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5. il  coinvolgimento  delle  famiglie,  sia  direttamente  in  percorsi  di  autoformazione  (corsi  per  adulti  e  attività  per  genitori),  sia  perché  chiamate  a  scegliere  insieme  alla  scuola  i

8.1 Note metodologiche

8 Appendici 

 

8.1 Note metodologiche 

8.1.1 La costruzione degli indici

Per  ciascuna  area  della  Griglia  di  visita  compilata  dagli  Ispettori,  gli  accordi  nei  confronti  di  ciascun  descrittore,  sono  stati  sintetizzati  in  modo  da  ottenere  un  indice  che  esprima  complessivamente i pareri positivi indicati. 

La costruzione degli indici sintetici è stata effettuata per passaggi successivi. 

Dal  momento  che  si  intende  sintetizzare  le  positività  espresse,  i  descrittori  espressi  in  chiave  negativa  sono  stati  considerati  in  maniera  invertita  in  modo  da  essere  coerenti  con  gli  altri  indicatori  di  senso  positivo.  Ad  esempio,  per  i  descrittori  che  chiedono  “Sono  presenti  moduli/proposte  in  cui  il  numero  di  corsisti  è  sceso  sotto  il  minimo  consentito”,  la  risposta  considerata come positiva è stata il “No”. 

L’indice  è  stato  costruito  considerando  la  percentuale  di  accordo  con  i  descrittori  sul  totale  delle risposte date. 

Successivamente i possibili valori dell’indice sintetico sono stati ripartiti in quattro classi diverse  che esprimo quattro livelli differenti dell’indice: basso, medio basso, medio alto, alto. Un basso  valore dell’indice indica che sono stati espressi pareri positivi su meno del 25% dei descrittori, al  livello medio basso corrispondono pareri positivi compresi tra il 25 e il 50%, al livello medio alto  i  pareri  positivi  sono  tra  il  50  e  il  75%,  mentre per  il  livello  alto  i  pareri  positivi  espressi  sono  superiori al 75%. 

8.1.2 L’analisi testuale qualitativa

Le  schede  qualitative  sono  state  costruite  a  partire  dal  materiale  testuale  delle  Relazioni  qualitative di visita compilate dagli auditor a conclusione delle visite effettuate presso le scuole.   L’analisi  qualitativa  di  tali  materiali  si  è  basata  sulla  categorizzazione  del  contenuto  di  alcune  sezioni della Relazione qualitativa. L’obiettivo dell’analisi è stato l’individuazione di una “mappa 

di significati”29 che permettesse di esplorare le dimensioni entro cui si articolano gli ambiti di  osservazione considerati. Questa modalità di analisi non si fonda su criteri quantitativi, ovvero  non è stata presa in considerazione la numerosità delle frequenze di una categoria, ma è stato  esaminato  il  contributo  fornito  da  ciascuna  categoria  alla  specificazione  dei  contenuti  e  dei  significati  associati  ad  uno  specifico  ambito.  La  decisione  di  non  procedere  ad  un’analisi  quantitativa  delle  frequenze  delle  categorie  individuate  è  da  ricondursi  alla  eccessiva  eterogeneità  dei  dati  raccolti  che  non  ha  permesso  di  categorizzare  in  maniera  sistematica  e  univoca tutto il corpus testuale. 

La codifica ed analisi dei materiali qualitativi è stata effettuata con l’ausilio del software QDA  Miner. 

Ai  fini  dell’analisi  qualitativa  sono  state  prese  in  considerazione  solo  alcune  sezioni  della  Relazione qualitativa e precisamente:  

- Sezione  3:  Utilizzo  dei  fondi  PON,  limitatamente  alle  sottosezioni  3.a  Strategie  che  la  scuola ha individuato per accedere ai fondi e 3.b Strategie di pianificazione dei fondi.  - Sezione 4: Conoscenza degli strumenti messi a disposizione dal PON 

- Sezione 5: Ricadute del PON, limitatamente alla sottosezione 5.a.4 Buone pratiche che si  possono segnalare per la soluzione di problemi comuni ad altre realtà scolastiche. 

- Sezione  8:  Sintesi  finale,  limitatamente  alle  sottosezioni:  8.b  Aree  di  successo  della  scuola nel conseguimento degli obiettivi previsti e 8.c Aree di miglioramento da tenere  monitorate per il futuro. 

