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timato.

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DAL MODULATORE

AL TRASMETTITORE

Fig.9 II trasformatore di modulazione TM.1020 da 20 watt circa, ha un rapporto spire di 1 a 3,25.1 due termi¬

nali più vicini fanno capo al Primario (con meno spire da collegare all’uscita dell’amplificatore LX.1020), men¬

tre i due terminali più distanziati fanno capo al Secon¬

dario (con più spire da collegare al trasmettitore LX.1021).

Fig. 10 Per tarare il trasmettitore è necessario disporre di una resi¬

stenza di carico antiinduttiva da 50-54 ohm 20 watt circa. Poiché tale resistenza non risulta facil¬

mente reperibile, l’abbiamo realiz¬

zata ponendo in serie ed in paral¬

lelo 20 resistenze a carbone da 270 ohm 2 watt. Sopra, lo schema elettrico di tale sonda e, di lato, la foto delle resistenze come noi le abbiamo collegate in serie ed in parallelo ad un bocchettone BNC.

CAVO COASSIALE

Fig.11 Un dipolo per la gamma dei 21 MHz è composto da due bracci lunghi 3,3 metri, mentre per i 27 MHz da due bracci lun¬

ghi 2,5 metri. Per collegare il cavo di discesa da 52 ohm potrete applicare al centro del dipolo un ritaglio di plexiglas o vetronite.

CAVO COASSIALE

TARATURA

Un trasmettitore funzionerà soltanto dopo che avrete correttamente polarizzato i due Gate dei Mos/Power MP1 e MP2 ed avrete tarato i tre com¬

pensatori C8-C14-C21.

Qui vi spiegheremo come procedere per ottene¬

re queste condizioni:

1

° Spostate il deviatore SI in posizione

CW

per evitare che lo stadio oscillatore (vedi TR2) eroghi AF.

Collegate ai terminali

PI

un tester posto sulla portata

500 milliamper CC

fondo scala.

Fornite la tensione di 12-15 volt al trasmetti¬

tore e ruotate il

trimmer R6

in modo da far assor¬

bire al Mos/Power circa

300 milliamper.

Togliete il tester dai terminali PI e collegate¬

lo al terminale

P2,

poi ruotate il

trimmer R8

fino a far assorbire al Mos/Power circa

300 milliamper.

Un controllo separato per regolare l’assorbimento a riposo dei due Mos/Power risulta indispensabile per compensare le eventuali tolleranze di fabbrica¬

zione.

Terminata la taratura dei due trimmer R6-R8, per procedere a quella del nucleo della MF1 e dei vari compensatori, è assolutamente necessario collega¬

re alla presa

uscita AF

un carico

antiinduttivo

da

50-54 ohm

e da

20-30 watt.

Poiché non tutti disporranno di un simile carico e reperirne uno sufficientemente economico è un’impresa ardua, vi consigliamo di ricercare delle comuni resistenze a

carbone

da

2 watt

e, facendo delle serie e dei paralleli di ottenere un valore pros¬

simo ai 52 ohm richiesti.

Collegando 20 resistenze da

270 ohm

in serie ed in parallelo come visibile in fig. 10, si riesce ad ot¬

tenere un carico di

53-54 ohm

circa, in grado di sop¬

portare per diversi minuti potenze dell’ordine dei

30 watt.

Anche se queste resistenze non sono compieta- mente

antiinduttive

non preoccupatevi, perchè col¬

legandole in serie-parallelo come da noi consiglia¬

to non si noterà alcuna differenza apprezzabile tra queste e le sonde di carico

antiinduttive.

Per quanto concerne il valore ohmico, anche se questo risulterà di

53-54 ohm

non dimenticatevi che quando le resistenze si riscalderanno,

scenderà

bruscamente di

1 ohm

circa.

Se noterete che con soli

10 watt

le resistenze do¬

po poco tempo si surriscalderanno, potrete racchiu¬

derle entro un barattolo da caffè pieno di olio

mul- tigrade

per auto ed in presenza di tale raffredda¬

mento potrete applicare anche dei carichi da 40-45

watt.

Vi abbiamo consigliato di scegliere resistenze a carbone da

2 watt

perchè risultano ancora reperi¬

bili, comunque

non usate mai

resistenze a filo per¬

chè sono totalmente

induttive.

È conveniente collegare la resistenza di carico direttamente all’uscita AF del trasmettitore con due cortissimi spezzoni di filo di rame e se ciò non ri¬

sultasse possibile, con un corto spezzone di

cavo coassiale

da

52 ohm.

Le operazioni da eseguire per la taratura della MF1 e dei compensatori posono essere così rias¬

sunte:

1 ° Inserite nel trasmettitore i quarzi richiesti, cioè da 21

MHz

o da 27

MHz.

