^ • D E I LIBRI D E L M E S E B B
Scienze
DONALD H . MENZEL, JAY M .
PASA-CHOFF, Stelle e pianeti. Guida all'os-servazione a occhio nudo e con il te-lescopio, Zanichelli, Bologna 1990, ed. orig. 1983, trad. dall'inglese di Ser-gio Baldinelli, pp. 472, Lit 58.000.
Si tratta di un manuale pratico di astronomia che potrà essere un de-gno approfondimento dell'ottimo II cielo a occhio nudo e con il binocolo di Bourge e Lacroux edito nel 1985
in questa stessa collana. Se il primo era un'introduzione generale e utilis-sima all'osservazione della volta cele-ste qui ci troviamo di fronte a una guida molto più approfondita che soddisferà le richieste degli amanti dell'astronomia più raffinati conti-nuando ad essere un testo consiglia-bile a chi non possegga particolari co-noscenze in questo campo. Pur es-sendo centrato sugli aspetti pratici dell'astronomia il testo non manca di descrizioni dei corpi celesti che invi-ta ad osservare. In modo chiaro ed essenziale vengono fornite nozioni
su stelle, pianeti, comete e in genere sugli astri osservabili a occhio nudo o con piccoli strumenti. La parte in-dubbiamente più curata di questo manuale è l'apparato cartografico. Il capitolo settimo è interamente dedi-cato a un atlante del cielo diviso in 52 carte con accurate descrizioni de-gli oggetti presenti in ogni singola zo-na presa in considerazione. Sono inoltre presenti una serie di mappe della superficie visibile della Luna. Difficile trovare manuali più accura-ti e aggiornaaccura-ti per quanto riguarda la cartografia e soprattutto la
spiega-zione di come si legge e si usa con profitto una mappa. Il testo abbonda di consigli pratici di grande utilità troppo spesso trascurati nella lettera-tura per lasciare spazio ad argomenti più cari alla scienza-spettacolo.
Martino Lo Bue
A B D U S SALAM,
L'unificazione delle forze
fondamen-tali. Lo sviluppo e gli obbiettivi della fisica moderna,
Rizzoli, Milano 1990, ed. orig. 1990, trad. dall'ingle-se di Libero Sosio, pp. 140, Lit 28.000.
In questo volume sono pubblicati i testi di tre confe-renze tenute rispettivamente da Abdus Salam, Werner Heisenberg e Paul Adrien Maurice Dirac. Quella di Ab-dus Salam è stata tenuta nel 1988 nell'ambito delle Dirac Memorial Lectures e ha carattere essenzialmente scientifi-co. Le conferenze di Dirac e Heisenberg risalgono en-trambe al 1968; presentate da una breve introduzione di Salam, sono di carattere filosofico e autobiografico. L'a-spetto di questa raccolta e il modo in cui essa viene pre-sentata può lasciar credere che si tratti di testi a carattere divulgativo. In realtà l'unica regola della divulgazione che viene rispettata riguarda il non abuso di formule. Per il resto, trattandosi di conferenze tenute essenzialmente per un pubblico di fisici, vengono date per scontate nozio-ni tutt 'altro che familiari per coloro che non abbiano
stu-diato fisica. Particolarmente nello scritto di Salam con-cetti come spin, isospin, elicità e terminologie derivanti dalla teoria dei gruppi vengono usati con la leggerezza di chi sa che il pubblico ha una certa dimestichezza con que-sti argomenti. Il primo testo, quello di Salam, cerca di da-re una panoramica concisa ma completa dell'itinerario storico e scientifico che ha portato la fisica verso teorie la cui principale tendenza è di unificare fenomeni all'appa-renza di diversa natura. L'autore riesce a sottolineare con chiarezza i momenti salienti di questo processo eviden-ziandone sia gli aspetti concettuali che quelli tecnici. Da un lato si passa dall'unificazione della gravitazione cele-ste e di quella terrestre ad opera di Newton all'unificazio-ne dei concetti di spazio e di tempo all'unificazio-nelle teorie einsteinia-ne. Dall'altro l'autore illustra con più particolari il per-corso che dall'unificazione di elettricità e magnetismo ha portato ai successi delle teorie che descrivono mediante un 'unica forza le interazioni elettromagnetiche e le inte-razioni deboli (forza elettrodebole, Glasow, Salam, Weinberg). Viene poi dato ampio spazio ai tentativi (fino
