• Non ci sono risultati.

mostra la più alta potenza inibitoria per la GRK2 di tutta la serie Questi peptid

GRK2: Le sue interazioni rivelano nuovi bersagli fisiopatologic

residui 6 e 8 (6-7 per 1 e 16); (iii) una conformazione estesa per la regione C-

2) mostra la più alta potenza inibitoria per la GRK2 di tutta la serie Questi peptid

risultano selettivi per GRK2: sono ugualmente efficaci sulla chinasi usando due

differenti substrati e non hanno effetto sull’inibizione dell’attività di GRK5 sugli

stessi substrati. La capacità dei peptidi 1, 2, 17 di incrementare la produzione di

AMPc basale e stimolato dal βAR in cellule HEK-293 è in accordo con la loro

efficacia quali inibitori di GRK2. Comunque, la bassa entità di questi incrementi è

probabilmente dovuta alla difficoltà dei peptidi di attraversare le membrane

cellulari. L’attività leggermente maggiore del peptide 2 rispetto al 17 può

indicare che, anche se la D-Arg5 è superflua per l’interazione con la GRK2

analisi NMR dei peptidi 1, 2, 16 e 17 sono state eseguite in soluzione acquosa e in

micelle DPC (una membrana mezzo-mimetica scelta poiché la fosforilazione della

GRK2 sulle GPCR avviene vicino alla membrana plasmatica). Le conformazioni

peptidiche più stabili (preferite) sono simili poiché essi hanno parametri NMR

analoghi. Le strutture NMR dei peptidi in DPC sono caratterizzate da due β-turn

che coinvolgono da Gly1 a Arg4 e da Leu2 aD-Ala5 (o D-Arg5), seguite da una

corta regione estesa comprendente i residui 6 e 7 (Figura 20). Le strutture NMR

dei peptidi in DPC sono molto simili a quelle a Raggi X dei frammenti

comprendenti il loop HJ della GRK2 che sono state, infatti, il punto di partenza

per la progettazione dei peptidi 1 e 2. La figura 21 mostra la sovrapposizione

della struttura NMR di 17 con quella del frammento 383-390 di GRK2. Si può

osservare una buona sovrapposizione delle invariate catene laterali che

occupano regioni spaziali simili. Perciò, il peptide isolato mantiene una struttura

3D del segmento proteico e probabilmente compete con l’attivazione delle

funzioni di questo anello. Questo risultato potrebbe spiegare la selettività

Figura 20

Figura 21

Il presente studio descrive la sintesi, lo studio SAR e l’analisi conformazionale di

derivati peptidici in grado di inibire selettivamente la GRK2. Utilizzando come

lead compounds i peptidi 1 e 2, precedentemente descritti, questo studio ha

consentito di:

 Identificare i residui indispensabili o che possono essere rimpiazzati con lo scopo di migliorare le proprietà del derivato peptidico (interazione con la GRK2,

 Determinare la loro conformazione preferenziale in modo da permettere la progettazione di nuovi derivati peptidici o peptido-mimetici con una migliore

stabilità conformazionale.

La paroxetina è un inibitore diretto del recettore chinasi accoppiato alla proteina G 2 ed aumenta la contrattilità miocardica [120]

Recentemente, è stato sviluppato un aptamero dell’RNA (C13) capace di inibire

selettivamente l’attività della GRK2 ad una concentrazione nanomolare. Sebbene

l’utilizzo di aptameri dell’RNA non è considerato una via terapeutica percorribile

per somministrazione orale, questi possono essere utilizzati come punto di

partenza per lo sviluppo e l’identificazione di piccole molecole con proprietà

simili. La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato la paroxetina come

un inibitore relativamente potente e selettivo di GRK2 sia in vitro che nelle

cellule viventi, con una selettività di un fattore maggiore di 60 nei confronti delle

altre GRK. Analisi cristallografiche hanno dimostrato che questo antidepressivo si

lega a GRK2 stabilizzando una struttura unica e stranamente ben organizzata.

Inoltre, la paroxetina aumenta la contrattilità dei cardiomiceti isolati e la riserva

inotropica nei βAR miocardici nei topi in vivo, in accordo con un inibizione della

GRK2 (al contrario della fluoxetina).