Ruotate il compensatore

C21

per la sua

mas¬

sima

capacità e non dimenticatevi di cortocircuita¬

re i due terminali

P1-P2

per portare la tensione di alimentazione sui Drain dei due Mos/Power.

3° Collegate ai terminali VU-Meter lo strumenti¬

no da

100 microamper

fornito nel kit

(NOTA:

Il con¬

densatore C23 va collegato direttamente ai due ter¬

minali dello strumentino e non al circuito stampato).

4° Ruotate il trimmer RI2 a metà corsa, poi spo¬

state il deviatore SI in posizione

CW,

in modo che quando fornirete tensione al trasmettitore, questo non possa funzionare.

5° Dopo aver fornito tensione al trasmettitore, spostate il deviatore SI in posizione

Fonia,

poi ruo¬

tate il compensatore C8 ed il CI4 e da ultimo il com¬

pensatore C21, in modo da far deviare verso il suo massimo la lancetta dello strumento.

6° Se la lancetta non dovesse muoversi, prova¬

te a ruotare il

nucleo

della

MF1

e così facendo tro¬

verete una posizione in cui la lancetta si muoverà.

Fermatevi nella posizione in cui otterrete la massi¬

ma deviazione. Se la lancetta dello strumento de¬

viasse di poco, potrete ritoccare il trimmer

RI

2.

7° Se avete un ricevitore provvisto di S-Meter, accendetelo e sintonizzatevi sulla frequenza del quarzo che avete inserito; così facendo vedrete la lancetta del ricevitore deviare verso il fondo scala.

8° Un ritocco sia al nucleo della MF1 che ai com¬

pensatori C8-C14-C21 conviene sempre farlo, per cercare di ottenere la massima deviazione del VU- Meter.

9° Quando avrete ottenuto la massima deviazio-

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ne, ruotate il trimmer

RI2

in modo da spostare la lancetta del VU-Meter tra il numero

1-0 dB.

Non vi facciamo portare la lancetta sul fondo sca¬

la, perchè quando lavorerete in

Fonia

la modula¬

zione la farà ulteriormente deviare verso destra.

10°

Se in fase di taratura noterete che la sonda di carico si è riscaldata notevolmente, spegnete per qualche minuto il trasmettitore in modo che possa raffreddarsi.

11°

Non è consigliabile far surriscaldare ecces¬

sivamente la sonda di carico, perchè il suo valore ohmico scenderà di

2-3 ohm

e, di conseguenza, la lancetta dello strumento lo evidenzierà, indican¬

do erroneamente una riduzione di potenza.

12°

Se avete costruito il

modulatore

per lavora¬

re in Fonia, collegate il suo

secondario

alla mor¬

settiera

P2

del trasmettitore, poi provate a fischia¬

re davanti al microfono e, così facendo, noterete che la lancetta dello strumento devierà verso il fon¬

do scala, in quanto

aumenterà

la potenza del se¬

gnale AF irradiato.

13° Se la lancetta dovesse deviare oltre il fondo scala, riducete la sensibilità dello strumento, ruo¬

tando il trimmer RI2.

Ultimata la taratura, potrete togliere la sonda di carico e collegare all’uscita AF l’antenna trasmit¬

tente.

L’ANTENNA

Come già tutti sapranno, per trasmettere è ne¬

cessario collegare all’uscita del trasmettitore un’an¬

tenna calcolata per la frequenza con la quale si de¬

sidera operare: 21

MHz

per gli OM e 27

MHz

per il CB che disponga di una impedenza caratteristi¬

ca compresa tra 50-52 ohm.

Queste antenne sono reperibili in tutti quei ne¬

gozi che vendono apparati per CB o per Radioa¬

matori.

Il cavo coassiale di discesa dovrà anch’esso pre¬

sentare la stessa impedenza di 50-52

ohm

e poi¬

ché in passato qualcuno ancora inesperto ha usa¬

to del cavo TV, avvertiamo che questo

non

è ido¬

neo allo scopo in quanto dispone di una impeden¬

za di 75

ohm.

Si potrebbe anche realizzare un semplice

dipo¬

lo

(vedi fig. 11) con due bracci lunghi 3,30

metri

per trasmettere sui 21

MHz,

oppure lunghi 2,50

me¬

tri

per trasmettere sui 27

MHz.

Ricordatevi che il massimo trasferimento di se¬

gnale dall’uscita del trasmettitore all’antenna irra¬

diante, si ottiene soltanto quando l'impedenza di

uscita del trasmettitore

è perfettamente adattata aH'impedenza caratteristica del

cavo di discesa

e l’impedenza

dell’antenna

risulta identica a quella del cavo.

Se una di queste impedenze risulterà diversa, si avranno delle

perdite di potenza.

Per verificare se esistono perdite pefdisadatta- mento, potrà risultare molto utile lo strumento VU- Meter applicato sull’uscita del trasmettitore.

Se in fase di taratura, quando sull’uscita era an¬

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