I modelli RANS si suddividono in due categorie:
ο§ modelli basati sul concetto di Eddy Viscosity (viscositΓ turbolenta): definiranno la dipendenza del campo medio da π’π’πππ’π’ππ attraverso una nuova definizione di
viscositΓ turbolenta; ππππππ Γ¨ calcolato mediante una πππ·π·. Questi definiscono
πππ·π·~π’π’βππβ, fissando preventivamente una scala di velocitΓ π’π’βe una scala di
lunghezza ππβ, che spesso possono essere funzione della posizione.
Questa tipologia di modelli Γ¨ la piΓΉ sviluppata ma meno recente.
ο§ modelli per il tensore degli sforzi di Reynolds: introdurranno direttamente dei modelli per ππππππ che quindi Γ¨ fornita direttamente; sono i modelli meno
sviluppati ma piΓΉ recenti.
Modelli a viscositΓ turbolenta
Quello che si andrà a modellare non sarà un tensore bensì un vettore, perché si sta parlando dell'equazione per uno scalare passivo. Si tratta di una quantità scalare come una temperatura o una concentrazione che viene definita passiva dato che si può calcolare a partire dal campo delle velocità .
Dato che l'incognita Γ¨ uno scalare, la divergenza del flusso sarΓ uno scalare e il flusso sarΓ di conseguenza un vettore.
ππ β (πποΏ½πποΏ½) +ππ β πποΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½β²ππβ²= Ξβ2πποΏ½
Il vettore segnato in rosso Γ¨ la parte che non si conosce, cioΓ¨ la media temporale del prodotto di due quantitΓ turbolente πποΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ (direzione e modulo del trasporto turbolento β²ππβ²
di ππ). L'idea alla base Γ¨ di supporre che il vettore ππβ²ππβ² sia allineato con il gradiente del campo medio di questo scalare e quindi proporzionale ad esso. In aggiunta, si definisce la diffusione turbolenta come il coefficiente di proporzionalitΓ π€π€π·π·(π₯π₯) β πποΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ =β²ππβ²
βπ€π€π·π·π΅π΅πποΏ½. Il meno in questa equazione sta ad indicare che il flusso si muove in direzione
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diffusivitΓ molecolare e di quella turbolenta π€π€ππ(π₯π₯) = π€π€ + π€π€π·π·(π₯π₯); inserendola
nell'equazione dello scalare otteniamo il problema in forma chiusa. Prendendo in considerazione l'equazione della quantitΓ di moto:
π΅π΅ β (πποΏ½πποΏ½) +π΅π΅ β (πποΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½β²ππβ²)= β1
ππ ππππΜ + ππβ2πποΏ½
la proprietΓ fisica che interessa Γ¨ la viscositΓ cinematica che descrive la diffusione molecolare. Le equazioni RANS non sono chiuse perchΓ© non si conosce in funzione del campo medio la divergenza del tensore degli sforzi di Reynolds π΅π΅ β ππβ²ππβ²οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½. Il suo contributo Γ¨ fondamentale perchΓ© descrive l'effetto della turbolenza sul moto medio. Per poterlo gestire si ipotizza che il tensore degli sforzi turbolenti sia allineato alla parte simmetrica del tensore gradiente di velocitΓ . Quindi esso sarΓ proporzionale a ππππππ = πππ’π’οΏ½οΏ½οΏ½π₯π₯
πππ₯π₯ππ +
πππ’π’οΏ½οΏ½οΏ½π€π€
πππ₯π₯ππ attraverso un coefficiente scalare chiamato viscositΓ turbolenta πππ·π·(π₯π₯) che
dovrΓ essere costruita in funzione della posizione. A tal fine si scrive la relazione costitutiva in maniera analoga al tensore utilizzato per descrivere gli sforzi molecolari:
ππππππ = βπππ’π’οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ + 2π€π€β²π’π’π₯π₯β² 3 πππππΏπΏππππ = πππππ·π·(ππ) οΏ½πππ’π’πππ₯π₯οΏ½π₯π₯ ππ +
πππ’π’οΏ½π€π€
πππ₯π₯πποΏ½
Importante notare come, inizialmente, la viscositΓ sia una proprietΓ del fluido e quindi una costante (dipende dalla temperatura ma nel caso incomprimibile Γ¨ un numero), mentre ora Γ¨ una proprietΓ della corrente e dipenderΓ della posizione. CosΓ¬ facendo il problema risulta chiuso e si puΓ² definire la viscositΓ effettiva data dalla somma delle due: ππππ(ππ) = ππ + πππ·π·(ππ).
