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MOLISE
L’esame delle dinamiche caratterizzanti l’agricoltura molisana nel periodo di emergenza sa-nitaria in atto, restituisce l’immagine di un settore in cui alla crisi epidemiologica conseguono difficoltà che si sommano alle ordinarie carenze strutturali e agli impatti determinati da altre emergenze al momento interessanti l’agricoltura, queste ultime riconducibili all’andamento cli-matico siccitoso durante la stagione invernale - verosimilmente comportante rese produttive al di sotto di quelle medie per le orticole invernali, le colture cerealicole e quelle foraggere - e all’e-subero e ai conseguenti danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e a quelle zootecniche.
Nelle ultime settimane, per effetto delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza sanitaria, nel settore agricolo molisano si sono manifestate differenti criticità che hanno inte-ressato i comparti agrituristico, zootecnico, orticolo, frutticolo e florovivaistico, e in generale generato un clima di incertezza e preoccupazione per una diffusa carenza di liquidità da parte delle aziende agricole.
L’effetto più evidente si osserva nel comparto agrituristico, interessato nella fase iniziale dell’emergenza da numerose disdette per servizi di pernottamento e di ristorazione e, a seguire, dalla sospensione delle attività ricettive disposta sull’intero territorio nazionale dalle misure urgenti di contenimento del contagio.
Le ripercussioni della crisi epidemiologica nel comparto zootecnico si rinvengono princi-palmente nelle aziende con ordinamento ovi-caprini da carne e bovini da latte. In particolare, a seguito dei provvedimenti restrittivi che hanno portato alla chiusura della ristorazione, oltre che per i mutati comportamenti di acquisto e di consumo, si è verificato un calo significativo della domanda di agnelli e capretti da parte di privati, rivenditori, ristoratori e agriturismi, comportando per le aziende la mancanza della liquidità prevista e un aggravio dei costi di alle-vamento per la prolungata permanenza dei capi in stalla, la cui vendita era stata programmata per il periodo pasquale.
Le aziende dedite all’allevamento di bovini da latte, a loro volta hanno riscontrato difficoltà a collocare le produzioni di latte sul mercato per la riduzione o l’azzeramento dei quantitativi ritirati dalle aziende casearie, gestione quest’ultima, connessa al calo della produzione di pro-dotti caseari destinata alle attività di ristorazione collettiva obbligate alla chiusura delle attività.
Per sopperire alle ultime difficoltà interne alla filiera lattiero-casearia molisana, che vedono la quantità di latte in surplus stimata pari a 500 quintali a settimana su tutto il territorio,
l’isti-LE MISURE PER L’EMERGENZA COVID-19 E LA MANODOPERA STRANIERA
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tuzione regionale ha inteso favorire il raggiungimento di un patto di solidarietà tra i produttori di latte e i caseifici molisani di piccola e grande dimensione. Tale accordo, oltre a impegnare le aziende di trasformazione ad assorbire i quantitativi di latte in esubero, mira a sostenere l’eco-nomia locale garantendo continuità di reddito agli allevatori, come pure persegue la valorizza-zione del prodotto locale; nel contempo, l’intesa raggiunta rappresenta un’opportunità sia per la maggiore integrazione della filiera del latte molisano e dei suoi derivati, sia per la creazione di un Tavolo permanente tra le parti.
Mentre il comparto florovivaistico ha perso gran parte del fatturato per il blocco delle ven-dite nel principale periodo di attività, nel comparto orticolo e in quello delle arboree si rileva-no difficoltà in termini sia di collocamento dei prodotti agricoli sul mercato, sia di carenza di manodopera prestata dai lavoratori impiegati nelle operazioni stagionali. Dalle informazioni raccolte da testimoni privilegiati e dalle testate giornalistiche regionali, emerge che il comparto ortofrutticolo mostra un rallentamento della vendita dei prodotti agricoli da parte delle aziende locali attuanti la vendita diretta in azienda o nei mercati rionali e fiere, calo determinato dalle limitazioni imposte negli spostamenti che hanno influito nelle preferenze di acquisto dei con-sumatori, orientati in questa fase verso la grande distribuzione e i negozi al dettaglio, in quanto avvantaggiati dall’acquisto di un’ampia gamma di prodotti alimentari e altri beni di prima ne-cessità, come pure dalla possibilità di fruire dell’offerta di servizi di consegna a domicilio.