La paroxetina si lega direttamente alla GRK2 ed inibisce l’attività chinasica: La potenza di P-835 (4-idrossichinone monoidrato) e di P-851 (paroxetina

FAM (un complesso tra l’aptamero C13 e la GRK2 evidenziato con della

fluoresceina) usando l’analisi citometrica di flusso. P-835 compete con il legame

dell’aptamero con un -logIC50 (pIC50) di 5.5±4.4 ed un Hill slope di -1.6; P-851

inibisce solo parzialmente il legame dell’aptamero (≈70%) con una pIC50 di

4.5±0.4 ed un Hill slope di -0.7 (Figura 22F, Tabella 6). I composti sono stati poi

testati per la loro abilità di diminuire la fluorescenza del bead-bound del

biotinilato C13.28-FAM (bC13.28-FAM), senza però grandi risultati.

Tabella 6

Nei saggi di spiazzamento, i composti potrebbero esercitare il loro effetto

inibitorio legandosi a GRK2 oppure all’aptamero. Per verificare il legame specifico

con la GRK2, si è utilizzato un test di stabilità termica che misura la capacità del

ligando di aumentare la temperatura di fusione (Tm) di una proteina (Figura 22 g,

Tabella 6). La GRK2, nel solo tampone, mostra una Tm di 37 °C. L’aggiunta di

Mg2+-ATP (200 µM) induce un incremento di 5°C. L’aggiunta di balanolo (10 µM)

o del composto Takeda 103A (10 µM) determina un aumento della Tm di 12-

19°C23. L’aggiunta di P-835 (200 µM) aumenta invece la stabilità termica soltanto

di 1°C, suggerendo che se P-835 si lega alla GRK2, lo fa solo debolmente.

Diversamente, alla stessa concentrazione, P-851 aumenta la stabilità termica

della GRK2 di 8°C, indicando non solo che si lega direttamente alla GRK2 ma

anche che stabilizza l’enzima in maniera più estesa rispetto all’ATP.

E’ stata poi testata l’abilità di P-835 e P-851 di inibire la fosforilazione della

rodopsina attivata dalla luce mediata dalla GRK2; in presenza di ATP 5 µM,

soltanto P-851 è in grado di inibire la GRK2 con una pIC50 di 4.7±0.04 (n=4; Figura

anche inibite attraverso il blocco del reclutamento sulla membrana, il substrato

solubile della tubulina è stato utilizzato per indagare direttamente sull’inibizione

dell’attività catalitica. La paroxetina si è dimostrata capace di inibire l’attività

della GRK2 di fosforilazione della tubulina con un pIC50 di 5.6±0.7(Figura 23 b,

Tabella 7).

La paroxetina è un inibitore selettivo della GRK2: Per caratterizzare la selettività della paroxetina, è stata verificata la sua capacità di termostabilizzare la.

L’aggiunta di ATP (200 µM) aumenta la temperatura di 18°C e 7°C

rispettivamente per GRK1 e la GRK5. Al contrario, né la paroxetina (200 µM), né

P-835 (200 µM) sono stati in grado di modificare significativamente la stabilità

termica delle due chinasi(Figura 22 g, Tabella 6).

E’ stata poi testata l’abilità della paroxetina di inibire la fosforilazione della ROS

da parte della GRK1 e della GRK5, determinando un valore di pIC50

rispettivamente di 3.5±0.01 (n=3) e 3.6±0.3 (n=3) (Figura 23 a, Tabella 7). La

paroxetina mostra quindi una potenza di 16 volte più bassa per la GRK1 e di 13

volte più bassa per la GRK5, rispetto alla sua attività per GRK2. Quando viene

usata la tubulina come substrato, la paroxetina inibisce l’attività della GRK1 e

della GRK5 con un valore di pIC50 di 3.8±0.05 e 3.9±0.06 che corrispondono,

rispettivamente, ad una potenza di 60 e 50 volte più bassa rispetto e quella

esercitata sulla GRK2; queste analisi confermano il fatto che la paroxetina

La paroxetina inibisce la fosforilazione del recettore TRH da parte della GRK2: E’ stato esaminato se la paroxetina sia in grado di inibire l’attività della GRK2 nelle

cellule HEK293. Il recettore dell’ormone per il rilascio della tireotropina (TRH)

subisce, sul C-terminale citoplasmatico, una rapida e quantitativa fosforilazione

dipendente dalla GRK2 [121] (t½=15 s). La paroxetina inibisce quasi

completamente la velocità di fosforilazione iniziale TRH-dipendente con una IC50

di circa 30 µM (Figura 23 c). La paroxetina può, quindi, attraversare le membrane

biologiche ed inibire la fosforilazione GRK2-specifica della GPCR in un sito

importante delle cellule viventi.