π΅π΅ β (πποΏ½πποΏ½) = β1ππ ππππΜ + ππ β (ππππ(π₯π₯)πππποΏ½)
Si Γ¨ quindi eliminato il tensore di Reynolds dicendo che Γ¨ proporzionale a questa funzione del campo medio. Il problema rimasto Γ¨ dover specificare πππ·π·, quindi il
modello dovrΓ fornire una regola per trovare una funzione di x da usare per definirla. Avendo ricondotto il problema turbolento a quello laminare, la soluzione RANS ottenuta potrebbe risultare sbagliata. Tutti i modelli che utilizzano quest'ipotesi di proporzionalitΓ vengono chiamati modelli che utilizzano l'ipotesi di Bousinnesq. Quest'ipotesi Γ¨ divisa in due ipotesi separate:
ο§ Ipotesi intrinseca: ππππππ dipende dal gradiente del campo medio.
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Il significato di queste ipotesi Γ¨ quello di ripetere la medesima procedure effettuata per gli sforzi viscosi che funziona molto bene.
Ipotesi intrinseca
Affermare che ππππππ sia legata soltanto al gradiente del campo medio implica che la
turbolenza, in un determinato punto, dipenda solo dal campo medio di velocitΓ in quello stesso punto. In realtΓ potrebbe essere un fenomeno non locale o che non dipenda dal campo medio di velocitΓ .
L'ipotesi di Bousinnesq ci dΓ la dipendenza dal solo valore locale di πππ’π’πππ₯π₯, mentre, grazie ad un esperimento su un tubo di flusso con contrazione assialsimmetrica, Γ¨ stato dimostrato che la turbolenza ha memoria; la turbolenza in un punto dipende anche da quello che Γ¨ successo prima. L'ipotesi di Bousinnesq implica quindi memoria zero e quindi Γ¨ sbagliata in quanto formulata in analogia con i moti molecolari.
Come mai nel caso di fluido viscoso, a differenza che in un flusso turbolento, l'analogia con i moti molecolari funziona? La risposta risiede nella separazione delle scale. Andando ad analizzare con un esempio questi due diversi casi si dimostra quanto detto. Si consideri una corrente dove il campo medio Γ¨ lineare con shear ππ =πππ₯π₯πππ’π’οΏ½
2 β
ππ πΏπΏ (Γ¨ il
profilo angolare della retta che descrive questo profilo di velocitΓ ). Fluido viscoso
Considerando il fluido come un insieme di molecole, si definisce la scala di tempo molecolare:
ππππ =ππππΜ
Dove ππ Γ¨ il libero cammino medio delle particelle e ππΜ Γ¨ la velocitΓ media molecolare chiamata anche velocitΓ del suono.
Considerando ππππ = ππβ1, scala temporale dello shear e facendo il rapporto delle due si
ottiene: ππππ ππππ ~ ππ ππΜ ππ = ππ ππΜ ππ πΏπΏ = πΎπΎππ ππ βͺ 1
Il rapporto tra queste due scale di tempo Γ¨ dato dal prodotto tra il numero di Knudsen e il numero di Mach. Per una corrente essenzialmente incomprimibile con Mach basso e dove non ci sono particolari problemi di rarefazione (ipotesi di continuo, Knudsen piccolo), questo prodotto Γ¨ molto piccolo. Ne deriva che ππππ βͺ πππ π e quindi le molecole
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sono così veloci che sono sempre in equilibrio (termodinamico). à evidente quindi che le scale in questo caso siano ben separate.
