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In Via nella notte la storia ruota intorno a Hisako e alla sua disperata ricerca di un percorso di vita “stabile e normale”, come quello che hanno vissuto sua madre e sua nonna: trovare un lavoro, sposarsi, avere dei figli. Uscita dall'università, a causa della pessima situazione economica che le impedisce di trovare un'occupazione regolare, la ragazza decide di provare a passare un anno lavorando come hostess nei locali notturni, convinta che questo possa favorirla nella sua ricerca del partner più adatto che le consenta di diventare moglie e poi madre. Tuttavia, le cose non vanno come in un primo momento aveva programmato: sorpresa da quanto il lavoro le piaccia (per la libertà e lo stile di vita lussuoso che le consente, e per l'attenzione che gli uomini le dedicano) sceglie di prolungare quella che inizialmente doveva essere solo una breve parentesi prima di trovare un lavoro “appropriato”. Tuttavia, le sue relazioni sentimentali falliscono una dopo l'altra, poiché gli uomini incontrati nei locali sembrano incapaci di vederla non come hostess ma come compagna. Infelice e delusa, dopo qualche anno lascia i quartieri notturni per diventare una office lady, sperando che questa professione sia più “consona” alla sua ricerca di “una vita normale”. Tuttavia, neppure così i suoi piani vanno a buon fine: non solo il lavoro la annoia, ma gli uomini non sembrano provare per lei alcun interesse; quando, finalmente, riesce a intrecciare una relazione con Miyoshi, un uomo che non ama e che lei stessa definisce “mediocre” (ma che ritiene possa assicurarle la posizione di moglie e madre da lei tanto agognata), dopo poco scopre che quest'uomo ha da tempo allacciato una relazione con una hostess di Ginza. Amareggiata e beffata, Hisako lascia il lavoro di OL da lei tanto odiato per tornare al mondo sfavillante e sfarzoso dei locali notturni, chiedendosi fra le lacrime perché fosse convinta di poter e dover seguire il percorso di vita che si era prefissata.

Scritto nel 1998, come in altri lavori l'autrice conferisce spessore alla storia di Via

nella notte riflettendovi la situazione socio-economica del tempo: in piena crisi economica,

anche a causa degli strascichi dello scoppio della bolla speculativa, le giovani donne laureate come Hisako ebbero grandissima difficoltà a trovare lavoro, e molte non trovarono che sbocchi in occupazioni temporanee, con contratto a termine o part-time2. Inoltre, sebbene

negli anni novanta in Giappone il matrimonio cominciasse a essere considerato dalle donne un’opzione e non più una scelta obbligata3, e a partire dagli anni settanta l'età media di una

2 Nancy ROSENBERGER, Gambling with virtue: Japanese Women and the Search for Self in a Changing Nation,

Honolulu, University of Hawaii Press, 2001, p.135

donna al primo matrimonio fosse andata via via alzandosi4, Fujimura-Fanselow Kumiko fa

notare che, allo stesso tempo, i concetti di matrimonio e maternità come “naturali” e “normali” fossero (ed sono) ancora ben radicati nella società giapponese, anche grazie al fatto che il matrimonio conferisce legittimità e status sociale sia all'uomo che alla donna.5. In

particolare, Nancy Rosenberger scrive di come il matrimonio sia ancora visto da moltissime donne come un traguardo, e di come negli anni novanta le donne abbiano ricevuto messaggi contradditori dai media e dalla società in generale: se da un lato erano incoraggiate a focalizzare una maggiore attenzione su loro stesse, dall'altra erano spinte comunque ad aderire ai ruoli più tradizionali di moglie e madre:

“Mothers agreed their daughters should take their time, enjoy life, and develop their skills at work; simultaneously, they expected their daughters to settle down and marry. Media messages riveted young women's attention on themselves: their appearance, sexuality, apartments, elite status, and mobility - and called it freedom, individuality, or independence. At the same time, the images portrayed by the media […] were aimed at seducing young women with the romance of weddings, young motherhood, and their own houses – with prosperous husbands.”6

