• Non ci sono risultati.

Norme e disequazioni in R n

Nel documento Analisi Matematica 2: appunti, esercizi (pagine 32-44)

2.1 Norme in R

n

, equivalenza delle norme

Sia

Rn ={−x = (x1,· · · , xn); x1,· · · , x2 ∈ R}. Norma e’ ogni funzione

k · k : −x ∈ Rn−→ k−xk, tale che k−xk ≥ 0, k−xk = 0 ⇔ −x = −→0 , (2.1.1) kλ−xk = |λ|k−xk per −x ∈ Rn, λ∈ R, (2.1.2) disequazione triangolare k−x + −→yk ≤ k−xk + k−yk. (2.1.3) Esempio 2.1.1. Sia k−xk = q x2 1+ x2 2.

Possiamo verificare la disequazione triangolare (2.1.3) che e equiva-lente a

k−x + −→yk2

≤ (k−xk + k−yk)2

e dopo simplifica della disequazione vediamo che si deve verificare la disequazione di Cauchy

h−x , −→yi ≤ k−xkkyk 31

32 Norme in Rn

, equivalenza delle norme

Ricordando

h−x , −→yi = k−xkk−yk cos θ, dove θ e l’angolo tra i due vettori troviamo

h−x , −→yi ≤ k−xkkyk e quindi abbiamo la disequazione triangolare.

Due norme

k · kj : −→x ∈ Rn

−→ k−xk, j = 1, 2

sono equivalenti se esistono due costanti posisitivi C1 < C2 tali che C1k−xk1 k−xk2 ≤ C2 (2.1.4) per ogni −→x 6= 0. Esempio 2.1.2. Sia k−xk1 =|x1| + |x2|, −x ∈ R2, (2.1.5) k−xk2 = max(|x1|, |x2|), −x ∈ R2, (2.1.6) Abbiamo le disequazioni

|x1| + |x2| ≤ max(|x1|, |x2|) + max(|x1|, |x2|) = 2 max(|x1|, |x2|) e max(|x1|, |x2|) ≤ |x1| + |x2| e quindi abbiamo (19.1.4). Esempio 2.1.3. Sia k−xk2 = x21+· · · + x2n 1/2 (2.1.7) e k−xkp = (xp1+· · · + xp n)1/p (2.1.8) dove 1 < p <∞, p 6= 2.

Aperti in Rn

. 33

a) Vedere se (2.1.7) e (2.1.8) sono norme; b) Vedere se (2.1.7) e (2.1.8) sono equivalenti. Esempio 2.1.4. Sia Rn ={−x = (x1,· · · , xn); x1, x2 ∈ R} con norme k−xkp = (xp1+· · · + xp n)1/p (2.1.9) per 1≤ p < ∞. kxk= max(|x1|, · · · , |xn|). (2.1.10) Ricordando la relazione h−x , −→yi = k−xkk−yk cos θ, dove θ e l’angolo tra i due vettori troviamo Lemma 2.1.1. Vale la disequazione di Cauchy

h−x , −→yi = x1y1+· · · + xnyn≤ k−xk2kyk2, ∀−x , −y ∈ Rn.

2.1.1 Aperti in R

n

.

Un sottoinsieme U ⊆ Rn si dice aperto se per ogni x di U esiste un ε > 0 tale che

B(x, ε) ={−y ∈ Rn;k−y − −xk < ε} ⊂ U.

Gli insiemi aperti hanno le seguenti propriet´a, valide in un qualsiasi spazio topologico:

a) L’intersezione di un numero finito di aperti ´e ancora un aperto; b) L’unione di una collezione arbitraria di aperti ´e ancora un aperto;

34 Norme in Rn

Chapter 3

Distanza in R

n

3.1 Definizione della distanza in R

n

La distanza tra due punti −→x , −y ∈ Rn e definita con

d(−→x , −y ) =k−x − −yk, (3.1.1) dove k−xk ´e una norma.

La distanza soddisfa le seguente proprieta. d(−→x , −y ) > 0 −x 6= −y d(−→x , −y ) = 0 −x = −y d(−→x , −y ) = d(−y , −x ) d(−→x , −y )≤ d(−x , −z ) + d(−z , −y ).

L’ultima propriet´a e‘ detta disuguaglianza triangolare.

L’insieme delle palle aperte centrate nei vari punti avente raggio variabile puo essere utilizzata per definire gli insiemi aperti.

Piu’ precisamente, un insieme sar´a aperto se e‘ l’unione di un certo numero (finito o infinito) di palle.

Problema 3.1.1. Verificare che a ´e un punto di chiusura di A se e solo se

d(a, A) = 0, dove

d(a, A) = inf{k−a − −xk; −x ∈ A}. 35

36 Teorema di Weierstrass

3.2 Funzioni contunui in R

n

La funzione f definita in un dominio D ⊆ Rn si dice continua in un punto p∈ D se, per ogni scelta di ε > 0, esiste un δ > 0, tale che, per ogni punto x∈ D che dista meno di δ da p, ovvero che:

d(x, p) < δ

si ha che f (x) dista per meno di ε da f (p), ovvero: |f(x) − f(p)| < ε.