Flusso turbolento
Introducendo le scale viste in precedenza, si considera il flusso turbolento come un insieme di vortici. La scala di tempo turbolenta Γ¨ definita come:
πππ·π· = ππππ
Il quesito che si pone Γ¨ se questa scala turbolenta sia molto piΓΉ piccola di quella dello shear, definita in precedenza, per capire se ci sia separazione delle scale.
πππ·π·
ππππ~
ππππ
ππ = ππ(1)
Si evince che la scala di tempo della turbolenza non Γ¨ tale per cui i moti turbolenti siano sempre in equilibrio; le due scale di tempo sono ampiamente comparabili.
Se non c'Γ¨ separazione delle scale non si puΓ² assumere che la turbolenza sia sempre in equilibrio perchΓ© appunto i moti turbolenti hanno una scala di tempo βlentaβ e quello che avviene dopo non si Γ¨ ancora dimenticato di quello che Γ¨ successo prima. L'ipotesi intrinseca Γ¨ quindi sbagliata ma la si usa lo stesso perchΓ©, in certi casi, l'errore commesso Γ¨ accettabile, in particolare quando i gradienti del campo medio non cambiano troppo velocemente.
Ipotesi specifica
Questa ipotesi definisce quale sia la dipendenza del tensore anisotropo ππππππ degli sforzi
di Reynolds. Tale dipendenza Γ¨ lineare in quanto ππππππ = β2πππ·π·ππππππ e si nota
immediatamente l'analogia con quanto fatto per la definizione degli sforzi viscosi del caso laminare.
Questa ipotesi Γ¨ facile da rendere inconsistente:
ο§ Nellβesperimento del convergente con contrazione assialsimmetrica si ha π’π’2 =
ππ2 = π€π€2 per il vincolo di incomprimibilitΓ , ma i dati sperimentali evidenziano
che nel convergente π’π’2 β ππ2.
ο§ Confrontando direzionalmente i tensori grazie ai risultati di una DNS (Direct Numerical Simulation) si nota che ππππππ non Γ¨ allineato con ππππππ; sono
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Inoltre, la viscositΓ turbolenta, che lega il tensore anisotropo ππππππ a ππππππ, Γ¨ uno scalare,
mentre nel caso laminare Γ¨ un tensore con inizialmente 81 componenti. Per cui una relazione del genere non Γ¨ invariante rispetto al sistema di riferimento. Per avere la relazione invariante rispetto alle trasformazioni galileiane si necessita un tensore del quarto ordine come elemento di proporzionalitΓ tra due tensori del secondo ordine. Come mai questa ipotesi specifica viene utilizzata? PerchΓ© una legge lineare?
In un fluido newtoniano i moti molecolari sono in equilibrio termodinamico e quindi gli sforzi non ci sono (abbiamo solo la pressione). In un moto con shear, in non equilibrio termodinamico, la deviazione da quest'ultimo Γ¨ talmente piccola che Γ¨ sufficiente considerare nella relazione costitutiva fino al termine del primo ordine. Purtroppo, questo non vale nel caso turbolento dove la corrente possiede moti turbolenti lenti. Le deviazioni dall'equilibrio sono grosse, necessitando
anche dei termini di memoria (integrali).
Il motivo per cui le ipotesi di Bousinnesq sono accettabili Γ¨ che molti degli errori sono commessi introducendo il modello per la descrizione di πππ·π·, esso sarΓ sicuramente
sbagliato anche se abbiamo costruito una relazione costitutiva perfetta.
Modelli algebrici
Modello con viscositΓ turbolenta uniforme
Nel caso di correnti turbolente 2D, prendendo in esempio un getto piano, si ha:
ο§ π’π’β = ππ0(π₯π₯), la scala di velocitΓ Γ¨ l'andamento della velocitΓ nella centerline, la quale diminuisce con x.
