• Non ci sono risultati.

I minori stranieri non accompagnati e i minori stranieri vittime di tratta e grave sfruttamento

I minori stranieri non accompagnamenti nella Provincia Autonoma di Bolzano, come nel resto del territorio italiano, sono sotto la responsabilità del Comune di Bolzano ed in particolare del SIS, ma anche della Provincia Autonoma. Alla fine degli anni ’90 è stato attivato un coordinamento provinciale che è tuttora operato del CRAIS54Coordinamento Strutture Socio-Pedagogiche per Minori in Alto Adige - Coordination of Socio-Pedagogic Facilities for Minors in Alto Adige), al fine di favorire la collaborazione tra le comunità comprensoriali (servizi sociali territoriali gestori delle strutture per minori).

Nel 2000, la presenza di minori stranieri non accompagnati in strada ha sollecitato l’attenzione delle istituzioni.

Nel 2001, la Provincia ha quindi attivato una procedura di accoglienza che consta di prima accoglienza, seconda accoglienza, accoglienza assistita in alta autonomia (intervista, Direttrice SIS Minori, 18/02/2020). Inizialmente, il Piano Provinciale di Prima Accoglienza prevedeva 12 posti (per 6 mesi).

Con l’incremento degli arrivi in Italia, in coincidenza con la cosiddetta “Emergenza nord Africa”, nel 2011, sono cresciuti anche i transiti al Brennero, soprattutto nel periodo 2014-2016, con numerosi minori in arrivo dal sud Italia. Molti sono sfuggiti ai controlli e non sono stati quindi identificati come minori. Nel 2016 sono stati aperti due centri di prima accoglienza dedicati. Molti dei minori erano trasferiti attraverso il canale ministeriale. Nello stesso anno sono stati assistiti circa diciotto minori, in maggioranza somali ed eritrei – mentre tra il 2000 e il 2014 la maggior parte di minori erano di origine albanese e kosovara e, più raramente, marocchina o tunisina.

Quasi tutti hanno proseguito il loro viaggio verso il nord Europa, subito dopo l’ingresso nella struttura di accoglienza. Ora i movimenti sono generalmente inversi, dal nord Europa verso l’Italia e riguardano soprattutto minori da Albania e Kosovo.

Attualmente il SIS ha in carico 70 minori e neo-maggiorenni. Le presenze riscontrate sul territorio di Bolzano e provincia riguardano principalmente: minori bengalesi coinvolti nella tratta - che spesso abbandonano i progetti per raggiungere altre città; minori coinvolti nello spaccio di droga, spesso di nazionalità marocchina tunisina e algerina; minori autori e vittime di reato, ma non riconosciuti come vittime (intervista, Responsabile Ufficio Minori e Inclusione Sociale, Provincia Autonoma Bolzano, 20/02/2020), provenienti dall’area del Maghreb.

I posti per minori stranieri non accompagnati maschi a Bolzano sono (mappa 2):

- 16 posti presso la struttura Conte Forni (dal 2016 anche posti fuori provincia, ne sono rimasti 4 per minori in transito);

- 12 posti in 3 centri di prima accoglienza a Bolzano;

- 12 posti a Casa Rossa;

- 16 posti all’ex Lemayer (poi chiuso, con apertura di 15 posti a Merano, in provincia).

Per quanto riguarda le minori, il collocamento viene fatto generalmente direttamente nelle strutture socio pedagogiche, senza afferire alle strutture in emergenza, come avviene per i maschi minorenni (mappa 2):

- Maso Santa Clara, La Strada Bolzano - comunità socio-pedagogica integrata;

Per maggiori informazioni vedere il sito dedicato: www.crais.itUltimo accesso/Last access: 30/12/2020.

- Kinderdòrf, Bressanone, Merano;

- Sovi, in Val Venosta.