Figura 23

La paroxetina riorganizza il sito attivo della GRK2: Per capire le basi molecolari dell’inibizione della GRK2 ad opera della paroxetina, quest’ultima è stata co-

cristallizzata con il complesso GRK2-Gβγ e la struttura atomica del cristallo è

stata risolta usando dati di diffrazione estesi ad uno spacing di 2.07 Å (Tabella 7,

Figura 24). La paroxetina si lega al sito attivo della GRK2 occupando i sotto-siti di

legame dell’adenosina e del ribosio dell’ATP (Figura 24 a, c) [122]. Nel sotto-sito

secondario dell’adenosina, uno degli ossigeni diossolanici mima l’atomo N1 del

substrato ATP formando un legame a idrogeno con l’N del gruppo ammidico

della Met274 (Figura 24 b, c). Nel sotto-sito del ribosio, l’ammina secondaria

della porzione piperidinica della paroxetina contribuisce alla formazione di un

dall’ossigeno carbonilico dell’Ala321, dalla carbossammide dell’Ans322 e da una

molecola d’acqua (Figura 24 b, d). Il legame della paroxetina con la GRK2 è

ulteriormente stabilizzato da 18 interazioni apolari con il sostituente fluoro-

fenilico della paroxetina che va ad occupare una cavità formata dai residui del

loop P e dalle catene laterali della Lys220 e Leu222 (Figura 24 b).

Nella struttura GRK2-paroxetina, l’orientamento relativo del piccolo e del grande

lobo del dominio chinasico cambia di 3.5° rispetto alla struttura apo-GRK2, dando

origine ad una conformazione diversa da quelle osservate nelle precedenti

strutture GRK2. Inoltre, i residui 475-484 all’interno del cosiddetto sito attivo

della GRK2 (AST) diventano ordinati nel complesso con la paroxetina. La AST è

una regione inserita della coda C-terminale che passa tra il piccolo e il grande

lobo e che diventa solitamente ordinata quando il domino chinasico mostra una

conformazione più attiva; poiché contribuisce direttamente al sito attivo, è stato

proposto come sito potenziale per controlli regolatori [123]. I residui 471-477

della zona AST di GRK2 adottano una conformazione simile a quella dei residui

analoghi della GRK6 (466-472)quando sono in complesso con la sangivamicina,

anche se i restanti residui visibili della GRK2-AST (478-484) differiscono da quelli

di GRK6 per struttura e sequenza, e si pongono tra il piccolo ed il grande lobo. I

residui 480-482 si estendono dal β-sheet del piccolo lobo facendo legami a

idrogeno con Arg199e ponendosi sopra l’anello centrale piperidinico della

paroxetina(Figura 24 e). Ala 479 sembra essere coinvolta in una interazione

la formazione di un legame a idrogeno con l’ammide de Asp278 (Figura 24 d),

proprio nella zona C-terminale della regione hinge (cerniera) del dominio

chinasico.

Figura 24

Gli Analoghi della paroxetina si legano alla GRK2 con una affinità prevedibilmente minore: Sulla base della struttura GRK2-paroxetina-Gβγ, si può prevedere che la mancanza del fluoro nella defluoro-paroxetina dovrebbe ridurre

l’affinità per la GRK2 per la perdita di interazioni idrofobiche multiple (Figura 24

a, b), mentre la mancanza del metilene nella desmetilen-paroxetina dovrebbe

ridurre le interazioni di Van der Waals nel sito secondario dell’adenosina (Figura

24 b, c). Entrambi i derivati della paroxetina mostrano una ridotta affinità di

legame ed una significativa perdita della capacità di termostabilizzazione per la

GRK2, in quanto abbiamo una diminuzione del valore di pIC50 di 5-8 volte per la

defluoro-paroxetina, e di 2.5-3.5 volte per la desmetilen-paroxetina.

La paroxetina aumenta la contrattilità miocardica: Si è studiato se la paroxetina fosse in grado di influenzare l’attività della GRK2 in un sistema fisiologico,

attraverso test sulla contrattilità miocardica dei topi ed attraverso la loro risposta

a stimolazioni βAR. In confronto alle cellule non trattate, l’isoproterenolo

aumenta significativamente la capacità di accorciamento ed estensione del

sarcomero nella contrazione, dimostrando una normale risposta ad un agonista

βAR (Figura 25 a, b). Curiosamente, un pre-trattamento con 10 µM di paroxetina

per 10 minuti non altera né condiziona i parametri funzionali standard miociti ma

potenzia significativamente gli effetti dell’isoproterenolo sulla contrattilità, in

confronto al solo trattamento con il β-agonista (Figura 25 c, Tabella 8). Questi

dati sono in accordo con gli effetti di altri inibitori della GRK2 nei miociti, o

un composto capace di ostacolare la traslocazione ed l’attività di membrana della

GRK2 Gβγ-mediata.