ο§ ββ = πΏπΏ(π₯π₯), la scala di lunghezza Γ¨ l'ampiezza del getto, la quale aumenta con x. Combinandole assieme si ottiene:
πππ·π·(π₯π₯) = βππ0(π₯π₯)πΏπΏ(π₯π₯)
La costante β Γ¨ empirica, dipendente dal flusso, legata all'angolo di divergenza conica del getto (β apertura del getto) che per questo tipo di corrente Γ¨ l'unica incognita presente. Quindi, conoscendo l'angolo si trova β; viceversa troveremo l'angolo corretto ed il problema sarΓ risolto. L'approssimazione Γ¨ quella di trascurare la dipendenza della viscositΓ turbolenta dalla coordinata normale (y, o radiale ππβ).
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In figura viene evidenziato il fatto che l'approssimazione fatta in questo caso (trascurare la dipendenza dalla componente normale/radiale per la viscositΓ turbolenta), porta ad un disaccordo nel profilo di velocitΓ nella parte esterna. Questo modello non Γ¨ molto generalizzabile.
Modello con lunghezza di mescolamento (Mixing Length)
Dovuto a Prandtl (1925), questo Γ¨ il primo vero modello della categoria e funziona bene per casi un po' piΓΉ generali rispetto al modello con viscositΓ turbolenta costante. Si usa in caso di correnti 2D con parete (strato limite turbolento sulla lastra piana), ma puΓ² essere usato anche in situazioni piΓΉ complesse. Sono correnti 2D attaccate, per le quali l'unica componente del tensore degli sforzi di Reynolds Γ¨ π’π’β²ππβ².
Per costruire πππ·π· si necessita di una velocitΓ e di una lunghezza (π’π’β e ββ); l'idea Γ¨ di
costruire la scala di velocitΓ vicino a parete prendendola legata all'unica componente fuori diagonale degli sforzi di Reynolds.
β© βͺ β¨ βͺ β§βπ’π’οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ = ππβ²ππβ² π·π· πππ’π’οΏ½ ππππ πππ·π· = π’π’ββππ π’π’β = οΏ½οΏ½π’π’β²ππβ²οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½
Figura 8: Profilo di velocitΓ di getto piano
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Il fatto di essere in uno strato limite o in una corrente di parete implica che, molto vicino a parete, nella regione di overlap, π’π’οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ raggiunge un livello costante. β²ππβ²
Considerando π’π’β:
π’π’β= β πποΏ½πππ’π’οΏ½πππποΏ½
Si chiude il problema arrivando ad una formulazione per πππ·π· :
πππ·π· = π’π’ββππ= βππ2 οΏ½πππ’π’οΏ½πππποΏ½
Scritta come il prodotto tra l'unica componente interessante di questa corrente οΏ½οΏ½πππ’π’οΏ½πππ¦π¦οΏ½οΏ½ e la mixing length al quadrato, che va ancora specificata. Facendo un'analogia con la teoria cinetica dei gas, dove le molecole con libero cammino medio si scontrano tra di loro, analogamente nel caso di questo modello le varie turbolenze impattano l'una contro l'altra muovendosi tipicamente di βππ. La mixing length Γ¨ quindi la strada che
riesce a fare in direzione y una regione dove c'Γ¨ una fluttuazione turbolenta. Ricordando
la legge di parete, in particolare la legge logaritmica: πππ’π’οΏ½ ππππ = 1 π π π’π’ππ ππ
nella zona dove il profilo di velocitΓ Γ¨ logaritmico (regione di overlap) gli sforzi di Reynolds sono circa costanti β 1 in unitΓ di parete. Ne segue che π’π’β β π’π’
ππ, essendo la
radice quadrata di π’π’οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½. Si arriva quindi alla formula per la mixing length: β²ππβ²
βππ= π’π’ β
οΏ½πππ’π’οΏ½πππποΏ½= π π ππ
La mixing length Γ¨ una funzione lineare della distanza da parete dove la costante Γ¨ la costante di Von Karman (π π β 0.41).
