6. A LLEVAMENTO E ARTIGIANATO DELLE MATERIE DURE ANIMALE (MB, UTH)
6.5. A NALISI TAFONOMICA
Vengono di seguito esposti i dati relativi agli aspetti tafonomici legati all’azione di agenti edafici, biologici e antropici.
6.5.1.TRACCE NON ANTROPICHE
Tracce prodotte da agenti climatici ed edafici sono state identificate su 1513 resti ossei che, nella maggior parte dei casi, presentavano più di un’alterazione.
Leggermente più frequenti rispetto alle altre sono le tracce legate all’azione degli apparati radicali del manto vegetale (26,5%), che hanno intaccato le superfici dei reperti in forma lieve o media. L’esfoliazione superficiale delle ossa è presente sul 26,1% del campione seguita a ruota dalle alterazioni cromatiche degli ossidi di manganese con il 24,3% ed infine il weathering che si riscontra nel 21,7% dei resti (Fig.28).
Fig.28. Tombola di Cerea. Rappresentazione percentuale delle alterazioni dovute a fattori climatici ed edafici nell’insieme faunistico. Fequency of the climatic and edaphic modifications on the faunal assemblage.
L’azione dei roditori è presente solamente nello 0,77% del totale dell’insieme faunistico. Le rosicature appaiono in genere localizzate sulle porzioni metafisarie delle ossa lunghe. Più intensa è sicuramente l’azione dei carnivori che ha interessato il 64% dei resti. Gli scores, ovvero tracce lineari lasciate dallo scorrimento dei denti dell’animale, sono stati identificati sul 62,4% dei resti con tracce di carnivori. Seguono i furrows, concentrati soprattutto nelle aree epifisarie con un 34,5%, mentre decisamente minoritari sono i punctures e i pits (Figg.29-30), solchi di circolari prodotti dalle cuspidi dentarie dei canini, attestati nel 3,9% del campione.
Le alterazioni prodotte dagli agenti edafici, climatici e biologici non hanno influenzato più di tanto la conservazione dei reperti, che in generale è abbastanza buona. La frammentazione del campione è abbastanza ridotta dato che il numero di frammenti di dimensione inferiore ai 2 cm non raggiunge il 5% dell’insieme. Più abbondante è la frequenza dei reperti tra 2 e 5 cm (26,5%), mentre elevato è il numero di quelli superiore ai 5 cm (68,3%).
Fig.29. Tombola di Cerea. A) Metatarso di ovicaprino con tracce di carnivori in prossimità dell’epifisi distale. B) Nel dettaglio allo stereomicroscopio si può osservare uno sfondamento creato dalla pressione di un canino.
Sheep/goat metatarsus (A) with carnivores marks on the distal epiphysis. At the stereomicroscope (B) it is possible to observe a carnivore pit made by the canine.
Fig.30. Tombola di Cerea. A) Costa di ungulato di grande taglia con rosicature di carnivoro (B) nella porzione prossimale ed un piccolo fendente in arresto (C) sulla porzione distale.
Large size ungulate rib (A) with carnivore gnawing marks on the proximal portion (B) and a chop mark on the distal end (C). 6.5.2.TRACCE DI ORIGINE ANTROPICA
I reperti osteologici, che hanno restituito tracce di origine antropica legate alla macellazione, sono complessivamente 179 (Tab.14). Le tracce lasciate durante il trattamento delle carcasse animali sono certamente quelle più abbondanti, ma sono comunque presenti nel record numerose stigmate da impatto e fratture su osso fresco prodotte durante il recupero del midollo o nella realizzazione di manufatti, spesso poco frequenti in contesti di questa cronologia.
Le strie prodotte da strumenti taglienti abbondano tra le evidenze legate alla macellazione con una frequenza che sfiora il 50% dei reperti. Seguono i fendenti (in arresto e trancianti) con il 25% ed infine le tracce legate alla fratturazione delle ossa (fratture su osso fresco, distacchi corticali, incavi, ecc.) e quelle di lavorazione ed uso rispettivamente con il 19% e 7%.
Quasi tutti i taxon determinati recano evidenze legate alla macellazione ma le ossa di bue sono quelle che ne hanno restituito una maggior quantità. Anche gli altri domestici presentano un buon numero di tracce, tra i quali anche il cavallo anticipando ulterioremente l’interesse alimentare per questo animale, rispetto a Bovolone (BERTOLINI,THUN HOHENSTEIN 2016).