Studiando in vivo l’effetto della paroxetina sull’attività inotropa cardiaca di topi

wild-type ci mostrano, si osserva che l’iniezione IV di 10 mg·Kg-1 di paroxetina nel topo produce un piccolo ed immediato aumento di dP/dt (una misurazione

della contrattilità cardiaca) del ventricolo sinistro, ma più importante, un

significativo aumento della risposta all’isoproterenolo con spostamento della

curva dose/risposta inotropa mediata dai βAR (Figura 26 b, c). Nessun altro

cambiamento significativo è stato notato nella velocità cardiaca. Si può così

concludere che la paroxetina è capace di aumentare la contrattilità βAR-mediata,

in accordo con una diretta inibizione della GRK2, sia nei miociti in coltura che in

vivo.

Riferimenti bibliografici

[1] J. Wess, Pharmacol. Ther. 80 (1998) 231.;

[2] E.R. Weiss, D. Raman, S. Shirakawa, M.H. Ducceschi, P.T. Bertram, F. Wong, T.W. Kraft, et al., Mol. Vis. 4 (1998) 27.;

[3] K. Palczewski, Eur. J. Biochem. 248 (1997) 261.;

[4] R.T. Premont, J. Inglese, R.J. Lefkowitz, FASEB J. 9 (1995) 175.;

[5] S. Yamamoto, K.C. Sippel, E.L. Berson, T.P. Dryja, Nat. Genet. 15 (1997) 175.; [6] R.A. Felder, H. Sanada, J. Xu, P.Y. Yu, Z. Wang, H. Watanabe, L.D. Asico, et al., Proc. Natl. Acad. Sci. U. S. A. 99 (2002) 3872.;

[7] M. Jaber, W.J. Koch, H. Rockman, B. Smith, R.A. Bond, K.K. Sulik, J. Ross Jr., et al., Proc. Natl. Acad. Sci. U. S. A. 93 (1996) 12974.;

[8] M. Ungerer, M. Bohm, J.S. Elce, E. Erdmann, M.J. Lohse, Circulation 87 (1993) 454.;

[9] G. Pei, M. Tiberi, M.G. Caron, R.J. Lefkowitz, Proc. Natl. Acad. Sci. U. S. A. 91 (1994) 3633.;

[10] A.B. Tobin, Methods Mol. Biol. 83 (1997) 227.; [11] J. Wess, Trends Pharmacol. Sci. 21 (2000) 364.;

[12] P. Kunapuli, J.J. Onorato, M.M. Hosey, J.L. Benovic, J. Biol. Chem. 269 (1994) 1099.;

[13] H. Kuhn, W.J. Dreyer, FEBS Lett. 20 (1972) 1.;

[14] K. Palczewski, J.H. McDowell, P.A. Hargrave, J. Biol. Chem. 263 (1988) 14067.;

[15] R.L. Somers, D.C. Klein, Science 226 (1984) 182.;

[16] J. Chen, C.L. Makino, N.S. Peachey, D.A. Baylor, M.I. Simon, Science 267 (1995) 374.;

[17] C.K. Chen, M.E. Burns, M. Spencer, G.A. Niemi, J. Chen, J.B.

Hurley, D.A. Baylor, et al., Proc. Natl. Acad. Sci. U. S. A. 96 (1999) 3718. [18] A. Vroon, C.J. Heijnen, M.S. Lombardi, P.M. Cobelens, F. Mayor Jr., M.G. Caron, A. Kavelaars, J. Leukoc. Biol. 75 (2004) 901.;

[19] W.J. Koch, H.A. Rockman, P. Samama, R.A. Hamilton, R.A. Bond, C.A. Milano, R.J. Lefkowitz, Science 268 (1995) 135;

[20] H.A. Rockman, D.J. Choi, N.U. Rahman, S.A. Akhter, R.J. Lefkowitz, W.J. Koch, Proc. Natl. Acad. Sci. U. S. A. 93 (1996) 9954.;