La definizione pu´o essere scritta servendosi della nozione di intorno sferico B(p, δ) = {x; d(x, p) < δ} centrato in p, di raggio δ: in questo caso, la funzione ´e continua se x ∈ B(p, δ) ∩ D implica che |f(x) − f (p)| ≤ ε.

Nel caso di funzioni reali, le definizioni coincidono se le due distanze su dominio e codominio non sono altro che il modulo della differenza tra due valori in R.

Inoltre, questa definizione ´e valida per funzioni definite e a valori in tutti gli spazi vettoriali con norma, dove la distanza sia la norma della differenza tra due punti.

3.3 Teorema di Weierstrass

Il lemma seguente spiega la propriet´a: ”le funzioni continue mandano compatti in compatti.”

Lemma 3.3.1. Sia X, Y due spazi metrici ´e sia f una funzione con-tinua:

f : X → Y.

Allora per ogni K ⊆ X compatto f(K) ´e compatto in Y.

Il teorema di Weierstrass nell’ambito degli spazi metrici ha la seguente forma:

Lemma 3.3.2. (teorema di Weierstarss) Sia (X, d) uno spazio metrico e sia f : X → R continua in X. Allora se X ´e compatto, f(x) ammette un punto di massimo e un punto di minimo in X.

37

Proof. Consideriamo solo inf

x∈Xf (x) = L.

Il fatto che f ´e limitata implica che L > −∞. La definizione di inf implica che esiste una successione minimzzante, cio´e

xk ∈ X, L ≤ f(xk) < L + 1

k. (3.3.2)

La successione xk´e in compatto X, cosi’ possiamo estrare sottosucces-sione {xkm} m=1, tale che lim m→∞xkm = x ∈ X. Usando la continuit´a della funzione f otteniamo

lim

m→∞f (xkm) = f (x) e le disequazioni (3.3.2) mostrano che

f (x) = L.

Remark 3.3.1. La formulazione per spazi topologici ´e del tutto analoga se (X,T ) ´e uno spazio compatto.

3.4 Il teorema di Heine - Cantor

Il teorema di Heine - Cantor ha la seguente forma

Lemma 3.4.1. Siano(M, d) e (N, ρ) spazi metrici, e f : M → N una funzione continua su M. Se M ´e compatto allora f ´e uniformemente continua.

38 Il teorema di Heine - Cantor

Dimostrazione. La continuit´a di f implica che per ogni ε > 0 ed ogni x∈ M esiste δ = δ(ε, x) > 0 tale che

f (B(x, δ))⊆ B(f(x), ε/2), (3.4.3)

dove

B(x, δ) ={y ∈ M; d(x, y) < δ}, B(f(x), ε) = {z ∈ N; ρ(f(x), z) < ε}. Per ogni ε > 0 abbiamo

M =∪x∈MB(x, δ(ε, x)/2) e quindi

{B(x, δ(ε, x)/2)}x∈M

´e un ricoprimento aperto di M. La compattezza di M permette a trovare

x1,· · · , xN

tali che ponendo

δ1 = δ(ε, x1),· · · , δN = δ(ε, xN) abbiamo

B(x1, δ1/2),· · · , B(xN, δN/2)

´e un sottoricoprimento finito di M. Questa propriet´a e (3.4.3) impli-cano f (B(xj, δj))⊆ B(f(xj), ε/2), (3.4.4) Ponendo δ = min 1≤j≤N δj 2 = min1≤j≤N δ(ε, xj) 2

possiamo prendere qulsiasi coppia (x, y) con d(x, y) < δ e sapiamo che esiste j tale che x∈ B(xj, δj/2) e la disequazione triangolare implica

39

cos´ı la propriet´a (3.4.4) implica ρ(f (xj), f (x)) < ε

2, ρ(f (xj), f (y)) < ε 2

ed applicando la disequazione triangolare (rispetto la metrica ρ trovi-amo

ρ(f (x), f (y)) < ε.

3.5 Contrazioni e teorema del punto fisso.

Sia (X, d) uno spazio metrico. Si definisce contrazione con costante di Lipschitz k < 1 una funzione f : X → X che soddisfa la seguente condizione:

d(f (x), f (y))≤ k d(x, y) ∀x, y ∈ X. (3.5.6) Se k = 1 allora la funzione f : X → X che soddisfa

d(f (x), f (y))≤ d(x, y) ∀x, y ∈ X. (3.5.7) si chiama semplicemente contrazione o mappa NON ESPANSIVA. Lemma 3.5.1. Ogni contrazione ´e una funzione continua.

Teorema 3.5.1. Sia (X, d) uno spazio metrico completo non vuoto. Sia T : X → X una contrazione su X con costante di Lipschitz k ∈ [0, 1). Allora la mappa T ammette uno e un solo punto fisso.

Il teorema assicura che se (X, d) e‘ uno spazio metrico completo e non vuoto, allora il punto fisso esiste ed e‘ unico e che, fissato un qualunque x0 in (X, d), la successione definita per ricorrenza

x1 := x0, xn+1 := f (xn) converge al punto fisso.

