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1. Comportamento al fuoco delle facciate

1.7 Comportamento al fuoco delle facciate ventilate

1.7.2 Misure di protezione antincendio per facciate ventilate

Per quanto riguarda il caso di facciate ventilate che presentano aperture di facciata in vetro, bisogna attuare le seguenti misure di protezione delle facciate:

• Protezione del sistema di facciata con componenti/materiali di finitura; • Interruzione ritmica dell’intercapedine verticale all’interno del sistema di

facciata;

• Componenti/materiali di isolamento termico;

• Protezione del contorno della cavità vetrata o non protetta;

verticali o orizzontali; Si considera soddisfatto il requisito di protezione contro la propagazione del fuoco, senza necessità di ulteriori prove, se la barriera tagliafuoco è costituita da un profilo continuo in lamiera di acciaio con uno spessore minimo di 1 mm, o da uno, equivalente in termini di protezione antincendio, a sbalzo di almeno 20 cm; Devono essere applicate in corrispondenza di ogni piano dell’edificio termico, se combustibile); Suddividere l’intercapedine utilizzando delle strisce orizzontali non combustibili, resistenti alla corrosione, e posizionate con una pendenza del 5 % in

modo tale da consentire all’acqua

di defluire verso l’esterno; Esistono anche dei

dispositivi che interrompono l’intercapedine solo in caso di incendio, come ad esempio dei prodotti intumescenti resistenti all’acqua, la cavità d’aria rimane così ventilata

in circostanze normali

incendio, aumenta il proprio volume chiudendo la cavità

nella zona del corridoio d’aria permette la ventilazione della camera e che si chiude in presenza di un incendio, installate con una fascia di materiale non combustibile di almeno 10 cm sopra di esse) o non intumescenti (in metallo di almeno 0,50 mm di spessore, in Legno di almeno 38 mm di spessore, in lana di roccia, installata sotto compressione, o lastre in calcio silicato, cemento o gesso, di almeno 12 mm di spessore)

una resistenza al fuoco di almeno 30 minuti; Una cavity barrier può

essere costituita da: -Metallo con spessore

di almeno 0,5 mm; -Legno con spessore di

almeno 38 mm; -Lana minerale con guaina in politene, o lastra di lana minerale,

sotto compressione; -Calcio silicato (EI 60),

lastre a base di cemento o gesso, di spessore di almeno 12

65 • Utilizzo di parapetti di almeno 1,20 m di altezza, ignifughi E30, in

prossimità di pavimenti di altezza pari ad almeno 0,50 m, E30.

A tale proposito, è possibile configurare alcune soluzioni che possono ridurre la diffusione dell’incendio attraverso l’intercapedine tramite l’inserimento di appositi elementi tagliafuoco.

Figura 39 – Esempio di barriera di intercapedine continua.

In generale, quando viene installato un sistema di facciata ventilata, è necessario, sia nel caso di isolante combustibile che non, prevenire la diffusione dell’incendio lungo la camera di ventilazione tramite le aperture, o almeno a piani alternati lungo tutto il perimetro dell’edificio.

66 Un’ulteriore misura di sicurezza al fuoco, oltre all’utilizzo di materiali non infiammabili, è quella di installare delle scatole antincendio costituite da una struttura metallica e fissate alla parete in corrispondenza del perimetro delle aperture di facciata. Lo spazio fra gli elementi metallici viene riempito con una lana minerale resistente al calore. La funzione di queste scatole è quella di non permettere alle fiamme di penetrare all’interno della facciata. Tuttavia, questo sistema non funziona nelle situazioni in cui la fonte di incendio si trova all’esterno dell’edificio. Per questo motivo, vengono posizionate barriere tagliafuoco con un passo definito, in modo da coprire l’intero spessore dell’intercapedine d’aria. In caso di incendio, esse impediscono la diffusione della combustione della membrana antivento e la caduta di particelle infiammate, così come la diffusione di gas infiammabili lungo la parete perimetrale.

Bisogna ora dividere fra facciate ventilate ispezionabili o meno, e con parete esterna aperta o chiusa.