a oggi infruttuosi) di elaborare una teoria nel contempo formalmente coerente e predittiva che comprenda in sé le forze gravitazionali, elettromagnetiche, nucleari deboli e nucleari forti. I testi di Heisenberg e di Dirac contengono una serie di riflessioni di carattere metodologico sullo svi-luppo dei concetti della meccanica quantistica. Questi due scienziati non fanno parte soltanto del vasto gruppo di "padri" della fisica moderna, essi sono anche tra i prin-cipali creatori dell'interpretazione della fisica quantistica che oggi viene comunemente (e in genere acriticamente) accettata. Le riflessioni dì carattere generale di questi due scienziati sono molto interessanti, sia per il loro contenu-to intrinseco, sia perché metcontenu-tono in luce l'enorme diffe-renza tra l'abitudine degli scienziati della prima metà del secolo a sviscerare con grande attenzione ogni problema concettuale introdotto dalle nuove teorie fisiche laddove i fisici odierni in genere rimuovono con irritante leggerez-za qualsiasi problema estemo alle teorie stesse.
Martino Lo Bue
ISAAC NEWTON, Principii di filosofia naturale, Zanichelli, Bologna 1990, trad. dal latino di Umberto Forti, pp. 215, Lit 28.000.
Viene riproposta dall'editore Za-nichelli la ristampa anastatica della traduzione di parte del classico di Newton curata da Federigo Enriques e pubblicata nel 1925 dalla casa edi-trice Alberto Stock. Da queste pre-messe risulta evidente che l'interesse storico e critico di questa pubblica-zione è doppio, da un lato la tradu-zione dei Principia di Newton, dal-l'altro uno scritto di Federigo En-riques. I propositi di questa versione che comprende la parte generale del testo newtoniano vengono ampia-mente illustrati nella prefazione di Enriques nella quale si legge: "La pubblicazione... risponde... a questa veduta di una conoscenza scientifica, che si prolunga e s'innalza nella co-noscenza storica: la quale a sua volta — sollevandosi sulle esigenze estrin-seche dell'erudizione formale — vuol essere la scienza stessa nel suo divenire". Una lettura suggestiva sia per chi coltivi un interesse puramen-te storico senza avere particolari
no-zioni scientifiche, sia per chi avendo abbondantemente studiato la mecca-nica classica sia curioso di riscoprirla nella sua formulazione originale.
Martino Lo Bue
Le missioni Voyager. Giove, Urano, Nettuno, «Le Scienze», Milano 1990, pp. 135, Lit 14.000.
Tra l'agosto e il settembre 1977 ebbe luogo il lancio di due sonde pla-netarie: il Voyager 1 e il Voyager 2, realizzate dalla Nasa nell'ambito del programma di esplorazione del siste-ma solare. Questi due gioielli della tecnologia di quegli anni hanno dato un enorme contributo alla conoscen-za del nostro sistema planetario e, in-direttamente, delle sue origini. Le due sonde, inizialmente programma-te per lo studio di Giove e di Saturno e dei loro satelliti, grazie alla possibi-lità di modificare la rotta da terra hanno reso possibili osservazioni di Urano e Nettuno (Voyager 2) di una qualità fino ad oggi impensabile. Da
queste esplorazioni è risultata una grande quantità di dati che terranno impegnati gli studiosi ancora per molti anni e una documentazione fo-tografica senza precedenti. Dalle pri-me analisi si è giunti alla conferma di osservazioni precedentemente effet-tuate per mezzo di telescopi. Inoltre, come ci si augurava, si sono scoperti fenomeni nuovi quali la struttura de-gli anelli di Saturno, la spettacolare attività vulcanica di Io (satellite di Giove) o la composizione dell'atmo-sfera di alcuni satelliti di Saturno. Le missioni Voyager è una raccolta di ar-ticoli scritti da ricercatori diretta-mente impegnati in diverse fasi di questo affascinante cammino, in un certo senso anche nostro grazie alle spettacolari immagini trasmesse a terra che hanno avuto una grande diffusione.
