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I dati tabellar

3.1.2 Le mura della città romana

Vari ritrovamenti, insieme all'opera di Francesco Ranzi4, ci permettono una

conoscenza piuttosto compiuta del circuito murario della Trento romana5.

Il muro occidentale iniziava in corrispondenza della trecentesca torre Vanga, in prossimità del corso dell'Adige, come attesta il rinvenimento di un lungo tratto del muro stesso6. Lo stesso Ranzi ebbe modo di individuarne un ampio tratto in

corrispondenza della piazza antistante Santa Maria Maggiore e delle case poste immediatamente a sud di questa, mentre un ulteriore tratto costituisce la fondazione occidentale della facciata dell'Istituto del Sacro Cuore7.

Questo antico complesso monastico fu costruito nel corso del XIII secolo sui ruderi delle mura romane, in corrispondenza dell'angolo sud occidentale. I tratti rinvenuti della cortina meridionale, infatti, risultano allineati con il lato sud dell'edificio. Conservano questo medesimo andamento il tratto murario aderente alla facciata meridionale della Porta Veronensis e altri lacerti rinvenuti al di sotto di edifici moderni8. Se non conosciamo il punto esatto in cui le mura piegavano di nuovo verso

nord, un tratto del muro orientale, lungo circa 10 m, è stato rinvenuto in via Chesani e

4 A Francesco Ranzi dobbiamo l'opera Pianta antica della città di Trento del 1869, in cui lo studioso, impresario edile e storico locale, diede un puntuale riscontro dei rinvenimenti di età romana in cui incappò durante la sua attività lavorativa e di cui spesso le indagini moderne danno puntuale riscontro. 5 L'epigrafe di M. Appuleio (CIL, V, 5927) inserita come elemento di reimpiego nella muratura esterna

della chiesa di Sant'Apollinare e datata sulla base della Tribunicia Potestas di Augusto al 23 a.C., costituisce la più antica testimonianza di un lavoro pubblico di una certa consistenza effettuato nel territorio della Tridentum romana. Secondo una lunga tradizione di studi, quest'opera veniva fatta coincidere con la realizzazione della cinta urbica romana, anche se il testo dell'epigrafe non contiene alcun riferimento esplicito a quest'opera. Vedi Bassi 2005, p. 273.

6 Ciurletti 2000, p. 297. 7 Ibid.

un ulteriore tratto di 42 m venne rinvenuto negli anni Sessanta sul retro di palazzo Saracini9, a poca distanza dal fiume dove il circuito delle mura sembra terminare.

Con tutta probabilità, si sviluppò anche a nord dell'Adige un'attività edilizia che l'esiguità dei rinvenimenti non ci permette di connotare con esattezza. Carotaggi condotti in via Dante nel 2003 hanno rivelato, alla profondità di 4,70/4,90 m, la presenza di uno strato con componenti antropici verosimilmente riferibili a una struttura muraria o a un focolare10. Difficile comprende a che tipo di frequentazione

dell'area possano essere ricondotte queste evidenze, ma, sulla base di argomentazione geologiche11, può essere esclusa l'ipotesi formulata dal Zadra12 riguardo al protrarsi

9 Ciurletti 2000, p. 297. 10 Ciurletti, Pisu 2005, p. 160. 11 Ibid., p.159.

12 Zadra 1929.

Fig. 3: pianta ricostruttiva della città romana. In grigio il tracciato delle mura, in verde la viabilità ricostruita sulla base dei rinvenimenti. Il corso dell'Adige è quello precedente alla rettifica. Il punto rosso corrisponde alla chiesa di Santa Maria Maggiore, quello blu alla chiesa di San Vigilio. (pianta cortesemente concessa da SAP).

della cinta muraria della città romana a nord dell'Adige quale appariva prima della rettificazione del 1857.

La città, quindi, era munita sui lati sud, est ed ovest mentre il lato nord era naturalmente difeso per la presenza dell'Adige.

Le mura, caratterizzate da uno spessore limitato13 e da una conseguente limitata

altezza, erano munite di torri e fiancheggiate sul lato interno da un fascia di risparmio larga circa 3 m, su cui venne sistemato un terrapieno di cui è stata rinvenuta testimonianza archeologica nel sito di Piazza Battisti e di Palazzo Lodron. Qui il terrapieno si sovrappone a livelli di frequentazione che non sembrano posteriori alla fine del I secolo d.C.14. Immediatamente a ridosso delle mura romane, all'interno della

città era presente una fascia di terreno libera da costruzioni. Gli scavi condotti alla in Piazza della Portèla, in uno spazio largo circa 3,20 m, hanno evidenziato la presenza di semplici colmate di terra, frutto di alcuni interventi artificiali succedutesi nel tempo15.

Nel corso del tempo abitazioni private, botteghe e fabbricati di vario genere occuparono questo spazio come riscontrato presso Palazzo Crivelli, presso l'istituto del Sacro Cuore o in piazza Battisti16.

Gli scavi condotti presso Palazzo Lodron e in Piazza Bellesini17, grazie alla sequenza

stratigrafica e i materiali messi in luce, insieme ad alcune considerazioni tecnico- costruttive, evidenziano due distinti momenti nella realizzazione della cinta urbica: uno tardo repubblicano o protoaugusteo, che vede la costruzione delle torri, e uno augusteo, da mettere in relazione con la costruzione delle mura18.

Le torri erano quadrangolari, poste in corrispondenza degli assi viari interni19 e

fungevano anche, in alcuni casi, da postierle che vennero spesso realizzate in un secondo momento rispetto alla costruzione della torre stessa. L'apertura, avvenuta in età tardo augustea, di una porta nella torre individuata nello scavo di Palazzo Lodron è, infatti, da mettere in relazione con una gestione degli spazi che necessariamente non

13 Le mura erano costituite da un doppio paramento e nucleo in calcestruzzo, avevano uno spessore di 1,30 m, minore ridotto rispetto ai 2,5/3 m registrati in molti casi in Italia attenendosi ai casi editi. Vedi Bassi 2004, p. 477.

14 Bassi 2006, p. 53.

15 Ciurletti 2000, p. 301. Lo scavo della Portèla è sostanzialmente inedito. 16 Ibid.

17 Bassi 2006, pp. 57 e ss. 18 Bassi 2006, pp. 57 e ss. 19 Bassi 2004, p. 477.

poteva essere sempre all'insegna della più assoluta programmazione20. Nel 2004,

inoltre, è stato possibile accedere al vano interrato di torre Bellesini, corrispondente a una torre della cinta urbica di età romana, già individuata da Francesco Ranzi. La torre medievale si sovrappone a quella romana, sebbene caratterizzata da un perimetro maggiore. Quest'ultima presenta una postierla di cui non è stato possibile però determinare la cronologia21.

La Passione di San Vigilio22 ci informa, inoltre della presenza di due porte urbiche,

la Porta Veronensis23, di cui è stato trovato un puntuale riscontro archeologico, posta a

sud della città, e la Porta Brixiana, posta a est (per la cui esistenza mancano prove dirette)24.

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