Nel caso di facciate ventilate non ispezionabili, in cui la camera ventilata ha uno spessore dai 3 ai 60 cm, con parete esterna chiusa, se l’intercapedine è dotata, in corrispondenza di ogni vano finestra e/o porta-finestra e in corrispondenza di ogni solaio, di elementi di interruzione non combustibili e che si mantengono integri durante l’esposizione al fuoco, la parete interna deve obbedire alle stesse regole delle facciate semplici, utilizzando delle fasce orizzontali. Non sono richiesti gli elementi orizzontali di interruzione in corrispondenza dei solai se nell’intercapedine è presente esclusivamente materiale isolante classificato almeno B-s3, d0, ovvero se la parete interna ha, per l’intera altezza e per tutti i piani, una resistenza al fuoco EI 30.

67 Nel caso di facciate ventilate non ispezionabili con parete esterna aperta, cioè costituita, per almeno il 50 % della sua superficie, da giunti, griglie fisse o mobili, che si aprono automaticamente in caso di incendio di almeno 60°, o da pannelli realizzati con materiale che a temperature inferiori a 200 °C si rompono e cadono, la parete interna dovrà presentare analoghi requisiti di resistenza al fuoco delle facciate semplici, se nell’intercapedine è presente esclusivamente materiale isolante classificato almeno B-s3, d0, ovvero dovrà avere, per l’intera altezza e per tutti i piani, una resistenza la fuoco EI 30 se nell’intercapedine è presente materiale isolante con classificazione di reazione al fuoco inferiore. Nel caso di facciate ventilate ispezionabili, in cui la camera ventilata è di spessore superiore a 60 cm, con parete esterna chiusa, se l’intercapedine è interrotta da solai o setti di compartimentazione E60 per ciascun piano, la parete esterna ovvero la parete interna devono obbedire alle stesse regole delle facciate semplici. Nei solai e setti resistenti al fuoco che interrompono l’intercapedine, possono essere praticate aperture allo scopo di consentire la circolazione di aria all’interno dell’intera intercapedine, a condizione che sia mantenuta salva la continuità della compartimentazione di interpiano attraverso l’intervento, in caso d’incendio, di dispositivi automatici di chiusura aventi requisito di resistenza al fuoco E60. Invece, se l’intercapedine è priva di interruzioni orizzontali, la parete interna dovrà avere, per l’intera altezza e per tutti i piani, una resistenza al fuoco EW30.

Infine, nel caso di facciate ventilate ispezionabili con parete esterna aperta, la parete interna dovrà presentare analoghi requisiti di resistenza al fuoco delle facciate semplici.

In alternativa o in aggiunta a tali prescrizioni, è possibile dotare la facciata di un sistema automatico di spegnimento ad acqua, posizionato all’interno

68 dell’intercapedine. L’impianto deve essere comandato da apposito sistema di rivelazione incendi a servizio di ciascun piano dell’edificio, e i dispositivi di erogazione, posti al di sopra di ciascun piano, devono essere orientati verso la parete interna. Lo spazio intermedio o “corridoio d’aria”, inoltre, dovrà essere provvisto di un sistema di evacuazione dei fumi, orientativamente individuabile attraverso una superficie di ventilazione naturale, realizzata sia nella parte bassa che nella parte alta della facciata, di area pari al 10 % della sezione orizzontale dell’intercapedine stessa.

Tali misure migliorano drasticamente la sicurezza antincendio delle facciate ventilate che, molto spesso, presentano un incontrollato rischio di incendio che può essere pericoloso in determinate condizioni. Questo è principalmente dovuto al fatto che, in un edificio alto con sistema di facciata ventilata, vi è il pericolo che i fumi ed i gas caldi provenienti da un incendio possano diffondersi attraverso le fessure esistenti in facciata, e possano poi accumularsi e diffondersi orizzontalmente o verticalmente in altri spazi che presentano aperture relative allo spazio fra le facciate, ai fini della ventilazione naturale. Le condizioni di comportamento al fuoco e le misure di sicurezza, i materiali e le attrezzature utilizzate nella progettazione e realizzazione dei sistemi di facciata ventilata, devono essere quindi determinati in modo molto accurato e riportati nella documentazione tecnica da parte di progettisti specializzati in sicurezza antincendio.