CAPITOLO III SKY: LA RIVOLUZIONE SATELLITARE
3.2 Network d’autore: «It’s not TV It’s HBO»
Parlando di televisione di qualità, non si può non tenere conto del ruolo svolto dall’emittente via cavo statunitense HBO nel processo di rinnovamento che ha investito il mezzo televisivo negli ultimi trent’anni.
La nascita della Home Box Office Inc. (HBO), a posteriori, può essere considerata come il motore della rivoluzione tecnologica e creativa, che interessa l’industria televisiva americana dai primi anni Settanta.
Nel 1971, Charles Dolan, proprietario della Sterling Communications, una azienda che si stava affermando nel settore delle trasmissioni via cavo, operante nell’area metropolitana di New York e sovvenzionata da Time Inc.115, fonda il
Green Channel. Assieme a Gerald Levin e Tony Thompson, dà il via al rinnovamento del canale che diventa a sottoscrizione e si basa sull’offerta di eventi sportivi e film in prima visione, da qui il nome Home Box Office (HBO).
HBO segue un modello economico diverso rispetto al resto del panorama televisivo, cioè i tre grandi network generalisti (ABC, CBS e NBC), le loro affiliate e le piccole stazioni televisive indipendenti, che si basano tutti sul sostentamento
115 GARY R.EDGERTON e JEFFREY P.JONES, The essential HBO reader, The University Press of Kentucky,
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derivante dalla pubblicità e offrono programmi che vogliono incontrare il gusto della maggioranza degli spettatori.
HBO, invece, modifica questo rapporto di forza tra marketing e audience, in quanto si pone come unico referente colui che sottoscrive l’abbonamento perché vuol vedere ‘programmi diversi’, che gli altri network non possono offrire.
Le trasmissioni HBO iniziano l’8 novembre 1972 con un film dell’anno precedente, Sometimes a Great Notions (Sfida senza paura), diretto e interpretato da Paul Newman, e una partita della Lega Nazionale di Hockey; a questo momento gli abbonati sono solo 365, concentrati nell’area della Pennsylvania116.
Dopo tre mesi e 1 milione di dollari di perdite, Dolan viene licenziato e sostituito da Levin che impone nuova forza al network, firmando un contratto per lo sfruttamento per sei anni del satellite Satcom 1. Il 1 ottobre 1975 HBO inaugura le sue trasmissioni via satellite con il match di boxe tra Muhammad Ali e Joe Fraizer. L’evento ottiene un successo di pubblico clamoroso, trasformando la rete in un network nazionale.
Seguendo l’esempio di HBO, altri canali via cavo iniziano ad appoggiarsi al satellite per le loro trasmissioni come, ad esempio la WTTB di Ted Turner, WGN, Showtime, CBN, Usa Network, ESPN, Nickelodeon, CNN, MTV e molte altre117. Il
successo riscosso da HBO incoraggia lo sviluppo dei canali via cavo e satellite ma, soprattutto contribuisce a cambiarne la percezione: cavo e satellite, da semplici mezzi di trasmissione del segnale tv per zone geograficamente difficili da raggiungere, diventano un modello di tv alternativa.
116 BARBARA MAIO (a cura di), HBO Style. Televisione, autorialità, estetica, Bulzoni, Roma 2011, p.24. 117 Ivi, p.25.
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Nel frattempo la strategia HBO stava cambiando, aggiungendo alla trasmissione di contenuti, la produzione propria. Levin e il suo team avevano capito, infatti, che la media degli spettatori americani prestava poca attenzione al mezzo sul quale vedevano i ‘propri film’, fosse quello il cinema, la tv o le videocassette. Alla maggior parte dei consumatori interessava ottenere, ad un prezzo ragionevole, il miglior intrattenimento possibile. Ecco che, posizionandosi sia dal lato della produzione televisiva che su quello della distribuzione, HBO poteva diversificare le proprie attività in original TV and movie production, home video e International distribution118.