Il comportamento Γ¨ fondamentalmente corretto solo nella regione di overlap; sono quindi necessarie delle correzioni sia molto vicino che molto lontano da parete. In particolare, si necessitΓ che:
ο§ βππ scenda piΓΉ velocemente a parete. Nel viscous sublayer deve essere piΓΉ piccola perchΓ© altrimenti gli sforzi di Reynolds avrebbero un comportamento asintotico quadratico (~ππ2), mentre a parete devono essere proporzionali a
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piΓΉ bassi che riportino il profilo di velocitΓ a zero a parete. βππ deve andare a zero
piΓΉ velocemente di π π ππ.
Van Driest ha fornito una versione con dumping della mixing length: βππ+ = π π ππ+οΏ½1 β π π
βπ¦π¦π·π·+
0+οΏ½ con π·π·0+ = 26
π·π·0+ Γ¨ un valore empirico ed equivale al valore dell'intercetta nella regione
logaritmica.
ο§ βππ non cresca troppo lontano da parete. Nella regione esterna si ha che βπ’π’οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ < π’π’β²ππβ² ππ2 e che πππ’π’οΏ½ πππ¦π¦ > π’π’ππ π π π¦π¦ e di conseguenza: βππ= π’π’ β οΏ½πππ’π’οΏ½πππποΏ½< π π ππ
Modelli ad una equazione
Questi modelli implicano un passo avanti rispetto al livello di complessitΓ . Dire che i modelli sono ad una equazione si intende che utilizzano un'equazione differenziale, la quale conterrΓ termini di trasporto che permettono di legare direttamente il comportamento della variabile turbolenta al comportamento del campo medio, aumentando decisamente le capacitΓ predittive.
Il modello k
L'idea di creare un modello ad una equazione si puΓ² attribuire sia a Kolmogorov sia a Prandtl. Questo modello Γ¨ stato realizzato grazie a considerazioni piΓΉ che ragionevoli: per specificare
una viscositΓ turbolenta si ha bisogno di una scala di lunghezza e di una scala di velocitΓ . Nei modelli a mixing length la scala di lunghezza Γ¨ βππ e la scala di velocitΓ
veniva espressa come βπππππ’π’οΏ½πππ¦π¦ . Selezionare una scala di velocitΓ attraverso πππ’π’οΏ½πππ¦π¦ che Γ¨ una
scala di tempo, Γ¨ una scelta alquanto discutibile. La proposta di Kolmogorov e Prandtl Γ¨ stata quella di prendere la scala di velocitΓ definita come:
π’π’β = ππβππ
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Decidere di prendere π’π’β~βππ vuol dire prendere una scala di velocitΓ ragionevole per le
fluttuazioni turbolente; la scala di lunghezza Γ¨ sempre la mixing length quindi
πππ·π· = ππβππβππ. Si scopre subito che per ottenere la legge logaritmica serve un valore di
ππ β 0.55 quindi si ha un modello che chiude le equazioni se si risolve un'equazione di trasporto per k. Equazione per k π’π’οΏ½π€π€πππ₯π₯ππππ ππ = πππππππππ π πππππππππ π βπππ₯π₯ππ πποΏ½ 1 2 π’π’οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ + π’π’β²π€π€π’π’π₯π₯β²π’π’π₯π₯β² π€π€ β²ππ ππ οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ β 2πππ’π’οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ πππ π πππππ π πππππππππ’π’πππππππππ π π₯π₯β²πππ€π€π₯π₯β² +2πππποΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½β²π€π€π₯π₯ππβ²π€π€π₯π₯ πππππ π π π πππππππππππππππ π βπ’π’οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ πππ’π’π€π€β²π’π’π₯π₯β²πππ₯π₯οΏ½π€π€ ππ πππππππππ’π’πππππππππ π
Questa Γ¨ un'equazione esatta e la si ottiene dall'equazioni di N-S attraverso la decomposizione di Reynolds, media di Reynolds e manipolazione. A destra dellβuguale si notano i termini redistributivo o di trasporto contenente tre contributi: diffusione turbolenta, velocitΓ /pressione e diffusione viscosa; il termine di dissipazione e il termine di produzione. I termini in forma chiusa sono tali grazie all'ipotesi di Bousinnesq. I termini scritti in rosso, quindi quello redistributivo e quello dissipativo, sono i termini che creano problemi di chiusura perchΓ© contengono la dissipazione che Γ¨ una statistica legata alle fluttuazioni e quindi momenti secondi o superiori di termini fluttuanti.