[21] D. Diviani, A.L. Lattion, N. Larbi, P. Kunapuli, A. Pronin, J.L. Benovic, S. Cotecchia, J. Biol. Chem. 271 (1996) 5049.;

[22] G. Parruti, G. Ambrosini, M. Sallese, A. De Blasi, Biochem. Biophys. Res. Commun. 190 (1993) 475.;

[23] M. Xu, M. Petraschka, J.P. McLaughlin, R.E. Westenbroek, M.G. Caron, R.J. Lefkowitz, T.A. Czyzyk, et al., J. Neurosci. 24 (2004) 4576.;

[24] K. Ishii, J. Chen, M. Ishii, W.J. Koch, N.J. Freedman, R.J. Lefkowitz, S.R. Coughlin, J. Biol. Chem. 269 (1994) 1125.;

[25] N.J. Freedman, S.B. Liggett, D.E. Drachman, G. Pei, M.G. Caron, R.J. Lefkowitz, J. Biol. Chem. 270 (1995) 17953.;

[26] M. Oppermann, N.J. Freedman, R.W. Alexander, R.J. Lefkowitz, J. Biol. Chem. 271 (1996) 13266.;

[27] R.T. Premont, A.D. Macrae, R.H. Stoffel, N. Chung, J.A. Pitcher, C. Ambrose, J. Inglese, et al., J. Biol. Chem. 271 (1996) 6403.;

[28] M. Sallese, S. Mariggio, G. Collodel, E. Moretti, P. Piomboni, B. Baccetti, A. De Blasi, J. Biol. Chem. 272 (1997) 10188.;

[29] H. Tsuga, E. Okuno, K. Kameyama, T. Haga, J. Pharmacol. Exp. Ther. 284 (1998) 1218.; [55] C. Ambrose, M. James, G. Barnes, C. Lin, G. Bates, M. Altherr, M. Duyao, et al., Hum. Mol. Genet. 1 (1992) 697.;

[30] P. Kunapuli, J.L. Benovic, Proc. Natl. Acad. Sci. U. S. A. 90 (1993) 5588.; [31] J.K. Walker, R.R. Gainetdinov, D.S. Feldman, P.K. McFawn, M.G. Caron, R.J. Lefkowitz, R.T. Premont, et al., Am. J. Physiol., Lung Cell. Mol. Physiol. 286 (2004) L312.;

[32] E. Reiter, S. Marion, F. Robert, C. Troispoux, F. Boulay, F. Guillou, P. Crepieux, Biochem. Biophys. Res. Commun. 282 (2001) 71.;

[33] H. Zhou, F. Yan, H.H. Tai, J. Pharmacol. Exp. Ther. 298 (2001) 1243.; [34] J.M. Willets, R.A. Challiss, S.R. Nahorski, J. Biol. Chem. 277(2002) 15523.; [35] R.S. Ghadessy, J.M. Willets, E. Kelly, Br. J. Pharmacol. 138 (2003) 660.; [36] N. Aiyar, J. Disa, K. Dang, A.N. Pronin, J.L. Benovic, P. Nambi, Eur. J. Pharmacol. 403 (2000) 1.;

[37] V. Simon, M.T. Robin, C. Legrand, J. Cohen-Tannoudji, Endocrinology 144 (2003) 3058.;

[38] C.K. Chen, K. Zhang, J. Church-Kopish, W. Huang, H. Zhang, Y.J. Chen, J.M. Frederick, et al., Mol. Vis. 7 (2001) 305.;

[39] E.R. Weiss, M.H. Ducceschi, T.J. Horner, A. Li, C.M. Craft, S. Osawa, J. Neurosci. 21 (2001) 9175.;

[40] D.B. Farber, M. Danciger, Curr. Opin. Neurobiol. 7 (1997) 666.; [41] M.A. Maw, S. John, S. Jablonka, B. Muller, G. Kumaramanickavel, R. Oehlmann, M.J. Denton, et al., J. Med. Genet. 32 (1995) 396.;

[42] S. Fuchs, M. Nakazawa, M. Maw, M. Tamai, Y. Oguchi, A. Gal, Nat. Genet. 10 (1995) 360.;

[43] M. Ungerer, G. Parruti, M. Bohm, M. Puzicha, A. DeBlasi, E. Erdmann, M.J. Lohse, Circ. Res. 74 (1994) 206.;

[44] P. Ping, T. Anzai, M. Gao, H.K. Hammond, Am. J. Physiol. 273 (1997) H707.; [45] G. Iaccarino, R.J. Lefkowitz, W.J. Koch, Proc. Assoc. Am.Physicians 111 (1999) 399.;