Il problema del reperimento della manodopera agricola tende a riguardare soprattutto le aziende localizzate nell’area del basso Molise, interessata da un’agricoltura intensiva e specializ-zata che normalmente comporta il ricorso alla manodopera esterna stagionale per operazioni di potature di arboreti e raccolta di ortaggi e colture primaverili. In alcune aziende si segnalano rallentamenti nelle fasi di trapianto e raccolta di colture ortive di stagione, da ricondurre alla ca-renza di lavoratori stagionali extracomunitari e comunitari maschi che, a seguito dell’emergen-za, sono rientrati nel luogo di origine per ricongiungersi con la propria famiglia e al momento, sono impossibilitati a rientrare in Italia. Inoltre, in conseguenza delle misure di distanziamento sociale adottate, si evidenziano difficoltà di spostamento - per gli elevati costi di trasporto - da parte di lavoratori italiani di sesso maschile provenienti dalle regioni limitrofe, Puglia e Cam-pania, usualmente occupati nelle aziende molisane essendo questi specializzati nelle operazioni di potatura e trattamento delle colture arboree. Ciò nonostante, le attività agricole, seppur ral-lentate, proseguono grazie all’impiego di manodopera interna e familiare. L’utilizzo di quest’ul-tima componente lavorativa è stato favorito dalle aziende agricole molisane anche grazie alla recente estensione del grado di parentela entro il quale la prestazione saltuaria svolta dai parenti ed affini può essere svolta a titolo gratuito.
Seppure attualmente contenuta, la carenza di manodopera desta preoccupazione negli ope-ratori del comparto ortofrutticolo, a seguito dell’imminente fabbisogno di manodopera da im-piegare nelle operazioni di raccolta e cura delle colture. Ad ogni modo, gli orientamenti sui mo-vimenti dei lavoratori stagionali definiti a livello comunitario e nazionale, potrebbero mutare gli scenari e consentire il rientro di una parte della manodopera impiegata nel settore agricolo in generale.
Da ultimo, in termini di approvvigionamento dei mezzi tecnici utilizzati nelle pratiche agri-cole ortofruttiagri-cole, è stato rilevato un rallentamento dei tempi di consegna connesso alle limita-zioni dei trasporti, criticità caratterizzante anche gli altri comparti produttivi.
PARTE II - LA SITUAZIONE REGIONALE - MOLISE
83 Le soluzioni indicate dai testimoni privilegiati da mettere in atto per fronteggiare la carenza di manodopera agricola prevista nei prossimi mesi, sono riferite in primo luogo, alla regola-rizzazione dei lavoratori stranieri irregolari già presenti sul territorio. A seguire, una migliore organizzazione del trasporto dei lavoratori sui luoghi di lavoro rispettanti al contempo le norme di distanziamento stabilite dal governo, favorite queste, dall’erogazione di finanziamenti mirati all’acquisto di dispositivi sanitari individuali da fornire ai lavoratori. Si propone, inoltre, la rein-troduzione dei voucher cartacei, seppure temporanei, che facilitino il ricorso a soggetti inoc-cupati, a studenti, cassaintegrati e pensionati, al fine di salvaguardare i raccolti estivi e la pro-duzione delle successive colture autunnali. Infine, si sottolinea la necessità di definire mediante accordi tra Paesi membri dell’UE, procedure specifiche per garantire la libera circolazione dei lavoratori, con l’obiettivo di ammettere sul territorio lavoratori stranieri agricoli dagli altri Paesi al fine di rispondere alle carenze di manodopera causate dalla crisi.
Nelle more, per fronteggiare le difficoltà delle aziende a reperire manodopera stagionale, sono stati messi in azione strumenti di intermediazione della manodopera agricola, in grado di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, autorizzate dal Ministero del Lavoro e operanti in modo capillare sul territorio nazionale. Si tratta dell’attivazione di due piattaforme,
“Job in Country” e “Agrijob”, a titolarità rispettivamente della Coldiretti e di Confagricoltura, finalizzate a mettere in comunicazione aziende operanti sul territorio e potenziali lavoratori da impiegare nelle attuali e future attività agricole.