Come si possono scrivere i termini non ancora modellati?
Si dovrΓ sostituire l'equazione giusta con una diversa che chiuda anche gli altri due termini, il flusso di energia cinetica turbolenta π»π»β² ed il rateo di dissipazione ππ. Il
secondo termine Γ¨ tutto sommato facile. Grazie alla corrente omogenea isotropa si riesce a modellare questo termine. Grazie allβesposizione qualitativa di Richardson della teoria di Kolmogorov, cioΓ¨ che ππ β π’π’03
β0,
se la scala di velocitΓ Γ¨ proporzionale alla radice di k, si puΓ² scrivere che:
ππ = πΆπΆππ ππ 3 2
βππ
Si scopre anche abbastanza facilmente, nel caso semplice di canale piano, che per ottenere
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la legge di parete πΆπΆππ non puΓ² essere indipendente ma Γ¨ collegata a ππ, e per l'esattezza
πΆπΆππ = ππ3.
Un po' più critico è l'aspetto modellistico riguardante il flusso dell'energia cinetica turbolenta. La prima ipotesi, che accomuna quasi tutti i modelli, è quella di diffusione lungo il gradiente, cioè che la diffusione di k avvenga nella direzione del suo gradiente e
naturalmente vada da dove k Γ¨ alto verso dove Γ¨ basso; questo giustifica il segno meno
nell'equazione:
π»π»β²= βπππ·π·
ππππ ππππ
L'ipotesi di allineamento tra flusso e gradiente Γ¨ un'ipotesi forte dato che non si ha la certezza che siano paralleli; d'altronde questa ipotesi permette di chiudere anche questa parte di equazione. Equazione modellata π’π’οΏ½π€π€πππ₯π₯ππππ ππ = πππππππππ π πππππππππ π +πππ₯π₯ππ πποΏ½οΏ½ππ + πππ·π· πππποΏ½ ππππ πππ₯π₯πποΏ½ πππ π πππππ π πππππππππ’π’πππππππππ π β πΆπΆππ ππ 3 2 βππ πππππ π π π πππππππππππππππ π βπ’π’οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½οΏ½ πππ’π’π€π€β²π’π’π₯π₯β²πππ₯π₯οΏ½π€π€ ππ πππππππππ’π’πππππππππ π
I termini in rosso nellβequazione non indicano piΓΉ termini non chiusi ma rappresentano i quelli modellati. Questo implica che non sono piΓΉ termini esatti ma sono sbagliati ma ci permettono di lavorare in forma chiusa.
Modello di Spalart-Allmaras
Questo Γ¨ un modello ad un'equazione differenziale ed ha la particolaritΓ di essere l'unico modello ad un'equazione ad essere completo. Se si pensa alla viscositΓ turbolenta come alla combinazione di una scala di velocitΓ ed una di lunghezza e si scrive una sola equazione differenziale, o per la velocitΓ o per la lunghezza, una delle due non verrΓ specificata. In questo modello Γ¨ stata formulata unβequazione di trasporto appositamente per la viscositΓ turbolenta.
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Naturalmente la viscositΓ turbolenta Γ¨ una quantitΓ non fisica che non Γ¨ possibile misurare direttamente, ma Γ¨ una conseguenza diretta dell'ipotesi di Bousinnesq.
Il modello di Spalart Allmaras [1992] Γ¨ stato ideato appositamente per le applicazioni aerospaziali che implicano flussi con presenza di pareti. Γ stato provato che genera buoni risultati per strati limite con presenza di gradienti di pressione avversi. La forma originale di questo modello Γ¨ ideale per numeri di Reynolds bassi dove si richiede che la viscositΓ sia risolta in maniera accurata nella regione dello strato limite, quindi per valori di ππ+~1.
Spalart-Allmaras fu creato per flussi aerodinamici e non Γ¨ calibrato per generici flussi industriali dove si riscontrano grandi errori.