[46] J.P. Maurice, A.S. Shah, A.P. Kypson, J.A. Hata, D.C. White, D.D.Glower, W.J. Koch, Am. J. Physiol. 276 (1999) H1853.;

[47] J.A. Hata, W.J. Koch, Mol. Interv. 3 (2003) 264.;

[48] H. Sanada, P.A. Jose, D. Hazen-Martin, P.Y. Yu, J. Xu, D.E. Bruns, J. Phipps, et al., Hypertension 33 (1999) 1036.;

[49] D.P. O’Connell, N.V. Ragsdale, D.G. Boyd, R.A. Felder, R.M. Carey, Hypertension 29 (1997) 115.;

(1997) 2087.;

[51] R. Gros, C.M. Tan, J. Chorazyczewski, D.J. Kelvin, J.L. Benovic, R.D. Feldman, Clin. Pharmacol. Ther. 65 (1999) 545.;

[52] M.S. Lombardi, A. Kavelaars, M. Schedlowski, J.W. Bijlsma, K.L. Okihara, P.M. Van de, S. Ochsmann, et al., FASEB J. 13 (1999) 715.

[53] M.S. Lombardi, A. Kavelaars, P.M. Cobelens, R.E. Schmidt, M. Schedlowski, C.J. Heijnen, J. Immunol. 166 (2001) 1635.;

[54] M. Ferrer-Alcon, R. La Harpe, J.A. Garcia-Sevilla, Brain Res. Mol. Brain Res. 121 (2004) 114.; [55] A. Ozaita, P.V. Escriba, P. Ventayol, C. Murga, F. Mayor Jr., J.A. Garcia-Sevilla, J. Neurochem. 70 (1998) 1249.;

[56] M.A. Hurle, J. Neurochem. 77 (2001) 486.;

[57] D.W. King, R. Steinmetz, H.A. Wagoner, T.S. Hannon, L.Y. Chen, E.A. Eugster, O.H. Pescovitz, Endocrine 22 (2003) 135.;

[58] T. Metaye, E. Menet, J. Guilhot, J.L. Kraimps, J. Clin. Endocrinol. Metab. 87 (2002) 3279.;

[59] A.L. Bookout, A.E. Finney, R. Guo, K. Peppel,W.J. Koch, Y. Daaka, J. Biol. Chem. 278 (2003) 37569.;

[60] T.B. Barrett, R.L. Hauger, J.L. Kennedy, A.D. Sadovnick, R.A. Remick, P.E. Keck, S.L. McElroy, et al., Mol. Psychiatry 8 (2003) 546.;

[61] S.Y. Yu, S. Takahashi, T. Arinami, T. Ohkubo, Y. Nemoto, E. Tanabe, Y. Fukura, Psychiatry Res. 125 (2004) 95.;

[62] J.R. Riordan, J.M. Rommens, B. Kerem, N. Alon, R. Rozmahel, Z. Grzelczak, J. Zielenski, et al., Science 245 (1989) 1066.;

[63] C. Sylven, P. Arner, L. Hellstrom, E. Jansson, P. Sotonyi, A. Somogyi, M. Bronnegard, Cardiovasc. Res. 25 (1991) 737.;

[64] N. Dzimiri, A. Moorji, M. Kumar, N. Kumar, Z. Halees, Int. J. Cardiol. 53 (1996) 109.;

[65] N. Dzimiri, C. Basco, A. Moorji, B. Afrane, Z. Al Halees, Clin. Exp. Pharmacol. Physiol. 29 (2002) 181.;

[66] S.A. Hagen, A.L. Kondyra, H.P. Grocott, H. El Moalem, D. Bainbridge, J.P. Mathew, M.F. Newman, et al., Anesthesiology 98(2003) 343.;

[67] Tesmer VM, Kawano T, Shankaranarayanan A, Kozasa T, Tesmer JJ. Snapshot of activated G proteins at the membrane: the Galphaq-GRK2 Gbetagamma complex. Science(2005) 310: 1686–1690.;

[68] Hupfeld CJ, Olefsky JM. Regulation of receptor tyrosine kinase signaling by GRKs and beta-arrestins. Annu Rev Physiol(2007) 69:561–577.;

[69] Cipolletta E, Campanile A, Santulli G, Sanzari E, Leosco D, Campiglia P et al.. The G protein coupled receptor kinase 2 plays an essential role in beta-

adrenergic receptor-induced insulin resistance. Cardiovasc Res(2009) 84: 407– 415.;