40 Contrazioni e teorema del punto fisso.

Dimostrazione. La dimostrazione si fa in due passi. Iniziamo ad occu-parci della esistenza, poi ricaveremo l’unicit´a.

Sia definita una successione ricorrente (o successione delle iterate) come segue:

x1 = T (x0) , x2 = T (x1) , ... , xn = T (xn−1) .

Sfruttiamo la metrica d e la propriet´a di contrazione per valutare la distanza tra due punti successivi xn, xn+1 :

d(xn, xn+1) = d(T (xn−1), T (xn))≤ k d(xn−1, xn) = k d(T (xn−2), T (xn−1))≤ ≤ k2 d(xn−2, xn−1)≤ ... ≤ knd(x0, x1) .

Prendiamo due numeri m , n∈ N tali che m < n : attraverso la disug-uaglianza triangolare e la proprieta di cui sopra

d(xn, xm)≤ d(xn, xn−1)+d(xn−1, xm)≤ n−1 X i=m d(xi, xi+1)≤ d(x0, x1) n−1 X i=m ki = = d(x0, x1) n−m−1X i=0 ki+m = km d(x0, x1) n−m−1X i=0 ki.

Per n → ∞ , l’ultima ´e una serie geometrica che converge perchio il termine generale ´e compreso tra 0 e 1, quindi

d(xn, xm)≤ d(x0, x1) k

m

1− k → 0 per m → ∞

ottenendo il criterio di Cauchy per le successioni. Passiamo ora dalla completezza dello spazio X , la quale garantisce l’esistenza di

x = lim

n→∞xn

Poiche la T e un’applicazione uniformemente continua, vale T (x) = lim

n→∞T (xn) = lim

n→∞xn+1= x.

L’unicita si dimostra per assurdo: poniamo che esista un secondo punto y∗ tale che T (y) = y

d(x, y)≤ d(T (x), T (y))≤ k d(x, y) ⇒ k≥ 1 che contraddice le ipotesi di partenza.

41

3.6 Esercizi sulle contrazioni e punti fissi

Problema 3.6.1. Vedere per quali a > 0 la funzione fa : [0, 1] =⇒ [0, 1] definita con

fa(x) = xa

a) ´e una contrazione?

b) ´e una mappa non espasiva?

Problema 3.6.2. Se f : [0, 2] =⇒ [0, 2] ´e una funzione continua, allora esiste punto fisso, tale che f (x) = x.

Problema 3.6.3. Costruire f : [−2, 2] =⇒ [−2, 2] tale che il numero dei punti fissi ´e 3.

Problema 3.6.4. Costruire una mappa non espasiva f : [−2, 2] =⇒ [−2, 2] tale che

a) f (0) = 0;

b) Esiste almeno un altro punto fisso in [−2, 2]: c) La funzione non e’ una funzione lineare.

(contrazione in questo problema significa che vale (3.5.7) con k≤ 1!!!). Problema 3.6.5. Provare che:

a) T : [3/2, 2] → [3/2, 2] definita come T (x) = 1 + 1/x e’ una contrazione;

b) per quali 0 < a < b la funzione T (x) = 1 + 1/x ´e tale che T : [a, b]→ [a, b] ed e’ una contrazione?

c) studiare i punti fissi e limite della successione per ricorrenza x0 = c, xn+1= T xn. al variare di c∈ [a, b]. Risp. b). 1 < a < 1 + √ 5 2 < b, b + 1≥ ab ≥ a + 1.

42 Esercizi sulle contrazioni e punti fissi

Problema 3.6.6. (*) Sia T : [0, 1]→ [0, 1] e supponiamo che |T x − T y| < |x − y|, ∀0 ≤ x 6= y ≤ 1.

Vedere se T ´e una contrazione. Problema 3.6.7. Sia

f (x) = kx− xp, dove p≥ 2 e k ∈ [0, 1].

a) Vedere per quali valori dei parametri k, p con p ≥ 2, 0 ≤ k ≤ 1 abbiamo la propriet´a

f : [0, 1] =⇒ [0, 1]? b) Vedere se la mappa f ´e una contrazione; c) Vedere se la mappa f ´e nonespansiva;

d) Studiare l’esistenza e unicita’ dei punti fissi di f .

Problema 3.6.8. Vedere se il Teorema 3.5.1 ´e vero per k = 1. Problema 3.6.9. Se A e una matrice n× n e

T (x) = Ax, x ∈ Rn allora T e una contrazione con k < 1 se e solo se

max{|λ|; λ ´e autovalore di A} ≤ k. Problema 3.6.10. Sia X = C[0, a] con norma

kfkX = sup

[0,a]|f(x)| e T : X =⇒ X e’ definito come segue

T (f )(x) = 10 + Z x

0

f (t)3dt. (3.6.8)

Studiare per quali a > 0 l’operatore (3.6.8) ´e una contrazione in B(10, 1) ={g ∈ X; kg − 10kX ≤ 1}.

Chapter 4

Teoremi sulla continuit´a e

Nel documento Analisi Matematica 2: appunti, esercizi (pagine 32-44)

Documenti correlati