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Monitoraggio flora

Nel documento PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE (pagine 31-35)

2. Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA)

2.5 Monitoraggio flora

Nel contesto del progetto sarà prevista una fascia di mitigazione perimetrale di larghezza pari a 10 metri un doppio filare di arbusti della macchia mediterranea così associati: Corbezzolo (Arbutus unedo) e Mirto (Myrtus communis) nel lotto di impianto a Nord di dimensioni maggiori, Alloro (Laurus nobilis) e Leccio (Quercus ilex) nel lotto di impianto a Sud di dimensioni minori.

Il monitoraggio della flora, previsto nel presente piano di monitoraggio e da effettuarsi nella fase Post Operam, consiste nella valutazione dei popolamenti di piante spontanee che potrebbero verosimilmente crescere nella fascia di mitigazione perimetrale. I transetti lungo i quali realizzare il monitoraggio della flora sono indicati nella Figura 6 e in Tabella 7.

Il monitoraggio della flora sarà così realizzato:

- Fase Corso d’Opera: 1 campagna in primavera/estate

- Fase Post Operam: - 1 campagna/anno in primavera-estate per i primi 3 anni di esercizio, successivamente 1 campagna in primavera/estate ogni 5 anni (come specificato nelle “Linee Guida per la predisposizione del Progetto di Monitoraggio Ambientale (PMA) delle opere soggette a procedure di VIA (D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.; D.Lgs. 163/2006 e s.m.i.) Indirizzi metodologici specifici: Biodiversità (Vegetazione, Flora, Fauna)

Ogni transetto previsto per il monitoraggio della flora ha una lunghezza di circa 100 metri. Dal punto di inizio transetto al punto di fine transetto, indicati con numeri progressivi, si dovranno

raccogliere informazioni relative alle specie presenti, corredando l’analisi a una documentazione fotografica e georeferenziando i transetti percorsi. Questa operazione è utile perché consente di effettuare un confronto tra le specie censite e indicate nello Studio Botanico Faunistico e quelle riscontrate in fase di esercizio dell’opera.

Il rilievo delle specie vegetali spontanee dovrà inoltre evidenziare se le specie osservate sono specie protette o a rischio estinzione (secondo le liste rosse IUCN, delle quali si rimanda a una spiegazione più approfondita al paragrafo 2.6 sul monitoraggio della fauna) o se si tratta di specie alloctone.

Ogni organismo vegetale per il quale è stata possibile la determinazione della specie dovrà essere indicato con la nomenclatura binomia, ovvero con l’indicazione del genere (in maiuscolo) e della specie (in minuscolo). Qualora non si riuscisse a identificare la specie, si dovranno censire gli organismi osservati mediante un’indicazione del taxon (la categoria o l’entità di qualsiasi grado come genere, famiglia, ordine), il più prossimo possibile alla specie, al quale può essere ricondotto l’organismo.

Figura 6: transetti per il monitoraggio della flora.

Tabella 7. Punti di monitoraggio della flora.

I transetti sono localizzati lungo la fascia tagliafuoco, osservando all’interno della fascia di mitigazione. Correlando il monitoraggio della flora con quello del terreno, è importante sottolineare che durante il monitoraggio del suolo secondo la metodica GR-1, l’osservazione del suolo e la registrazione dei dati relativi alla copertura vegetale, può essere utile anche al monitoraggio della flora. Si specifica che, soprattutto in Corso d’Opera si dovrà prestare la massima attenzione al mantenimento della vegetazione spontanea presente sui bordi del laghetto posizionato al confine Nord-Est dell’area di progetto.

2.5.1 Manutenzione del verde

Come riportato nella relazione di compatibilità agronomica, il piano di manutenzione delle opere di mitigazione prevede:

- Operazioni di pre-impianto:

 Decespugliamento: nel caso di presenza di cotica erbosa; il materiale trinciato potrà essere interrato in una fase successiva, a beneficio della fertilità del terreno.

 Concimazione: è sufficiente che all’impianto, in fase di preparazione del terreno, si apporti un buon quantitativo di letame maturo o di compost di qualità.

 Erpicatura: poco prima dell’impianto vero e proprio è necessario eseguire un affinamento del letto di semina, mediante erpicatura o fresatura dei primi 15-20 cm di suolo.

 Pacciamatura: è un’operazione che permette di ridurre l’onere della manutenzione dell’impianto, non essendo poi necessario effettuare lo sfalcio intorno alle piante, una volta

Transetto Identificativo su

mappa Coordinate

Transetto n. 1

1 (inizio transetto) 37°26'41.64"N 15° 1'32.09"E 2 (fine transetto) 37°26'38.40"N 15° 1'31.53"E

Transetto n. 2

3 (inizio transetto) 37°26'34.94"N 15° 1'26.16"E 4 (fine transetto) 37°26'31.79"N 15° 1'25.15"E

Transetto n. 3

5 (inizio transetto) 37°26'20.40"N 15° 1'30.25"E 6 (fine transetto) 37°26'17.21"N 15° 1'29.76"E

che queste saranno messe a dimora.

 Messa a dimora con preparazione manuale delle buche: le buche scavate manualmente devono avere un’ampiezza di 40×40 cm e una profondità di 50 cm.

 Applicazione di protezioni e tutori. Molto spesso, a causa della marginalità degli impianti realizzati vicino a fossi, tare, zone incolte, può sussistere il pericolo dei danni della fauna selvatica (lepri, conigli, caprioli).

- Operazioni di post impianto fino all’affrancamento della vegetazione:

 Controllo dell’erba infestante: le operazioni da effettuare consistono nelle fresature o sarchiature del terreno lateralmente alle file di impianto da effettuare due o tre volte l’anno, fino al 4-5° anno, a una profondità di circa 15-20 cm per rompere gli apparati radicali delle erbe non desiderate e per arieggiare e rompere la crosta superficiale del terreno, al fine di immagazzinare meglio l’acqua piovana. Il controllo delle erbe infestanti intorno alla piantina deve essere fatto di norma manualmente effettuati nel raggio di 20-30 cm intorno al fusticino. L’operazione è di fatto indispensabile nei primi 2-3 anni, pur in presenza di telo pacciamante.

 Irrigazione: se l’estate del primo anno (luglio-agosto) si presenta secca e siccitosa si dovranno somministrare 15-20 litri di acqua per pianta alla settimana.

 Recupero delle fallanze: il recupero dei buchi e delle fallanze deve essere comunque eseguito non oltre l’anno successivo, per non determinare squilibri di grandezza.

 Potatura di formazione: solo in presenza di difetti evidenti (perdita della cima, presenza di grossi rami verso la sommità delle piante) o per dare una particolare conformazione, si può operare la cosiddetta “potatura di formazione”.

 Potatura di mantenimento: di solito è bene ridurre al minimo gli interventi di potatura di mantenimento, lasciando le piante alla loro forma libera.

 Trattamenti fitosanitari: una difesa del tipo biologico è da preferire a quella di tipo chimico, sempre nel rispetto della fauna che vive nell’ambiente siepe. L’uso dei prodotti, deve comunque essere effettuato in caso di reale necessità, laddove il danno puo’ rivelarsi notevole. Altra attenzione fondamentale è il divieto di trattamento al momento della fioritura, per evitare la moria di api domestiche, bombi o altri insetti pronubi selvatici presenti nell’ambiente.

Nel documento PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE (pagine 31-35)

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