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MOBILITY AND HIGH-TECH FIRMS IN ITALIAN CITIES FILIPPO, MARCHESANI

Università degli studi G.d'Annunzio Chieti-Pescara filippo.marchesani@unich.it

FRANCESCA, MASCIARELLI Università G.d'Annunzio

francescamasciarelli@gmail.com Sessione organizzata:

Tema di riferimento: N.23. Conoscenza, innovazione e sviluppo regionale Approcci prevalenti: applicativo

Parole chiavi: Knowledge Spillover, students' mobility Agglomeration Economies, Innovation, Proximity, Economic Development

Sommario: The agglomeration and clustering literature perceives the knowledge processes like a primarily local intra-regional micro-phenomenon in which the accent is on the large number of interactions between agents within a spatially constrained environment (Faggian & Mccann, 2009). These interactions have an effect on the local development in terms of knowledge exchange (Caragliu & Nijkamp, 2016), industrial cluster (Iammarino & McCann, 2006), R&D investments (Abramovsky & Simpson, 2011) and innovation (Capello & Faggian, 2005). Across-region students’ mobility in terms of university enrolment of students is crucial to study because the human capital of new generations is one of the most important areas for exploration and development in advanced economies (Qian et al., 2019). In this study, we aim to observe students’ mobility in terms of knowledge flow and its influence on city performance in terms of innovation.

Previous studies looking at the impact of students’ mobility on knowledge spillover were conducted at a regional level. However, there are only few studies on the impact of mobility and knowledge sharing in terms of city development and city attraction. Relying on the research by Goldstein and Drucker (2006) that underlines the need of studies that dicuss knowledge spillovers are greater in small to medium-sized metropolitan areas, we base our research on city level.

In particular, we focus on the 20 cities with the greatest number of resident students in Italy to determine the linkage between students’ mobility and city innovation. Our database includes data on the students’

mobility of more than 700.000 students enrolled in the bachelor's and master’s degree programs in Italy during a 10 years period (2009-2019). The unit of analysis is the city.

We estimate the impact of students' mobility on the development of high-tech firms in Italian cities. In this study, the ordinary least-squares (OLS) is used to verify the research framework and hypotheses. The hypotheses testing was conducted using a panel data regression analysis model. Moreover, we evaluate the moderating role of young entrepreneurship in this relation. The preliminary results confirm a relationship between city attraction in terms of students’ mobility and high-tech firms; furthermore, the aforementioned

ID: 6572

INDUSTRIA 4.0 E DIGITAL INNOVATION HUB: RUOLO E MODELLI DI GOVERNANCE PER LA PROMOZIONE DI ECOSISTEMI DI INNOVAZIONE TERRITORIALE. TENDENZE EVOLUTIVE VERSO LA CREAZIONE DEGLI EUROPEAN DIGITAL HUB

VALERIA, IADEVAIA

INAPP - Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche v.iadevaia@inapp.org

MASSIMO, RESCE

INAPP - Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche m.resce@inapp.org

Sessione organizzata:

Tema di riferimento: N.23. Conoscenza, innovazione e sviluppo regionale Approcci prevalenti: applicativo

Parole chiavi: Innovazione 4.0, Ecosistemi territoriali, Competenze, Digital Innovation Hub, Competence center,

Sommario: Con l’avvento di Industria 4.0, oltre allo sviluppo del dibattito sulle tecnologie, sulla loro velocità di diffusione e sugli impatti sul mercato del lavoro, sono state avviate riflessioni e iniziative su come supportare e accompagnare le imprese nei nuovi percorsi di sviluppo. A livello europeo, nel 2016 viene lanciata l’iniziativa Digitising European Industry (DEI) basata sulla costituzione di una rete di Digital Innovation Hub come strumento finalizzato a supportare le imprese, in particolare Pmi operanti in settori a bassa tecnologia. In Italia viene varato il Piano Nazionale Industria 4.0 che ha affiancato al sostegno per l’acquisizione di macchinari e allo sviluppo delle competenze una ulteriore direttrice riguardante l’implementazione di una rete di supporto articolata su tre livelli (Punti di Impresa Digitale, Innovation Hub e Competence Center), con l’obiettivo di fornire alle aziende servizi per focalizzare meglio il proprio business, accedere alle conoscenze, sviluppare le necessarie competenze, testare e sperimentare innovazioni digitali, modificare processi o modelli di business.