[70] Ho J, Cocolakis E, Dumas VM, Posner BI, Laporte SA, Lebrun JJ. The G protein-coupled receptor kinase-2 is a TGFbeta-inducible antagonist of TGFbeta signal transduction. Embo J(2005) 24: 3247–3258.;

[71] Aziziyeh AI, Li TT, Pape C, Pampillo M, Chidiac P, Possmayer F et al.. Dual regulation of lysophosphatidic acid (LPA1) receptor signalling by Ral and GRK. Cell Signal(2009) 21: 1207–1217.;

[72] Wang L, Gesty-Palmer D, Fields TA, Spurney RF. Inhibition of WNT signaling by G protein-coupled receptor (GPCR) kinase 2(GRK2). Mol Endocrinol(2009) 23: 1455–1465.;

[73] Naga Prasad SV, Laporte SA, Chamberlain D, Caron MG, Barak L, Rockman HA. Phosphoinositide 3-kinase regulates beta2-adrenergic receptor endocytosis by AP-2 recruitment to the receptor/beta-arrestin complex. J Cell Biol(2002) 158: 563–575.;

[74] Penela P, Ribas C, Aymerich I, Eijkelkamp N, Barreiro O, Heijnen CJ et al.. G protein-coupled receptor kinase 2 positively regulates epithelial cell migration. Embo J(2008) 27: 1206–1218.;

[75] Sarnago S, Elorza A, Mayor F, Jr. Agonist-dependent phosphorylation of the G protein-coupled receptor kinase 2 (GRK2) by Src tyrosine kinase. J Biol

Chem(1999) 274: 34411–34416.;

[76] Elorza A, Sarnago S, Mayor F, Jr. Agonist-dependent modulation of G protein-coupled receptor kinase 2 by mitogen-activated protein kinases. Mol Pharmacol(2000) 57: 778–783.;

[77] Penela P, Ribas C, Mayor F, Jr. Mechanisms of regulation of the expression and function of G protein-coupled receptor kinases. Cell Signal(2003) 15: 973– 981.;

[78] Whalen EJ, Foster MW, Matsumoto A, Ozawa K, Violin JD, Que LG et al.. Regulation of beta-adrenergic receptor signaling by S-nitrosylation of G-protein- coupled receptor kinase 2. Cell(2007) 129:511–522.;

[79] Ramos-Ruiz R, Penela P, Penn RB, Mayor F, Jr. Analysis of the human G protein-coupled receptor kinase 2 (GRK2) gene promoter: regulation by signal transduction systems in aortic smooth muscle cells. Circulation(2000) 101: 2083– 2089.;

[80] Penela P, Ruiz-Gomez A, Castano JG, Mayor F, Jr. Degradation of the G protein-coupled receptor kinase 2 by the proteasome pathway. J Biol Chem(1998) 273: 35238–35244.;

[81] Penela P, Elorza A, Sarnago S, Mayor F, Jr. Beta-arrestin- and c-Src-

dependent degradation of G-protein-coupled receptor kinase 2. Embo J(2001)

20: 5129–5138.;

[82] Elorza A, Penela P, Sarnago S, Mayor F, Jr. MAPK-dependent degradation of G protein-coupled receptor kinase 2. J Biol Chem(2003) 278: 29164–29173. [83] Salcedo A, Mayor F, Jr, Penela P. Mdm2 is involved in the ubiquitination and degradation of G-protein-coupled receptor kinase 2. Embo J(2006) 25: 4752– 4762.;

[84] Metaye T, Gibelin H, Perdrisot R, Kraimps JL. Pathophysiological roles of G- protein-coupled receptor kinases. Cell Signal(2005) 17: 917–928.;

[85] Penela P, Murga C, Ribas C, Tutor AS, Peregrin S, Mayor F, Jr. Mechanisms of regulation of G protein-coupled receptor kinases (GRKs) and cardiovascular disease. Cardiovasc Res(2006) 69: 46–56.;

[86] Premont RT, Gainetdinov RR. Physiological roles of G proteincoupled receptor kinases and arrestins. Annu Rev Physiol(2007) 69: 511–534.;

[87] Dorn GW, 2nd. GRK mythology: G-protein receptor kinases in cardiovascular disease. J Mol Med(2009a) 87: 455–463.; Dorn GW, 2nd. Novel

pharmacotherapies to abrogate postinfarction ventricular remodeling. Nat Rev Cardiol(2009b) 6: 283–291.;

