di tali mondi artificiali sono dei sistemi classificatori che rappresentano agenti economici; le entità stesse sono quindi dei mondi artificiali, realizzando una struttura gerarchica costruita dal ricercatore.
Ad entrambi i livelli di questa struttura si manifestano delle proprietà emergenti. Gli agenti sviluppano al loro interno dei particolari comportamenti e si formano dei gruppi di agenti con comportamenti simili che interagiscono fra loro con determinati schemi.
Il primo esperimento è stato realizzato da Marimon, McGratton e Sargent (1990) e consiste nella creazione di un ambiente popolato da agenti di tre diversi tipi che possono produrre, scambiare e consumare tre tipi di beni. Ogni tipo di agente può produrre un solo tipo di bene, e ottiene utilità dal consumo di un altro tipo di bene. Il commercio è quindi necessario per soddisfare i bisogni dei soggetti.
All'inizio di ogni periodo, ogni agente possiede un bene. Gli agenti vengono casualmente accoppiati, e possono decidere di scambiarsi i beni. Al termine dell'eventuale scambio, gli agenti, se sono in possesso del bene a loro gradito, lo consumano e producono, senza costi, il bene che sono in grado di produrre. Quindi, in ogni caso, l'agente all'inizio del periodo successivo possiede un tipo di bene. Gli agenti sostengono dei costi di immagazzinaggio che dipendono dal tipo di bene.
Se gli agenti fossero razionali, dovrebbero prendere decisioni sulla base di un calcolo che compari l'utilità attesa dal consumo e i costi di stoccaggio. Essi dovrebbero scambiare il proprio bene con quello da consumare o con quello con costi di stoccaggio minori; un altro comportamento possibile è quello di speculare detenendo beni con costi di stoccaggio più alti per poi cercare di scambiarli vantaggiosamente con i beni da consumare. Ciò avviene in un modello creato da Kiyotaki e Wright (1989). Nel modello con i sistemi classificatori, invece, gli agenti devono imparare ad agire e a sviluppare una strategia senza che ciò sia loro imposto.
La ricompensa ai singoli classificatori viene data dal consumo che aumenta la loro "forza", mentre la detenzione di un bene comporta una perdita di "forza" pari ai costi di stoccaggio. Le variazioni di forza vengono trasmesse ai predecessori dei singoli classificatori tramite il procedimento descritto nel paragrafo precedente.
Dopo un certo periodo di apprendimento, gli agenti sviluppano schemi di comportamento coerenti: commerciano per ottenere il bene da consumare o il bene dai costi di stoccaggio inferiori. Tale bene può essere considerato la "moneta" all'interno di questo mondo artificiale. Quindi l'organizzazione emerge a due livelli; gli agenti sviluppano un proprio comportamento economico e l'economia da essi formata è caratterizzata da schemi di scambio strutturati. Il comportamento speculativo invece non emerge, anche se sarebbe razionale; gli agenti preferiscono ottenere dagli scambi solo beni da consumare o moneta.
Il secondo esempio di mondo economico artificiale costruito con sistemi classificatori è quello di un mercato azionario artificiale, sviluppato da Arthur (1992), Holland, Palmer e Taylor, nel quale è previsto un solo titolo. Il titolo produce un dividendo che varia stocasticamente rispetto ai tassi di interesse dell'ambiente. In ogni periodo gli agenti possono piazzare ordini di acquisto o vendita del titolo, o rimanere inattivi. Essi basano la loro decisione solo sulle informazioni contenute nelle serie temporali dei prezzi, dividendi e tassi di interesse. Quando gli ordini sono inviati, l'ambiente provvede a soddisfarli e a calcolare, in base alla domanda e all'offerta, un prezzo per il successivo periodo.
Ogni agente consiste in un insieme di classificatori che esprimono previsioni sul prezzo futuro in base agli avvenimenti del passato. I classificatori sono regole simili alle seguenti: «Se il prezzo dell'ultimo periodo è superiore al doppio del rapporto dividendi / tasso di interesse, allora il prezzo scenderà»; «Se il prezzo medio degli ultimi cinque periodi è superiore alla media degli ultimi cinquanta periodi, allora il
forza superiore diventa l'azione dell'agente: se si prevede un rialzo l'agente compra, se prevede un ribasso vende; altrimenti resta inattivo. I classificatori che prevedono correttamente sono ricompensati con un aumento della loro forza, che dipende dal profitto del periodo successivo. Il mondo artificiale è formato da cento agenti, ciascuno costituito da sessanta regole; un algoritmo genetico periodicamente genera nuove regole.
Il prezzo che si viene a formare dipende dalle azioni dei soggetti, che a loro volta dipendono dalle interazioni tra i singoli classificatori al loro interno; la dinamica del prezzo è quindi molto varia. All'inizio il prezzo oscilla intorno al valore iniziale, ma dopo un certo periodo inizia a manifestarsi un trend crescente, dovuto alle azioni di acquisto contemporanee della maggioranza degli agenti. In seguito si manifestano azioni speculative e crolli del prezzo. Inoltre, il mercato non si blocca in uno stato stazionario. Alcuni agenti, estratti dall'ambiente per un lungo periodo di tempo e in seguito reintrodotti, si sono dimostrati inadatti a seguire il comportamento del mercato, nonostante esso apparisse stazionario ad un osservatore esterno. Lo scopo di questo mondo artificiale è quello di riprodurre i comportamenti degli operatori di borsa, che basano le proprie previsioni sulla conoscenza del comportamento del mercato, sulle proprie sensazioni o su regole empiriche quali l'analisi tecnica. Nessuno di questi comportamenti è spiegato da modelli neoclassici: tramite i sistemi classificatori si è cercato di farli emergere dalle interazioni tra agenti.