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specialepiccoli frutti

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anno LVi

piccoli frutti rappresentano in alcune situazioni produttive marginali forse l’unica possibilità per valorizzare le risorse a disposizione; tra queste si distinguono: l’at- titudine, la capacità, la tradizione dei piccoli produttori per un lavoro ben fatto, cu- rato, sobrio circa i fattori produttivi messi in gioco. tali peculiarità delle aziende comportano la coltivazione di piccoli frutti per la destinazione al mercato del fresco. per questo si rende necessaria la raccolta dei frutti singolarmente, curando lo stacco solo di quelli giunti a maturazione ottimale ed il controllo accurato della qualità già in campagna. se quindi il mercato del fresco appare, nel contesto socio-economico di aziende agricole di piccole dimensioni, l’unica possibilità di valorizzazione della produzione, appare altresì che queste non possono però assumersi singolarmente l’onere di commercializzazione in un mercato con forte concentrazione della domanda. È facile comprendere che questo com- porta uno squilibrio contrattuale dovuto all’impossibilità della piccola azienda di offrire masse critiche di prodotto ed i servizi accessori. tra questi si cita il servizio di fornitura ‘tutto l’anno’ divenuto requisito necessario per mantenere i rapporti con i clienti della grande distribuzio- ne. La strada per le piccole aziende di produzione di piccoli frutti appare condizionata dalla necessità che i loro prodotti siano concentrati da organizzazioni che le facciano lavorare assieme, programmando come in un’unica azienda le produzioni in linea con la domanda di mercato quantitativa, qualitativa, temporale e di servizi.

Paolo Faletti

LAVORARE

IN COOPERATIVA

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n trentino i piccoli frutti furono introdotti grazie ad una lungimirante ed esemplare iniziativa promossa dall’Assessorato all’Agricoltura negli anni ’70. inizialmente furono considerati quale possibilità di integrazione di reddito per aziende agricole montane a conduzione familiare, alle prese con la progressiva e grave perdita di competitività della zootecnia.

Dagli inizi degli anni ’90 prese però piede la convinzione che esistesse la possibilità di creare aziende agricole professionali e specializzate, grazie alle importanti novità sorte nella programmazione delle diverse colture e nel progressivo successo riscontrato presso i consumatori. per questo, accanto a piccole e medie aziende part-time, si sono consolidate importanti realtà professionali e specializzate. Sono infatti attualmente attive significative esperienze di aziende che si misurano non più in termini di migliaia di metri quadrati, quanto di ettari. gli aspetti critici che caratterizzano la conduzione di aziende di questo tipo sono la programmazione delle produzioni e la gestione della manodopera. Le problematiche nelle quali sono impegnate e le aspettative economiche di certezza di reddito hanno comportato difficoltà di convivenza con la ‘filosofia’ delle piccole e medie aziende part-time. certamente diverse sono le esigenze delle aziende di grandi dimensioni, soprattutto relativamente alle necessità di assistenza tecnica e di approvvigionamento di scorte agrarie e materiale vivaistico.

Appare però anche evidente la necessità di rinnovare motivi di reciproca valorizzazione, di superamento delle divergenza e di solidale approccio ad un mercato sempre più difficile e competitivo. La forza della cooperativa sta anche nella capacità di far convivere tipologie di aziende realmente molto diverse fra loro, a condizioni di servizi ed economiche accettabili per tutte e nel rispetto dei principi cooperativi fondamentali. Altresì, la convivenza non è un fatto innato: la cooperativa deve mettere in atto iniziative differenziate e capaci di rispondere alle esigenze di entrambe, consapevole che il conferimento e quindi il fatturato sono costruiti con il contributo di tutte le aziende agricole socie. Michele Scrinzi

PICCOLI

FRUTTI

PER GRANDI

AZIENDE

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L

e organizzazioni dei produtto- ri (op) usufruiscono degli aiuti comunitari previsti dal rego- lamento (ce) n.1234/2007 re- cante organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli. inoltre, i soggetti op, cooperative e singoli agricoltori, a se- conda dei casi, possono essere beneficia- ri di ulteriori interventi previsti nel piano di sviluppo rurale della provincia autonoma di trento realizzato ai sensi del regolamento (ce) n.1698/2005 o della Lp n. 4/2003. Fra i vari strumenti finanziari è prevista la complementarietà: una tipologia di spesa è quindi finanziabile solo con uno strumento. I finanziamenti erogati ai sensi del regola- mento (ce) n. 1234/2007 rappresentano la parte più consistente degli aiuti che conflu- iscono al settore frutticolo in generale. per poterne beneficiare le OP realizzano un programma operativo che viene preventiva- mente approvato ed annualmente verificato dall’Amministrazione provinciale. L’ammon- tare del programma operativo è in relazio- ne al fatturato (Valore della produzione commercializzata) e può raggiungere una percentuale massima dell’8,2%, elevabile al 9,2% nel caso di attivazione di misure per la prevenzione e gestione delle crisi di merca-

to. La contribuzione comunitaria raggiunge il 50 % della spesa sostenuta.

nel caso di sAnt’orsoLA, considerato che questa op è specializzata nella produ- zione di fragole, piccoli frutti e ciliege (oltre a queste rimane la produzione di mele del- la zona di susà) il programma operativo è interamente utilizzato a beneficio di queste colture e dei relativi produttori.

L’ammontare medio del programma operati- vo annuale è pari ad € 2.000.000 con la se- guente ripartizione percentuale delle spese:

►18 % piante fragola per produzione biennale

►20 % personale per l’assistenza tecnica alle aziende agricole, controlli qualitativi sul prodotto e attività di marketing

►37 % investimenti nelle strutture e nelle attrezzature per la conservazione, confezionamento e trasporto dei prodotti

►6 % promozione del marchio sant’orsola

►4 % certificazione di qualità, controllo disciplinari di produzione integrata

►10 % imballaggi riciclabili o riutilizzabili

►5 % altro, consulenze, misure ambientali per quanto riguarda il c.i.o., considerato che per questa op l’incidenza dei piccoli frutti e della fragola sul totale del fatturato è solo del 18 %, nel programma operativo

2010 è stato dato spazio all’acquisto delle piante di fragola per la produzione bienna- le e ad investimenti specifici per favorire il raffreddamento del prodotto al momento del conferimento.

il consorzio piccoLi frutti consen- te alle aziende della provincia di trento di finanziare l’acquisto delle piante di fragola per la produzione biennale.

I PROGRAMMI