[88] Raake PW, Vinge LE, Gao E, Boucher M, Rengo G, Chen X et al.. G protein- coupled receptor kinase 2 ablation in cardiac myocytes before or after

myocardial infarction prevents heart failure. Circ Res(2008) 103: 413–422.; [89] Rengo G, Lymperopoulos A, Zincarelli C, Donniacuo M, Soltys S, Rabinowitz JE et al.. Myocardial adeno-associated virus serotype 6-betaARKct gene therapy improves cardiac function and normalizes the neurohormonal axis in chronic heart failure. Circulation(2009) 119: 89–98.;

[90] Lymperopoulos A, Rengo G, Funakoshi H, Eckhart AD, Koch WJ. Adrenal GRK2 upregulation mediates sympathetic overdrive in heart failure. Nat Med(2007) 13: 315–323.;

[91] Gros R, Chorazyczewski J, Meek MD, Benovic JL, Ferguson SS, Feldman RD. G-protein-coupled receptor kinase activity in hypertension: increased vascular and lymphocyte G-protein receptor kinase-2 protein expression.

Hypertension(2000) 35: 38–42.;

[92] Liu S, Premont RT, Kontos CD, Zhu S, Rockey DC. A crucial role for GRK2 in regulation of endothelial cell nitric oxide synthase function in portal

[93] Vroon A, Heijnen CJ, Kavelaars A. GRKs and arrestins: regulators of migration and inflammation. J Leukoc Biol(2006)80: 1214–1221.;

[94] Vroon A, Heijnen CJ, Lombardi MS, Cobelens PM, Mayor F, Jr, Caron MG et al.. Reduced GRK2 level in T cells potentiates chemotaxis and signaling in response to CCL4. J Leukoc Biol(2004) 75: 901–909.;

[95] Fan G, Ballou LM, Lin RZ. Phospholipase C-independent activation of glycogen synthase kinase-3beta and C-terminal Src kinase by Galphaq. J Biol Chem(2003) 278: 52432–52436.;

[96] Penela P, Ribas C, Aymerich I, Mayor F, Jr. New roles of G protein-coupled receptor kinase 2 (GRK2) in cell migration. Cell Adh Migr(2009) 3: 19–23.; [97] Premont RT, Claing A, Vitale N, Freeman JL, Pitcher JA, PattonWet al.. b2- Adrenergic receptor regulation by GIT1, a G proteincoupled receptor kinase- associated ADP ribosylation factor GTPaseactivating protein. Proc Natl Acad Sci U S A(1998) 95: 14082–14087.;

[98] Milstien S, Spiegel S. Targeting sphingosine-1-phosphate: a novel avenue for cancer therapeutics. Cancer Cell(2006) 9: 148–150.;

[99] Dorsam RT, Gutkind JS. G-protein-coupled receptors and cancer. Nat Rev Cancer(2007) 7: 79–94.;

[100] Jaber M, Koch WJ, Rockman H, Smith B, Bond RA, Sulik KK et al.. Essential role of beta-adrenergic receptor kinase 1 in cardiac development and function. Proc Natl Acad Sci U S A (1996)93:12974–12979.;

[101] Matkovich SJ, Diwan A, Klanke JL, Hammer DJ, Marreez Y, Odley AM et al. Cardiac-specific ablation of G-protein receptor kinase 2 redefines its roles in heart development and beta-adrenergic signaling. Circ Res(2006) 99: 996–1003.; [102] Penela P, Rivas V, Salcedo A, Mayor F Jr. G protein–coupled receptor kinase 2 (GRK2) modulation and cell cycle progression. Proc Natl Acad Sci U S A(2010)

107: 1118–1123.;

[103] Winstel R, Ihlenfeldt HG, Jung G, Krasel C, Lohse MJ. Peptide inhibitors of G protein-coupled receptor kinases. Biochem Pharmacol(2005) 70: 1001–1008.; [104] .; Mayer G,Wulffen B, Huber C, Brockmann J, Flicke B, Neumann L et al.. An RNA molecule that specifically inhibits G-proteincoupled receptor kinase 2 in vitro. RNA(2008) 14: 524–534.;

[105] Anis Y, Leshem O, Reuveni H,Wexler I, Ben Sasson R, Yahalom B et al.. Antidiabetic effect of novel modulating peptides of G-protein-coupled kinase in experimental models of diabetes. Diabetologia 47(2004): 1232–1244

Documenti correlati