Hisako sembra incarnare questa dualità, divisa tra le tensioni egocentriche (è significativa la quantità di volte in cui nel racconto ricorre il pronome personale watashi 私 , “io”, che di norma in giapponese viene, al contrario, omesso quanto più è possibile) e il desiderio di una vita stabile per tranquillizzare i genitori e il fratello. Se da una parte si rende conto di amare il proprio lavoro e lo stile di vita di hostess, che le permette di essere al centro dell'attenzione maschile, di indossare abiti costosi e soprattutto di godere di “una libertà quasi incredibile”, allo stesso tempo sente il bisogno di “correggere la rotta” e inserirsi in uno schema di vita

pp.59-61

4 Nel 1972 l'età media era di 24.2 anni, nel 1990 si alzò a 26. YOSHIZUMI Kyōko, “Marriage and the Family: Past

and Present”, in Japanese Women: New Feminist Perspectives on the Past, Present, Future, Fujimura- Fanselow Kumiko e Kameda Atsuko (a cura di), New York, The Feminist Press, 1995, p.184

5 FUJIMURA-FANSELOW Kumiko, “College Women Today: Options and Dilemmas”, in Japanese Women: New

Feminist Perspectives..., cit., p.141 In questa stessa opera l'autrice prosegue spiegando come moltissime

ragazze sotto i 22 anni siano soggette a quella che lei definisce come “Sindrome di Cenerentola”: quasi tutte danno per scontato che prima o poi si sposeranno con un uomo che sia in grado di mantenerle, e vivranno così “felici e contente”. Inoltre, Fujimura fa notare come queste ragazze non pensino particolarmente al proprio futuro al di là del matrimonio, supponenedo che, in qualche modo, le cose andranno proprio nel modo in cui credono.

tradizionale e “normale”, cercando disperatamente di conquistare la posizione di moglie e madre.

Lungo il racconto, la ragazza vede via via tutte le sue certezze e sicurezze infrangersi di fronte ai propri occhi: appena laureata, non trova un lavoro fisso come credeva, e in seguito si sorprende a trovare gradevole il mestiere decisamente fuori dagli schemi di hostess, mentre al contrario trova insoddisfacente quello di OL. Ancora, se inizialmente viene appoggiata dai genitori nella sua scelta di lavorare nei quartieri notturni (sosterranno che è una sua decisione, e che l'importante è che lei sia felice), presto si rende conto che in realtà, contrariamente a quanto credeva quando aveva iniziato a lavorare come accompagnatrice, la società e le persone hanno ancora pregiudizi verso chi svolge quella professione: la madre stessa in seguito ammetterà che sarebbe meglio se andasse a lavorare “quando splende il sole”, e il fratello le comunicherà che il suo lavoro causa pettegolezzi nel vicinato che potrebbero compromettere un suo futuro matrimonio. Successivamente scopre che i clienti dei locali che era convinta la adorassero, in realtà stavano solo seguendo le regole del gioco; e infine, l'uomo la cui unica qualità le era sembrata l'onestà, la tradisce proprio con una hostess.

Il sentimento crescente di impotenza della protagonista (inizialmente convinta di tenere in mano le redini della propria vita) viene rimarcato da Nonami attraverso il senso di sorpresa e sgomento che prova la ragazza quando si accorge del veloce ripetersi dalle stagioni, che accresce la sua ansia e consapevolezza che, più il tempo passa, più sarà difficile per lei riuscire a ottenere una vita “stabile e normale” come si era prefissata. Via nella notte è un racconto velato di malinconia e di amara ironia: non solo Hisako scopre di essere stata tradita con una hostess, ma se fino a quel momento la relazione con Miyoshi era stata spinta solo dall'interesse, si accorge di provare qualcosa per lui appena prima di essere lasciata.

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