Tom Costa
TERENCE DICKINSON, Guardare la
notte. Una guida all'osservazione dell'universo, Cappelli, Bologna 1990, trad. dall'inglese di Francesco Baffi, pp. 166, Lit 32.000.
Guardare la notte, revisione e ag-giornamento della prima edizione del
1983, è una panoramica sulle meravi-glie del cielo. Terence Dickinson, giornalista canadese interessato all'a-stronomia, indirizza il libro alle per-sone che vorrebbero iniziare l'attivi-tà osservativa del cielo a livello ama-toriale; inizialmente, quindi, vengo-no trattati gli aspetti tecnici essenziali per poter cominciare: co-me orientarsi nel cielo, quali stru-menti utilizzare, come prepararsi ad un'osservazione notturna. Poi, altri utilissimi consigli vengono dati circa i criteri per acquistare gli strumenti necessari, elencandone le caratteri-stiche essenziali in base alle proprie esigenze e disponibilità. Per ogni og-getto celeste che possa essere osser-vato viene data una descrizione delle caratteristiche e dei particolari più interessanti, come e quando osser-varlo e i vari trucchi da adottare per una migliore riuscita
dell'esplorazio-ne. L'opera è corredata da un insie-me di carte stellari (aggiornate sino all'anno 2000) di varie zone del cielo identificate tramite i segni zodiacali, di cui vengono indicati i periodi mi-gliori di osservazione e le coordinate celesti delle varie stelle. Bellissime fotografie completano il libro che, come dichiarato nell'introduzione, sono state eseguite da astrofili, dimo-strando come sia possibile ottenere ottime riprese anche a livello amato-riale. Per chi volesse saperne di più l'ultimo capitolo è interamente dedi-cato a fornire ulteriori informazioni su riviste specializzate, ma soprattut-to su come contattare le associazioni di astrofili esistenti in Italia.
Tom Costa
La scienza dei calcolatori, a cura di Daniele Mandici, Quaderni di "Le Scienze", ottobre 1990, n. 56, Milano, pp. 92, Lit 9.000.
La ricerca nel campo della scienza dei calcolatori, ultima nata tra le di-scipline scientifiche, ha fatto passi da gigante (si pensi alle potenze di calcolo disponibili oggigiorno). Qua-rant'anni fa si costruì l'Univac, mac-china grande quanto una palazzina di tre piani, in grado di fare le quattro operazioni fondamentali, proprio quelle semplici operazioni tuttora svolte da piccole calcolatrici di basso costo. Gli articoli di questo quader-no, pubblicati negli ultimi anni sulla rivista "Le Scienze", sono stati scrit-ti da personaggi illustri, i quali, pur essendo impegnati in diversi settori scientifici, nutrono tuttavia un gros-so interesse per le ricerche nel campo dell'informatica. E a questo proposi-to è sufficiente ricordare l'interven-to di Richard Feynmann, premio Nobel per la fisica, sul problema del-la simudel-lazione di processi fisici su calcolatore, del suo significato e dei suoi limiti. Il quaderno si propone di offrire una panoramica, la più com-pleta possibile, su vari argomenti inerenti la scienza dei calcolatori, quali l'intelligenza artificiale, le
ar-chitetture parallele, i nuovi algoritmi di computazioni e i sistemi operativi. Tutto questo ovviamente nello spiri-to della rivista, la più popolare circa la divulgazione scientifica tuttora
esistente. ' _
lom Costa
GIORGIO ROCHAT