Analizzando la frequenza delle singole tracce rispetto ai vari distretti scheletrici si osserva come l’omero sia l’elemento anatomico con il maggior numero di tracce. Dal punto di vista morfologico si osserva la compresenza di due azioni ricorrenti. La prima è indicata da strie brevi ed insistite, spesso ravvicinate e tra loro parallele, con andamento trasversale all’asse maggiore dell’elemento (Fig.31). Generalmente queste strie si collocano sulla faccia craniale, lateralmente alla fossa coronoidea o in alternativa sulla faccia ventrale in prossimità degli epicondili mediale e laterale. Questo tipo di azione è riferibile al tentativo di distaccare i tendini dalle inserzioni muscolari per recuperare la massa carnea.
La seconda tipologia di azione è indicata da strie allungate spesso disposte secondo orientamenti variabili rispetto all’asse maggiore dell’omero, correlabili al tentativo di sfilettare la carne. Spesso si collocano in corrispondenza delle aree epifisarie, e sono dovute a gesti singoli o doppi, legati verosimilmentealle operazioni di disarticolazione. Anche la scapola ha restituito un ingente quantitativo di evidenze correlabili principalmente alle operazioni di distacco delle masse muscolari e allo sfilettamento della carne. In quest’ultimo caso le strie di macellazione sono spesso concentrate sulla superficie dorsale a lati della spina scapolare.
Nell’arto posteriore si osserva una netta prevalenza della tibia tra gli elementi con il maggior numero di tracce antropiche, principalmente correlate alla disarticolazione dell’elemento dall’autopodio. Sui metatarsi e sulle ossa del tarso tutte le tracce si riferiscono dunque alla disarticolazione, e più raramente allo spellamento.
Elementi anatomici Cervo Capriolo Cervid i Cinghiale Cane Caval lo Maiale Bu e
Caprovini Mammiferi indet. Totale
% Cavicchia/palco 3 2 4 1 10 5,6 Cranio 1 1 3 1 6 3,4 Mandibola 1 11 2 1 15 8,4 Atlante 1 1 0,6 Epistrofeo 1 1 0,6 Vertebre 6 6 3,4 Coste 14 14 7,8 Scapola 1 2 6 1 3 13 7,3 Omero 2 6 11 3 4 26 14,5 Radio 1 1 1 2 4 9 5,0 Ulna 1 1 2 1,1 Radio-ulna 4 4 2,2 Metacarpo 1 1 1 1 4 2,2 Coxale 1 1 2 3 1 8 4,5 Femore 1 1 5 1 4 12 6,7 Tibia 1 2 4 7 5 19 10,5 Astragalo 2 1 6 9 5,0 Calcagno 2 2 1,1 Metatarso 1 7 8 4,5 Falange I 1 2 2 5 2,8 Diafisi ind. 5 5 2,8 Totale 4 4 4 3 7 10 13 68 23 43 179 100 % 2,2 2,2 2,2 1,7 3,9 5,6 7,3 38,0 12,8 24,1 100
Tab.14. Tombola di Cerea: Frequenza delle evidenze antropiche identificate per elemento anatomico e taxon. Frequency and location of the anthropic marks.
Fig.31. Tombola di Cerea. A) Epifisi prossimale di radio di bue con strie di macellazione posizionate appena al di sotto della superficie articolare indicanti la fase di disarticolazione dell’elemento anatomico (B e C dettagli allo stereomicroscopio).
I fendenti, invece, sono principalmente concentrati nelle aree epifisarie, ad indicare azioni rivolte al depezzamento di porzioni anatomiche più piccole. Va detto che questo tipo di traccia è particolarmente abbondante nei resti craniali, soprattutto alla base delle cavicchie ossee di buoi e ovicaprini, ad indicare un preciso interesse per il recupero dell’astuccio corneo che poteva essere impiegato nella realizzazione di oggetti. Fendenti in arresto sono stati identificati anche su elementi vertebrali, quali atlanti ed epistrofei (Fig.32), per la disarticolazione del cranio dalla colonna vertebrale. Anche il palco cervino registra un alto numero di fendenti in arresto legati alla suddivisione in porzioni lavorabili da parte degli artigiani locali.
L’analisi in stereomicroscopia ottica delle tracce, in particolare delle strie, ha messo in evidenza l’impiego principale di strumenti metallici. Le strie, infatti, si presentano spesso molto sottili con un profilo a V netto senza le striature secondarie che vengono solitamente lasciate dal passaggio dello strumento litico. Inoltre, i bordi sono lisci e leggermente lucidi.
Tracce di esposizione a fonti di calore sono evidenti su un numero esiguo di reperti, che costituisce il 2,6% dell’intero insieme faunistico. Sono state identificate almeno tre variazioni cromatiche indicanti una diversa esposizione al calore. Alcuni frammenti, infatti, presentano le superfici arrossate indicando non un’esposizione diretta la fuoco.
Fig.32. Tombola di Cerea. A) Epistrofeo di bue con fendenti in arresto (B) ripetuti. Cattle axis (A) with chop-marks (B).