Lβequazione per la viscositΓ turbolente risulta essere: πππ·π· = πποΏ½πππ£π£1, πππ£π£1= ππ 3 ππ3+ πΆπΆ π£π£13 , ππ = ππ ππ οΏ½ πππποΏ½ ππππ + π’π’ππ ππ(πποΏ½) πππ₯π₯ππ = π«π«ππ+ 1 πππποΏ½ ππ πππ₯π₯πποΏ½(ππ + πποΏ½) πππποΏ½ πππ₯π₯πποΏ½ + πΆπΆππ2οΏ½ πππποΏ½ πππ₯π₯πποΏ½ 2 οΏ½ β ππππ
L'equazione, nella variabile πποΏ½, Γ¨ sempre della stessa forma; Γ¨ presente un termine di convezione, un termine di redistribuzione, la produzione e la dissipazione.
Il termine di produzione Γ¨ modellato come: π«π«ππ = πΆπΆππ1ππΜπποΏ½
ππΜ β‘ ππ +π π 2πποΏ½ππ2πππ£π£2, πππ£π£2 = 1 β1 + ππππππ π£π£1
Dove πΆπΆππ1 e π π son costanti, ππ Γ¨ la distanza dalla parete ed ππ Γ¨ la misura scalare del
tensore di deformazione. S Γ¨ basato sul tensore di rotazione Ξ©ππππ (Vorticity Based):
ππ = οΏ½2Ξ©ππππΞ©ππππ, Ξ©ππππ =12 οΏ½πππ’π’πππ₯π₯ππ ππ β
πππ’π’ππ
πππ₯π₯πποΏ½
La giustificazione per lβespressione di S Γ¨ che, per flussi con shear, il tensore di vorticitΓ e quello di sforzo sono identici. La vorticitΓ ha il vantaggio di essere nulla in flussi inviscidΓ¬ e nei punti di ristagno dove la produzione di vorticitΓ non Γ¨ fisica. Unβalternativa a questa formulazione Γ¨ la combinazione del tensore di vorticitΓ e quello di sforzo: (Strain-Vorticity Based)
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ππ = οΏ½Ξ©πππποΏ½ + πΆπΆππππππππmin (0, οΏ½πππππποΏ½ β οΏ½Ξ©πππποΏ½) dove πΆπΆππππππππ Γ¨ definito come:
πΆπΆππππππππ = 2 , οΏ½Ξ©πππποΏ½= οΏ½2Ξ©ππππΞ©ππππ ,οΏ½SπππποΏ½ =οΏ½2SππππSππππ Con il tensore di sforzo definito:
Ξ©ππππ =12 οΏ½πππ’π’πππ₯π₯ππ ππ β
πππ’π’ππ
πππ₯π₯πποΏ½
Quando Γ¨ presente un vortice di grandi dimensioni Ξ© assume valori molto grandi e di conseguenza la produzione di viscositΓ turbolenta risulta eccessiva come anche la dissipazione. Entrambi i tensori contribuiscono a ridurre la produzione della viscositΓ turbolenta e di conseguenza la viscositΓ stessa nelle regioni dove la misura della vorticitΓ eccede quella dello sforzo. Un esempio di rilievo puΓ² essere trovato nei flussi vorticosi dove in prossimitΓ dei nuclei dei vortici, soggetti a pura rotazione, la turbolenza Γ¨ soppressa. Il termine di dissipazione Γ¨: ππππ = πΆπΆπ€π€1πππ€π€οΏ½πποΏ½πποΏ½ 2 dove: πππ€π€ = ππ οΏ½1 + πΆπΆπ€π€3 6 ππ6+ πΆπΆ π€π€36 οΏ½ 1 6 , ππ = ππ + πΆπΆπ€π€2(ππ6β ππ), ππ β‘ππΜπ π πποΏ½2ππ2
mentre πΆπΆπ€π€1, πΆπΆπ€π€2 e πΆπΆπ€π€3 sono costanti. Le costanti utilizzate sono:
ο§ ππ =2
3
ο§ πΆπΆππ1 = 0.1355 ο§ πΆπΆππ2 = 0.622 ο§ π π = 0.4187
55 ο§ πΆπΆπ€π€1 =πΆπΆππ1 π π 2 + 1+πΆπΆππ2 ππππ ο§ πΆπΆπ€π€2 = 0.3 ο§ πΆπΆπ€π€3 = 2 ο§ πΆπΆπ£π£1 = 7.1 Condizioni al contorno
ο§ A parete si impone πποΏ½ = 0 perchΓ© gli sforzi di Reynolds devono essere zero. A parete non
ho velocitΓ per la condizione di aderenza.