 

La scelta delle sezioni da analizzare è stata effettuata con riferimento a due criteri: la qualità dei  dati  e  la  rilevanza  della  tematica  per  l’azione  di  Audit.  La  qualità  dei  dati  appare  piuttosto  disomogenea tra le diverse sezioni della Relazione; ciò è imputabile sia alla natura complessa  dello strumento che, come specificato nell’introduzione, doveva assolvere a diverse funzioni30    116 29  Alivermini F., Russo P. M. (2002) “Formulazione e metodi d’analisi delle domande aperte”, in L. Cecconi (a cura  di) La ricerca qualitativa in educazione, Franco Angeli, Milano. 

30  Le  diverse  funzioni  svolte  dalla  Relazione  di  visita  sono:  1)  fornire  una  traccia  per  il  colloquio  con  le  Figure  di  Piano  (DS,  DSGA,  Referente  Valutazione,  ecc.);  2)  registrare  informazioni  che  servono  a  comprendere  il  tipo  di  istituzione visitata; 3) approfondire alcune tematiche emergenti dall’applicazione della griglia di visita; 4) guidare  l’Ispettore  nello  stendere  una  sintesi  complessiva  in  merito  alla  strategia  seguita  dalla  scuola  per  pianificare  e  utilizzare al meglio i fondi PON. Questa molteplicità di funzioni ha prodotto delle ricadute sulla qualità dei dati: per 

sia  alla  formulazione  di  alcuni  stimoli  proposti,  che  sono  stati  interpretati  in  maniera  non  univoca  da  parte  degli  auditor.  Per  quanto  riguarda  la  rilevanza  delle  singole  sezioni  per  l’analisi,  sono  state  privilegiate  quelle  parti  che  permettevano  di  ottenere  informazioni  sulle  strategie  utilizzate  dalla  scuole  per  pianificare  ed  utilizzare  i  fondi  PON,  la  conoscenza  degli  strumenti  messi  a  disposizione  del  PON,  le  buone  pratiche  attuate  e  le  aree  di  successo  e  di  miglioramento individuabili nell’esperienza del PON.  

L’articolazione  della  Relazione  di  visita  ha  rappresentato,  in  una  prima  fase,  un’utile  guida  operativa per l’assegnazione di porzioni di testo a macro categorie (es. buone pratiche, aree di  successo, aree di miglioramento, ecc.). La codifica dei testi ha seguito i significati emergenti dai  testi  stessi  ed  ha  portato  alla  costruzione  di  nuove  categorie  (es.  le  quattro  aree  alle  quali  possono  essere  ricondotte  le  buone  pratiche:  progettazione  e  gestione  dei  PON,  azioni  di  valutazione e documentazione, metodologia didattica e rapporti con le famiglie e il territorio).   La  costruzione  delle  categorie  è  stata  discussa  e  condivisa  dal  gruppo  di  ricerca;  tuttavia  la  codifica dei materiali è stata condotta dai singoli ricercatori, poiché si è ritenuto che ciò fosse  coerente  con  la  finalità  esplorativa  e  non  quantitativa  dell’analisi.  Pertanto,  non  è  stata  effettuata  in  maniera  sistematica  la  codifica  degli  stessi  materiali  da  parte  di  un  secondo  ricercatore  e  non  si  è  proceduto  pertanto  al  calcolo  dei  coefficienti  di  corrispondenza  tra  codifiche  diverse.  La  coerenza  ed  attendibilità  delle  categorie  individuate  si  basa  sui  controlli  intersoggettivi effettuati frequentemente sia in fase di codifica che di analisi dei dati. 

Le categorie individuate sono state presentate e descritte nelle schede qualitative dedicate alle  specifiche aree tematiche (cfr. capitolo 6). 

 Inoltre,  è  stata  effettuata  l’analisi  delle  co‐occorrenze  che  permette  di  rilevare  il  grado  di  compresenza  di  due  o  più  codici  all’interno  dello  stesso  documento.  Tale  tecnica  è  stata  utilizzata  nella  scheda  sulle  aree  di  miglioramento,  calcolando  il  grado  di  co‐occorrenza  dei  codici  omogenei  per  contenuto  nelle  categorie  “aree  di  successo”  e  “aree  di  miglioramento”  per verificare se e quanto alcuni ambiti individuati come aree di successo venissero riproposti  dagli ispettori anche come ambiti da monitorare per il futuro31.  

es. i dati a commento dei descrittori della griglia sono risultati molto disomogenei tra di loro. 

31  Per  esempio,  l’analisi  ha  permesso  di  calcolare  in  quanti  casi  gli  Ispettori  hanno  individuato  il  potenziamento  delle basic skills come area di successo della scuola e indicato la stessa categoria di azioni (identificate con il codice  potenziamento competenze di base) come area di miglioramento, con l’intento di segnalare che tali azioni devono