La rete inizia l’attività di produzione nel 1983 realizzando la sua prima serie originale, Not necessarily the News, e il primo film Tv, The Terry Fox Story, seguiti da una miniserie, All the Rivers Run, nel 1984119, ma è negli anni Novanta che le
produzioni originali HBO iniziano a riscuotere un successo crescente.
Con il suo ingresso nella produzione originale, il canale cable mette in atto una strategia inusuale per quanto riguarda i prodotti seriali, che prevede alti investimenti (da 2 a 4 milioni di dollari per un’ora di prodotto)120, realizzando
pochi episodi per stagione (una media di 13 per serie invece che 22-25) senza limiti su generi e formato.
Contestualmente, HBO lavora per rafforzare il brand e la sua percezione da parte del pubblico; nel 1989 lancia la sua campagna pubblicitaria a copertura nazionale, dal titolo Simply the Best. Lo scopo è chiaro: trasformare la propria immagine da «rete che fornisce film in prima visione, a network d’eccellenza che
118 EDGERTON E JONES, The essential HBO reader cit., p.7. 119 Ivi, p.6.
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produce e presenta la programmazione più originale della televisione, accanto alla normale trasmissione di film del momento»121.
L’impegno del network nel rafforzare i legami con il proprio pubblico viene esplicitato in una successiva campagna pubblicitaria, probabilmente la più famosa della tv: «It’s not TV, it’s HBO».
Con questa affermazione il network prende le distanze dalla televisione,così come tutti la conoscono e percepiscono, e si proclama il canale di riferimento se si è alla ricerca di programmi innovativi e di qualità.
I prodotti HBO si contraddistinguono dal resto della produzione televisiva per l’enorme libertà concessa agli autori, sempre di alto livello, a cui non vengono imposti limiti e sono liberi di trattare argomenti scabrosi o scomodi e sperimentare nuovi modi per fare storytelling.
HBO lavora per creare dei mini- eventi per ciascun prodotto realizzato. Uno degli sforzi maggiori […] è stato quello di dare vita ad episodi di serie tv che fossero prodotti (e percepiti dal pubblico) come mini- film. E’ il caso di Sex and the City e I Sopranos. Ma anche dove lo sviluppo narrativo presenta forti accenti di serializzazione, come nel recente True Blood, l’aspetto estetico del prodotto finale si presenta curato in tutti i suoi dettagli. […] Ogni ora di televisione targata HBO si pone in una fascia medio- alta di benchmark qualitativo. Anche se non sempre si tratta di capolavori, dietro ogni ora di produzione vi è in ogni caso una estrema cura e ricercatezza nell’aspetto estetico e testuale, nella forma e nella sostanza122.
Il grande successo di HBO risiede tutto nel modo in cui la rete definisce e propone se stessa. Nel tentativo di differenziarsi dal resto della produzione televisiva, la rete ha dato vita ad un proprio stile riconoscibile trasversalmente
121 Ivi, p.10, nostra traduzione. 122 MAIO, HBO Style cit., p.19.
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nella scrittura, nella produzione e nella promozione, più assimilabile al cinema che alla televisione, definibile come ‘non tv’123.
Concludendo, si può notare
come HBO faccia tesoro delle strutture della televisione, le assimili e le rielabori creando un prodotto nuovo pur se fortemente radicato nella tradizione del mezzo. […]Anche nella definizione dei generi televisivi, HBO si distacca dal trend comune della tv contemporanea, sia andando a discostarsi da quelli usualmente praticati dai networks […],sia ripescando generi classici ormai quasi dimenticati. HBO ha creato un sub- genere. Un prodotto HBO è, già di per sé, garanzia di qualità124.
È all’HBO e al suo modello produttivo, che Sky guarda nel momento di dar vita ad una propria produzione originale, sostenuta, come l’emittente americana, dal consenso ottenuto grazie all’offerta di eventi esclusivi.
123 Ivi, p.27. 124 Ibidem.
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