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Da Leningrado al mondo: mostre e musei dedicati all’underground.

3.2 Le mostre di Palazzo Gaza e Nevskij.

Questi due eventi segnarono fortemente il destino degli artisti non conformisti, poiché fecero in modo che “quello che era vietato divenisse qualcosa che si poteva fare, ma rispettando dei limiti e facendo molta attenzione”181. Fu un momento di grande conquista per i pittori di Leningrado, soprattutto considerando l’esito invece negativo della mostra all’aperto organizzata a Mosca nel 1974, pochi mesi prima, dove, al momento dell’inaugurazione, addetti statali si erano presentati con camion, escavatori e un bulldozer e avevano letteralmente raso al suolo l’intera esposizione182.

179A. Matveeva (2015) “Mesta sily neoficial’nogo iskusstva Leningrada. Čast’1.

Kvartirnye vystavki” http://artguide.com/posts/850

180“Мол, если галереи нас не берут, то мы будем сами себе галерея.” Ibidem 181“Tо, что нельзя» становилось «чуть-чуть можно, только остoрожно.” Ibidem 182“«La mostra dei bulldozer»: una mostra informale di artisti non conformisti sgomberata

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Come ha raccontato Blagodatov parlando delle due mostre di Leningrado:

[...] Not all underground artists were exhibited at those two shows. There were about 40 authors at the first exhibition and about 80 at the second one. It was a selection from a huge block of culture183.

Dall’esperienza di questi due eventi nacque una nuova cultura chiamata gazaveščinaja, la cui fine è stata identificata da Anatolij Basin nel 1975, in seguito al vernissage che si tenne al palazzo Nevskij184. La mostra organizzata presso il palazzo Gaza (22 - 25 dicrembre 1974) si basò sull’idea democratica della promozione della libertà di espressione; tutti colori che vi parteciparono poterono presentare liberamente le proprie opere, anche quelle che avevano un contenuto pornografico, religioso o anticomunista. L’atmosfera della mostra del 1974, oltre ad essere più raccolta, fu anche molto meno formale rispetto invece alla seconda esposizione. Durante l’allestimento dell’evento al Nevskij (10 - 20 settembre 1975), inoltre, fu fatta una selezione delle opere, dunque molti artisti si trovarono esclusi; in particolare, fu impedita la partecipazione a quei pittori considerati provocatori. Aref’ev, che aveva esposto le sue tele insieme al compagno Šagin nel 1974, si rifiutò categoricamente, nel 1975, di prendere parte al secondo evento, in segno di solidarietà nei confronti di quegli artisti a cui non fu concesso di partecipare. Grazie a questi due eventi gli esponenti dell’arte underground ebbero l’occasione di presentarsi al mondo: le due mostre divennero famose grazie soprattutto ai media internazionali, che non persero l’occasione di parlarne. Funzionari occidentali, in particolare, si esposero per promuovere altri eventi dedicati a questi artisti, invitarli in Europa, parlare di loro. È interessante notare quale fu invece la reazione dei cittadini di Leningrado quando si trovarono di fronte a queste opere nel 1975, presso il palazzo Nevskij: inizialmente la mostra non sembrò destare grande interesse, ma con il passare dei giorni il numero dei visitatori si moltiplicò, raggiungendo un numero tale per cui cominciarono a formarsi delle code lunghissime all’entrata. Non è possibile stilare un sondaggio

italia.com/w2d3/v3/view/feltrinelli/gulag/cronologia/cronache-- 223/dettaglio.html?from_crono=true&pagina=20

183A. Matveeva (2013) “This is for love”

http://www.arterritory.com/en/art_market/collections/1980-this_is_for_love/

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preciso che stabilisca senza errori quale fu l’indice di gradimento nei confronti dell’evento, ma dai dati raccolti risultò evidente che l’opinione prevalente risultò essere di carattere positivo. Molti dimostrarono di apprezzare le opere esposte e le novità proposte; come riporta Larisa Skobkina, ci fu anche chi definì questa arte: “un aspetto assolutamente nuovo della nostra cultura.”185 Coloro che invece espressero un giudizio negativo nei confronti della mostra, dichiararono di non riuscire a comprendere le tele che avevano davanti e giudicarono il linguaggio dei pittori inadatto a comunicare con il pubblico, che non possedeva gli strumenti necessari per capirli186; ci furono addirittura delle persone che, alla vista dei quadri, pronunciarono parole di disappunto nei confronti delle opere e degli artisti. Alcuni visitatori criticarono l’esposizione dicendo che ciò che era rappresentato sulle tele non corrispondeva affatto alla realtà e che in verità il mondo non era tanto brutto come questi pittori lo dipingevano; mentre da parte di alcuni esperti giunsero parole di disprezzo per la semplicità e la volgarità dell’espressione187. Fu però evidente che, per la maggior parte del pubblico, questa nuova forma d’arte era qualcosa di giusto e soprattutto di necessario; era infatti quello il momento perfetto per avviare una rivoluzione artistica e proporre un linguaggio nuovo, lontano da quello tradizionale.

Al successo delle mostre al palazzo Gaza e Nevskij seguì la nascita, nel dicembre del 1975, di un museo di arte moderna per opera dei coniugi Vadim Nečaev e Marina Nedrobova, che divenne il primo museo privato e indipendente del paese. Questa istituzione fu creata allo scopo di organizzare esposizioni e pubblicare cataloghi, promuovendo, in particolare, attività dedicate a esponenti dell’arte underground. Tra i lavori esposti presso questa galleria comparvero anche opere di Aref’ev, Šagin, Gromov, Vasmi e Švarc, insieme ad altri nomi del panorama di Leningrado e a esponenti del movimento moscovita come, ad esempio, Oskar Rabin188.

Queste mostre definirono in un certo senso il momento in cui lo Stato iniziò a riconoscere, non tanto il valore, quanto l’esistenza di un’arte parallela a quella

185“Cовершенно новый [...] пласт нашей культуры.” E. Šnejderman, “Avangard

glazami zritelej. Obzor otzyvov o vystavke v Nevskom DK 10 - 12 centjabrja 1975”,

Časy, 1980, cit. in Leningrad, op. cit., p. 29

186Ivi p. 30 187Ibidem

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ufficiale. Pur rimanendo frequenti gli episodi di repressione da parte del KGB nei confronti di coloro considerati dissidenti, tale fenomeno andò avanti; proprio in questi anni, tra l’altro, nacque un luogo che divenne il principale punto di incontro degli esponenti della cultura underground, il caffè Sajgon: questo locale, che si trovava all’angolo di una traversa del Nevskij prospekt, rimase aperto dal 1968 al 1992. Tra le sue mura si tenevano letture di poesie e discussioni, si organizzavano eventi artistici e si confrontavano le proprie opinioni su vari argomenti.