quella di metodo. Ne consegue che per comporre un quadro esaustivo delle iniziative promosse dalle Fondazioni a sostegno del Volontariato occorre estendere la ricerca a tutti gli altri settori, selezionando al loro interno le iniziative per le quali sono state indicate le

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