ο§ Meno ovvio Γ¨ come trattare le condizioni ad infinito; imponendo 0 il modello non riuscirebbe a partire, quindi si utilizza un valore piccolo ma non nullo ~10πποΏ½. Con questa condizione al contorno il modello riesce ad avviarsi e a predire lβandamento corretto;
ο§ Lβultimo vincolo da imporre Γ¨ che la viscositΓ turbolenta non diventi negativa perchΓ© Γ¨ termodinamicamente vincolata ad essere positiva.
Modelli a due equazioni
Modello Standard ππ β πΊπΊ
Questo Γ¨ il modello di turbolenza completo piΓΉ semplice. Γ composto da due equazioni differenziali di trasporto che risolte permettono di calcolare in maniera indipendente le scale di lunghezza e velocitΓ . Il modello standard ππ β ππ Γ¨ il piΓΉ comune per simulazioni di fluidodinamica di interesse ingegneristico dal 1974 quando Γ¨ stato sviluppato da
Launder and Spalding [1974]. Robustezza e ragionevole accuratezza in un svariato range di flussi turbolenti lo ha reso il piΓΉ popolare nelle simulazioni di flussi industriali.
Standard ππ β ππ Γ¨ un modello semi-empirico basato sullβequazione differenziale di trasporto dellβenergia cinetica turbolenta ππ e la sua dissipazione ππ. Lβequazione di ππ Γ¨ stata derivata dallβequazione esatta mentre quella per ππ Γ¨ stata ottenuta usando il ragionamento fisico e ha poca somiglianza con la sua controparte matematicamente esatta. Nella derivazione di questo modello sono state fatte le assunzioni di flusso totalmente turbolento e che gli effetti della viscositΓ molecolare sono completamenti trascurabili. Per via di queste assunzioni il modello Γ¨ valido solamente per flussi completamente turbolenti.
56 ππππ ππππ + π’π’οΏ½π€π€ ππ(ππ) πππ₯π₯ππ = + ππ πππ₯π₯πποΏ½οΏ½ππ + πππ·π· πππποΏ½ ππππ πππ₯π₯πποΏ½ + π«π«ππβ ππππ
Lβequazione per la dissipazione di k Γ¨: ππππ ππππ + π’π’οΏ½π€π€ ππππ πππ₯π₯ππ = + ππ πππ₯π₯πποΏ½οΏ½ππ + πππ·π· ππππ οΏ½ ππππ πππ₯π₯πποΏ½ + πΆπΆππ1 ππ ππ π«π«ππβ πΆπΆππ2 ππ2 ππ
Questβultima Γ¨ stata ricavata moltiplicando lβequazione dellβenergia cinetica turbolenta per ππππ e cambiando i coefficienti moltiplicativi.
Risolte le due equazioni differenziali ed identificate le scale di lunghezza e di velocitΓ Γ¨ possibile costruire la viscositΓ turbolenta:
πππ·π· = πΆπΆππππ 2
ππ
Il set di costanti è, tipicamente, il prodotto di un lavoro scientifico dove gli autori prendono un modello e lo provano per casi diversi, per mostrare che il modello si comporti bene nei vari casi, indipendentemente dal modello. Il procedimento è di considerare una corrente semplice per cui tutti i termini, tranne uno, si annullano e calcolare la costante associata a quel termine sfruttando i dati di una DNS o di un esperimento. Così facendo si fa una sorta di sovrapposizione degli effetti, che in realtà non vale essendo il problema non lineare.