Mentre i Competence Center hanno ritardato la loro partenza, i Digital Innovation Hub sono oramai in piena fase operativa. Queste strutture, mettendo insieme e valorizzando le relazioni tra i soggetti che operano a livello territoriale, che ruolo stanno svolgendo come promotori di quell’ecosistema dell’innovazione territoriale ritenuto fondamentale per la trasformazione digitale? Quali modelli a livello territoriale si stanno sviluppando, quali i ruoli e le governance? Il paper, che rappresenta un approfondimento di una ricerca qualitativa realizzata nel 2018/2019, si propone di approfondire tali questioni attraverso l’analisi dei DIH italiani presenti all’interno del catalogo europeo lanciato dalla Commissione nell’ambito dell’iniziativa ICT Innovation for Manufacturing SMEs (I4MS). L’analisi svolta, oltre a segnalare alcune best practice sperimentate sul territorio, rappresenta un primo tentativo di raggruppare i DIH secondo caratteristiche comuni, modalità di coinvolgimento degli attori a livello territoriale e di collaborazione tra pubblico e privato, individuando punti di forza su cui basare un loro ulteriore sviluppo anche in collegamento con i Competence Center, ai fini della creazione degli European Digital Hub previsti dal nuovo programma Digital Europe e dal

ID: 9089

LA QUALITÀ DELL’ARIA IN LOMBARDIA: IMPLICAZIONI DELLE POLITICHE EUROPEE SULLE DUE PROCEDURE DI INFRAZIONE N. 2014/2147 E N. 2015/2043

MARIANO, TENUTA POLIS-Lombardia

mariano.tenuta.bds@polis.lombardia.it FEDERICO, RAPPELLI

POLIS-Lombardia

federico.rappelli@polis.lombardia.it Sessione organizzata:

Tema di riferimento: O.24. Valutazione di politiche e interventi pubblici Approcci prevalenti: applicativo

Parole chiavi: qualità dell’aria, aree urbane, politiche europee

Sommario: La qualità dell’aria continua a rimanere un’emergenza nelle grandi aree urbane, in cui c’è la massima antropizzazione del territorio, e dove risultano elevati sia i livelli di inquinanti sia l’esposizione della popolazione.

Gli inquinanti che continuano ad essere un problema in Italia e in Europa, sono il particolato atmosferico (PM10) e il biossido di azoto (NO2). Entrambi risultano inoltre essere interessati da due procedure di infrazione verso l’Italia e verso la regione Lombardia: la procedura d’infrazione n. 2014/2147 derivante dal mancato rispetto dei valori limite giornalieri ed annuali relativi al PM10 e la procedura d’Infrazione n.

2015/2043 legata al mancato rispetto dei valori limite di biossido di azoto (NO2).

Tra i motivi del mancato raggiungimento dei valori limite, la commissione europea ha criticato anche il relativo piano regionale di interventi per la qualità dell’aria (PRIA), ed in particolare l’inadeguatezza delle risorse investiste per il miglioramento dell’impatto dei trasporti stradali (principale fonte di emissioni).

In passato la principale preoccupazione ambientale dell’Europa è stata quella di ridurre le emissioni di gas serra ed in particolare le emissioni di anidride carbonica (CO2) attraverso la realizzazione di diversi interventi, come il Pacchetto per il clima e l’energia 20 20 20 e l’accordo su clima ed energia 2030. Le emissioni di CO2, direttamente collegate alla resa del carburante hanno favorito la nascita di politiche e azioni che incentivassero principalmente l’utilizzo di veicoli diesel, ciò ha portato al tempo stesso all’aumento delle stesse emissioni di NO2 primario.

Altre direttive come la direttiva 2010/31/UE hanno cercato di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici mediante l’incentivazione del mercato dei piccoli impianti di combustione a legna, che dà un lato hanno contribuito a ridurre le emissioni di gas climalteranti, ma dall’altro hanno incrementato il mercato degli stessi piccoli apparecchi di combustione a legna con conseguente aumento delle emissioni non climalteranti, ed in particolare di polveri sottili e idrocarburi policiclici aromatici.

Per questi motivi, nel corso del paper verranno analizzati quelli che sono stati gli effetti positivi e negativi prodotti dall’applicazione di tali direttive nella riduzione delle emissioni alla fonte. Lo scopo sarà quello di

ID: 8898

THE INCLUSIVE SYNTHETIC CONTROL METHOD

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