Dal 2017 sono arrivate tuttavia poche ragazze minorenni, 8 in totale: 1 tunisina in stato di gravidanza, 4 somale (di cui 3 si sono allontanate), 2 nigeriane in stato di gravidanza e 1 nigeriana riconosciuta come rifugiata. Va spiegato che per le vittime di tratta minorenni, Alba ha creato un protocollo con il SIS per gestire l’accoglienza, che viene organizzata caso per caso poiché il numero di posti è insufficiente (intervista, Direttore Progetto Alba, 17/02/2020).

MAPPA2:STRUTTURE PER MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI A BOLZANO (ROSSO: PER MASCHI; VIOLA: PER FEMMINE)(NON È INDICATO LINDIRIZZO ESATTO DELLE STRUTTURE PER MOTIVI DI PRIVACY E SICUREZZA)

La presa in carico dei minori stranieri non accompagnati

Il minore può arrivare al servizio SIS in autonomia o in seguito ad una segnalazione della polizia, nel caso in cui sia fermato dalla polizia di frontiera o da altre forze dell’ordine. È stato infatti definito un protocollo in base al quale le forze dell'ordine che entrano in contatto con un minore sono chiamate ad attivare la rete di tutela. È successo frequentemente che il SIS abbia ricevuto segnalazioni dalla polizia di frontiera di San Candido, ma i minori segnalati non sono quasi mai arrivati al SIS (intervista, Direttrice SIS Minori, 18/02/2020).

Entro terzo giorni il servizio sociale si attiva per organizzare un colloquio, durante il quale interviene anche un mediatore linguistico-culturale, con i seguenti obiettivi: comprensione del percorso del minore; spiegazione del funzionamento della vita in comunità; informativa legale; inserimento scolastico; raccolta informazioni per la preparazione di una relazione da inviare al Tribunale dei minorenni che, generalmente in un mese e mezzo, provvede a nominare un tutore che rappresenti il minore. Successivamente, colloqui di monitoraggio vengono organizzati con cadenza mensile, anche nelle strutture di accoglienza.

Un dato positivo della presa in carico dei minori nel territorio della Provincia di Bolzano riguarda la l’utilizzo dello strumento del “prosieguo amministrativo”, ossia dell’accoglienza dei neo-maggiorenni fino ai 21 anni, prassi consolidata prima ancora dell’approvazione della Legge Zampa 47/2017 che ne ha promosso l’utilizzo.

Paradossalmente, in seguito all’approvazione della Legge Zampa, è diventato sempre più difficile per i servizi sociali ottenere l’autorizzazione per il prosieguo, a causa dei tempi ristretti tra l’accesso ai servizi dei minori e il compimento dei 18 anni, della tendenza a considerare l’arrivo in prossimità della maggiore età come strumentale (intervista, Direttrice SIS Minori, 18/02/2020). Per questo spesso il prosieguo è autorizzato per soli 6 mesi, con l’obbligo di attivare un percorso di inclusione, diventando quindi un meccanismo “premiale”, legato alla percezione (evidentemente discrezionale) di una reale motivazione da parte del minore.

Altre criticità sono emerse rispetto alla presa in carico e riguardano in particolare: l’assenza di un supporto di mediazione linguistico-culturale; il ruolo limitato del servizio psicologico che viene attivato, non come parte di un percorso di accompagnamento, ma solo in caso di ricoveri TSO (trattamento sanitario obbligatorio – attivato quando una persona viene sottoposta a cure mediche contro la sua volontà). La nomina del tutore non è parte di una prassi consolidata, per quanto riguarda il Tribunale di Bolzano, contrariamente a quello di Trento – lasciando spesso la responsabilità per il minore al solo Dirigente del servizio sociale. Ci sono stati tuttavia dei miglioramenti e le nomine sono ora più frequenti (intervista, Direttrice SIS Minori, 18/02/2020). La responsabile per l’area minori suggerisce che le procedure di nomina siano ormai regolari e puntuali (email, Responsabile Ufficio Minori e Inclusione Sociale della Provincia Autonoma di Bolzano, 17/11/2020), dato in linea con quanto suggerito da alcune operatrici del territorio nel mese di febbraio 2020.

Capitolo 7